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Autore: CecyGoldflame    23/10/2016    2 recensioni
Tornò a guardare Tris, che allungò nuovamente una mano verso di lui. Tobias accennò a sua volta un sorriso, muovendo qualche passo verso di lei. La guardò negli occhi, sorrise e abbassò lo sguardo sulla sua mano tesa. Rialzò lo sguardo. Finalmente era felice, finalmente erano di nuovo insieme. Allungò la mano, stringendo quella affusolata e pallida di Tris.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Tobias se ne stava seduto sui gradini della sua abitazione, con lo sguardo rivolto verso l'orizzonte che iniziava ad imbrunire. Sospirò, socchiudendo leggermente le palpebre come per godersi quel momento di pace assoluta e silenzio che regnava tutto intorno a lui. Un brivido di freddo lo percorse per intero, facendolo rabbrividire. Battendo leggermente i denti si strinse nel suo cappotto, cercando di scaldarsi appena un po'. Aveva le mani intorpidite e il naso che gli pizzicava per il gelo intenso che iniziava a calare sulla cittá, sfiorandogli la pelle sottile e penetrandogli fin nelle ossa fragili. A ogni suo graffiante respiro piccole nuvolette di vapore salivano lentamente nel cielo, disperdendosi nell'aria in lente volute che si intrecciavano tra loro, creando immagini vaghe in cui l'uomo si perdeva, senza mai riuscire a distogliere lo sguardo. Rabbrividì nuovamente. Forse era il caso di rientrare. In cielo stavano iniziando a farsi spazio le luci brillanti delle prime stelle e un lieve brezza gli scompigliava i capelli brizzolati e ingrigiti dal tempo. Oh, pensò chiudendo ancora le palpebre, quanto gli mancava. Dio, quanto gli mancava. Se restava a occhi chiusi, lasciando vagare la mente, riusciva ancora ad immaginarsela lì, accanto a lui, con la sua mano poggiata su quella di lui e il suo splendido sorriso sulle labbra. Ah, quel sorriso, quelle labbra. Quegli occhi sorridenti. Quattro avrebbe dato qualsiasi cosa per vederli ancora una volta, per sentirle chiamarlo ancora. Ma evidentemente qualsiasi cosa non era abbastanza. Una piccola e solitaria lacrima gli rotolò giù, lungo la guancia arrossata dal freddo pungente, ardente contro la pelle gelida. Un tocco leggero, simile a un delicata brezza, gli sfiorò il viso. L'uomo trattenne per un attimo il respiro, senza osare aprire gli occhi, quasi con il timore che se lo avesse fatto, la vanescente presenza sarebbe scomparsa, senza mai più tornare. -Oh, Tobias, mi dispiace così tanto.- Quattro trattenne di nuovo il fiato. Quella voce, così limpida e melodiosa, così dolce, non poteva che essere la sua. E quel modo di pronunciare il suo nome, con affetto e dolore, con amore e tenerezza, con passione e meraviglia, non poteva che averlo pronunciato lei. Perchè solo lei sapeva pronunciarlo in quel modo, in quel modo così bello, che, quando gliel'aveva sentito pronunciare per la prima volta, non gli era sembrato più una cosa di cui vergognarsi, ma una cosa da custodire e proteggere, una cosa che valesse la pena di mostrarle, solo per sentirglielo ripetere ancora, solo per mostrargli tutto il suo io, consegnandolo senza esitazione alcuna. Tobias aprì gli occhi, incontrando quelli della figura che aveva davanti. -Tris- sussurrò, allungando una mano verso di lei. E lo disse, per la prima volta da tanto tempo, senza alcuna nostalgia e tristezza, solamente con l'amore incodizionato che provava per quella ragazza, per quella minuscola ragazza così forte e determinata che era riuscita a fare breccia nel suo cuore. Lo disse come se fosse il suono più dolce è più bello che avesse mai sentito, come se il solo pronunciarlo l'avrebbe riportata indietro, accanto a lui. Ma ora non importava, perchè lei era lì, davanti a lui, e lo guardava sorridendo, con le lacrime che le scorrevano silenziose lungo le guance. La sua Tris, la