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Autore: Sydrah    18/10/2016    3 recensioni
Cos'è l'amore?
Questa fu la stessa domanda che si pose il giornalista Kim Taehyung, alle prese con una nuova rubrica sull'amore.
Nonostante la sua diffidenza verso l'argomento, inizialmente sembrò andare tutto liscio, fino all'incontro con un idol piuttosto arrogante: Park Jimin.
Il loro primo incontro non fu dei migliori, e Taehyung rimase piuttosto deluso dallo scoprire che il cantante non era per nulla la persona che credeva egli fosse.
Ma chi è veramente, allora, Park Jimin? E per quale motivo mostra così tanto astio verso il giovane giornalista?
Ma soprattutto, riuscirà Taehyung a scoprire cos'è veramente l'amore?
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Hei! Ciao a tutti, prima di iniziare!
Volevo già ringraziarvi per essere arrivati a questo punto ^^
Questa storia la dedico ad una mia cara amica, e dovrebbe essere circa una parte del suo regalo di compleanno (CHE ERA A GIUGNO MA SHHH).
Ad ogni modo, era nata come una oneshot (e sarebbe ancora una oneshot), ma per la sua estrema lunghezza ho preferito dividerla in diverse parte (più o meno 4 o massimo 5, comunque è già tutta scritta, è solo da correggere e dividere c: )
Ad ogni modo, spero che possa piacervi. Chiedo già scusa in anticipo per il mio italiano, e sappiate che ricevere commenti mi fa molto piacere (soprattutto se mi dite le vostre opinioni ecc ecc)
Buona lettura
Sydrah
 
 
 
 
 
 
 
Ok, potrà sembrare comune e senza senso una considerazione del genere,  ma posso affermare con tutto me stesso che io non credo nell'amore! 
Non sono una di quelle persone ipocrite che dicono queste parole costantemente ma che poi sognano di un principe azzurro o di una ragazza perfetta, no. Certo,  non sto dicendo che in tutta la mia vita non ho mai avuto una "compagna", ma preferisco definire tali relazioni come "amicizie affettuose".
Come mai affermo ciò?  Beh, è semplice: la vita non mi ha mai dato l'occasione di pensarla in altro modo. Diciamo che sono cresciuto in una famiglia particolare.  Non voglio fare il martire o attirare l'attenzione della gente, ma non sono mai stato un ragazzino come tutti gli altri.
 Non andavo a giocare al parco con i miei genitori, non andavo in vacanza con loro d'estate e non ho mai cenato con entrambi i miei genitori.  Mio padre è morto quando avevo quattro anni,  non so nulla di lui, a parte che beh, era un uomo che lavorava molto e che quindi non era mai a casa. Incidente in macchina, purtroppo...
Quello che posso invece dirvi è che di mia madre so molto, anzi troppo. Non è mai stata il genere di madre affettuosa,  da piccolo mi picchiava spesso e  non si è mai preoccupata seriamente di crescermi. Era però spesso a casa, e ciò fin da bimbo ha catturato la mia attenzione. Come faceva ad avere soldi senza neanche lavorare? Le proposi diverse volte il mio quesito,  ma lei rispondeva sempre in modo vago: "i parenti ci aiutano". 
Poi ho iniziato a capire.
La sera venivano spesso da noi diversi uomini,  anche fino a notte tarda. Solitamente si chiudevano in camera con mia madre e quindi non avevo l'occasione di parlare con i suoi disparati "amici".
Facevano sempre rumori strani...
Non sono passati troppi anni prima che capissi chi fossero veramente e cosa volessero da mia madre. 
Quindi diciamo che penso di avere tutte le ragioni per non credere nell'amore. Un sentimento inutile ed inconcepibile per me. Solo una spreco di tempo ed energie, solo menzogne.
Crescendo e diventando poi un giornalista ricevetti addirittura una conferma riguardo tali miei pensieri. La gente famosa vuole solo apparire,  e mente in continuazione.  Le relazioni sono basate sul profitto, non sul "vero amore".
-"...Taehyung? Tae??" Una voce mi trascinò via dal mio mondo di pensieri -"Quindi...uhm, verresti a cena da me questo sabato? " rimasi un attimo ad osservare Hiery interdetto.  Ma chi era? Cosa voleva da me? Poi ricordai...ah si, un'altra ingenua ragazza innamorata di me.
-" No, scusami tanto, ma ho scoperto di avere una cena di famiglia questo sabato. Facciamo un'altra volta occhèi?" Mi alzai velocemente dalla scrivania, facendo finta di essere occupato con varie scartoffie, poi rivolgendole un sorriso mi allontanai.
 Bugia, ovvio, non ce l'ho neanche una famiglia, ma preferisco non illudere la gente.  
Proprio mentre stavo vagando a zonzo senza una meta precisa mi fermò un collega, dicendomi che il capo mi voleva nel suo ufficio. Stupito e leggermente preoccupato mi diressi a destinazione.  Entrai molto, molto lentamente e poi mi inchinai a 90gradi
 -"Buongiorno signor Kim!" L'uomo mi guardò per qualche istante prima di farmi cenno con la testa di sedermi.
-"Ti ho chiamato perché ho un servizio da proporti" incuriosito gli chiesi di andare avanti, e così fece.
 -" Sì tratta di un articolo sull'amore,  e conoscendoti so che sarebbe interessante affidarlo a te".
Mi trattenni dall'alzarmi e uscire dalla stanza, ma solo perché era il mio capo ed il mio lavoro dipendeva da lui.
 Sorridendo,  allora, gli domandai in cosa consistesse esattamente.
