Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |       
Autore: Eustachio    21/10/2016    3 recensioni
Una casa su zampe di gallina spunta alle porte di Borgo Barboso seminando il panico. Ma non c'è da avere paura: si tratta della Strega Bianca, una delle poche streghe buone al mondo.
Il problema è quando arrivano le streghe cattive.
***
«Non esistono streghe buone».
«Il mondo non è bianco o nero. È solo nero. Tutti i colori delle streghe messi insieme».
«Cos’è il bianco…?»
«… se non l’assenza di ogni colore?»
«Lo sanno tutti» dissero in coro.
«Io sapevo che era il bianco l’insieme di tutti i colori» disse Eustachio.
«È perché sei un idiota» disse Mirta. «Non mi mettere in imbarazzo».
Genere: Comico, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La Strega Bianca

Borgo Barboso

Una casa su zampe di gallina spuntò alle porte di Borgo Barboso seminando il panico. Attraversò la via principale lasciandosi dietro orme gigantesche e facendo tremare la terra a ogni passo. Tutti gli abitanti si barricarono in casa, sprangarono le finestre e nascosero i bambini. L’unica eccezione fu lo scemo del villaggio, che non si sarebbe accorto di nulla se solo qualcuno a cui piaceva ribadire l’ovvio non avesse urlato: «C’è una casa su zampe di gallina, si salvi chi può!» Lo scemo del villaggio bussò a un paio di porte, ma nessuno aprì. Si ritrovò in piazza, solo insieme alla casa su zampe di gallina, e fece l’unica cosa ragionevole in una situazione come quella: si buttò a terra e finse di essere morto.

La casa su zampe di gallina si fermò al centro della piazza. Le zampe si piegarono e si inclinarono in avanti. All’interno sbatterono ante, caddero tavoli e si frantumarono chincaglierie. La porta si spalancò e saltò a terra una persona. A quel punto lo scemo del villaggio chiuse gli occhi e pregò con tutte le sue forze di essere convincente come morto.

«Stai tremando» disse una voce femminile. «Hai freddo?»

Qualcosa lo picchiettò sulla spalla. Lo scemo del villaggio aprì un occhio e trattenne il respiro. Era senza dubbio una strega. Era senza dubbio spacciato.

«Mi arrendo, o potente strega!» urlò a occhi chiusi. «Sia benevolente!»

La strega sospirò. «Non c’è bisogno né di arrendersi né di urlare. Sono una strega buona».

La strega lo aiutò a mettersi in piedi e a scrollarsi la polvere e la terra di dosso. Lo scemo del villaggio non riusciva a smettere di tremare e la strega lo avvolse in un mantello. Lo scemo del villaggio non riusciva a stare in piedi e la strega lo fece sedere su uno sgabellino. Lo scemo del villaggio non riusciva ad alzare lo sguardo e la strega gli prese il mento tra pollice e indice costringendolo a guardarla.

«Non ti farò del male. Guardami. Sono una strega buona».

La strega era completamente bianca, capelli e ciglia comprese. Non aveva rughe, brufoli o nei. L’unico accenno di colore era negli occhi, che andavano dal grigio all’azzurro, e nelle labbra rosa chiaro.

Oh be’, si disse lo scemo del villaggio. Se non è vecchia, brutta e puzzolente, deve essere per forza una strega buona. Smise di tremare.

La strega sorrise e si erse in tutta la sua altezza. «Sono la Strega Bianca» disse. «Sono qui per aiutarvi. Chiama amici e parenti. Vi aiuterò nei vostri problemi. Ma lo farò nel massimo della discrezione, intesi?» E gli porse la mano. Lo scemo del villaggio la strinse, annuì e insieme percorsero le stradine di Borgo Barboso. Lo scemo del villaggio bussò a ogni portone dicendo: «C’è una strega qui che vorrebbe aiutarci! Siete in casa?» ma nessuno rispose. In una bottega qualcuno trattenne un singhiozzo e qualcun altro lo azzittì. Per il resto rimasero tutti in silenzio.

Borgo Barboso non era una grande città e tempo un quarto d’ora lo scemo del villaggio e la Strega Bianca si ritrovarono in piazza.

«Non c’è nessuno, pare» concluse lo scemo del villaggio. «Magari un’altra volta, eh?»

La Strega Bianca contemplò la piazza e le sue viuzze per qualche istante a braccia conserte. Poi disse: «Hai ragione. Non posso costringerli a credermi. Coprirò te di ricchezze e me ne andrò per sempre. Non voglio essere d’intralcio».

«È un peccato che se ne siano andati tutti proprio oggi» disse lo scemo del villaggio. «Non succede mai niente di interessante qui. Ecco perché questo posto si chiama Borgo Barboso. Anche se forse è perché prima non avevamo un barbiere e un po’ tutti avevamo la barba lunga».

La Strega Bianca annuì distrattamente. Si avvicinò a casa sua e strattonò una delle zampe: la casa depose tre uova d’oro grandi metà dello scemo del villaggio.

«Sono per te». La Strega Bianca sorrise. «E se c’è qualcos’altro con cui posso esserti utile prima che me ne vada, non fare complimenti».

Lo scemo del villaggio sgranò gli occhi. Picchiettò con le nocche su un uovo. «È oro vero

«Sì» rispose la Strega Bianca.

L’intero villaggio trattenne il fiato. Le porte si spalancarono e tutti si riversarono sulla piazza. I più curiosi si spinsero fin sotto la casa. Altri non erano abbastanza coraggiosi da andare oltre le zampe di gallina.

