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Autore: DantesXY    24/10/2016    0 recensioni
La storia narra delle avventure di Matt, un ragazzo di 17 anni che desidera ascendere alla carica che regola e governa il mondo fantastico di Astoria: essere uno Zodiac. Per raggiungere il suo obiettivo, però, verranno messe a dura prova le sue conoscenze e le sue capacità contro mostri, nemici potenti e personaggi oscuri che cercheranno di ostacolare lui e i suoi compagni in un'avventura ricca di mistero e dove la linea di confine fra scienza e magia è impercettibile.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 7: SULLE TRACCE DELLA PAURA
Il treno partì la mattina presto alla volta di Tarax ma nessuno ci fece caso e i passeggeri continuarono a dormire beatamente fino alle dieci passate, quando tutti erano già svegli e presi dai loro programmi e dalla routine giornaliera. Matt vide Ellen e Alex pigiare i tasti dei loro portatili alla ricerca delle informazioni circa il segreto nascosto all’interno del tunnel e ricordandosi che anche lui si era portato dietro il computer decise di cercare degli articoli riguardanti la situazione a Borrago. Si sedette su uno dei divanetti a pouf liberi con il portatile sulle gambe e un bicchiere di succo poggiato per terra vicino a lui e senza perdere altro tempo cominciò a cercare in vari siti e archivi giornalistici. Tutte le notizie trovate delinearono un quadro davvero raccapricciante: sedici persone, tra cui cinque donne e due bambini, erano state trovate morte con ferite da taglio molto profonde in luoghi isolati e lontani dai centri abitati. Il ragazzo si turbò non poco davanti alla lista di nomi e foto delle vittime e proseguì per cercare altri dettagli ma sentì una mano cadere sulla spalla che lo spinse a spostare lo sguardo dal pc verso il volto sereno e sorridente di Myrion. Il vecchio si sedette sul pouf di fianco al figlio e chiese -Che cosa c’è? Ti vedo un po’ turbato-. Con un po’ di riluttanza Matt prese un sorso dal bicchiere e lasciò il pc all’uomo in modo che potesse leggere l’articolo della strage. Quel suo sorriso si spense sempre più mano a mano che leggeva le righe che componevano l’articolo e quando ebbe finito, il ragazzo non riuscì a trattenersi -Perché permettete che una cosa del genere accada? Va avanti da tre mesi e la polizia e gli investigatori sono palesemente in alto mare!-. Lo Zodiac prese un lungo respiro e rispose -Secondo lo statuto degli Zodiac, l’organo può decidere di gestire la cosa o mandare uno o più membri solo se la situazione viene considerata altamente pericolosa e se vi è la richiesta di aiuto dalla città o dalla regione interessate. Questo...- puntò il dito verso il monitor -...può essere considerata una situazione altamente pericolosa ma non c’è stata alcuna richiesta di soccorso. Almeno che io sappia-. Matt trovò in quel ragionamento logico un qualcosa di freddo che lo spinse a chiudere il pc di scatto e dire -Alle volte non bisogna aspettare che qualcuno chieda aiuto per darlo-. -Lo so...- rispose con malinconia l’anziano -Detesto anche io questo sistema- e dopo avergli dato una carezza, si alzò dal divanetto dirigendosi verso Erika e Sara intanto prese a discutere.
