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Autore: TheImpossibleJJ    18/10/2016    3 recensioni
Rose Weasley ha passato sei anni d Hogwarts subendo le prese in giro di Scorpius Malfoy. Le cose cambiano dopo il Ballo della Vittoria e l'ennesimo scherzetto del Serpeverde. Rose ha deciso di cambiare e di smettere di subire. Ha deciso di iniziare ad affrontare la vita a testa alta e di smettere di nascondersi e usare il suo peso come una scusa. Peso sì, perchè Rose dai Weasley ha ereditato l'appetito ma sfortunatamente non il metabolismo veloce. Rose torna per il settimo e ultimo anno di Hogwarts come una persona nuova, ma come prenderà Scorpius questi suoi cambiamenti? Cosa ha sempre nascosto? E soprattutto chi è che le manda quegli strani biglietti?
Genere: Commedia, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus, Severus, Potter, Alice, Paciock, Alice, Paciock, Jr, Altro, personaggio, Rose, Weasley, Scorpius, Malfoy | Coppie: Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 15 - CAPODANNO
Ciao a tutti! Questa volta non vi ho fatto aspettare troppo, vero?
La risoluzione del mistero si avvicina!
Spero davvero che il capitolo vi piaccia. E' davvero lungo ma ero piuttosto ispirata.
Ditemi cosa ne pensate! Amo leggere le vostre recensioni. e grazie anche a chi segue la storia in modo silenzioso... non passate inosservati *wink wink*

Baci,
JJ


I giorni dopo Natale passarono in fretta e presto arrivò il 30 dicembre, il giorno in cui dovevano arrivare sia Scorpius che Alice.

“Alice! Mi sembra di non vederti da un secolo. Come stai?” Chiese Rose mentre accoglieva la sua amica in casa.

“Tutto bene! Mi sei mancata però.” Rispose Alice mentre si strofinava le mani per il freddo.

“Sei pronta per la festa di domani?”

La festa di Capodanno organizzata dai Potter era ormai una tradizione e le persone bramavano essere invitate. Tutto era iniziato per caso quando James aveva un anno e Ginny non aveva voglia di uscire. Allora le era venuto il lampo di genio. Perché non invitare tutti a casa e organizzare qualcosa di informale? E così era stato, un gruppo ristretto di amici, qualche fuoco d’artificio dei Tiri Vispi e qualche stuzzichino. Solo che anno dopo anno la festa era diventata sempre più famosa e ora Ginny si ritrovava a doverla organizzare già dai primi di novembre.

“Oh sì, ho comprato un vestito mentre ero là che è bellissimo!” Disse Alice con aria sognante.

“Non vedo l’ora di vederlo.” Le rispose Rose mentre la prendeva a braccetto e la portava in casa. “Ma ora abbiamo tante cose da fare. Prima di tutto devi aprire il mio regalo. Poi dobbiamo andare a Diagon Alley e infine dobbiamo vederci con Lily.”

“Come mai con Lily?” Domandò Alice curiosa mentre prendeva il regalo che le aveva fatto Rose.

“Vuole fare un incontro segreto al laghetto.”

“Va bene… oddio ma è bellissima!!!”

“Ti piace?”

“Se mi piace?” Alice alzò la mazza da Battitrice che Rose aveva fatto fare su misura per l’amica. “E’ un sogno. Come fai ad azzeccare sempre i regali?” Se la stava abbracciando.
Rose scoppiò a ridere. “Mi sei mancata.”

Fecero colazione e parlarono delle loro vacanze. Alice era entusiasta dell’Islanda e progettava un viaggio durante l’estate. “Spero di riuscire a tornarci, c’erano un sacco di altre cose da vedere. Potremmo fare un viaggio di gruppo, che dici?”
Rose ci pensò su. “Non sarebbe una cattiva idea, sai. Dici anche con Scorpius, Albus e gli altri?”

“Sì dai tutti insieme. Più siamo meglio è.” Disse Alice con un sorrisino.

“E con Al vi siete sentiti?”

Alice si guardò le unghie con molto interesse. “Mi ha fatto gli auguri di Natale.”

“E basta?”

“E basta.”

Stettero un attimo in silenzio. “Ma sì, Rose non ti preoccupare. Sai che è fatto così. E poi non è che stiamo insieme.”

Rose la guardò di sottecchi. “E va bene. Come preferisci. Pronta per andare a Diagon Alley?”
“Prontissima!”
 
Passarono la giornata a fare spese e poi pranzarono al Paiolo Magico con un hamburger della casa. Il pomeriggio erano troppo stanche per continuare ma si trascinarono comunque per le viuzze perché non riuscivano a trovare delle scarpe adatte per la festa. E come diceva Susan, le scarpe erano la parte fondamentale di un outfit. Quando finalmente trovarono quelle giuste si Materializzarono alla Tana per incontrarsi con Lily.

“Lily! Siamo qui!” Urlò Rose sulla porta della tana. “LILY!”

“Ehi Rose! Lily è fuori non può sentirti.” Le disse Albus, seduto sul divano insieme a una testa bionda.

“Rose, cavolo! Potevi aspettarmi invece di entrare subito. Sta anche piovendo!” Si lamentò Alice mentre entrava in tutta fretta in salotto.

“Alice!” Esclamò Albus un po’ troppo forte alzandosi di scatto dal divano.

