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Autore: Malinconica    22/10/2016    2 recensioni
Cosa accadde nella notte in cui un bambino e un demone stipularono un contratto faustiano
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                      CROWN THE EMPIRE



CIEL POV

Buio. Vedevo solo quello. Mi sentivo avvolgere da esso e, nell’ oscurità, si fecero spazio gli ultimi ricordi: fuoco dappertutto; le mie stesse urla, che risuonavano nelle mie orecchie per poi sbattere sui muri che facendo da eco le rigettavano indietro per i corridoi della magione incendiata, stavano chiamando i miei genitori, poi imploravano aiuto, ma non riuscivo a ricordare bene: era il terrore  a muovere e a dar fiato alla mia bocca. Poi li vidi: mia madre e mio padre che giacevano a terra, morti, i loro corpi bruciati. Poi non rammendavo altro se non il dolore del mio cuore infranto. Infine una voce d’ uomo, ero stato venduto a lui. E la gabbia. Ero rinchiuso là da non sapevo bene quanto tempo. E, di nuovo, ero circondato da urla, morte, tenebre, ombre oscure i mantelli e risa sadiche. Aprii gli occhi bagnati di pianto e vidi l’ orrendo spettacolo: sacrifici umani, di bambini come me. E io sarei stato il prossimo. Vidi, oltre che molte altre gabbie che ospitavano le loro vittime, una strana stella viola sul pavimento. Ma era strana, aveva qualcosa che non andava: la quinta punta era al contrario. E, sopra di essa, un altare lordo di sangue. Rabbrividii, ricordando che lì mi avevano immobilizzato e marchiato a fuoco col simbolo della “bestia suprema”, come dicevano loro. Ricordai il calore insopportabile, la mia pelle bruciata che riempiva le mie narici di un odore acre e pungente, la rabbia e le mie lacrime di impotenza davanti a tutto quello che ripresero a scorrere.
L’ inferno è vuoto, i diavoli sono tutti qui in mia presenza.
Presto si sarebbero presi la mia vita e per me non ci sarebbe stato nessun lieto fine, nessun paradiso, nessuna speranza per la mia anima perché, ormai lo avevo compreso, sarebbe stata il pasto del demonio, il pedaggio, il prezzo da pagare affinché lui  rispondesse alle evocazioni degli uomini in maschera. Ma non c’ era più nessuna paura per me, sacrificio per Satana, ma solo un odio che mi bruciava più del marchio sulla mia schiena. E giurai di ucciderli tutti, di vendicarmi, urlai che chiunque mi venisse a salvare dal girone infernale nel quale ero intrappolato. E qualcuno venne, rispondendo alle mie suppliche. Non riuscivo a vederlo bene, era avvolto in una cascata di piume nere, da corvo, dalla quale spuntavano solo due vermigli occhi che racchiudevano tutta la malignità di questo mondo. Dal centro della stella satanica nel quale era apparso, si mosse con grazie ed eleganza verso di me, iniziando a parlare con la sua voce carezzevole quanto melliflua e allora capii: era un demone. Così tesi la mano verso lui, la mia salvezza, la mia dannazione eterna.





SEBASTIAN POV

L’ eccitazione del momento scosse il mio intero essere. Avevo sentito una voce infantile evocarmi e infatti di fronte a me, chiuso in una gabbia, c’ era un bambino sui dieci anni, lo sguardo sconvolto fisso sulla mia figura, uno sguardo pieno di purezza e di odio…un altro brivido di piacere mi attraversò nel guardarlo negli occhi e scoprire che sotto quel mucchietto di stracci e ossa era celata come un tesolo l’ anima più pura che avessi mai incontrato. E quell’ anima, lo giurai a me stesso, sarebbe stata mia, ad ogni costo. Ignorai le urla dei presenti, povere pecorelle smarrite, sole ed impotenti davanti al lupo. Non badai a quegli sciocchi esseri umani che mi stavano offrendo l’ anima di quel bambino per vili desideri di grandezza e invece mi avvicinai a lui, notando ancora una volta come al posto della paura per essere in presenza di un demone c’ era…la speranza? Mi leccai le labbra: forse la mia giovane preda aveva qualcosa da chiedermi per stringere un patto con me.

-Dimmi, giovane umano, hai qualche desiderio? Saprò esaudire qualunque cosa tu mi chiederai.

Lo  vidi pensarci su qualche istante, poi mi disse per cosa voleva barattare la sua anima: il potere.

-Quanta avidità in un essere così piccolo…ma va bene, padrone, vi darò la corona della vittoria e starò al vostro fianco finché non vi sentirò dire “scacco matto”. Non importa quante pedine sacrificate, ciò che conta è avere la determinazione per raggiungere l’ obbiettivo…voi l’ avete, mio signore?

Alla sua risposta positiva, gli accarezzai con gli artigli il viso, in cerca del posto giusto dove marchiarlo e alla fine lo trovai: il suo occhio, lo stesso che mi aveva dato conferma della bontà della sua anima. Piangendo lacrime di sangue, strinse la mano che gli stavo tendendo come segno per sigillare il nostro contratto e mutai la mia forma in quella di un mero, affascinante, giovane maggiordomo in tutto e per tutto al servizio del mio nuovo padrone. Mi diede il primo ordine: di uccidere tutti quelli che erano presenti nella stanza e che lo avevano usato come sacrificio.
Che ondata di gioia.
In un batter del suo occhio maledetto nel quale il mio pentagono riluceva tutta la sua gloria, tutti giacevano ai suoi piedi in una pozza di sangue, la vita che abbandonava i loro corpi sporchi e inutili. Avrei sempre eseguito così alla perfezione i suoi ordini. Ah, era proprio il caso di dire che sono un diavolo di maggiordomo.

 
  
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