«È oro vero?» ripeterono i bambini e gli adulti, entrambi con lo stesso stupore, e ogni volta la Strega Bianca rispondeva di sì sorridendo. Quando lo scemo del villaggio le confermò che tutti gli abitanti erano lì riuniti, la Strega Bianca si schiarì la gola e disse ad alta voce: «Sono la Strega Bianca e sono una strega buona. Sono qui per aiutarvi. Mettetevi in fila, ditemi i vostri problemi e in cosa posso esservi utile e vi aiuterò come posso. Ma lo farò nel massimo della discrezione, intesi?»

Gli abitanti di Borgo Barboso non se lo fecero ripetere due volte e si disposero in una fila che arrivava fino alle porte del villaggio. La Strega Bianca fece apparire una pergamena, staccò una piuma da una delle zampe di gallina e cominciò a scrivere nomi, indirizzi, problemi e desideri. L’operazione coprì gran parte della mattinata e gran parte della pergamena, che si allungava sempre di più man mano che la Strega Bianca raggiungeva la fine del foglio.

Verso mezzogiorno la fila di persone era finita e in molti erano tornati a casa per il pranzo. La Strega Bianca arrotolò la pergamena e salì in casa, dove rimase per il resto della giornata. Fuochi d’artificio che schizzavano fuori dal comignolo e lampi colorati visibili dalle finestre illuminarono la notte di Borgo Barboso. Nessuno si avvicinò alla casa su zampe di gallina.

Il giorno dopo la Strega Bianca guarì gli ammalati e curò l’acne degli adolescenti, arricchì i poveri e diede altri soldi ai ricchi così che non avessero scuse per non fare beneficienza, rese rigogliosi terreni aridi da anni e riverniciò le staccionate, risolse i problemi di cuore dei giovani innamorati nati sotto stelle contrarie e aiutò i bambini con i compiti difficili.

Non c’era nessuno che a fine di quella giornata avesse qualcosa da ridire sull’operato della strega. Anzi, scrissero lettere a parenti e amici lontani, vantandosi della svolta di Borgo Barboso. E lo scemo del villaggio, che secondo la costituzione era anche il sindaco, organizzò una festa a sorpresa per celebrare la Strega Bianca. Fece fondere le uova d’oro per costruire una statua in suo onore e cambiò il nome di Borgo Barboso in Borgo Bianco. Il cambio di nome causò qualche disguido coi postini, ma nulla di grave. La mattina del quarto giorno tutti gli ordini arrivarono in anticipo, grazie anche alle generose mance per i corrieri, e quando la Strega Bianca saltò a terra per dare il buongiorno all’ex Borgo Barboso le mancò il fiato: lo scemo del villaggio, vestito in abito da cerimonia, sollevò un telo, svelando una riproduzione d’oro della casa su zampe di gallina e della Strega Bianca, le mani sui fianchi e lo sguardo fiero. I cittadini urlarono: «SORPRESA!», le lanciarono addosso coriandoli e un’orchestra cominciò a suonare.

«Vi avevo detto che vi avrei aiutato nel massimo della discrezione!» esclamò la Strega Bianca.

I cittadini la guardarono dubbiosi per qualche istante. Poi scrollarono le spalle, lanciarono altri coriandoli e l’orchestra riprese da dove si era interrotta.

Lo scemo del villaggio si avvicinò timidamente alla Strega Bianca e le chiese: «Cosa significa discrezione?»

«Lo imparerete a vostre spese, temo».

«Non sarà un problema». Lo scemo del villaggio sorrise a trentadue denti. «Ci hai dato abbastanza soldi da coprire le spese di una vita intera».

Quello che la Strega Bianca non sapeva era che l’ex Borgo Barboso era famoso non solo per un numero ormai ridotto di cittadini barbuti, ma anche per la sua pigrizia proverbiale. Per molti anni avevano avuto una biblioteca ma non un barbiere. Ora avevano un barbiere ma non una biblioteca. Il barbiere aveva rilevato la biblioteca per aprire il suo negozio, e i libri, stipati in un angolo perché nessuno aveva voglia di spostarli, al più li sfogliavano i clienti in attesa. In entrambi i casi l’amore per i libri non sembrava essere nei geni dell’ex Borgo Barboso. Di fronte a un libro si fermavano circa verso il terzo rigo, sbuffavano e dicevano: «Che barba!», il che spiega perché non fossero arrivati alla lettera D del dizionario e perché il barbiere avesse riscosso tanto successo: era ormai un costume consolidato rispondere a «Che barba!» con «Vai dal barbiere, no?»

Quello che lo scemo del villaggio non sapeva era che le streghe buone sono una rarità per una ragione specifica: non piacciono alle streghe cattive.


 


Note al capitolo:

Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! È il primo dei quattro capitoli che compongono un racconto che ho scritto due anni fa, ora sottoposto all'ennesima revisione.
Ringrazio in anticipo chiunque voglia lasciarmi un parere, positivo o negativo che sia.

Riferimenti:

  • La Strega Bianca è anche un personaggio de Il leone, la strega e l'armadio. Ma a parte per il nome e un dettaglio dei prossimi capitoli non hanno nulla in comune.
  • La casa su zampe di gallina me l'ha prestata Baba Jaga dalla mitologia slava.
  • riverniciò le staccionate: vago riferimento a Tom Sawyer.
  • giovani innamorati nati sotto stelle contrarie: star-crossed lovers viene da Romeo e Giulietta.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Eustachio