“Ciao Albus. Tutto bene?”

“Sì, grazie. Tu?”

“Benissimo.” Rispose Alice con un sorriso un po’ tirato.

Anche Scorpius intanto si era alzato e si era avvicinato a Rose. “E tu come stai invece?” le domandò andandole incontro e avvicinandosi al suo viso.

“Io tutto bene. Tu?”

“Mi sei mancata.” Scorpius spostò l’attenzione sulle labbra della ragazza e le carezzò con un dolce bacio.


“Scorpius…” La ammonì Rose anche se non vedeva l’ora di essere da sola con lui per abbracciarlo in modo appropriato.

“Tanto loro lo sanno.”

“Sì ma se arriva qualcuno?”

“E va bene.” Scorpius ai allontanò da Rose. “Dimmi un po’, cosa sei venuta a fare qui Weasley?”

“Ah ora ci chiamiamo per cognome, eh? Va bene, Malfoy. Siamo qui per vederci con Lily. Andiamo Ali.” Disse Rose mentre si incamminava verso l’uscita posteriore della casa.

“Sì, arrivo.”
Scorpius si girò verso l’amico. “Che succede tra voi? E’ strano che vi evitiate in questo modo.”

“Dobbiamo solo trovare un momento per parlare. Tutto qui. Dai, continuiamo a giocare.”
“Credo stiano andando vicino al laghetto.”

I due ragazzi si guardarono.

“Per quanto la mia voglia di andare ad ascoltarle sia grande, preferisco stare sul divano a giocare. Fa troppo freddo, Scorp.

“Sei sempre il solito, Al.”

***

“Cavolo a vedere te e Al insieme mi è venuto freddo.”

Alice scoppiò a ridere. “Voglio un po’ vedere se continua a ignorarmi come se fossi una sconosciuta.”

“Non so come andrà a finire questa storia.”

Alice fece spallucce e Lily si sedette per terra.

“Allora ragazze ho bisogno di un vostro consiglio. Si tratta di Charlie.”

“Spara.” Disse Rose curiosa di sapere come stavano andando le cose tra la cugina e il Serpeverde.

“Allora, non voglio girarci troppo intorno. Ne abbiamo parlato e vogliamo farlo.”

Alice e Rose si portarono le mani sulla bocca.

“Cosa?!?!” Urlò Alice. “Sei troppo piccola!”

“Ho quindici anni. Non sono piccola.” Sentenziò Lily mettendo il broncio.

“Va beh, Ali ha detto la sua. Tu Rose cosa ne pensi?”

“Credo di pensarla come lei, Lils. Cos’è tutta questa fretta?”


“Fretta? Ma se stiamo insieme da quasi otto mesi ormai.”

“Ah beh se sono otto mesi…” Rispose Alice alzando le mani.

“Volete dirmi che voi ancora non l’avete fatto?” Domandò Lily curiosa guardando tra l’amica e la cugina.

“Io no.” Sentenziò Rose.

“Io nemmeno.” Rispose Alice.


“No, Ali, non ci credo che tu non l’abbia ancora fatto.”

“E invece credici, mia cara. Sto aspettando il ragazzo giusto.”

“E mio fratello è il ragazzo giusto?” Le chiese Lily dandole il gomito e alzando le sopracciglia.

“Chissà… ma chiediamo a Rose invece. E’ a lei che le cose vanno a gonfie vele. Sarà lei la prima a…”


“Prendere il boccino.”

“Prendere il boccino?” Scoppiarono a ridere tutte e tre.

“Oddio… non so ragazze. Quando accadrà, accadrà.”

“Praticamente non mi avete aiutato… dovrò decidere da sola.”


“Eh già, cugina. E’ così che si diventa adulti.”

Le tre tornarono alla Tana e poi Alice e Rose tornarono a casa della rossa. La giornata successiva sarebbe stata importante e dovevano riposarsi il più possibile, per questo dopo aver
cenato si erano fatte una maschera di bellezza e poi erano andate a dormire.

***
“Sei sicura che mi stia bene questo vestito?” Chiese Rose mentre si guardava allo specchio.

“Sì, Rosie. Ti sta un incanto. E ora se non ti dispiace vorrei guardarmi un po’ anche io.

Si misero vicine e si diedero l’ultima sistemata generale poi scesero le scale e raggiunsero il resto della famiglia di Rose. Alice aveva un abito corto e verde smeraldo, molto semplice
ma con i suoi capelli biondi stava un incanto. Rose aveva invece optato per un abito blu scuro e un paio di scarpe argentate. Appena le aveva viste le aveva amate.
Avevano passato la giornata a prepararsi, prendendosela molto comoda e facendo le cose molto lentamente, come ogni anno per la Festa di Capodanno. Invece di usare la Metropolvere decisero di Materializzarsi, i vestiti non potevano sporcarsi con un così barbaro metodo di trasporto.

“Ci vediamo là davanti allora.” Disse Hermione avvolta nel suo vestito blu notte di velluto.

“Sì, mamma. A dopo!” E in due secondi si ritrovarono davanti alla Tana, tutta allestita a dovere come ogni anno. Salutarono i genitori e si misero subito alla ricerca dei loro amici.