Matt passò l’ora successiva nel dormitorio, leggendo un libro e cercando togliersi di dosso l’amarezza di quella discussione. Poi la porta si spalancò per lasciar entrare tutti i suoi amici, comprese anche le ragazze che mostravano un certo imbarazzo a entrare nel loro dormitorio. -Ehi, che sta succedendo?- chiese quello scattando quasi subito in piedi. -Non lo so- rispose Daniela  -Ma hanno detto che devono discutere. Però potevano anche mandarci nei nostri rispettivi dormitori, senza tutta questa messinscena-. Tutti entrarono in un silenzio che meglio rappresentava il loro stato pensieroso finchè Ellen non chiese a Matt -Non è che tu hai a che fare con questa cosa?-. Lui restò muto a fissare i suoi amici  che lo guardavano come se fosse sotto processo e allora rispose -Ecco...Non è detto che ne stiano parlando ma ho fatto delle ricerche su quanto sta accadendo a Borrago e...le ho mostrate a mio padre-. -Ma sei deficiente?!- proruppe Fabrice -Avevamo deciso di starne fuori!! Che ti è preso?!- e lui replicò snervato -Lo so! Anche io non volevo farmi coinvolgere però...- prese un respiro per calmarsi -Sedici persone sono morte e uno non può andare avanti e fare finta di nulla-. -Non è che abbia tutti i torti- disse Elisa in suo sostegno -Nessuno è così freddo da ignorare una situazione del genere- e di contro Alex verbiò -Sì ma abbiamo una missione. Non possiamo deviare dal nostro programma per una cosa che potrebbe tranquillamente essere risolta dalla polizia-. Matt cercò a quelle parole lo sguardo di Ellen per avere un po’ di supporto ma lei abbassò la testa verso terra: anche lei la pensava come Alex. Il gruppo si spaccò in due in quel momento e la tensione era palpabile, però Elisa disse sorridente -Non è detto che stiano parlando di questo ma in ogni caso vediamo di stare calmi. Può darsi che ci stiamo fasciando la testa per nulla-.
In seguito Alex e Ellen si portarono avanti per parlare -Parlando d’altro, approfittiamo della situazione per dirvi che purtroppo le nostre ricerche hanno portato a poco o nulla-. Ellen tirò fuori un foglio su cui vi erano segnate a penna tutto quello che aveva trovato insieme al collega -Come sapete il Tunnel Mavros venne costruito a scopo strategico per collegare l’antica fortezza con la Piana della Caccia senza dover scalare o aggirare i monti delle Marianne. Tuttavia non ci sono testimonianze di nulla che potrebbe risiedere lì, anche perché venne sigillato subito dopo la Battaglia della Piana-. Lei richiuse il foglio e lasciò a Alex la parola -Però abbiamo letto diverse volte in alcuni estratti di veterani della battaglia un certo “Flagello dello Zodiaco”, i cui dati sono misteriosamente stati oscurati o cancellati. Può essere un mostro oppure una persona ma si può ipotizzare che al momento sia questo essere la causa della loro preoccupazione-. -Quindi, riassumendo...- disse Fabrice -Gli Zodiac non vogliono che passiamo da quel tunnel perché sanno o ipotizzano che qualcosa di molto pericoloso abbia preso dimora lì. E questo qualcosa potrebbe essere il fantomatico Flagello di cui non si sa assolutamente nulla. Non è granchè...-. -Possiamo chiederglielo, no?- propose Andrew -Non credo che ci darebbero una risposta- rispose una perplessa Daniela che venne interrotta nel suo discorso dal rumore della porta alle loro spalle. Sull’uscio apparve la figura di Massimo che pronunciò un semplice -Fuori- con un tono che lasciava intuire il suo cattivo umore.