 -"Voglio che tu indaghi sui vari tipi di amanti che ci sono, e poi che li analizzi dando il tuo parere. Sai, la gente è in continua ricerca dell'amante perfetto con cui passare tutta la propria vita, e un articolo del genere farebbe un successone. Pensa a tutte le ragazzine che si mettono a leggerlo per ricevere consigli e pareri sull'uomo che più le renderebbe felici: cattivo ragazzo o buono? Ci siamo intesi?" Lo guardai perplesso.
'Ehmmmm...no' era quello che stavo pensando,  ma cercai di rimettere la testa a posto  
-"Non le pare un po' troppo...non so...infantile?" Lui spalancò gli occhi -"L'amore non è mai infantile, tutti voglio sapere tutto sulle relazioni. Fidati di me!".
Con quelle parole ancora in testa mi ritrovai fuori dall'ufficio,  ancora non sicuro di cosa fosse appena successo.
 Io...una rubrica sull'amore?!
Il signore Namjoon era completamente impazzito.
~~~~~~
 
 
Primo giorno di inizio dei lavori: mi serviva del materiale per iniziare, tipo interviste o pareri di persone. Imbarazzato come non mai decisi di partire dai miei amici, almeno avrei trovato qualche spunto. 
Entrai nella camera di Jungkook, dove probabilmente avrei già trovato tutti gli altri.
Quel ragazzino aveva la puzza sotto il naso, come ogni altro maledetto figlio di famiglia ricca,  ma conoscendolo non era così male e poi avere una mega casa in cui potersi incontrare non era per nulla una brutta cosa.
Posai la borsa e salutai tutti. Sapevano che li avevo chiamati lì per un motivo, ma non sapevano ancora quale esso fosse.
-"Allora, signori, è giunta l'ora che vi sveli questo mistero. Il boss mi ha dato un nuovo incarico e...mi trovo un po' in difficoltà.  Il tema è l'amore..." si guardarono tutti negli occhi e poi scoppiarono a ridere. Maledetti,  si mettevano pure loro ad infierire.
Presi una rivista, la arrotolai e andai a picchiare Yoongi. Perché proprio lui? Beh, i suoi capelli erano i più appariscenti e mi urtavano alla vista.
-"Vi prego ragazzi! È una cosa seria, e non so nemmeno da dove incominciare" dissi sedendomi per terra in modo drammatico.
-"Tae,  beh, penso che tu abbia davanti la persona giusta" Jin si alzò in piedi in modo spavaldo,  per poi spostarsi vicino a me -"Vedi, io sono il dio dell'amore.  Chiedimi tutto quello che vuoi".
Lo guardai alzando il sopracciglio.  Se c'era qualcuno che non ne sapeva d'amore era proprio Jin: viveva di storie alla giornata,  cose futili, però si era offerto volontario, quindi valeva la pena tentare.
Presi il registratore e iniziai a pensare a qualche domanda.
-"Allora...uhmm. Che ne so, per esempio,  cosa è per te l'amore? " soddisfatto del quesito sorrise e poi mi rispose:
 -"Devo dire, per me l'amore è qualcosa di carnale e passionale" ti pareva -"Sai, l'attrazione tra i corpi e così via!".
Ripeto. Era stata una pessima idea chiedere a lui. 
Rimasi un attimo immobile e poi mi girai verso gli altri.
 -"Grazie Jin per il tuo intervento illuminante...qualcun altro?"
Tutti rimasero in silenzio.
-"Giuro che se non dite qualcosa vi ammazzo!"
-"L'amore è un sentimento complicato Tae! Non puoi capirlo finché non lo provi. Non è una sensazione ma tante. Le farfalle allo stomaco, i brividi, il nervosismo. Quando hai paura di parlare a quella persona ma allo stesso tempo le vuoi stare vicina. È inspiegabile come sentimento, sennò fidati che tutti lo eviterebbero" sconvolto da tali parole ma al contempo soddisfatto ringraziai Hoseok. Quando mai quell'uomo usava il suo cervello?.
Dopo ulteriori domande non andate troppo a buon fine, la sera tornai a casa.
Quindi non era una bella sensazione essere innamorati?  Me lo sarei aspettato, ma allora perché tutte le persone dedicano la loro vita alla ricerca dell'anima gemella?.
Con più interrogativi che risposte mandai tutto all'aria per quel giorno, e decisi di andare in giro per Seoul da solo.
Non era troppo tardi,  e le strade erano bel illuminate. 
Andai al parco vicino a casa mia, e mi sedetti sulla mia panchina.  Esatto, mia! Andavo in quel parco da quando ero piccolissimo,  e lì giocavo con il mio migliore amico delle scuole materne. Me lo ricordo ancora quel piccolo furfante.
Era della mia stessa classe, le cicale, ed abitavamo pure nella stessa zona. Eravamo diventati così tanto legati che i suoi genitori mi trattavano come un loro secondo figlio, ospitandomi tutti i giorni,  e preoccupandosi di me quando i lividi iniziarono ad essere sempre più evidenti. 
Passavamo intere giornate insieme, senza mai annoiarci l'uno dell'altro, parlando, correndo,  scherzando e quant'altro. 
Erano bei tempi, allora, nonostante la brutta situazione che stavo vivendo mi sentivo felice e libero. Mi sentivo soprattutto importante per qualcuno. 
Poi, purtroppo,  un giorno dovettero improvvisamente trasferirsi.  Lo so,  suona molto cliché: "bambino che trova finalmente un amico, ma la sua felicità sarà presto spezzata”, ma così andò, e fece tanto male che anche solo doverlo ricordare mi fa stringere il cuore in una morsa di ferro. 
Era l'unica persona con cui ero mai stato bene, anche se allora avevo a mala pena 6 anni.
E così scomparve dalla mia vita tanto velocemente quanto vi era arrivato, e non ebbi mai più notizie di lui.