“Cosa vuoi, Potter? Pensavo di averti già sopportato abbastanza durante i sette anni a Hogwarts. Non hai qualche tua fan da rincorrere o qualche compagno di squadra con cui parlare
di Quidditch?” A parlare era stata Emilia Wood, la figlia di Oliver Wood famoso giocatore di Quidditch nonché grande amico della famiglia Potter. Emilia aveva i capelli a caschetto
castano chiaro e grandi occhi marroni. Lei e James non si sopportavano. Semplicemente. La mera presenza di uno non faceva altro che irritare l’altro. Era stato sempre così e la diretta
conseguenza di ciò era che entrambi arrivavano ad un punto di rottura e iniziavano a lanciarsi incantesimi. Nessuno sapeva il perché dell’odio reciproco e nessuno sapeva da chi era
partito. Ovviamente tutti puntavano sul cugino di Rose, James, e anche lei tendeva a sostenere quell’opinione. Se non fosse stato suo cugino, l’avrebbe volentieri strangolato alcune volte. Ma Rose e Lily sotto sotto speravano che tra i due nascesse una storia, lo si poteva percepire chiaramente che c’era qualcosa tra di loro, qualcosa che era successo ma che entrambi avevano cercato di seppellire da tempo. Rose era curiosa di sapere il perché e le sarebbe piaciuto tanto ficcare il naso ma le occasioni per vedere entrambi erano veramente poche e preferiva parlare con entrambi senza farli innervosire.

“Wood, dì la verità che sei gelosa.. Vorresti essere anche tu giocare a Quidditch come il sottoscritto, vero? E invece sei richiusa in quell’ospedale dalla mattina alla sera, senza vita sociale, senza amici, senza fidanzato…”

Emilia si stava guardando le unghie con fare disinteressato. “Hai finito? Sei diventato un po’ ripetitivo Potter. Ora scusami ma vado dai miei amici a bermi qualcosa, mentre aspetto che arrivi il mio ragazzo.”
Rose notò la faccia spaesata di James mentre guardava Emilia andare via.

“James mi ricorda qualcuno non credi?” Commentò Alice con noncuranza.

“Me lo ricorda anche a me.”

Le due scoppiarono a ridere poi, vedendo James ancora piuttosto perso dopo la discussione con Emilia, decisero di sedersi un po’ con lui al bar.

“Allora James come va?” Gli chiese Alice mentre si sistemava sugli sgabelli alti di legno.

Ginny aveva trasformato la Tana in un locale. La cucina era diventata il bar, il salotto era stato allestito con tavoli e sedie e il giardino era stato coperto con un tendone e trasformato in pista di ballo. Come ogni anno, si era superata.

“Come va, mi chiedi? Sono stanco morto, ecco come va. Mi alleno 6 giorni su 7 e il settimo ho la partita. Se esco la sera non posso divertirmi perché rischierei di fare tardi e la mattina
mi devo svegliare alle 6. Da due settimane l’allenatore preferisce far giocare MacMillan invece del sottoscritto. Pensavo di venire qui stasera e divertirmi, ma la Wood mi abbassato ancora di più il morale. Aiutami cuginetta mia.”

Rose guardò attentamente il cugino. Non ci aveva fatto caso a Natale ma effettivamente aveva il volto stanco. “Perché non andiamo un po’ fuori James? Magari l’aria ti dà una mano!”

“Dai, buona idea, Rose! Usciamo un po’.”

Cercarono di farsi strada tra la folla e raggiunsero il tendone dove alcune persone avevano già iniziato a ballare, accompagnati dalle note di una canzone jazz.

“Ma è bellissimo! Tua mamma ha fatto proprio un bel lavoro!” Esclamò Alice ammirata.
Il tendone che si estendeva per quasi tutto il giardino sul retro, era allestito in modo molto semplice. Aveva candele che fluttuavano vicino al soffitto, delle colonne argentate cosparse di fiori bordeaux per tutta la loro lunghezza che stavano su con la magia e in uno dei lato corti del tendone la band suonava su un piccolo rialzo e tutti e quattro i componenti avevano delle giacche d’oro scintillante.

“Già, quest’anno si è proprio superata. E non sono se avete visto il salotto! E’ ancora meglio.”
Rimasero per un po’ in silenzio a guardare la gente che ballava, riconobbero alcuni compagni di scuola, qualche professore degli anni passati e poi finalmente Rose vide Scorpius che chiacchierava con Albus.

“Ehi Rose, Alice, io vado a parlare con Frank.”

Le due guardarono il ragazzo allontanarsi. “Non pensavo ci fosse anche il mio fratellone.” Commentò Alice pensierosa. “Sarà stato mio papà a mandarlo per controllarmi.” Le due scoppiarono a ridere poi decisero insieme di rientrare per prendere un drink.

***
“Hai visto che sono arrivate Alice e Rose?” Disse Albus a Scorpius guardandosi in giro nervosamente.

“No.” Scorpius si girò e vide che le due ragazze stavano rientrando nella casa. “Ah eccole.”

Notò che alcuni ragazzi si erano girati a guardarle e la cosa gli diede parecchio fastidio ma preferì non fare nulla e aspettare che la ragazza uscisse di nuovo per poi portarla a ballare al centro della sala e far vedere a tutti che era solo sua. Senza però far capire che erano fidanzati. Voleva solo marcare il territorio, sì, come un cane.
Albus, d’altra parte, stava gestendo la situazione in maniera un po’ diversa. Scorpius vide che iniziò a stringere i pugni e a slegarsi il nodo della cravatta.

