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Autore: anilasnoches    23/10/2016    0 recensioni
Il più grande svantaggio di vivere in un seminterrato è che la mattina quando ci si sveglia,e fuori c’è una bella giornata,non si può ammirare nessun panorama attraverso le finestre.Probabilmente era per questo che,nella mente autolesionista di Massimo,ogni mattina le prime parole a cui pensava fossero quelle che suo padre soleva dire quando le cose si mettevano male..
Ora non si trovava più nella sua vecchia camera a casa dei suoi,dove si apriva un balcone affacciato su un terreno alberato.Osservando l’unica miserevole finestrella della stanza,di circa mezzo metro per dieci centimetri,quelle parole per lui erano una beffa più che mai.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Superate finalmente le strade fiancheggiate esclusivamente da ville recintate,Anna perse ogni punto di riferimento.Lasciando cadere lo sguardo che si era fissato su uno stormo di gabbiani che per ora dominava il cielo,vide disegnarsi tutt’intorno una vasta distesa di terreni arati,pensando con sfiducia alla possibilità di trovare la villa di Domiziano.
In secondo piano,alla loro sinistra,si stagliava un bosco di pini marittimi,preceduto da una bassa vegetazione e qualche albero di leccio.
Potevano inoltrarcisi e sperare nella buona sorte.Ma sarebbe stato un salto nel buio,pensò Anna.
Le catene montuose che si scorgevano tutt’intorno,lontane come tifosi che guardano la partita dal terzo anello,sembravano essere le uniche spettatrici della sua rassegnazione.Oltre naturalmente a Massimo.
- Ok,lo ammetto,non so dove cazzo stiamo andando!
- Ma va…? – rispose Massimo,non riuscendo ad evitare di tradire del sarcasmo nel suo commento.
- Quindi l’avevi capito?E che aspettavi a dirmelo!?Di arrivare a Frosinone!?
La bianca scia di un aereo aveva quasi tagliato in due il cielo.Ipnotizzato da questa,Massimo si rese conto di essere tremendamente stanco,tanto da non riuscire a controbattere niente all’inconcepibile provocazione di Anna.Dal canto suo,Anna era altrettanto distrutta,e la diatriba morì sul nascere.
Logorati dal caldo che si faceva sempre più asfissiante e spaesati come un ragioniere ultrasessantenne il mattino della pensione,si risolsero a proseguire sul sentiero battuto che si staccava perpendicolarmente dalla strada asfaltata da cui provenivano,in direzione del bosco di pini.Tuttavia,giunti ad un leccio che fiancheggiava il sentiero,si lanciarono uno sguardo d’intesa e quasi simultaneamente si stesero alla sua ombra.Nelle loro intenzioni avrebbero dovuto riposarsi solo dopo aver raggiunto il bosco,ma dopo i primi cinquecento metri i loro propositi andarono a farsi benedire.
-- Ah! – esclamò Anna,tirando un sospiro di sollievo – io da qui non mi ci alzo più! --.
Un'altra scia perpendicolare alla precedente e altrettanto persistente stava di nuovo per tagliare in due il cielo,formando un’inquietante croce bianca assieme alla prima.
-- Idem --.
Con gli occhi fissi al cielo,Massimo si scervellava su come chiedere ad Anna il perché gli avesse mentito quella mattina.Tuttavia,aveva paura di scombussolarla come la sera prima.Anna suo malgrado capi che lui avrebbe voluto chiederglielo,perché i minuti passavano troppo silenziosi e Massimo si ostinava a non guardarla.Non ebbe la forza di spiegarsi,però,scaricando su di lui tutto l’onere di lacerare quel silenzio che appesantiva l’aria come umidità.
-- Se facesse un po’ più freschino,oggi si starebbe da dio…
Altre due scie in cielo andavano ad incrociarsi alle prime,stravolgendo la croce che avevano disegnato precedentemente.
-- Già… -- rispose Anna,osservando una lucertola poco distante da loro che prendeva il sole.Quell’animale a sangue freddo era l’unico essere vivente che riuscisse a vedere fuori dall’ombra del leccio.