Cercai di eliminarlo dalla mia memoria per non soffrire più, e ci riuscì. 
Di quel bambino non ricordo più ne il viso nè il nome. La sua immagine è sfocata.  Ma va bene così.  
Tutte le persone crescono,  e per andare avanti sono costrette a lasciare delle cose indietro. 
Anche se, devo dire, penso che l'affetto che provai per quel ragazzino era più che "volergli bene" e più che "come un fratello".  Era...diverso. 
Ma allora ero piccolo e confuso. 
Rimasi seduto sulla panchina un altro po', osservando la gente che passava.
Ragazzi in gruppo, lavoratori,  coppiette e donne con sacchetti della spesa in mano.  Era tutto così monotono e grigio. 
Improvvisamente vidi persone correre tutte nella stessa direzione.  Che fosse un flashmob o qualcosa di simile? 
Incuriosito mi alzai e mi diressi laddove si stava concentrando la folla. C'erano paparazzi ovunque, flash di macchine fotografiche e ragazzine di ogni età con fogli e penne in mano. 
Io stesso ero un giornalista,  quindi capii esattamente che cosa stava succedendo: nel centro di quella folla doveva probabilmente esserci uno dei tanti idol acclamati da fangirl e fanboy. Provai ad avvicinarmi di più, preso da una folle curiosità. 
Un ragazzo della mia età più o meno,  vestito di nero con tanto di occhiali da sole nonostante fuori fosse buio, stava venendo sommerso dell'ondata di persone.  Chi gli faceva domande personali,  chi cercava di toccarlo e chi lo implorava di firmare una foto.
 Fortunatamente c'erano degli uomini non poco robusti che lo accompagnavano, cercando di proteggere il povero malcapitato. 
Non ci diedi molto peso e me ne andai,  completamente disinteressato dal contesto. 
~~~~~~
 
Il mattino seguente, dopo un risveglio molto brusco ed una testata tirata contro ad un palo per una mia piccola disattenzione,  mi ritrovai seduto sulla solita sedia nel mio "ufficio". Occhèi,  non era un ufficio, sarebbe meglio chiamarla la mia postazione.  
Iniziai a scrivere sul computer qualche appunto sul nuovo articolo.  Una breve introduzione sul che cos'è l'amore, aggiungendo qualche informazione, anche scientifica, trovata su internet,su libri o ascoltando interviste varie fatte a filosofi o psicologi.  Già che leggevano questi articoli dementi...almeno avrebbero imparato qualcosa.
La sera precedente l'avevo passata a scrivere ad altre persone,  chiedendo sempre le solite cose e, finalmente,  ero riuscito a completare un inizio decente.
Ero piuttosto soddisfatto del mio lavoro,  nonostante il tema non mi entusiasmasse e, pensando positivo, ora mi mancava solo tutto il resto. Solo...
Dopo aver fatto le prime ricerche su persone comuni e pareri generali avrei dovuto iniziare a chiamare vari agenti per prenotare interviste con vip .
Il problema era trovare chi.
 Poche sarebbero state le persone disponibili, soprattutto se erano di una certa maturità, e le persone più acclamate erano solitamente sempre impegnate. Provai a chiedere di attori del calibro di Lee  MinHo o cantanti come Ailee, ma il risultato fu piuttosto mediocre e mi ritrovai con nuovamente nulla tra le mani: forse avrei effettivamente dovuto cercare qualcuno di standard lievemente più basso. Subito mi balenó in mente l'idea di chiedere ad una boyband, ma stringere accordi per i singoli membri con le loro case discografiche era sempre un inferno, quindi avrei per forza dovuto optare per un solista.
Cercai di restringere la mia lista di "possibili persone" escludendo tutti gli idol che superavano i trenta anni di età, dal momento che le ragazzine erano sempre molto selettive verso i loro "oppa".
Eliminami la maggior parte delle donne essendo che ciò che volevo non era fare aumentare le rivalità amorose tra le fan per i loro uomini e mi informai su quali  erano gli artisti di tendenza di quel periodo. Impiegai praticamente tutta la giornata, sudando letteralmente tre camice, litigai (si fa per dire) con tutti i miei colleghi, discutendo tra chi erano le persone più hot.
 In realtà non presi molto parte a tale discussione, avevo solo gettato la pulce nell'orecchio del mio vicino di postazione, chiedendogli se era infatuato di qualche cantante ultimamente, e improvvisamente tutto l'ufficio inizió  ad urlare chi fosse la donna o l'uomo di loro gusto.
Vi dirò, molti dei miei colleghi erano dei pervertiti senza pudore, e la donna che fu nominata più volte da loro fu Hyuna, ma essenzialmente non mi ritenni soddisfatto da tale nomina. Dovevo ammetterlo, Hyuna era una bella...ragazza, forse un po' troppo osé per questo articolo, ma non fu solo quello il motivo per cui rifiutai di contattare lei.
 Nonostante fosse così apprezzata io non sentivo alcun legame neanche lontanamente fisico o psicologico o..o..animale verso di lei, e attenti a voi, non sto dicendo che per l'intervista stavo cercando qualcuno da sedurre, assolutamente no, semplicemente non sentivo che sarebbe stata la scelta giusta. Qualcosa, forse la mia coscienza o semplicemente una voce immaginaria che magari nemmeno esisteva, mi continuava a dire di aspettare, che sicuramente avrei trovato la persona adatta su cui scrivere.
E così feci.
Quella sera tornai a casa completamente distrutto, distendendomi nel mio letto, lasciandomi andare al silenzio tombale del mio piccolo appartamento.