“Al, calmati, cavolo. Ti sta venendo un attacco di qualcosa?”

“No, Scorp. Sono calmissimo. Vado un attimo dentro a prendermi qualcosa.”

“Ti seguo.”

Entrarono dentro la casa e Scorpius notò che Al aveva subito individuato Alice. Sfortunatamente però Alice stava parlando con Sam Wood.

“Lo sapevo.” Bisbigliò Albus tra i denti.

“Al, stai calmo. Stanno solo parlando. Sai che ad Alice non interessa quel tipo.”

Albus fece un respiro profondo poi si ricompose. “No, hai ragione. Adesso vado là e sarò la persona più calma del mondo.” E iniziò ad avvicinarsi al bar a grandi passi.
Scorpius intano si passò impaziente una mano tra i capelli. Non sapeva perché si sentiva così strano, Non vedeva Rose da giorni e anche se le lettere che si erano scambiati avevano attenuato un po’ la mancanza, l’averla vicina, il poterla toccare… quello non si poteva vivere con una lettera. Così quando la vide, lì che rideva con Alice e sorseggiava il suo drink fu come se tutto il mondo attorno a lui scomparisse. C’erano solo lui e lei ma lei ancora non si era accorta di nulla, era ignara della scrupolosa osservazione che il ragazzo stava facendo, dei suoi battiti accelerati, del fatto che lui riuscisse a individuare la sua voce anche tra mille. Poi lei finalmente si girò e i loro occhi si incrociarono. Si sorrisero. E tutto era di nuovo come prima delle vacanze. Non era cambiato nulla anzi, forse quei giorni che avevano passato separati non avevano fatto altro che rafforzare il loro legame.
Scorpius ci pensò su e concluse che tutto sommato, sì, era possibile amare così tanto una persona a diciotto anni.
Poi si riprese un attimo. Amare? Lui amava Rose Weasley? Avrebbe voluto approfondire meglio l’argomento ma una voce familiare aveva iniziato a parlargli nell’orecchio.

“Scorp? Sam Wood ha appena preso Alice per mano e l’ha portata in mezzo alla pista a ballare.”

“Come?”

“Ma mi stai ascoltando?

“Sì, scusa. Wood sta ballando con Alice?”


“Al, non ti preoccupare ad Alice non interessa Sam.” Rose era comparsa a fianco di Scorpius.

I due si sorrisero e Scorpius allungò la mano per prendere quella della ragazza.

“Ho capito, Rose. Ma non voglio che ballino insieme. Alice è la mia… noi due stiamo… Insomma, non voglio che stia sempre con Sam. Ecco.”

Rose e Scorpius continuavano a guardarsi. La voce di Albus era solo un rumore di sottofondo.

“Vuoi ballare?”

“Con molto piacere.”

Scorpius la portò in mezzo alla pista e iniziarono a ondeggiare sulle notte di un lento. Poco distante da loro, Alice e Sam Wood stavano facendo lo stesso, la ragazza manteneva però le distanze, sembrava quasi non si toccassero a differenza di Rose e Scorpius. Tra i due non sarebbe passata nemmeno una piuma.
Rose appoggiò la testa sulla spalla di Scorpius e si lasciò trasportare dal ragazzo. Quanto le era mancato il suo profumo e quanto le era mancata la sua presenza. Alzò il volto e incontrò gli occhi grigi di lui che le sorridevano. “Sei bellissima, Weasley.”

“Grazie Malfoy, non sei male nemmeno tu.”
Continuarono così per altre tre canzoni poi il ragazzo si staccò e le porse di nuovo la mano. “Andiamo a farci una passeggiata? Ti va?”

“Ok.”
Uscirono dal tendone e si ritrovarono nel giardino dei Potter. Non c’era nessuno oltre loro e qualche altra coppietta che voleva un po’ di privacy.

“Andiamo là dietro.” Disse Rose indicando la grande quercia in fondo al giardino. “C’è una panca dove possiamo sederci.”
Attraversarono il giardino, incontrando una coppia che si stava baciando in modo piuttosto appassionato contro un albero. A Rose parvero familiari ma non volle approfondire la cosa, non vedeva l’ora di fare la stessa cosa con Scorpius di lì a un minuto quindi non voleva iniziare a perdere tempo.

“Eccoci qui. Mi sembra un post-“ Ma non riuscì a finire la frase perché Scorpius la attirò a sé e appoggiò le sue labbra sulle sue.

“Quanto mi sei mancata, Weasley.”

Rose sorrise e per qualche secondo rimasero così poi la passione ebbe il sopravvento e il ragazzo le prese il volto tra le mani e la baciò.

“Anche tu, Malfoy.” Sospirò Rose sulle bocca del ragazzo.

Scorpius la spinse contro l’albero e fece aderire i due corpi. Le mani dal volto si spostarono sulla vita e poi sulla schiena. Voleva sentirla, non riusciva a credere di averla di nuovo tra
le braccia.

Rose passò le mani tra i capelli del ragazzo. Erano morbidi come se li ricordava. La cosa sembrava essere molto apprezzata perché Scorpius approfondì il bacio avvolgendo la lingua
intorno a quella di Rose che inarcò la schiena. I vestiti che li dividevano stavano iniziando ad essere di troppo.
Poi Rose riprese coscienza di sé e si staccò dal ragazzo.

