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Autore: _hell_inside_    17/10/2016    1 recensioni
"Le lame fendevano l’aria, la aprivano in due, prima di squarciare la carne degli innocenti. Gli ordini dei centurioni risuonavano secchi e truci nella notte, e il rumore di centinaia di armature e sandali chiodati battevano sulla terra del villaggio e delle capanne, mentre si mischiavano agli urli di chi stava venendo bruciato vivo nelle proprie case. Qualcuno pregava che la Dea li salvasse, ma quella notte, era cieca, bendata e oppressa dal dolore, esattamente come lo era il suo popolo. "
L'oppressione romana in Britannia, bardi, sacerdotesse, druidi, guerrieri e clan. Una storia d'amore e una guerra che sembra impossibile vincere
(Cambiamento di titolo: prima era "Resistono i frammenti")
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana
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CAPITOLO CINQUE
12 anni prima
 
-Vedi, piccola mia, non sempre è possibile vivere in pace con noi e con gli altri. A volte, qualcuno decide di, come posso dirti, fare del male a qualcun altro. E questo altro deve difendersi. Credimi, non voglio abbandonarti, figlia mia, sono tua madre, non potrei mai. Ma qui sarai al sicuro, non posso portarti con me, non potrei proteggerti- la donna era accovacciata davanti alla figlia, una bambina di soli cinque anni. Era vestita come un uomo, pantaloni e tunica, e dal mantello, sporgeva una spada portata sulla schiena, pugnale alla cintura e, dalla parte opposta, ascia da guerra e, infine, portava infilato sul braccio sinistro uno scudo rotondo. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che, fino a cinque anni prima, quella donna era stata una sacerdotessa. Ma, poiché nonostante i divieti romani, aveva celebrato Beltane giacendo con un bardo, era stata cacciata dal santuario non appena aveva dato alla luce la bambina che portava in grembo. Era riuscita a crescerla nel bosco, facendole imparare i segreti della foresta, delle erbe e, non ultimo, della spada.
La bambina si guardò attorno leggermente stranita: in quella capanna vi erano pentoloni di diverse dimensioni, tutti perfettamente lucidati, numerose ciotole in legno e cucchiai e, non ultimo, il profumo di zuppa si spargeva dolcemente per tutta la casa. Tutto in ordine, tutto pulito.
-Non spaventarti, piccola guerriera. Ho detto a tuo padre di continuare a farti addestrare con la spada insieme ai tuoi fratellastri, quella è la moglie di tuo padre. È una brava donna, ti tratterà come una figlia, non temere- sussurrò all’orecchio della figlia, abbracciandola.
-Nimue… Dolce Nimue… Hai sempre voglia di fare di testa tua, sei indomabile, sei un cavallo selvaggio, mio vecchio amore- a parlare era stato un uomo di mezza età, con la barba lunga e grigia e completamente calvo. Il bardo Urien. Il venerabile bardo Urien, colui che aveva cantato le gesta dei principali capi tribù di tutta la Britannia.
-Non sono più il tuo amore, Urien. Non sono più di nessuno. Ora pensa solo a mia figlia, a crescerla decentemente. Un giorno io, il bosco, la spada o la Madre la reclameremo. Quando quel giorno verrà, voglio che tu la lasci libera. Nessuno può sottrarsi al suo destino, dovresti saperlo-
-Nostra figlia-
-Come?- Nimue rimase a guardarlo stupita
-È nostra figlia, la bambina-
-Se era anche tua figlia, dov’eri quando mi hanno abbandonata a darla alla luce da sola, quando ero troppo debole per cacciare e pregavo la Dea che nessun animale decidesse di usarci come cibo, quando mi sono dovuta difendere da sola dalle bande di reietti romani. Dov’eri?-
-Non ho avuto mai più tue notizie-
-Sei un bardo. Queste cose le sente perfino una novizia. Non cercare scusanti per la tua codardia. Un giorno, la Morte busserà alla tua porta, spero che le urla della Banshee ti terrorizzino così tanto da non poter scappare a Lei, che ti facciano assaporare ogni istante della Sua venuta- sputò Nimue, allontanandosi da quella casa, certa che sua figlia non l’avrebbe mai più vista.



NOTE DELL'AUTRICE:  DON'T KILL ME! L'ho fatto apposta questo breve inciso, sul personaggio di Nimue, perchè sarà sicuramente una delle colonne portanti della nostra storia. Sulla parte del divieto di festeggiare Beltane posto dai romani durante l'invasione in Britannia, mi sono attenuta a Le nebbie di Avalon, nonostante non sopporti quel libro, ma ogni tanto torna utile.
Grazie ancora a tutti quelli che hanno letto nell'ombra e ancora una volta vi esorto a lasciare una recensioncina, anche se negativa e ringrazio la solita TremorChrist che però recensisce sotto ricatto che un orda di romani le invada casa. Scherzo dai!
A presto
Tenebra
   
 
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