 Era tutto così grigio e vuoto, troppo vuoto. La fornitura era molto semplice ed essenziale, priva di qualsiasi cosa leggermente più personale. Odiavo stare a casa mia. Era sempre meglio che tornare da mia madre, ma era comunque triste.
Il piccolo e già allora inesistente rapporto che avevo con mia madre andò distrutto completamente un paio di anni fa, quando a vent'anni riuscii finalmente a laurearmi in anticipo, trovare un lavoro e andarmene di casa. Mi urló tanto dietro in quel periodo, implorandomi di non abbandonarla a se stessa che quasi iniziai a provare compassione verso di lei, ma tutto quello che mi aveva fatto negli anni precedenti era troppo per poterlo semplicemente dimenticare.
Non riuscii e tutt'ora comunque non riesco a lasciarla completamente indietro: la mia paga non è  male, soprattutto essendo che vivo da solo, quindi ogni mese le invio duecento euro per aiutarla a sopravvivere. Non è  troppo, ma ci sono molti altri uomini che sicuramente si sono offerti di aiutarla con più piacere rispetto a me.
Non la sentivo e vedevo più da quando me ne andai, mi limitavo semplicemente ad inviarle i soldi, e lei in compenso non mi ringrazió nemmeno una volta.
Sospirai, rigirandomi diverse volte nel letto quando improvvisamente sentii il mio telefono suonare: il così detto 'signorino Hoseok' mi stava chiamando.
-"Pronto?"
-"Taehyungggg!! Muovi il tuo fondoschiena pigro e trascinalo fino a casa mia. Sta sera facciamo una bella serata tutti insieme, quindi vedi bene di sbrigarti o finiamo tutto il cibo ancora prima che arrivi!"
-"Hos-"
-"NIENTE MA. QUI. ORA. Ti do esattamente 5 minuti e 37 secondi di tempo, anzi, sono già 36" detto questo riattaccó.
 Rimasto piuttosto spiazzato non potei far altro che afferrare la prima felpa che mi capitó sotto mano per poi chiudere la porta di casa alle mie spalle.
 Ovviamente non sarebbe stato da me se non mi fossi imbattuto in neanche un ostacolo. Ecco, vidi scheggiare davanti ai miei occhi ad una velocità  secondo me troppo elevata il pullman che mi avrebbe dovuto portare a destinazione. A questo punto c'erano due opzioni: correre o dover sopportare un Hoseok falsamente offeso per tutta la serata. 
 Prima che me ne accorgessi i miei piedi iniziarono a muoversi da soli, e dannazione, era dal tempo delle superiori che non correvo così velocemente. Arrivai alla fermata appena in tempo, proprio quando la maledetta catapecchia su otto ruote stava per chiudere le porte, ovviamente schiacciandomi in mezzo ad esse, facendomi così guadagnare un'ennesima figura di merda.
Nascosi il viso col cappuccio della felpa, spostando un po' indietro la frangia mentre cercavo di riprendere un attimo fiato.
Un gruppo di ragazzini delle superiori mi stava fissando sogghignando. Maledetti, probabilmente stavano ridendo di me. Avrei voluto andare da loro e far prevalere la mia autorità di uomo più grande, ma sicuramente mi avrebbero solo deriso ancora di più.
Purtroppo ero sì più grande, ma di aspetto sembravo molto giovane, forse anche a causa dell'abbigliamento trasandato e della ciocca di capelli colorati. Sia dannata quella scommessa persa che feci con Yoongi: ora mi ritrovavo un ciuffo della frangia colorato di verde scuro, anche se dovevo ammettere che non mi dispiaceva, ma questo non lo avrei mai confessato. 
Dopo appena un paio di fermate arrivai a destinazione e non esitai nemmeno un attimo a citofonare.
Mi accolse un Hoseok fin troppo sorridente, come al suo solito. Doveva significare che ero arrivato giusto in tempo. 
Dentro c'erano già Yoongi, Jin e Jungkook che stavano discutendo tra di loro su quale pizza sarebbe stato meglio ordinare.
-"Stasera ho organizzato una maratona horror" disse Hoseok tutto contento mentre raggiungemmo gli altri.
Questa giornata proprio mi voleva uccidere...Deglutii  un enorme nodo di saliva per poi sorridere allegramente.
'Trattieniti Tae, tutto passerà'.
Hoseok, quel farabutto, lo sapeva benissimo che gli horror mi terrorizzavano. Tra tutti era quello che conoscevo di più: avevamo frequentato insieme le stesse superiori anche se lui era più grande.
 Jungkook lo avevamo conosciuto insieme quando mi aveva, purtroppo, trascinato ad un corso di danza, e da lì  diventammo subito amici, ampliando il nostro gruppo.
 Yoongi lo conoscemmo in un locale, dove si era esibito e Jin lo avevo conosciuto all'università.
Eravamo un gruppo molto eterogeneo, ma nonostante le nostre personalità diverse riuscivamo comunque ad andare molto d'accordo, a parte quando si trattava di scegliere che pizze prendere.
 Alla fine, giunti allo stremo delle nostre forze, optammo per delle semplici margherite, e dopo aver chiamato il ristorante andammo in salotto, dove la sorella maggiore di Hoseok  si stava guardando un programma.
-"Noona, devi lasciarci il televisore!"
-"Stai zitto, non ora. Il prossimo a salire sul palco a cantare sarà Jimin, e sicuramente non me lo perderò per colpa tua"
-"Ma me lo avevi promesso, ti preeeego~" disse provando ad usare anche il suo indecente aegyo.