Tutti si sedettero attorno al tavolo dove gli Zodiac avevano preso già posto tranne Erika, che se ne stava in piedi a fissare gli studenti dal primo all’ultimo. -Volevo comunicarvi...- cominciò la Leonessa con tono serio -Che io e i miei colleghi abbiamo deciso di fare una sosta presso Borrago-. Nessuno si scompose a quella rivelazione dato che sapevano che sarebbe andata così -Myrion ha portato alla luce la questione riguardante il “Mostro” che si aggira per la città. E nonostante non ci sia stata la richiesta di aiuto, abbiamo deciso che sarebbe meglio fermarsi e vedere di risolvere questa faccenda-. Matt era emozionato all’idea di lavorare fianco a fianco con loro ma Erika non aveva ancora finito -Solamente io e Myrion vi seguiremo a terra e vedremo il vostro lavoro sul campo-. -Come mai solo voi?- chiese Ellen lanciando un breve sguardo agli altri membri -Matheius ha da lavorare su dei progetti, Sara e Pria non si sono ancora riprese del tutto dai danni e per questo vogliono risparmiare le energie e Massimo...- lei non disse nulla ma ci pensò lui a dire quello che pensava -Francamente ritengo questa cosa una perdita di tempo. Se dobbiamo fermarci per risolvere tutti i problemi altrui non arriveremo mai a destinazione e aggiungo inoltre che non è stata inoltrata alcuna richiesta di aiuto. Però la maggioranza ha deciso e quindi sto con loro-. A quelle parole tutti sentirono un insolito fastidio e nervoso che spinse Elisa a chiedere -E secondo lei questo è un atteggiamento degno di uno Zodiac?-. L’uomo squadrò la ragazza con severità e disprezzo -Non mi faccio rimproverare da una mocciosa. Io ho più esperienza e so che è colpa di ritardi come questi che molte missioni sono andate al diavolo. Se avessi saputo che avremmo seguito i capricci di un lattante me ne sarei rimasto nella capitale-. Matt si alzò di scatto dalla sedia facendola cadere per terra e caricando energia nei suoi cristalli che iniziarono a emettere scariche elettriche nere attorno al suo corpo. Massimo, per nulla deciso a farsi minacciare così, si alzò con tutta calma e disse -Se ti credi capace di battermi, perché non fermiamo il treno per vedere se ci riesci?- rilasciando subito dopo una potente ondata di energia che fece tremare l’intero vagone. Matt rimase immobile ma sentì l’irrefrenabile desiderio di allontanarsi quanto più possibile da lui a causa dell’enorme pressione generata dalla sua potenza. Tutti i suoi amici scattarono in piedi con l’intenzione di proteggerlo ma anche per tenere una posizione di sicurezza. Myrion e Erika rilasciarono contemporaneamente una potente scarica di energia in modo da contrastare quella di Massimo che, vistosi in netta minoranza, si calmò e si sedette al suo posto. -Te l’ho già detto e non voglio più ripetermi- disse Myrion con tono serio -Matt mi ha solamente mostrato la questione e se avessi ritenuto inutile l’intervento anche io mi sarei detto contrario. Solo perché lui è mio figlio non significa che gode di un trattamento di favore-. Il Toro non rispose nulla ma si alzò e si diresse verso il dormitorio, scomparendo dietro la porta dopo aver corretto il Sagittario -Figliastro-. La calma ritornò nella stanza quando tutti si risedettero ai loro posti e Matheius disse -Perdonatelo. Ci siamo abituati alle sue sparate ma in confronto a suo fratello è il più ragionevole- ma Matt non lo perdonò e rimase seduto immobile con i pugni serrati sulle ginocchia e gli occhi chini sul tavolo. Erika riprese poi la parola -Io e Myrion coordineremo un piano per poter rintracciare questo tipo e voi agirete secondo le nostre direttive. Sarà un ottimo materiale per valutare chi prenderà il suo posto- indicando l’anziano uomo che concluse -Arriveremo a Borrago fra un paio di ore. Riposatevi e preparate i bagagli con il necessario- concludendo così la riunione. Matt ritornò con Alex, Fabrice e Andrew nel dormitorio dove vide Massimo di nuovo a letto, con la schiena come sempre rivolta verso la porta. Nessuno volle commentare quanto era successo prima e si sistemarono sui loro letti ma Matt era rimasto ancora sull’uscio a fissare rabbioso lo Zodiac a cui disse serio e deciso -Quando sarò abbastanza forte ti farò rimangiare tutto quello che hai detto oggi-. Non sapeva se quello avesse udito o meno le sue parole ma quando si sdraiò sul letto sentì la sua voce dirgli -Quando vuoi- facendolo innervosire ancora di più. E rimase così crucciato fino all’arrivo alla città di Borrago.