sua grande guerriera dal cuore coraggioso, la guerriera più forte che avesse mai conosciuto. E ora era lì che piangeva, davnti a lui, con il sorriso sulle labbra, lo stesso sorriso che Quattro aveva sognato per anni, gli stesso occhi dolci e determinati che non aveva mai dimenticato e che lo guardavano traboccanti d'amore. Ed era uguale a come l'aveva vista per l'ultima volta. I capelli biondi corti e ribelli, la canotta scura che lasciava intravedere il tatuaggio. Il simbolo della sua paura, della sua famiglia. Impresso indelebilmente sul suo corpo. Lei allungò le sue piccole mani, stringendo quelle di Quattro. Un brivido gli corse lungo la schiena, un brivido di piacere e di gioia che si stava diffondendo in tutto il corpo. Un'ondata calda che non sentiva da tempo, un'ondata calda che lo riscalò e lo sembrò proteggere dal freddo pungente. Tris gli sorrise, allungando una mano verso di lui e accarezzandogli piano il volto, sfiorandogli la pelle e la barba grigia e corta. Sorrise nuovamente, tornando a fissarlo negli occhi. Quattro sorrise a sua volta e si alzò, facendosi guidare, stringendo con mani tremanti quelle pallide della sua ragazza. La sua ragazza. Da quanto tempo non gustava più il suono di quelle semplici parole. Da quanto tempo non gustava più il nome di Tris che sussurrava flebilmente tra le labbra. La ragazza lo condusse lentamente su per le scale, guidandolo nella sua camera e facendolo sdraiare a letto. Gli rimboccò le coperte, sedendosi sul materasso accanto a lui, accarezzandogli il volto con tocchi leggeri e delicati. Gli passò una mano tra i capelli. -Mi dispiace così tanto, Tobias- sussurrò, mentre le lacrime iniziavano a velarle la vista. -Non avrei mai voluto lasciarti.- -E allora non andartene, non andartene più. Resta qui con me- disse con voce debole l'uomo, posando la mano sulla sua. La ragazza sollevò un angolo della bocca. -Non ti lascerò mai più- promise, alluggandosi e posandogli sulle labbra un bacio delicato e fresco come un tenue venticello primaverile. Tobias sorrisse, chiudendo lentamente gli occhi. -Non ti lascerò mai più- continuò a sussurrargli, cullandolo. Quattro, con il sorriso sulle labbra, abbassò le palpebre che si erano fatte ormai troppo pesanti per riuscire a tenerle aperte. E poi, che bisogno ne aveva? L'aveva rivista, questo era l'importante, tutto il resto non contava. Poi, il buio lo accolse tra le sue confortevoli braccia, cullandolo verso un sonno da cui non si sarebbe mai più svegliato. Eppure, Tobias continuava a vedere la sua camera davanti a sè, e il viso di Tris che lo fissava. Lei gli sorrise debolmente, alzandosi dal letto e fermandosi sulla soglia della porta, voltandosi verso di lui. Inclinò leggermente la testa, e allungò una mano verso di lui, invitandolo a raggiungerla. Senza pensarci Tobias scostò le coperte, alzandosi in piedi. Si bloccò, rivolgendosi uno sguardo stupito. Le mani era tornate abbronzate e lisce, segnate solamente da qualche cicatrice chiara qua e lá , il corpo muscoloso e forte, il fiato regolare e costante. Osservò il suo aspettò nel vetro leggermente appennato. Gli occhi brillanti, i capelli nuovamente scuri e non più grigiastri, la barba sparita e una lieve luce azzurrognola che lo circondava, come quella di Tris. Si voltò verso di lei, che lo osservava sorridendo. Nel letto, un suo io più vecchio sembrava dormire, i capelli argentati e un sorriso sulle labbra. Tornò a guardare Tris, che allungò nuovamente una mano verso di lui. Tobias accennò a sua volta un sorriso, muovendo qualche passo verso di lei. La guardò negli occhi, sorrise e abbassò lo sguardo sulla sua mano tesa. Rialzò lo sguardo. Finalmente era felice, finalmente erano di nuovo insieme. Allungò la mano, stringendo quella affusolata e pallida di Tris.
   
 
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