“Ehi, che succede? Ho fatto qualcosa di male?” Chiese preoccupato Scorpius.

Rose cercò di riprendere fiato poi gli sorrise. “No, è che… sembra che facciamo solo questo ogni volta che ci vediamo… perché… ecco… non parliamo un po’?”

Scorpius la guardò sorpreso. In fondo non aveva tutti i torti. “Va bene. Di cosa vuoi parlare?”

“Mmm… non so… cos’hai fatto durante le vacanze di natale, per esempio?”

Scorpius scoppiò a ridere poi si sedette sulla panchina. “Allora, vediamo. Ho festeggiato con la mia famiglia, ti avevo che mio padre è un patito del Natale.”

“E’ vero, mi ricordo che me lo avevi detto. Dì la verità… si veste da Babbo Natale?”

“Se proprio vuoi saperlo quando ero piccolo sì, ma non dirlo a nessuno, ti prego. Potrebbe Cruciarmi.”

Rose scoppiò a ridere. Draco Malfoy con la barba bianca e il costume rosso. Voleva proprio vedere la faccia di suo papà quando glielo avrebbe raccontato.

“No, no non lo dirò a nessuno.”

“Weasley… nemmeno ai tuoi mi raccomando.”

“Mannaggia, nemmeno a mio padre?”

“Soprattutto non a tuo padre!”

“Va bene. E’ solo che mi sembra strano immaginare tuo padre… in quel modo.”

“Ma perché voi Weasley siete cresciuti con l’idea che mio padre fosse una cattiva persona – “


“Non è vero -“

“No, lasciami finire. Non una cattiva persona ok, ma non una da accettare liberamente in famiglia. Mio padre mi ha raccontato quello che è successo durante la Guerra e sa di aver
fatto degli errori e il fatto di essere stato solo un ragazzo non è completamente perdonabile.” Disse Scorpius tristemente.

“Scorp… aveva sedici, diciassette anni. E’ difficile rinnegare la proprio famiglia a quell’età.”

“Hai ragione, ma lui si sente ancora in colpa. Avrebbe voluto agire diversamente.”

“L’importante è che abbia capito cosa era giusto e cosa sbagliato. Ora è una persona diversa. Ha aiutato a rintracciare i Mangiamorte ancora in circolazione che non si erano pentiti
nonostante fossero amici della vostra famiglia.”

“Sì, ma-“

Rose gli mise un dito sulle labbra. “Perché non continuiamo a fare quello che facevamo prima?”
Scorpius rise. “Sono totalmente d’accordo, Weasley.”

***

Come osava Rose baciarsi con quell’essere? Dopo tutto l’amore che LUI le aveva dimostrato.
Come osava rinnegare tutto quello che aveva fatto per lei, come osava poggiare le sue perfette labbra su quelle di quel Mangiamorte biondo. Scorpius Malfoy. Due parole per rappresentare un essere immondo.
Che incantesimo aveva fatto a Rose per conquistarla? Cosa le aveva raccontato? Scommetteva che era per colpa sua che Rose non rispondeva alle sue lettere. Sì, di sicuro era colpa sua. Voleva tenersela tutta per sé. Ecco perché. Maledetto Malfoy. Ah, ma l’avrebbe pagata cara, certo che l’avrebbe pagata cara.
La figura scura evitava di nascondersi, con tutte le persone che c’erano era facile passare inosservata e così li osservava da lontano, pensando alla prossima mossa, pensando a chi colpire visto che la sua amata Rose aveva disobbedito.

***

“ALLONTANATI DA LEI, WOOD!”

Rose sentì delle urla provenire dalla pista da ballo.

“E ora che cavolo succede!”

“Io un’idea ce l’avrei.” Commentò Scorpius mentre entrambi si dirigevano verso la pista da ballo.

E come aveva ben previsto si trovarono davanti Albus e Sam che si urlavano addosso, Alice nel mezzo e una ragazza vicino ad Albus.


“Che cosa ci fa quella vicino ad Al?” Chiese Rose a Scorpius indicando Holly Carmichael.

“Oh, oh.”

“Cosa intendi con ‘oh oh’?”


“Può essere che Albus l’avesse invitata per Capodanno quando si frequentavano.”

“Ok, ma ora non si frequentano più… che cosa ci fa qui?”

“Diciamo che era parecchio persistente nella nostra Sala Comune ma ti posso assicurare che Al non ha mai fatto nulla.”

“E ci mancherebbe scusa. Quindi non ho capito. Le ha detto di venire lo stesso?”


“Credo di sì.”

“Capisco l’oh oh adesso. Non penso che Alice la prenderà molto bene.”

Si avvicinarono al quartetto inferocito. Albus aveva la faccia rossa mentre Sam sembrava stranamente calmo.

“Cosa vuoi, Potter? Non sto facendo nulla.”

“HO PROPRIO VISTO CHE NON STAVI FACENDO NULLA, PEZZO DI – “


“ORA BASTA, SMETTETELA!!!” Urlò Alice.

“Sì, basta Albinuccio, cosa te ne frega se la Paciock balla con lui? Hai invitato me qui, no?”

“Sì, continuate a ballare, Potter.” Detto questo Alice si girò e uscì dalla pista da ballo.

“Sei contento ora, Potter?” Commentò Sam con un ghigno.