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Il cielo sopra Borrago era pieno di nuvole grigie e temporalesche quando l’Excalibra arrivò alla stazione ferroviaria. Il gruppo decise di dividersi come segue: Massimo, Matheius, Sara e Pria rimasero all’interno del vagone per sorvegliarlo come prestabilito; gli studenti raggiunsero mediante alcuni taxi un hotel ubicato nel centro della città e Myrion e Erika si diressero verso il comando centrale della polizia per ottenere le informazioni su cui lavorare. Durante il tragitto Matt provò una sensazione di malinconia nel fissare l’ambiente cittadino: le poche persone in giro camminavano dando l’impressione di guardarsi costantemente le spalle, col timore di essere una nuova vittima di quella catena omicida, e tutto assumeva una tonalità di grigio che conferì un aspetto ancora più deprimente. Ellen, che era in macchina con lui, gli diede un colpetto sulla testa per svegliarlo e per punzecchiarlo ma ciò che ottenne da lui fu un debole sorriso prima di girare la testa di nuovo verso il finestrino.
Giunti all’hotel e sistematosi nelle stanze affidate, Matt si distese sul letto a fissare il soffitto mentre Alex e Andrew sistemarono le loro valigie vicino ai loro letti. -Che schifo di città...- disse Alex fissando gli edifici e le strade di Borrago dalla finestra e Andrew subito lo corresse -Questa città ha visto giorni migliori. Non biasimarla-. Matt si tirò sui gomiti per meglio squadrare i due e disse -Penso che ci siano stati serial killer e omicidi qui ma è come se tutto fosse “malato”. Non riesco a spiegarmi questa strana sensazione-. Nessuno parlò più da quel momento e ognuno pensò agli affari suoi fino al momento in cui qualcuno bussò alla loro porta. Andrew si alzò per aprire e fece entrare nella camera Daniela che disse ai tre -Myrion e Erika sono tornati. Ci vogliono nella loro camera- costringendo gli altri due ad alzarsi dal loro letto e seguire i due oltre la soglia della porta e attraverso il corridoio fino alla stanza.
All’interno tutti erano sistemati sui letti e sui divanetti a fissare la parete dove si stagliava un’enorme cartina della città e alcuni post-it che riportavano eventuali dati e dettagli. -Prima di cominciare vorrei dire una cosa- disse il sagittario ai sette -Ho contatto Ophiucus e l’ho aggiornato sulla nostra situazione. Sebbene lui sia d’accordo sull’intervenire, ha detto che la nostra missione principale ha la priorità. Per cui avremo solamente tre giorni per risolvere la situazione, poi dovremo partire senza discussioni- e non proseguì oltre finchè non ottenne il consenso di tutti. Myrion prese un bel respiro e con  un’espressione seria disse -Direi che possiamo cominciare-.
-Negli ultimi tre mesi sono stati registrati sedici omicidi compiuti con lo stesso modus operandi da un individuo che non si fa scrupoli neanche nell’uccidere bambini. I punti rossi e i numeri che vedete segnati sulla mappa indicano rispettivamente i luoghi e l’ordine con cui sono stati trovati i corpi - spiegò Erika scorrendo il dito su uno dei punti segnati -Nella maggior parte dei casi sono stati trovati in vicoli bui oppure in zone molto isolate dai centri abitati. Solo questi tre...- indicando i punti “1”, “2” e “3” sulla mappa -Sono avvenuti vicino a parchi oppure abitazioni-. Tutti ascoltavano e osservavano pensierosi la cartina mentre Myrion prese la parola -Quei tre si sono verificati nell’arco della prima settimana. Da quel momento il nostro assassino ha seguito un programma: uno o due omicidi alla settimana concentrati in luoghi come la zona industriale e i campi agricoli- indicando le due zone all’estremità superiore e inferiore. Alex disse -Però non si spiegano questi casi isolati in zone tanto diverse- indicando i punti di interesse e Erika replicò -Si potrebbe pensare che siano delle “esche” per attirare le indagini lontane da una specifica area. Infatti, escludendo i primi tre omicidi e quelli che hanno coinvolto più di una persona, i singoli casi sono accaduti per la maggior parte in una zona diversa dalla precedente-. Ellen si alzò poi dalla sua posizione e incrociò le braccia sotto al seno con fare sdegnoso -Ma stiamo parlando di sedici omicidi, diamine! Possibile che non ci siano dei testimoni?!-. La Leonessa volse per un attimo il capo verso Myrion che, con un cenno del capo, acconsentì di mostrare al gruppo il contenuto di un cd tirato fuori da una piccola busta gialla. -Abbiamo le registrazioni degli ultimi momenti di vita di due delle vittime. Tutto questo non è stato distribuito alle emittenti tv e perciò il suo contenuto deve rimanere in questa stanza- spiegò l’uomo mentre la sua compagna accendeva la tv e inseriva nel decoder il cd.
