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Autore: war    16/10/2016    0 recensioni
Fra gli esorcisiti, per combattere il Conte del Millennio e i Noah, viene inviato dal Vaticano un aiuto, giunto direttamente da quel Dio che a volte ci si dimentica di amare... La strada da percorrere è una sola: ed essa è sempre stata perfettamente delineata davanti ai nostri piedi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La Volontà umana, quella forza invisibile,
che discende da un’Anima immortale,
può aprirsi un varco verso ogni meta,
anche attraverso muri di granito.
- James Allen

Lisbona.
Dove si trovava Allen. Dove stava arrivando anche Kanda.
Dove c’erano sicuramente gli Apocriphos e molto probabilmente anche i Noha.
Tutti sulle tracce di tutti…
O forse tutti solo appresso al mistero che era Allen.
Un Noha?
Un Esorcista?
Io volevo credere che fosse solo un uomo.
E che come tale fosse il suo pensiero e il suo cuore a determinare chi davvero fosse.
Negli occhi avevo ancora l’immagine della città, veduta dai bastioni del Castello di Sao Jorge.
Il ponte rosso, come un graffio o uno sberleffo nell’azzurro dell’oceano che si fondeva con un cielo terso e sereno, privo di ogni nuvola o imperfezione. Le case erano un tripudio di bianco e giallo pallido, con tetti spioventi anch’essi rossi dovuti al rivestimento di cotto dei mattoni, le vie strette, circondate da palazzi alti, tanto che non riuscivo a vederne il fondo e il traffico che le batteva, sembravano quindi sfregi o rughe nel volto cittadino. Ciò che aveva attirato il mio sguardo era la loro pura e semplice geometria.
Ed infine la trovai, bellissima e tragica.
La Chiesa del Carmo. Colpita nel 1755 da un terremoto è rimasta scoperta e nessuno ha mai voluto iniziare i lavori affinché il monito e il ricordo della tragedia non andasse perduto.
E tra quelle navate, investita dalla luce calda del sole e colpita da dalla volta a sesto acuto che come punta di freccia si rivolge al cielo finalmente lo sento.
La sua spada mi aveva trafitta e uccisa.
Ma io ero ancora lì.
Gli altri turisti, tutte le persone che erano nella chiesa scomparvero.
Fu come se due realtà si stessero sovrapponendo.
Il passato e il futuro, fusi nell’inesistente presente.
Gli spazi si confondono, i pieni diventano vuoti, le luci sono violentemente bianche e le ombre sono profondamente nere… eppure dal nero nasce il bianco e dal bianco emerge il nero.
Vedo volti, gioielli, mani…
Sete e trini e porpore…
Vedo quello che mi pare essere un pensiero astratto concretizzarsi o una formula chimica evaporare…
E poi, finalmente lui appare.
Lord Michael.
Non è cambiato dall’ultimo nostro incontro.
Io forse lo sono.
O lo è la percezione di me stessa.
- Azael – mi chiama
Sorrido, accennando ad un lieve inchino.
Non so dire se automatismo del ricordo passato, rispetto umano del corpo che mi ospita o solo incondizionato riflesso di me stessa.
- Siete sorpreso che sia sopravvissuta alla Vostra spada? Volete concludere il lavoro, Lord Michael? – non lo temo e lui lo sa.
- No, Azael. Hai ancora dubbi ma hai sconfitto la paura. Non sono qui per ucciderti, ma per ricordarti chi sei. – Gli occhi azzurri del Primo Serafino sono universi che creano universi pieni di amore e luce.
- Chi sono? – chiedo e ho come l’impressione di aver davvero dimenticato qualcosa… Qualcosa di me che è importante…
- La tua parte mortale, quella a cui ti sei unita quando hai scelto di scendere sulla terra lo sa. La tua parte immortale, il Cherubino che sei, lo ha preso di vista. – svela il Guerriero del Cielo.
- Le circostanze non fanno chi sei, semmai lo possono svelare. In realtà Azael e Angel sono solo due manifestazioni di uno stesso essere, eredi dell’Anima immortale. Dispiega le tue ali, Azael. Riscopri il significato della forza della genesi e insegnalo agli uomini. A quell’uomo in particolare… -
- Lord Michael… Può davvero dirmi tutto ciò? - chiedo preoccupata per lui, per quello che il suo gesto avrebbe potuto produrre di conseguenza.
Il sorriso del Primo Serafino si fa più ampio e caldo.
- Anche questo hai dimenticato? Angeli e Demoni non hanno potere sul piano fisico. Esso appartiene all’uomo. Noi, come i nostri antagonisti, possiamo solo sussurrare alle loro coscienze qual è la via o possiamo mostrarla con il nostro operato, quando come te scegliamo la dolorosa via dell’incarnazione. Ma noi non salviamo nessuno, mai. E’ l’uomo che salva se stesso, quando lascia andare. – e tutto si dissolse in luce.