Albus corse in avanti e tentò di colpirlo con un pugno. Scorpius e James, anche lui arrivato per le urla che aveva sentito, riuscirono a trattenerlo per un pelo.

“Ehi Al, cosa fai? Sei impazzito?” Scorpius lo teneva per un braccio.

“Stava per baciare Alice, Scorp.” Gli disse Al infuriato.

“Ma a quanto mi sembra tu stavi ballando con un’altra ragazza, o no Al?” Era stata Emilia a parlare.

“E lei adesso da dove salta fuori?” Sospirò James mentre teneva il fratello per le spalle.


“Sono sempre stata qua nel caso tu non te ne fossi accorto, Potter. Ora, volevo solo dire che se Alice stava ballando con mio fratello Sam e non con te Al, forse un motivo c’era, non
credi?”


“Emmy, per favore, non metterti in mezzo.” La ammonì Sam, piuttosto imbarazzato nell’essere difeso dalla sorella.

“Non mi metto in mezzo. Sto solo cercando di far capire una cosa ad Al. Magari è più sveglio di suo fratello James.” Sorrise con scherno al primogenito Potter.

“Perché mia sorella mi ha appena tirato un pugno?” Domandò Frank Paciock, ignaro di tutto quello che stava succedendo, mentre si sfregava il braccio destro.

“Sembra che mio fratello abbia provato a baciare Alice e ad Al la cosa non andava bene così ha iniziato a sbraitare, rendendosi – scusa se te lo dico Al – piuttosto ridicolo, e Alice è uscita dalla pista perché giustamente non è un pupazzo con cui tutti possono giocare. Non è forse giusto, Al? Sam?”


I due ragazzi rimasero zitti. Emilia fece un sorrisino e guardò James. “Sembra proprio un deja vu, non ti sembra, Potter?” Detto questo se ne andò e Rose non poté fare a meno di
guardarla in modo ammirato. James, d’altra parte rimase a boccheggiare. L’ultima frase pronunciata dalla ragazza doveva aver sortito qualche cosa in lui perché disse qualcosa
nell’orecchio del fratello e uscì anche lui dal tendone.
Era rimasto solo Scorpius a tenere Albus ma ormai non ce n’erano più bisogno. Il Potter di mezzo si era ripreso e ora stava allungando il collo per vedere dov’era finita Alice.

“E’ andata verso il laghetto, Al. Non farmi pentire di avertelo detto, ok?” Gli disse Frank torvo.

“Grazie Frank.” Al si allontanò dal gruppo e corse verso il laghetto come gli aveva detto Frank. “Quei due stanno insieme, vero?” Chiese a Rose e a Scorpius preoccupato.

“Ehm – “

“Loro – “

“Stanno insieme? La risposta è semplice, ragazzi.”

“Non lo abbiamo capito nemmeno noi a essere sinceri, Frank.” Tentennò. “Diciamo che si vedono ecco.” Gli rispose Rose facendo spallucce.

Frank guardò i due serio. “Va bene. Tenetemi informato però. Dovevo immaginarlo che sarebbe finita così.” Borbottò l’ultima frase mentre si allontanava per cercare un drink.

“Ragazzi, non volevo creare dei problemi. Alice mi piace da secoli e non sapevo stesse con Al.” Sam si passò una mano sul volto. “Stanno davvero insieme?” Chiese serio guardando
Rose.

“Sam, si stanno vedendo. Altro non posso e non so dirti.”

“Ok.” Assunse un’aria pensierosa poi fece un sorrisino tra sé. “Quindi diciamo che ho ancora speranza. Bene.” Detto questo si allontanò, anche lui verso l’interno della casa,
probabilmente a prendersi qualcosa da bere.

“Forse non ha capito che di speranza non ne ha proprio.” Scorpius lo guardò andare via e intanto pensava al suo amico Albus e sperò se la stesse cavando bene con Alice. Quei due
avevano bisogno di sedersi a un tavolino e parlare. Parlare e parlare, quella era la soluzione per farli stare bene. Aveva solo paura che una loro normale chiacchierata si trasformasse velocemente in una rissa violenta. Conoscendoli entrambi, ovviamente. Guardò Rose, anche lei era pensierosa. Era felice con lei ma sentiva che mancava qualcosa. Non poteva rendere tutto ufficiale, non ancora. I suoi di lei cosa avrebbero detto, soprattutto suo padre. Ma Scorpius lo sapeva che erano solo scuse, sapeva che le persone di cui temeva più il giudizio erano i suoi genitori e i suoi nonni. Avrebbero accettato Rose? Avevano accettato Albus, non potevano avere problemi con Rose. O forse sì? Scorpius preferiva restare in quella bolla di incertezza in cui tutto era possibile. Appena avrebbero sganciato la bomba, sarebbero diventati automaticamente il centro dell’attenzione della scuola. Per non parlare del pazzo che scriveva a Rose e di cui non si sapeva l’identità. Cosa sarebbe successo se si fosse scoperto? Era meglio aspettare, prendere tempo e poi dirlo a tutti. Sì, quella era la soluzione migliore.

“Tu dici? Io penso che se Al non si muove, Alice potrebbe mollarlo.”

“Vedremo Weasley… intanto che ne dici che torniamo dietro quell’albero? C’era un punto interessante nella corteccia che vorrei rivedere.”
Rose scoppiò a ridere. “Sei proprio scemo. Andiamo dai.”