Nel primo video c’era un uomo visibilmente spaventato e agitato che camminava per la strada in mezzo alla folla continuando a guardare insistentemente dietro di sè e questo fino al momento in cui scomparve in un vicolo che poi sarebbe stato il luogo del ritrovamento del suo cadavere. Nel secondo e ultimo video si vedeva l’interno di un ascensore che apriva le sue porte per far entrare una ragazza che era nello stesso stato d’animo dell’uomo di prima. In preda al panico cominciava a spingere tutti i bottoni dei piani, a nascondersi in un angolo della cabina e a gettare alle volte la testa fuori per vedere se c’era qualcuno. Poi tutto diventò offuscato da una strana nebbia ma fu abbastanza visibile da mostrare la ragazza uscire sull’uscio e cominciare a gesticolare e a parlare da sola. Infine si mosse nella direzione da cui era venuta, dirigendosi come dissero gli articoli sul tetto dell’edificio dove venne ritrovata morta dopo diversi giorni dalla sua scomparsa.
Tutti rimuginarono sulle immagini appena visionate e dopo aver dato abbastanza tempo Myrion chiese ai sette -Allora, mi sapete dire che cosa c’è di strano in questi due filmati?-. Fabrice prese la palla al balzo e cominciò -Nel primo video l’uomo sembra stia scappando da qualcuno che lo sta inseguendo ma se osserviamo bene fra la folla non c’è nessuno che sembri un inseguitore- dopo di lui venne il turno di Daniela che alzò la mano per chiedere la parola -Io vorrei chiedere una cosa del secondo video: la ragazza aveva qualche disturbo mentale?-. -Era perfettamente sana e così anche l’uomo- rispose Myrion prima di lasciare la parola a Elisa -Possiamo concludere che la ragazza fosse sotto ipnosi o soggetta a una allucinazione. Però da questo non possiamo capire né chi sia l’assassino, né come abbia agito-. A Matt poi giunse un’idea -Hanno controllato le registrazioni e gli ospiti dell’albergo? Forse l’assassino ha pernottato lì oppure è stato ripreso dalle telecamere- ma Erika negò la cosa -Gli ospiti e lo staff erano puliti e nelle registrazioni non c’era niente di sospetto- abbattendo la deduzione del giovane che si lasciò cadere con la schiena sul letto. Nessuno aveva idea su come rintracciare il killer e l’idea di mollare tutto si fece piano piano largo fra le loro menti ma poi Erika sbattè il palmo della mano sul muro dove era appesa la cartina -Ehi, non vi arrendete così! Essere Zodiac significa anche creare un piano con pochissimo materiale! Spremete le meningi e ditemi un modo per catturare la vostra preda!-. In tutta risposta Alex ribattè seccato -Anche se riuscissimo a pianificare qualcosa, le leggi della probabilità ci vanno contro!-. Il ragazzo si alzò dal divanetto e si mise davanti alla cartina -E’ una città con duecentomila persone e ci sono molti posti dove nascondersi! L’idea migliore sarebbe quello di attirarlo in una trappola o semplicemente aumentare i controlli nei luoghi degli ultimi omicidi- indicando le zone contrassegnate dai numeri “14”, “15” e “16” -Ma per come è cauto direi che è quasi impossibile prenderlo, sempre se non abbia abbandonato la città. E poi il nostro tempo è limitato: non sappiamo neanche se colpirà nei tre giorni che abbiamo-. Finito il discorso, Alex ritornò a sedersi spossato e mentre gli altri sei studenti rimasero turbati dalle sue parole, Myrion e Erika sorridevano sornioni. -Che avete da sorridere?