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Autore: biatris    19/10/2016    0 recensioni
Sam si guardò intorno e sperò ancora una volta che arrivassero a salvarla il prima possibile. L'avevano lasciata sola per gran parte del tempo. Ogni tanto una donna del villaggio passava a portarle del cibo e dell'acqua e le chiedeva se andava tutto bene. Lei rispondeva sempre di sì. Cos'altro avrebbe dovuto dire? Era prigioniera su un altro pianeta solo in quanto donna e aspettava che qualcuno venisse a recuperarla spacciandosi per il suo compagno. E quel qualcuno sarebbe probabilmente stato il suo ufficiale superiore.
Ma lei stava bene, si disse. Era quello che si diceva sempre in fondo, pensò. Ne sarebbe uscita viva in qualche modo.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno successivo il capotribù si recò a prendere Jack proprio mentre questi stava uscendo dalla capanna dove erano alloggiati. L’uomo accompagnò Jack, Daniel e Teal’c ad un’altra capanna. All’interno vi trovarono un uomo piuttosto minuto. Jack pensò che se questi avesse chiesto un duello non sarebbe stato difficile vincere, ma aveva la netta impressione che ci fosse qualcosa che non andava.
“Lui è Caam” disse il capotribù presentando l’indigeno che, come poterono notare, era poco più di un ragazzo.
“Piacere” disse ironico Jack guadagnandosi un’occhiata da parte di Daniel.
“Caam rivendica la possessione di tua moglie tramite una trattativa che consisterà in una gara” spiegò il capovillaggio.
Jack fissò l’uomo. Un gara poteva starci. Ma una gara di cosa? Si chiese.
“Il primo di voi che raggiungerà la sommità della montagna sacra otterrà la donna” disse ancora l’uomo più anziano.
Jack lo ascoltò.
“La montagna sacra?” chiese poi.
L’uomo annuì.
“Seguitemi” fece segno.
Jack, Teal’c e Daniel seguirono l’uomo e lo sfidante all’esterno. Si avvicinarono ad una parete rocciosa ripidissima.
“Questo è il Monte sacro. Solitamente la gente sale dal sentiero che parte dall’altro lato della montagna. In questa sfida dovrete scalare la montagna per raggiungerne la sommità. Il primo che arriverà in cima diventerà il custode della donna che chiamate Samantha” spiegò l’uomo.
Jack sospirò. Poteva andare peggio, pensò. Certo, non sarebbe stato facile raggiungere la cima di quella montagna, ma ce l’avrebbe fatta. Non che avesse molte alternative, si disse, non poteva lasciare Carter in mano a quella gente.
“La sfida inizierà quando entrambi sarete pronti” disse il capotribù “Allora manderò a chiamare la donna. E’ giusto che anche lei assista alla trattativa.”
Jack fissò l’altro uomo.
“Io sono pronto” disse.
L’altro uomo annuì.
“Mandatela a chiamare” disse allora il più vecchio.
 
Quando Sam vide arrivare due corpulenti uomini si preoccupò, ma non poté fare altro che sentire cosa avevano da dire.
“Gli uomini la attendono per la seconda sfida” le dissero “Ci segua”
Lei fece come detto e uscì dietro di loro.
Quando vide da lontano Jack sospirò di sollievo. Era in piedi e sembrava stare bene.
Si avvicinarono.
“Gli uomini sono pronti alla trattativa” disse il capovillaggio “In quanto oggetto della trattativa questa donna è ammessa a seguire il rituale. Scaleranno la Montagna Sacra. Il primo a raggiungere la sommità otterrà la custodia della donna”
Sam sospirò. Se Jack doveva scalare quella montagna con il braccio che si ritrovava avevano poche speranze, si disse. Sapeva che non avrebbe mollato, ma ce l’avrebbe fatta?
 
Quando il capovillaggio diede il via alla trattativa Jack si apprestò a scalare la montagna. Sapeva che con il braccio ferito non aveva molte possibilità. L’altro uomo era molto più leggero e giovane, ma non poteva lasciare Sam in mano sua.
Si aggrappò alla parete con le mani e i piedi, ma non appena fece per salire si rese conto che così non sarebbe andato da nessuna parte. La prima cosa che fece fu togliere le scarpe. Probabilmente non era la mossa migliore, ma con gli anfibi dell’uniforme non aveva abbastanza presa. Riprovò a salire e notò che, effettivamente, aveva una presa migliore. Avanzò di alcuni metri, ma notò che l’altro uomo era già diversi metri sopra di lui.
Il braccio pulsava, faceva male, ma doveva farcela.
Ad un certo punto scivolò. Perse l’appiglio con un braccio. Si trovò aggrappato soltanto con il braccio ferito. Tentò di ricomporsi, ma inutilmente. Non ce l’avrebbe fatta, si disse.
Mancavano ancora diversi metri e l’altro uomo era sopra di lui.
Fece di tutto per non cadere nel vuoto. Pensò a Sam. Se fosse caduto lei sarebbe caduta nelle mani di quell’uomo. Magari sarebbe stata felice, si disse. Dopotutto era un uomo giovane e sicuramente Carter meritava di essere felice. Guardò in basso. Lei era lì, la testa alzata ad osservare.
Il braccio faceva molto male, non lo sentiva quasi più, e la testa iniziava a girare. Cercò di fare un altro passo, ma non ci riuscì.
Sentì l’urlo di Sam sotto di lui proprio mentre perdeva la presa.
  
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