Abbassai lo sguardo.
Qualcosa premeva contro la mia gamba.
Era un golem.
Un golem che non avevo mai visto prima.
Di solito quelli in dotazione alla Dark Religious erano di forma sferica e dotati di ali. La maggior parte di essi era nera, con qualcosa di bianco… Solo quello di Allen era dorato e possedeva anche un nome… Timcanpi se non ricordavo male…
Questo ricordava un gatto… Ma era troppo piccolo per essere davvero un gatto e poi pareva avere delle ali trasparenti sul dorso…
Mi abbassai per toccarlo ma il golem spalancò la bocca, rivelando dentini appuntiti per meccanici. Poi l’immagine venne proiettata ai miei piedi.
Mi morsi le labbra.
Pareva proprio che Marian Cross fosse stato ucciso da un Apocriphos… Eppure… Qualcosa mi diceva che no, non era vero.
Non poteva essere vero.
O forse ero io a non volerlo credere.
D’altra parte gli uomini, per quanta speranza e fede potessero mettere nelle loro supplici preghiere a Dio non avrebbero mai davvero attirato e avuto quello che volevano ma più semplicemente attiravano a se quello che erano.
Che dovevo fare?
Cercare quella casa?
Cercare Allen?
Ma forse, Allen sarebbe arrivato in quella casa… Con Neah.
Però c’erano tante vite coinvolte in questa assurda guerra…
Potevo davvero smettere di combattere e attendere?
Attendere cosa, poi?
Le risposte?
La fine?
Chiusi gli occhi e sollevai il volto al cielo.
Cercavo disperatamente nel calore dei raggi solari un po’ di calore anche per me.
Era da quando mi ero presa l’odio di Alma e di Yu che avevo freddo.
L’odio è un sentimento freddo.
E non è facile da debellare.
Avevo potuto salvare solo una parte di Alma.
Quella che era stata mandata a Matera.
Quella che racchiudeva l’anima della donna amata da Yu.
Ma non avevo potuto salvare tutti.
Le cellule di Alma, trapiantate nelle altre persone… Il Progetto Apostoli… tutti quelli ad esso collegati… Quanti morti non avevo saputo salvare? Quanti di loro erano morti con dolore, terrore, sofferenza e rimorso nel cuore?
Quei sentimenti avrebbero precluso per sempre la loro ascesa al Paradiso o, forse, alla fine sarebbero stati in grado di lasciare andare ogni cosa, come aveva fatto Alma?
Se gli umani non abbandonavano ogni cosa, non avrebbero mai potuto salvarsi.
Il patto che conduceva alla salvezza era… Quasi irrisoriamente semplice… Bastava lasciare andare ogni cosa e affidarsi alla luce.
Ma questo, per l’uomo, era possibile solo attraverso l’accettazione di se stesso.
Realizzare che durante la propria vita ci si era comportati in quel modo, per quelle ragioni e riconoscere gli errori, le crudeltà e le cattiverie commesse, anche quelle per le quali non si aveva una vera a propria coscienza, così come vedere ogni atto d’amore compiuto, anche quello inconsapevole e accettare tutto… Per essere un “io”, epurato da ogni distrazione, compromesso, scelta, influenza… L’io che si giudica, si valuta, si condanna, si assolve… Si riconosce e accetta…
Non ero in grado di spiegarlo meglio.
- Che è accaduto ai tuoi capelli? –
Quella domanda mi riportò bruscamente al presente.
Spalancai gli occhi.
Azzurro cielo sopra di me, circoscritto da un rosone privo di vetri colorati a raccontare una storia… e poi capelli neri e occhi blu.
Sentii le sue dita sfiorare la mia gota, e passare fra i riccioli rossi laddove erano corti come quelli di un uomo.
E per la prima volta da quel giorno sentii calore. Lieve e leggero, sulla punta delle lunghe dita di Kanda.
Sentii le lacrime riempirmi gli occhi ma le ricacciai giù a forza.
- Non sono stata capace di salvarli tutti… Mi dispiace… Mi dispiace… - le parole lasciarono le mie labbra senza che io avessi davvero l’intenzione di dare loro vita. Ammetterlo era doloroso per me, o forse solo per il mio orgoglio ereditato dal corpo umano che possedevo.
- Hai salvato Alma… E me… Non ti basta? – il suo sguardo era duro e tagliente, come sempre eppure adesso, sul fondo, vi brillava una luce nuova, chiamata consapevolezza.
Sorrisi appena.
- Ho manie di protagonismo, lo sai! –
- Do hao.- poi si lasciò cadere seduto al mio fianco. – Stai bene? – chiese diretto ma senza guardarmi.
- Sono morta. – gli dissi e lo sentii irrigidirsi al mio fianco. – Sono stata trafitta dalla Spada di Fuoco del Primo Serafino per mano di un Apocriphos. –
- Sei dunque un fantasma? – chiese lui aspro.
- No. La purezza di una lacrima umana mi ha riportata indietro. –
- Esiste uno scemo che ha pianto la tua dipartita? –
- Ehi! – protestai vivamente
- In effetti, quell’assurdo prete dalla testa di leone… Mi pareva un po’ tocco. –
- Kanda… Mi hai rivolto meno di cinquanta parole ma ho già voglia di prenderti a calci… - borbottai scontenta.
Sentii le sue braccia circondarmi e attirarmi a se. Improvvisamente.
- Avrei pianto anche io, per te. – mi sussurrò piano.
Appoggiai la testa alla sua spalla.
- Grazie… -



NDWar: Non ci credo nemmeno io che sono l'autrice ma, senza dirlo forte, ho forse superato quel maledetto blocco che ha inchiodato la storia a n anni fa...
Intanto vi lascio questo nuovo, delirante, capitolo...
A presto!
  
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