- sbottò nel vedere quel loro atteggiamento e il vecchio rispose -Escludendo il tuo atteggiamento disfattista, direi che il tuo piano si è avvicinato di molto a quello che abbiamo preparato- risvegliando con quell’affermazione l’attenzione e la curiosità dei sette. -C’è una cosa che non abbiamo rivelato- iniziò il sagittario -Il nostro amico non se ne è andato dato che l’ultimo omicidio risale a due settimane e in questo lasso di tempo non è successo nulla che possa ricollegarsi a questo caso nei paesi limitrofi. Semplicemente per qualche motivo il nostro amico non ha mosso un dito. Noi abbiamo chiesto una settimana per catturarlo ma Ophiucus ha deciso di ridurla a questi tre giorni dove, secondo lui, la probabilità che lui esca dalla sua tana è molto alta-. La tensione accumulata nella stanza si sciolse come neve al sole e Matt e altri si lasciarono andare a qualche risata incredula per esserci cascati così. Fatta eccezione di Alex che invece rimase innervosito dalla cosa. -E perché non ce l’avete detto prima?!- protestò dalla sua poltrona -Volevamo vedere come avreste reagito e per verificare la vostra capacità di pianificazione- rispose la Leonessa visibilmente scocciata dal suo muso -Fattela una risata qualche volta! Sarai pure arguto ma il tuo atteggiamento pessimista non è d’aiuto- zittendolo una volta per tutte. -Abbiamo parlato con il capo della polizia- ricominciò Myrion -A partire da stasera aumenterà la sorveglianza nei distretti degli ultimi omicidi e lascerà sguarnita o poco sorvegliata le altre zone di cui noi ci occuperemo-. Alla fine della spiegazione si intromise Erika -Essendo noi nove, ci divideremo in tutto in quattro squadre: tre da due e una da tre. Tre di queste resteranno di vedetta nei punti di interesse mentre una resterà nel centro per avvertire gli altri di movimenti sospetti. Stasera ci incontreremo sul tetto dell’albergo dove vi informeremo di ulteriori dettagli-. Myrion concluse la riunione dicendo -Bene, se non avete altre domande potete andare. Tutti tranne Daniela- lo sguardo del gruppo passò su Daniela che si puntò con l’indice come per confermare la decisione -Si. Ho bisogno di parlarti in privato. Vi consiglio di godervi il resto della giornata: pensare troppo alle cose brutte stressa non solo la mente ma anche il corpo-.
Il gruppo si incamminò attraverso il corridoio senza dire nulla ma poi Elisa chiese -Bhè, che vogliamo fare? Vogliamo andare da qualche parte?-. Tutti si voltarono verso di lei e Alex disse -Suggerisci. Mi scoccia starmene in camera- e non era l’unico a pensarla così. Per cui tutti decisero all’unanimità.
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Tutti si radunarono in una sala giochi nelle vicinanze, dove a differenza delle strade della città vi era molta vitalità caratterizzata da ragazzi e adulti che desideravano come loro allontanare i pensieri da quello che stava accadendo. Matt, Alex e Andrew erano radunati attorno a un tavolo da biliardo per una partita a carambola, Fabrice si destreggiava fra i vari cabinati di videogiochi e infine Ellen e Elisa si concedevano una serie di partite a freccette.