-"Dopo la canzone te lo lascio ma ora stai zit- OH ECCOLO OMMIODDIO, GUARDALO COM'È  BELLO, QUELLA GIACCA GLI STA BENISSIMO E SANTOCIELO, DA QUANDO HA I CAPELLI ARANCIONI?!" Si inizió ad agitare sul divano non appena tale 'Jimin'  salí sul palco, e continuó ad urlare per ogni piccola cosa che faceva: 'ommioddio ha sorriso' 'ha fatto il segno della pace!' 'HA RESPIRATO' e via dicendo.
 Sua sorella era una fangirl di livelli decisamente imbarazzanti, quindi, conoscendo lei e suo fratello da molti anni, avevo ormai imparato a cambiare stanza non appena nominava qualche idol, e così feci anche sta volta. Infatti appena vidi i due iniziare a litigare per il possesso della televisione scappai nuovamente in cucina con gli altri tre.
-"Junhee smettila ti prego, mi stai mettendo in imbarazzo, DI NUOVO"
-"STAI ZITTO, STA PER INIZIARE A CANTARE" quei due erano veramente dei personaggi...
Essendo Hoseok impegnato, appena sentii il citofono suonare andai io ad aprire la porta e prendere le pizze, facendomi poi aiutare dagli altri a portarle in sala, poggiandole sul tavolino davanti al televisore.
Stravaccato sul divano, vicino a Junhee c'era un ormai rassegnato Hoseok. Risi alla scena che si prospettava davanti ai miei occhi, ma non appena sentii una voce leggermente acuta ma dolcissima cantare mi bloccai all'istante.
 Oh...sentii il mio cuore sciogliersi ad ogni acuto azzeccato, ogni lieve sfumatura mi catturava sempre più, il modo in cui per dare più potenza ogni tanto grattava e rendeva la voce più roca, ma facendola rimanere comunque così completamente avvolgente e melodiosa.
Era...era magnifica.
-"Jun noona, come hai detto che si chiama?" Lei alzò il sopracciglio lievemente stupita dalla domanda ma poi ridiresse lo sguardo verso la televisione
 -"Jimin, Park Jimin" annuii, era un ragazzo interessante questo Jimin.
 Dopo poco ancora la canzone terminò, e il giovane ragazzo dai capelli arancioni ringrazió il pubblico per poi scendere dal palco.
 Un po' mi dispiacque ma in un modo o nell'altro riuscii ad uscire da quella trance ed insieme agli altri iniziammo a vedere il primo film di quella lunga serata: the Conjuring, già il cui titolo mi stava terrorizzando. Se fino a quel momento avrei potuto avere una possibilità per fuggire, ora tutte le chance erano bruciate...non sarei mai più tornato a casa.
~~~~~~
 Il mattino dopo mi svegliai spiaggiato sul  divano di Hoseok: la mia testa poggiata sulla sua spalla mentre Jungkook stavano dormendo beatamente con la nuca sulle mie gambe.
Jin e Suga erano morti per terra, semi intrecciati tra di loro, così sciolti sul pavimento che per un istante li avevo scambiati per dei tappeti.
A quel punto ero l'unico sveglio, e non mi azzardai a muovere alcun muscolo, timoroso  di poter svegliare i miei compagni.
Ero completamente intorpidito,  il mio corpo ormai morto a causa della posizione e  se non fosse stato per il fatto che era ancora effettivamente attaccato al mio corpo, non avrei mai creduto che quell'altro superiore aka braccio che era poggiato sulla spalla di Jungkook fosse il mio.
 Controllai l'ora sull'orologio che era fortunatamente  appeso sulla parete verso la quale ero  voltato e solo in quell'istante mi accorsi che era già quasi mezzogiorno.
Non mi agitati minimamente, essendo il weekend, quindi non c'era motivo per essere spaventati a causa di un ritardo al lavoro.
 Passai un'altra mezz'ora della mia poco avvincente vita a fissare il soffitto prima che, per grazia divina, anche Yoongi si svegliò.
-"Buongiorno principessa" lo  salutai con tono scherzoso -" É un miracolo vederti sveglio, bella addormentata!" Lui, ancora troppo assonnato per realmente ragionare su quello che avevo detto, mi lanció solo uno sguardo piuttosto truce ma purtroppo per nulla spaventoso, anzi, la vista di un Yoongi appena sveglio era più che tenera.
Poco dopo lui si iniziarono a destare dai loro sogni fin troppo profondi anche gli altri: dopo Aurora si alzarono, in ordine Jin-Biancaneve-mangiatutto, Jungkook-Raperonzolo-chiomafluente e JHope-cavallo. Si. Lui non si meritava di essere definito una principessa dopo la terribile nottata di incubi che mi aveva fatto passare.
Finalmente potei alzarmi da quel soffice, ma anche troppo duro, sofà e riuscii a sgranchirmi e a cacciare via quell'orribile sensazione di formiche.
 Dopo aver trangugiato dei cereali ci salutammo e ognuno di noi si diresse verso la propria casa.
La prima cosa che feci, arrivato, fu svestirmi dagli abiti che indossavo e buttarmi sotto la doccia. L'acqua tiepida colpiva delicatamente la mia pelle, sciogliendo ogni singolo nodo che si era andato a formare a causa della posizione estremamente scorretta in cui avevo dormito.
Mi rilassai completamente, sentendomi quasi come rinato. Allungai leggermente la mano, cercando di catturare più gocce possibili all'interno del mio palmo: era un'abitudine dura a morire.
Fin da piccolo ero sempre stato un ragazzino considerato 'strano'. Forse perché nonostante la tristezza che vivevo ogni giorno cercavo sempre di indossare un grande sorriso, sorridevo anche quando i più grandi erano cattivi con me, rubandomi i pochi risparmi che avevo con cui ogni volta speravo di potermi prendere qualche caramella.