***

“Alice, so che sei qui, vieni fuori.”

Albus era calmo. No, non era vero. Cercava di essere calmo, ma in realtà non era mai stato più agitato. Sapeva di averla fatta grossa questa volta e Alice poteva non perdonarlo. Ma
aveva un asso nella manica. Doveva solo giocarselo bene.

“Alice? Ti prego. Voglio scusarmi.”
Albus sentì tirare su con il naso. “Non pensare di passarla liscia con delle semplici scuse, mio caro.”
Alice uscì dal suo nascondiglio dietro un cespuglio. Aveva gli occhi rossi e Albus si sentì in colpa. Si rese conto in quel momento che era sempre lui il motivo per cui lei piangeva. Era forse meglio smettere di vedersi?

Albus le andò incontro. Voleva abbracciarla, baciarla, farla ridere come… come quando? Con lui lei non rideva mai. La presa di coscienza dei fatti lo gettò nello sconforto. Perché si comportava sempre così? Perché non poteva fare come Scorpius con Rose? Scosse la testa. Avrebbe imparato. Sarebbe cresciuto. Non poteva perdere la cosa più bella che gli era capitata.

“Mi dispiace Ali. Davvero, davvero tanto. Te lo giuro.”

“Non ti credo, Al. Dici sempre così e poi finiamo sempre per litigare.  Per ogni cosa. Pensavo mi accogliessi in modo diversi ieri alla Tana. Invece nemmeno un abbraccio. Non mi hai
scritto per tutte le vacanze, non mi hai nemmeno fatto un regalo! Non vuoi stare con me? Basta che lo dici! E poi che ci faceva quell’oca?” Disse tutto senza prendere fiato. Era ora che sentisse queste cose. Si era stancata.

Albus le prese le mani. Alice poteva sentire i calli provocati dalla scopa. Quanto amava quelle mani. “Ali, ti giuro che questa è l’ultima volta. Non voglio perderti. Dammi un’altra possibilità.
E Holly l’avevo invitata quando uscivamo poi me lo ha chiesto qualche giorno prima delle vacanze e le ho detto di sì ma non perché volevo farci qualcosa, solo perché non sapeva dove andare e altri compagni venivano qua e non potevo dire di no.”
Alice studiò il volto del ragazzo. Sembrava sincero, ma era anche vero che con Albus era sempre così. Un saliscendi di emozioni. Un giorno erano felici, quello dopo litigavano come gatti. Non poteva dire che non le piaceva, ma a volte diventava veramente troppo.

“Non lo so, Al. Sembra che non te ne freghi nulla.”

“Ma non è vero. Ali, io ti –“

“Cosa?”

“Io voglio stare con te. Voglio che tu sia la mia ragazza.”
La ragazza lo guardò. Finalmente aveva fatto la fatidica domanda. Gli occhi di Albus erano di un verde speranza, proprio in tutti i sensi e Alice si ritrovò a chiedersi se sarebbe mai riuscita a dirgli di no.

“Va bene.” Disse piano.

“Come? Puoi ripetere?”

Alice si schiarì la voce. “Ho detto che va bene. Ma vedi di comportarti bene, Potter perché –“

Albus la sollevò da terra e girò su se stesso. Poi la abbassò e la baciò.
Passò molto tempo prima che ripresero a parlare ma Albus non aveva finito con le sorprese. “Ti ho preso una cosa, Ali.”

“Quindi mi avevi fatto un regalo!” Alice batté le mani. Amava le sorprese.

“Sì, beh, diciamo che è una cosa recente, ecco.”

“Va bene, dai, fammi vedere.”

Albus mise la mano in tasca e tirò una collana.

“Non ho avuto il tempo di impacchettarla perché non pensavo di dartela stasera.”

“Però la tenevi in tasca?”

“Ecco… avevo la sensazione che sarebbe tornata utile ma un pacchetto intero nelle tasche non mi ci entrava.” Albus fece una risatina nervosa. “Quindi ecco qui, per te. Spero ti piaccia. E’ vintage.”

“Vintage, eh?” Alice prese la collana in mano. Era d’argento con piccoli pendenti verdi. Semplice ma bellissima, come lei.

“Appena l’ho vista ho pensato subito a te.” Albus la fece voltare e spostò i capelli su una spalla. La abbracciò da dietro e le posò un bacio leggere sul collo. Poi le prese la collana dalle mani e gliela allacciò.

“Come mi sta?” Chiese Alice girandosi verso Albus.

“Bellissima… voglio dire, stai benissimo.”

Alice gli si avvicinò e gli diede un bacio. “Niente più scherzi, Potter, va bene?”

“Va benissimo, Paciock.”

Lo prese per mano e si diressero verso la festa.

La mezzanotte era vicina e quale momento migliore per iniziare una nuova storia che con un bacio e dei fuochi d’artificio?

***

“DIECI!”

“NOVE!”
Rose si girò verso Scorpius. Erano ancora nascosti nel posto di prima. Avrebbero festeggiato insieme la mezzanotte poi si sarebbero salutati. Meglio non destare troppi sospetti. Questi erano i patti.

“SEI!”

“CINQUE!”

Scorpius tirò fuori una bottiglia di champagne da dietro la schiena. “E questa da dove l’hai tirata fuori, Malfoy?”

“Non chiedere, Weasley.” Scorpius iniziò a riempire i bicchieri.


“TRE!”