Nonostante il suo impulso a mettersi alla prova nel campo del biliardo, Matt non era mai stato bravo a quel gioco e infatti qualsiasi tiro facesse spingeva le palle bersaglio in qualsiasi punto tranne la buca, fatta eccezione per la palla bianca. -Secondo me ti servirebbe qualche lezione- scherzò Andrew che nel mentre spinse l’ennesima palla in buca con un colpo secco -Sai, non l’ho mai ritenuta una cosa di vitale importanza. Però vedrò di rifarmi-. Alex intanto continuava a giocare senza dire nulla e ciò spinse il ragazzo di colore a chiedere -Sei ancora preoccupato per il piano di stasera?-. Quello interruppe il gioco nel mentre dell’azione e replicò serio -Mi chiedo ancora come fanno a essere sicuri che stasera succederà qualcosa. Cosa gli dà tanta sicurezza? Solo le parole di Ophiucus?- e con rabbia repressa colpì la palla bianca che rimpallò contro le pareti senza colpire nulla. Matt si distese sul tavolo in ardesia per prendere la mira e nel farlo si sentì gli occhi di entrambi rivolti su di lui, in attesa non del tiro quanto invece delle sue parole. Quello alzò la testa per fissare i due e disse con tono desolato -Non starete pensando che solo perché ho come padre uno Zodiac io ne sappia più di voi?- e il loro silenzio rispose alla sua domanda. -Bhè, mi dispiace ma non so niente. Mio padre non parla mai di lavoro con me, figuratevi del suo capo- e detto ciò, la stecca colpì con forza la palla che ne prese due senza mandarle in buca. Con sua somma delusione cedette il posto a Andrew che non riuscì nel suo intento e infine ad Alex che prese posizione e disse -Comunque hanno ragione: devo smetterla di essere così negativo e avere un po’ di fiducia. Vedremo poi che succerà- vibrando il colpo che segnò la fine della partita mandando la palla in buca, con lo sconforto di Matt che risultò terzo e ultimo nella classifica per i pochi punti fatti.
Matt si diresse poi verso i cabinati da gioco dove aveva preso residenza Fabrice, lasciando Alex e Andrew che intanto stavano cominciando un’altra partita. -Ehi- si introdusse così all’amico che invece guardava lo schermo concentrato mentre le mani si muovevano veloci nel premere pulsanti e spostare levette. Volle fare però un secondo tentativo e perciò disse curioso -Non ti facevo così bravo a Street Combat. Io ci ho giocato un paio di volte ma mi confondevo sempre con i tasti per fare le combo- ottenendo finalmente una risposta dal giocatore -In effetti i primi tempi è così. Io avevo la sala giochi praticamente sotto casa, quindi quando volevo rilassarmi scendevo e mi concedevo un paio d’ore di svago. Sono il più forte a questo gioco-. Matt acconsentì col capo e poi volse lo sguardo al cabinato di fianco che consentiva a due giocatori di sfidarsi l’uno con l’altro allo stesso gioco. Di certo non sperava di vincere contro un esperto come lui, eppure chiese a quello -Che ne dici di fare dopo un uno contro uno?- che nel mentre aveva terminato l’incontro. Il ragazzo dalla chioma bionda lo scrutò dalla testa ai piedi e disse spavaldo -Rendiamo la cosa più interessante. Scommetto 20 Kaloi che non riesci a battermi-. Matt all’inizio non volle accettare la scommessa ma da come quello lo guardava con superiorità non potè fare a meno di prendere il portafoglio e tirare fuori la somma pattuita, scommettendo oltre i soldi anche il suo onore.