Sorridevo, anche se dannazione se faceva male, ma avrebbe fatto ancora più male ammettere quel dolore, quindi imparai a sostituire le amare e salate lacrime con un falsa e apparente allegria, che con l'aumentare d'età si trasformò in totale indifferenza e perdita di interesse verso ogni genere di emozione.
 Nonostante la mia apatia mi impressionavo ancora per le cose più comuni e forse stupide: vedere l'arcobaleno formarsi nel cielo, rimanere ad osservare come le nuvole si spostavano andando a creare forme nuove, ma soprattutto ammirare la neve che cadeva leggera e candida. Queste piccole cose mi lasciavano sempre a bocca aperta, portandomi ad estraniarmi da tutto il resto, per questo i miei amici mi prendevano sempre in giro definendomi 'l'alieno' del gruppo.
 Uscii dalla doccia ed indossai dei vestiti comodi, asciugandomi i capelli con un asciugamano.
Ora era tempo di continuare il mio lavoro.
~~~~~
 
Accesi il computer  e mi trovai subito a digitare un nome su Google, alla disperata ricerca di maggiori informazioni riguardanti tale individuo.
Mi ritrovai a leggere diverse pagine su di lui, e mi imbattei  anche in alcuni Blog dedicati solamente a lui. Wow..impresionante.
'Park Jimin, nato il 13 ottobre 1995 a Busan' ancora più impressionante era il fatto che avesse la mia stessa età, a mala pena 21 anni, ma che fosse già così famoso.
Guardai diversi suoi video e non sapevo se rimanere più shockato dal suo talento o dalla sua surreale bellezza. Seriamente, quel ragazzo era perfetto, non vi era una singola cellula in lui che non fosse esattamente dove doveva essere: un viso angelico anche se dannatamente virile, con una mascella ben definita, per non parlare dei suo occhi color cioccolato, così profondi e attraenti, ma resi leggermente innocenti dalla morbidezza delle sue guance. I capelli di un colore arancio slavato, scompigliati il giusto, e le sue braccia...Arrossii.
 Cosa diamine mi stava succedendo?! Mi tirai un leggero schiaffo. Da quando mi mettevo a controllare le persone, e soprattutto, da quando lo facevo coi ragazzi?!
Giustificai le mie azioni convincendomi del fatto che stavo semplicemente ammettendo che era un bel ragazzo: una cosa totalmente normale, chi non si permette  di fare anche complimenti a persone del proprio sesso? Stavo solo apprezzando la generosità che Dio aveva avuto verso di lui, ciò non significava che ero attratto da lui.
No. Assolutamente.
Mai e poi mai.
 Chiusi lo schermo del computer, leggermente sconvolto da me stesso.
 Avevo decisamente dormito poco e male.
Si, solo quello....
 
Vero?
~~~~~~
 
Il lunedì continuai il mio compito sul luogo di lavoro. Ero determinato a riuscire ad intervistare Jimin-ssi.
Purtroppo era un'idol piuttosto in voga in quel periodo, e i suoi impegni sarebbero stati molti, tanti, troppi. Anche se quasi convinto di un rifiuto provai a telefonare al suo manager, che dopo un paio di brevi squilli  rispose alla chiamata.
-“Pronto?” era il momento di sfoggiare il mio talento nell’essere educato e formale.
-“Salve, sono Kim Taehyung, lavoro alla KN company, parlo con il manager del signor Park Jimin-ssi?” fortunatamente non avevo motivo di spiegare in che tipo di compagnia lavorassi: era un giornale molto famoso in Corea, ed era quasi impossibile incontrare qualcuno che non lo conoscesse.
-“Si, sono Jung Hyundae, piacere. Qual è il motivo di questa chiamata?”
-“Volevo sapere se sarebbe stato possibile intervistare il signor Park. Devo scrivere una rubrica sull’amore, e credo che grazie alla sua popolarità tra le ragazze sia la persona più azzeccata" ci fu un attimo di silenzio, nel quale probabilmente  il signor Jung stava considerando la proposta.
-"Non saprei darle una risposta immediatamente, ho bisogno prima di parlare direttamente con Jimin-ssi prima di poterle dare una risposta definita. Posso richiamarla più tardi?"
-"Certo. In caso le do anche il mio numero, così se l'orario d'ufficio fosse già terminato riuscirebbe comunque a contattarmi"
Dopo averlo salutato educatamente chiusi la chiamata, piuttosto curioso di come sarebbero andate le cose.
~~~~~
Ero intento a guardare un programma televisivo spiaggiato sul mio divano di casa quando sentii improvvisamente  suonare il mio cellulare.
 Inizialmente, essendo nel momento più clue della finale, volevo ignorare la chiamata ma poi ricordai che probabilmente  doveva essere il manager Hyundae.
Mi affrettai a prendere il telefono e rispondere, e ciò che mi disse mi lasció non stupito né sorpreso, direi più sconvolto.
-"Dopo aver parlato siamo riusciti a trovare un giorno iniziale in cui potremmo incontrarci: che ne dici di questo mercoledì alle 17? Sarebbe una grande opportunità per Jimin avere una comparsa in una rubrica della vostra compagnia!" Non esitai nemmeno per un istante a dire sí. Finalmente avevo ottenuto un’intervista, e sentivo di aver preso la decisione giusta. 
Mi misi a saltellare per casa, euforico per il mio piccolo successo.
Mercoledì. Mancavano solo due giorni. Avevo ancora del tempo per prepararmi.
 Iniziai a buttare giù delle idee riguardo quali domande avrei potuto fargli, e dopo aver scritto una lista piuttosto soddisfacente mi addormentai con un sorriso stampato sulle labbra. 
Avrei incontrato Jimin! No aspetta, cosa? Volevo dire, avrei finalmente fatto un'intervista di calibro così elevato. 
