Ad Alvaro Soler piacevano le sfide. Un po' tutti gli avevano detto di no, all'inizio della sua carriera, ma non aveva mollato.


Ora, canzoni come “Sofia” popolavano le radio e Alvaro si sentiva già pronto per la sua prossima sfida.


Accettare il ruolo di giudice ad X-factor gli sembrava una scelta più che accettabile, considerato poi che era in Italia, un paese che gli aveva dato tanto ma che era ancora un po' misterioso per lui.


Gli altri giudici erano simpatici poi. Aveva già avuto modo di conoscerli alle conferenze stampa e non gli sembravano male.


C'era Arisa che era un vero e proprio vulcano, Manuel Agnelli era molto taciturno , ma aveva dimostrato molte volte di essere la persona giusta per quel ruolo e provava un profondo rispetto per entrambe.


E poi c'era Fedez.


Federico gli stava simpatico. Aveva più o meno la stessa età e si era dimostrato molto comprensivo nella sua impaciataggine che dimostrava in quel ruolo così nuovo per lui.


“A una certa ci prendi pure gusto a dare giudizi agli altri” gli diceva sempre.


Il problema di Alvaro, però , venne a galla il primo giorno di audizioni.


Si era seduto sulla sua sedia, la seconda a partire da destra, aveva salutato distrattamente gli altri due giudici alla sua sinistra. Fedez era invece impegnato a fare foto e autografi con qualche fan.


Si sedette poco dopo con un sospiro, aspettando che entrasse il primo concorrente della giornata.


E fu li che Alvaro si rese improvvisamente conto di quale sedia stesse occupando.


“Mik mi presti un attimo la penna? La mia non funziona”


Alvaro sorrise un po' imbarazzato, notando l'espressione spaesata del rapper.


Già, la sedia che stava occupando era appartenuta al grande Mika, l'anno precedente.


“Scusa. Forza dell'abitudine” si era scusato Fedez, diventando rosso per l'imbarazzo.


Ma Alvaro sapeva già di avere un problema.


***


Finalmente erano arrivati al serale. Gli erano toccati gli under uomini, ed era piuttosto soddisfatto della sua squadra.


Un po' meno della strana situazione che si era creata con il suo compagno di scrivania.


Il suo camerino, poi, non aiutava di certo. Gli avevano dato quelo di Mika, giusto per rimanere in tema, quasi di fronte a quello di Federico.


Quasi ogni giorno se uscivano entrambe nello stesso momento, Federico lo fissava li, fermo sulla soglia, con lo sguardo assente e gli occhi vuoti. Alvaro gli aveva persino proposto di scambiare il suo camerino con quello di Arisa, ma Federico si era rifiutato.


“Tanto è uguale” aveva detto.


“Quei due scopano” aveva sentenziato Arisa, un giorno a pranzo.
“Che intendi?” aveva chiesto confuso Alvaro.
“Sei così ingenuo, Alvaruccio. È così palese” disse Arisa “Altrimenti perché è così depresso ogni volta che ti vede uscire dal camerino? In più, quando parla con te non si volta quasi mai del tutto quando stiamo registrando, e se lo fa non ti guarda mai in faccia”
“In effetti non fa una piega come ragionamento” aveva concordato Manuel.
“Si, ma che posso fare?” chiese Alvaro “Mi dispiace che mia presenza lo deprima così”
“Sembra quasi che si aspetti di vedere Mika da un momento all'altro, ogni volta che parla con te. Sembra quasi che , per lui, tu sia la sua sexy versione spagnola” disse Arisa “Magari, e la sto buttando li, potresti chiamare l'originale e vedere che succede”
“Sai, non è una brutta idea” disse Manuel “Possiamo chiedere alle truccatrici”


Ad Alvaro, come idea, non dispiaceva per niente.


***


Aveva cercato ovunque. Un po' tutti, però, sembravano essersi dimenticati di chiedere il numero del cantante libanese, una volta finita la precedente edizione.


Aveva anche pensato di chiedere a Federico in persona, ma Alvaro non era mai stato particolarmente bravo a raccontare balle.


