Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: jimmybloodhand    18/10/2016    0 recensioni
Trincea della prima guerra mondiale, due amici, una foto.
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Giorno: 23 Luglio 1916
Ore: 23.31
Luogo: Trincea Del Fronte a 20 km da Berlino in direzione sud - ovest

La notte copre con il suo manto scuro e pieno di stelle il devastato campo di battaglia, la terra di nessuno, la lingua di terra compresa tra le due trincee.
La guerra è la disgrazia dell'umanità, come sono finito in un buco scavato nel terreno, pieno di merda e cadaveri? A rischiare la mia vita da pedina di un sistema corrotto, che mi sfrutta solo per combattere e pagare le tasse.
La situazione qui non è buona, ho perso molti compagni a causa del fraintendimento di un comando dalla base; finendo come dei figli di puttana nell'imboscata del nemico che non ha perso l'occasione di falciarci e dimezzarci. 
Questo ambiente ti cambia radicalmente, del resto non capita tutti i giorni di veder morire uccisi venti compagni, con cui convivi e condividi la vita da diverso tempo, questo cambia un po' la tua prospettiva e visione della vita.
In questa trincea siamo rimasti si e no una quindicina, il resto di noi quaranta è in parte morto e in parte sta per morire.
Di cenare, o comunque mettere qualcosa sotto i denti, non se ne parla nemmeno, non possiamo perdere di vista i nemici che ora sanno che siamo deboli.

Me ne stavo lì appoggiato alle pareti legnose della base, con in mano l'unica cosa che rendesse questo inferno più simile ad un purgatorio: la foto dell'amore della mia vita, che riusciva a rallegrarmi, e a ridurre la depressione e lo strazio di quel luogo maledetto.
Alzai lievemente lo sguardo per notare Jacob che scriveva sul quel suo diario sfatto e tutto rovinato, ma che aveva da scrivere tutto il tempo?
"Io sono un personaggio" mi diceva sempre "Ci scriveranno la mia biografia quando mi ammazzeranno qui"
Sarà...
Mi avvicinai e glielo strappai di mano.
"Che stai scrivendo artista?" 
Lui sbuffò ormai rassegnato dalla frequenza con cui accadevano episodi di quel tipo, e guardando per terra borbottò "Una sottospecie di diario, me lo puoi ridare?"
"Per la tua biografia J?" Chiesi, 
Lui annuì lievemente e per pura curiosità cominciai a leggere; mi stupì di quanta abilità avesse quel ragazzo nella sua penna.
Senza proferire parola gli allunga il diario per restituirglielo. 
Poi improvvisamente il vento si alzò. 

Mentre mi porgeva il diario per restituirmelo, senza dire una parola, il che era molto strano per lui, il vento divenne improvvisamente forte finendo per fargli sfuggire dalla mano sinistra la foto che fino a un momento prima ammirava con quella strana luce negli occhi.
Impallidì improvvisamente mentre osservava spaventato la foto posarsi nel punto peggiore su cui avrebbe potuto posarsi: oltre il buco della trincea, poggiata sul terreno sopra di noi che era macchiato del sangue dei nostri compagni caduti quella mattina.
"Oh cazzo" disse correndo verso la parete.
"Che vuoi fare incosciente?" Dissi mentre lo inseguivo cercando di recuperarlo, la risposta la conoscevo benissimo, ma il rischio era troppo alto e io non avevo nessuna voglia di rischiare. 
"Secondo te che sto facendo? Vado a recuperare la foto di Elizabeth" disse arrampicandosi e tirandosi su dalla sporgenza.
"Ti farai ammazzare pazzo!" Gli urlai dietro mentre alcuni compagni si avvicinavano chiedendosi cosa stesse accadendo, ma lui non voleva ragionare, strattonò la gamba che gli avevo preso finché non lasciai la presa; si alzò e cominciò a correre come se fosse una questione di vita o di morte verso la foto che giaceva poco più avanti, il cui soggetto osservava il proprio inseguitore con un sorriso rassicurante e ricco d'amore. 
"Preferisco morire che vivere senza quella foto" si lancio su di essa e la afferrò con entrambe le mani come un portiere che para un rigore.
E così fu.
Un unico suono ci fece capire tutto; non servì nemmeno controllare le condizione disastrose della sua testa e del cervello.
In un attimo ci fu tutto chiaro.
Un cecchino, a 600 metri da noi, gli bastò un unico colpo per distruggere la vita di quel ragazzo innamorato che non aveva più nulla da perdere, se non l'amore della sua vita. 
Lo presi per i piedi facendo attenzione a non scoprirmi e lo trascinai in quel buco maledetto che aveva permesso ad un'altra vita di essere distrutta.
Lo stesi a terra e cominciai a piangere. 
Piansi tutta la notte.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: jimmybloodhand