Ecco, così andava meglio...
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Mercoledì, ore 15.
Ero appena uscito dal lavoro ed ero arrivato a casa, avevo più o meno un'oretta di tempo per cambiarmi e poi sarei dovuto andare al luogo d'incontro. Purtroppo la posizione non era molto comoda: era uno studio dove il giovane cantante stava filmando il suo nuovo singolo, e distava una mezz'oretta in macchina da Seoul.
Aprii l'armadio per trovare qualcosa di più decente dalla mia solita e monotona camicia bianca accompagnata da dei semplici pantaloni neri leggermente a vita alta.
 Il resto dei miei vestiti erano fin troppo informali, e la maggior parte delle mie maglie rovinate dal mio stress e mania di tagliarle. Si, ero una persona artistica, non malata come molti mi vedevano, mi piaceva definirmi il Fontana coreano dei vestiti, perché in ogni graffio che lacerava la stoffa delle mie maglie c'erano molte emozioni segrete. Purtroppo ero sicuro che il mio stile non sarebbe stato apprezzato da loro, quindi cercai disperatamente delle alternative.
Svuotati e quasi ribaltai il mio armadio, buttando ogni genere di vestiario per la casa.
Provai qualsiasi tipo di abbinamento, ma nessuno andava abbastanza bene. 
Non ero mai stata una persona che badava troppo alle apparenze, e non avevo mai fatto troppo caso a come vestirmi, ma in questa situazione mi ritrovai inadeguato: qualsiasi cosa mi sarei messo non sarei mai stato tanto affascinante  quanto lui.
 Iniziai a notare imperfezioni nel mio corpo che non avevo mai visto: dei nei di troppo, dei brufoli, il mio addome ancora troppo morbido e così via. 
Dopo quel che sembrò un tempo interminabile optai per una maglia bianca con sopra un copri-spalle grigio, ed un paio di jeans semplici abbastanza attillati con degli anfibi neri. 
Dopodichè cercai di aggiustare al meglio i miei capelli e misi un filo di eyeliner giusto per rendere i miei occhi un po' più grandi.
 Mi fermai un istante a guardarmi allo specchio. Perché stavo mettendo così tanto impegno nel cercare di sembrare più...attraente? Non era il momento per iniziare a soffrire di senso di inferiorità, ma forse non era solo quello. Volevo apparire bello, fare una buona impressione.  Ma perché? Che motivo c'era esattamente?
Sbuffando decisi di lasciar perdere e finalmente uscii di casa.
Dopo aver sbagliato la strada un paio di volte arrivai finalmente al luogo prestabilito.
 Presi la mia telecamera e microfono, insieme anche al mio block notes ed entrai all'interno  dell'edificio.
Era piuttosto buio, con delle forti luci proiettate solo in alcuni punti dell'interno. Sulle pareti c'erano un po' di graffiti, e vi erano moltissimi oggetti di scena.
-"Lei deve essere Kim Taehyung" feci un piccolo salto sul posto, preso decisamente alla sprovvista mentre stavo scrutando i miei dintorni.
-"S-si! Sono io. Piacere di conoscerla manager hyung-nim" Mi inchinai a 90 gradi in segno di rispetto.
Lui sorrise e mi fece segno di seguirlo. Entrammo in una sorta di camerino, e mi disse che dopo aver chiamato Jimin saremmo andati in un'altra stanza un pochino più appartata, dove non c'era tutta la confusione causata da truccatori, fotografi e altri addetti di ogni tipo.
-"Jimin-ah! Vieni, è  arrivato" tutte le persone che circondavano la sedia su cui il ragazzo era seduto si allontanarono da lui, dandogli alcuni  ultimi aggiustamenti.
Finalmente il povero giovane riuscii ad alzarsi ed io riuscii a vederlo per intero per la prima volta. Sentii una fortissima fitta al cuore e una sensazione di bruciore allo stomaco. Doveva essere il kimchi che avevo mangiato a pranzo, decisamente troppo piccante.
Mi mancó il respiro mentre il ragazzo avanzava verso di noi. Probabilmente era a causa del luogo troppo chiuso. Si. 
 I capelli gli cadevano dolcemente sulla fronte, lasciandone però una parte scoperta. La sua pelle era leggermente abbronzata, il viso truccato con della matita nera e dell'ombretto che riprendeva il colore dei capelli. Le sue guance appena rosate, e le labbra carnose lucide probabilmente a causa di un velo di lucidalabbra.
Era vestito con una maglia senza maniche rossa, con dei pantaloni fin troppo attillati un po’ a vita alta, che abbracciavano perfettamente le forti curve dei muscoli delle sue gambe e del suo..uhm..fondoschiena.
Le sue clavicole erano scoperte, ed il suo collo stretto da una collana nera, le vene su di esso leggermente prominenti. Riportati lo sguardo sul suo viso e, oh! Solo in quel momento notai il sorriso malizioso su di esso.
Arrossii completamente.
L'aveva notato.
Aveva notato che lo stavo controllando.
Volevo solamente seppellirmi.
Mi schiarii la voce, prima di inchinarmi e presentarmi anche davanti a lui.
Anche lui si presentó e sentii per la prima volta la sua voce dal vivo, ed era semplicemente perfetta.
Perfetta ma...con quasi una sfumatura di arroganza?
Mi superó e mi guidò  col suo manager in un'altra stanza, e proprio mentre mi passava di lato notai tre cose: primo, era più basso di me e secondo, aveva un profumo meraviglioso. Riconobbi, non so bene per quale motivo, che cologna fosse: blue di chanel. L'odore era molto aromatico e decisamente accattivante e sensuale. Terzo, provai un senso di familiarità e nostalgia che mi spiazzarono per un istante.