“C'è l'ho fatta” aveva esultato Arisa, saltando su e giù per il suo camerino.
“Zitta, lui è proprio qui di fronte” disse Alvaro “Che succede?”
“Ho il numero di Mika” disse Arisa “Bastava chiedere a quel sant'uomo di Cattelan”


Aspettarono Manuel per chiamarlo. Quando gli rispose, pure Michael sembrava spaesato dall'altro capo della cornetta.
Dopo avergli spiegato la situazione, però , sembrò deprimersi di colpo.


“Oh, il mio Freud” disse anche.


Gli disse di trovarsi a Londra, ma che sarebbe tornato per la fine della settimana in Italia, per via del suo nuovo programma per Rai 2.


Alvaro era seriamente agitato. Aveva paura di fare un torto al suo nuovo amico, ma il giorno arrivò, capì di aver fatto la cosa giusta.


Stava camminando per i corridoi , quando vide qualcuno fuori dalla porta di Federico.


Mika se ne stava li, con uno dei suoi completi colorati, imbambolato con il pugno alzato a mezz'aria, pronto per bussare.


“Michael, giusto?” chiese Alvaro, porgendogli la mano.
“Oh, tu Alvaro giusto?” chiese l'altro “Grande fan. Ho cantato Sofia per tutta l'estate”
“Beh, detto da te è grande complimento”
“Vedo che sei tu che mi sostituisci? Hai pure mio camerino”
“Già” disse Alvaro “Non aiuta molto”
“è così depresso?”
“Un pò” disse Alvaro “Forse dovresti bussare”


Michael accolse il consiglio con un sorriso imbarazzato. Bussò piano, attendendo la risposta con ansia.


“Arisa, te lo giuro. Abbiamo fatto pace, siamo a....”


Ma le parole gli morirono in gola non appena aprì la porta.


“Non so se io devo offendermi, Fraud” disse Michael con un sorrisino “Allora, non mi abbracci?”
“Michael” Federico lo disse quasi piangendo, mentre si arrampicava sulle spalle dell'altro.


Alvaro si sentiva un po' un terzo incomodo. Quei due si tenevano come se fossero tornati a casa dopo un lungo viaggio. Erano uno il posto sicuro dell'altro , e Alvaro si sentì quasi invidioso di tale rapporto così stretto.


Il momento magico fu però interrotto dalle urla disumane che Arisa stava facendo lungo il corridoio.


“Dimmi che non me lo sono perso, ti prego”


Correva a per di fiato, un paio di scarpe col tacco ben saldo nella mano destra, mentre Manuel faticava a starle dietro qualche passo più indietro.


“Scusami Alvaro, non sono riuscito a trattenerla”
“Fa niente”


Quando si voltarono però, i due piccioncini si stavano baciando (con somma gioia di Arisa)


“Ok, credo che anche oggi Federico pranza con noi domani” disse sorridendo Manuel.
“Magari possiamo aggiungere un posto” disse Alvaro, ridendo.


“No, aspetta. Io voglio vedere.” protestò Arisa, mentre veniva trascinata dagli altri due.
“Dai, andiamo. Non fare impicciona” disse Alvaro.
“Uffa, però. Comunque io l'avevo detto che quei due scopavano”


Alvaro rise. Sarebbe stata la sfida più divertente di sempre.


















Soho Corner :
CIAO BELLA GENTE. Non scrivevo una Midez da secoli, lo ammetto.


Ma quei due patatoni sono tornati all'attacco, poco prima dell'inizio di xf10, e i feels mi sono tornati peggio della febbre.


Devo ammettere che ero un po' titubante. Non gli avrei dato due lire a questa giuria, lo devo ammettere, e ogni volta che Arisa vorrebbe far passare persone dubbiamente dotate solo perché “hanno personalità” mi verrebbe da andare a pigliare Skin per la giacchetta e pregarla di tornare, ma tutto sommato non sono male.


Alvaro, poi, è un vero patatino. E devo ammettere che mi è partita la bromance con il nostro coso colorato.


Sono convinta che il nostro Federico si senta un po' spaesato, al momento, ed è qui che è nata la os.


Almeno, non lo vedo brillante e spavaldo come l'anno scorso. Secondo me si sente un po' solo.


Detto questo, se il nostro libanese non lo invita almeno una volta nel suo programma su rai 2, mi sentirò tradita nel profondo.


Un bacio


jess