I minuti divennero ore.Ore che per Massimo sembravano mesi,ad aspettare che Anna si risvegliasse.Non riusciva a capacitarsi di come avesse fatto a prendere sonno.Immaginò che evidentemente fosse abituata ad addormentarsi in condizioni estreme.Intanto pazientava stoicamente,osservando le scie che copiosamente continuavano a rigare il cielo.Ormai erano passate quattro ore da quando si erano messi a riposare all’ombra di quel leccio,quando Anna si risveglio.Il cielo aveva assunto un aspetto a “griglia sfumata”,perché le scie che vi persistevano abbastanza a lungo si espandevano,andando ad oscurarne anche larghe porzioni.Come avrebbe potuto,un osservatore ingenuo,immaginare che fra quelle candide e suggestive formazioni bianco perla si nascondessero scarichi di carburanti aeronautici e agenti chimici da geoingegneria climatica,del cui impatto ecologico Massimo dubitava.
-- Scusami,non mi era mai successo prima di… -- Anna si interruppe improvvisamente,stropicciandosi gli occhi per il sonno,quando Massimo girò la testa per guardarla.Lo squadrava come se lo vedesse per la prima volta.
-- Oh,ma che strano.Non avevo ancora notato che tu avessi gli occhi chiari.Anche se non riesco a capire se sono cerulei o cosa.Cavolo,non riesco capire la giusta sfumatura --.
Neanche lo stesso Massimo era in grado di riconoscere quale fosse l’effettiva sfumatura dei suoi occhi.Da anni non riusciva nemmeno più a compiacersi nel guardare allo specchio quelle iridi che sembravano sbiadite dalla vista di numerose generazioni,anonime al pari della sua spoglia camera in affitto.Quel colore così triste si rifletteva perfettamente nell’azzuro lattiginoso del cielo,ovattato dagli aerosol rilasciati dagli aerei che in parte schermavano i raggi del sole.
Ma se da una parte gli appariva in maniera evidente cosa ostacolasse la luce del sole che dipingeva il cielo sopra le loro teste,dall’altra non arrivava a spiegarsi cosa invece oscurasse la luce nei suoi occhi.
-- Vada per il ceruleo.Dopotutto,anche mia madre li ha di questo colore. 
Anna sporse il labbro inferiore,riservandosi qualche dubbio.
-- Comunque non mi spiego che ci fai assieme a Cosimo e Pina.Io mi sarei barricato nella sauna interrata in cui vivi,piuttosto che passare una settimana assieme a quei due.
-- Questo perché non ci sei mai stata intorno all’ora di pranzo.
-- Ma non hai altri amici? --
La domanda di Anna fu a bruciapelo,quasi brutale.Brutale come lo sarebbe un bambino,tuttavia,come si evinceva dallo sguardo sinceramente interessato di lei.
Massimo non si scompose,e le rispose con il suo solito tono fievole:
-- Il fatto è che ho paura di me stesso quando passo troppo tempo da solo.I pensieri e le sensazioni cominciano ad affollarsi dentro di me in maniera completamente arbitraria.Tutto quel peso… -- la sua voce si spense lentamente,come il ritornello ripetuto alla fine di una canzone.
-- Tutto quel peso…? – lo incalzò Anna.
-- Insomma,mi fa sentire a disagio – concluse.
-- Come ti capisco.Stare da soli al cospetto della propria coscienza ti carica di responsabilità.A volte anche troppe per le spalle mortali che ci ritroviamo.Tra l’altro nella mia testa è come se vigesse l’anarchia ad un certo punto,perché ho come l’impressione che i miei pensieri non mi appartengano più e siano indipendenti dalla mia volontà.E poi alla fine ci si mette anche la nostalgia…. --
Massimo si stupiva della facilità con cui Anna cambiasse tono e registro nel suo modo di parlare,per lui che era l’equilibrio per antonomasia quando si esprimeva.Per un momento si illuse anche di poter venire a conoscenza di qualche episodio della sua vita,prima che lei distruggesse le sue speranze:
-- Vabé,si sono fatte le due.Forse è meglio che ci avviamo.Te la senti di continuare?Non ci credo più di tanto che la riusciamo a trovare questa villa.
--  Certo.Non voglio che questa giornata finisca così presto.Erano anni che non mi sentivo così vivo…e poi,non abbiamo niente di meglio da fare --.
Approssimandosi ai piedi del bosco di pini,sentirono tutta l’inconbenza di quegli alti fusti che potevano raggiungere anche i trenta metri.L’immaginazione prese il largo,oltre il non poter vedere di quelle piante che si moltiplicavano una dietro l’altra,esponendoli al potere della suggestione.Cosa avrebbero scovato oltre i meandri di quel bosco?Un tesoro trafugato?Un corpo in decomposizione?Un covo occulto?O semplicemente,quello che stavano cercando?


 
   
 
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