 Cercai di non farci troppo caso e li seguii.
Mi condussero nella stanza a fianco, dove vi erano diverse poltrone con un tavolo basso al centro.
 Jimin si sedette di fronte a me ed in suo manager.
-"Purtroppo oggi abbiamo pochissimo tempo, però possiamo programmare un prossimo incontro  per terminare l'intervista" Hyundae spezzó il silenzio ed io annuii con il miglior sorriso che potei.
Delle ragazze fissarono il microfono su Jimin, e appena tutto era a posto iniziai a filmare.
-" Bene Jimin-ssi, ora ti farò diverse domande sull'ambito  dell'amore, cerca di rispondere il più sinceramente possibile, va bene?" Lui annuí disinteressato, come se tutto ciò non lo toccasse minimamente.
-"Prima domanda: sei mai stato innamorato?" Alzai lo sguardo per posare gli occhi sull'uomo che era di fronte a me
 -"Sì" rimasi ancora un attimo ad aspettare che aggiungesse qualcos'altro ma non aprí piú bocca. Probabilmente era un po' imbarazzato? Passai all domanda successiva
 -"Hai mai amato senza essere contraccambiato?"
 -"Si." Anche sta volta non aggiunse altro.
Mi voltai verso il suo manager alla ricerca di appoggio morale, ma lui semplicemente mi guardó scusandosi con un sorriso.
Respirai.
-"Secondo te l'amore si cerca o capita?" Mantenni la mia voce il più fermo possibile
 -"Dipende". A quel punto avrei davvero voluto strapparmi tutti i capelli.
-"Da cosa dipende Jimin-ssi?"
 -"Da che tipo di amore vuoi" disse con un tono fin troppo saccente, che faceva a pugni con le sue apparenze e con ciò che mi ero immaginato di lui. Provai giusto un pizzico di disappunto, ma cercai di metterlo da parte per terminare la breve intervista di oggi.
-"Cosa ti fa innamorare di una persona?"
-"Non lo so" avrei voluto alzarmi e andargli a tirare uno schiaffo su quella faccia falsamente dolce. Cercai di trattenermi e per il fastidio ruppi la punta della matita con cui stavo 'prendendo appunti'. Lui se ne accorse e si fece scappare una bassa risata di scherno.
 Lo odiavo.
Davvero.
Lo detestavo. 
-"Mai vissuto un'amore a distanza?"sta volta la mia voce uscí molto piú bassa ed infastidita, anche un po' roca
-"Ovvio. Tutti gli idol vivono relazioni a distanza, Taetae" gli lanciai un'occhiataccia che avrebbe fatto gelare il sangue di qualsiasi altra persona tranne lui, che mi guardò con quel suo stupido sorrisino ebete. AAAAH, SE LO ODIAVO. Era stato completamente irrispettoso e così sicuro di sé, e continuava a mantenere quell'aria da persona superiore. Ma la cosa che mi fece bollire maggiormente il sangue nelle vene fu il soprannome che si azzardó ad utilizzare.
 Solo una persona mi aveva mai chiamato così, solo il mio amico d'infanzia perduto, neanche Hoseok e Jungkook, che erano attualmente i miei migliori amici, mi avevano mai chiamato in quel modo.
COME SI PERMETTEVA DI FARE UNA COSA DEL GENERE?! AISHH.
Il manager probabilmente percepí la tensione che c'era tra di noi e decise di intervenire
 -"Temo che il tempo sia scaduto! Che..che ne dici se ci sentiamo un'altra volta per organizzare la prossima intervista?" Mi guardò con aria speranzosa
 -" Certo. Mi farò sentire io" risposi freddamente, prima di lasciare il più velocemente possibile quel posto.
Ero così arrabbiato che la mia vista era leggermente offuscata, e quando salii in macchina chiusi lo sportello con troppa foga e per un istante temetti di averlo rotto.
Guidai fino a casa di Hoseok, alla ricerca di una persona con cui sfogare verbalmente le mie frustrazioni.
Citofonai un paio di volte prima che arrivó Junhee ad aprirmi  la porta. 
-"Scusa, Hoseok è  un attimo sotto la doccia, entra pure" camminai goffamente in quella casa ormai più che familiare, andando subito in salotto, dove mi sedetti pesantemente sul divano con le braccia incrociate e un'espressione apparentemente buffa dato che Junhee si mise a ridere.
-"Scusami, non volevo essere maleducata. È  successo qulcosa?"
-"Si. Quel tuo tanto amato idol di nome Jimin è  la persona più scortese che abbia mai avuto il dispiacere di conoscere" Lei continuó a ridere.
L'avrei presto aggiunta alla mia lista nera. Fortunatamente si fece semi perdonare, sedendosi vicino a me e ascoltando le mie lamentele prima che Hoseok finisse la doccia.
Le raccontai tutto, e a quel punto anche lei ci rimase un po' male non aspettandosi che quel così detto 'meraviglioso uomo' avesse un carattere da scaricatore di porto.
 Arrivó  addirittura a piangere e disperarsi. Forse le avevo fin troppo rovinato la sua immaginazione. Quando Hoseok uscí  dalla doccia cercammo di consolarla insieme e poi ci andammo a rifugiare in camera sua, dove continuai a parlargli del mio disappunto e della mia rabbia.
-"Magari è  solo perché è  la sua prima intervista" cercó  di farmi ragionare lui.
-"Ma non si sarebbe comunque dovuto permettere di comportarsi così" continuai tutto offeso.
-"Prova a dargli un'altra opportunità con la prossima intervista" contemplati per qualche secondo le sue parole, ma poi decisi che mai e poi mai avrei più voluto vedere Jimin.
Negativo.
  
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