“DUE!”

“UNO!!!!”

Dal tendone si levarono i festeggiamenti e si sentirono diversi botti dovuti allo spumante aperto.

“A noi, Rose.”

“A noi, Scorpius.”
Fece tintinnarono i bicchieri e bevvero. L’alcol che aveva appena bevuto e quello che aveva assunto precedentemente diedero a Rose il coraggio per fare a Scorpius la domanda che da
qualche tempo ormai voleva fargli.

“Scorpius, perché non diciamo a tutti che ci stiamo frequentando? I nostri amici già lo sanno… cosa può succedere? La mia famiglia ti vuole bene, anche mio padre anche se magari non lo dimostra esplicitamente. Quindi perché no?” Le sembrava di aver esposto dei fatti piuttosto convincenti. “Ah, e poi il pazzoide non si fa sentire dal Ballo di Halloween, non credo mi scriverà ancora e se lo farà ne assumerò le conseguenze. Non può davvero rovinarmi la vita, non credi?”

“Non lo so, Rose. L’avevi detto anche tu… guarda cosa ha fatto a Lily… insomma sei davvero sicura?”
Rose lo guardò di traverso. “Se sono sicura io? Meglio chiedere se sei sicuro tu, Malfoy, visto che non mi hai nemmeno chiesto di essere la tua ragazza!”
Il ragazzo rimase spiazzato. “Beh, noi ci vediamo, ci baciamo, non lo facciamo con altri… è vero non l’ho mai detto esplicitamente ma tu per me lo sei.”

“Sono cosa?”

“Sei la mia ragazza, Rose. Io penso solo a te, voglio stare solo con te. E’ da anni che mi piaci, anche quando ti rendevo la vita un inferno. Mi pento di quel periodo, davvero. Vorrei cancellarlo dalla mia vita, ero un idiota. Ma tu… tu mi piaci. E non voglio stare con nessun’altra persona che non sia tu, solo… aspettiamo un altro po’ prima di dirlo, ok? Voglio prima essere sicuro che il pazzoide venga scoperto.”

Rose scrutò il viso del ragazzo. Ci vedeva altro, non solo preoccupazione. Sapeva che Scorpius stava nascondendo qualcosa, sapeva che c’era un altro motivo per cui non voleva farlo sapere ma per quella sera le andò bene così. Finalmente stavano insieme. Era la ragazza di Scorpius Malfoy e non poteva essere più felice.

***

“Allora vi siete divertiti, figli miei?” Chiese Ron a Rose e a Hugo quando varcarono l’uscio di casa.

“Assolutamente, è stato strepitoso. Ho ballato con alcune lontane parenti - e con lontane intendo che non c’è nessun legame di parentela con noi – francesi e una mi ha anche dato il
suo indirizzo! Ha detto che possiamo scriverci!”

Hermione guardò con tenerezza il suo secondogenito. Quando erano cresciuti i suoi figli? Un attimo prima avevano 2 anni e ora parlavano, camminavano e avevano una vita amorosa.

“Sono contento per te, Hugo.” Commentò Ron mentre si ficcava in bocca un waffel freddo.

“Ron, che cavolo ti stai mangiando?” Esclamò Hermione mentre lo guardava disgustata. “E’ tutta la sera che ti riempi di cibo. Sei un pozzo senza fondo.”

“Hermione, lo sai che quando bevo un po’ troppo mi viene fame… e sai cosa altro mi succede quando bevo un po’ troppo…” Lasciò la frase in sospeso e guardò in modo malandrino

Hermione che diventò tutta rossa e gli diede una spintarella. Si girò verso i figli. Loro avevano capito.

“Io – io e papà andiamo a dormire, ok?” I genitori si presero per mano e salirono in fretta le scale.

“Andiamo a dormire, ragazzi. Non disturbateci.” Aggiunse Ron con tanto di occhiolino mentre salivano le scale.

Rose e Hugo rimasero in fondo alle scale a guardarli. “Io non voglio nemmeno pensarci, Rosie. Vado a letto che è meglio.” Hugo iniziò a salire le scale scuotendo la testa e mettendosi
le mani sulle orecchie.

Rose andò in salotto e si sedette sul divano. Erano già le quattro e lei non era per niente stanca così accese la televisione e vide tutti i festeggiamenti babbani nel resto del mondo poi mentre stava per addormentarsi sentì un picchiettare sulla finestra. Si girò. C’era un gufo.

Si alzò e si avvicinò alla finestra. Prese la lettera e srotolò la pergamena.
 
Rose.
Mi sembrava di essere stato chiaro e invece tu non hai rispettato le regole. E ora qualcuno dovrà pagarla. Ma chi? Forse la tua amica Alice? O forse uno dei tuoi cugini? O forse lo stesso Scorpius Malfoy? Sì, vi ho visti nel giardino e no, non ero uno degli invitati ma c’ero lo stesso e sai perché? Perché io posso essere ovunque. Io sono ovunque e presto saprai anche chi sono. Molto presto.
Mi hai spezzato il cuore, Rose. Io ti amo e tu mi hai spezzato il cuore. Ma non sarò l’unico a soffrire, ricordarlo.
Buon anno, Rose.


Ecco che il pazzoide ritorna! Quale sarà la sua prossima mossa?
Stay  tuned perché in settimana arriva un altro capitolo!
Baci,
JJ
   
 
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