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Ellen si posizionò oltre la linea gialla  a terra, posta a una certa distanza dal bersaglio tenuto sulla parete, e alzò la mano destra con la freccetta all’altezza del capo. La concentrazione era visibile nel suo sguardo intento a prendere la mira verso il centro e nel momento dello scocco del dardo il braccio, piegato ad angolo retto, si distese in avanti in modo da imprimere maggior forza durante il lancio. La freccetta si conficcò però nella porzione bianca corrispondente all’uno, mancando completamente il suo obiettivo. -Ma che cavolo!! E’ la terza volta che va male!- sbottò Ellen che si spostò per lasciar spazio a Elisa che nel mentre sogghignava e diceva -Tutto sta nel polso, fidati. Guarda e impara-. La ragazza prese la mira con cautela e con un movimento del polso fece partire la freccetta che si piantò nel cerchio del bersaglio, facendole totalizzare cinquanta punti. -Evvai! Allora, quanto siamo?- chiese a una particolarmente imbruttita Ellen che rispose -455 a 300. Però è assurdo: hai totalizzato tre centri perfetti di fila! Non è che stai barando?-. -Ma che dici? Sta tutto nel polso e nella mira- Elisa staccò le freccette dal bersaglio e ritornò dall’amica che stava cercando di imitare con il polso il gesto fatto da lei -Comunque mi chiedo perché abbiano tenuto Daniela con loro. Secondo te perché?-. Ellen non rispose all’iniziò, troppo concentrata a lanciare il dardo che le fece totalizzare solamente quaranta punti, e poi disse -Non saprei proprio. Forse avranno qualche commissione da farle fare per stasera-. Elisa si bloccò nel momento del lancio e volse lo sguardo alla compagna -Tu non hai un po’ paura? Sai...se dovessimo incontrare il serial killer-. Lei si grattò pensierosa il capo -Mentirei se dicessi che non sono preoccupata dall’incontrare quello squilibrato. Però conosco Myrion e mi fido, solo per Andrew e Fabrice, di Erika e quindi sono sicura che finchè siamo con loro non succederà nulla-. Elisa sorrise a malapena, non nascondendo i suoi dubbi sulla cosa, e tornò a concentrarsi sul bersaglio lì fermo sul muro. Il lancio fu preciso come sempre, concedendole gli ultimi sessanta punti che segnarono l’inevitabile vittoria su Ellen che invece sospirò e verbiò -Ricordami di non sfidarti mai a freccette. Andiamo a vedere se c’è qualche altro gioco- spostandosi verso la sala giochi incurante del leggero bagliore nella mano sinistra di Elisa, perennemente nascosta nella tasca dei pantaloni. Durante lo spostamento video Matt muoversi desolato verso il bar mentre Fabrice gli urlava dietro -Ehi, sicuro di volerti arrendere?! Andiamo! Solo altri 10 Kaloi!- ma l’unica risposta che ottenne ma che non riuscì ad udire fu un sussurrato -Fottiti-.
Il pomeriggio proseguì così fra giochi e una veloce cena al locale antistante, con risate e battute che fecero loro dimenticare l’ambiente ostile che si trovava all’esterno di quella sala giochi e la missione per cui si trovavano lì. Erano le nove di sera quando il gruppo decise di tornare in hotel per prepararsi a ciò che li attendeva.
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Essendo quella una missione di spionaggio, a Matt e agli altri fu suggerito di indossare abiti leggeri e quanto più scuri possibili in modo da nascondersi facilmente nell’oscurità e di conseguenza il giovane si presentò sul tetto dell’hotel munito di una maglietta nera, il paio più scuro di jeans che aveva in valigia e il bracciale munito di lama retrattile donatagli da Saelias al braccio destro. Tutti gli altri giunti con o prima di lui si posizionarono in cerchio attorno a Erika, vestita di una tuta nera aderente con placche di metallo nero che coprivano il petto, la vita e gli arti, e Myrion, con indosso un lungo e semplice abito grigio con ricami neri.
-Molto bene- cominciò l’anziano che dispose per terra una cartina della città -Ho ricevuto il messaggio dal comandante che tutte le zone sono sorvegliate e ho dato disposizione di prendere nominativi di chiunque passi di lì. Per quanto riguarda le squadre ci divideremo così: Matt, Alex e Andrew controlleranno la campagna- indicando con il dito indice la zona inferiore della cartina -Io, Ellen, Erika e Fabrice andremo nella zona industriale, dove è facile trovare un nascondiglio- spostandosi verso la zona superiore -Infine Daniela e Elisa resteranno al centro della città, sorvegliando la zona circostante-. Erika a quel punto disse seria -La missione proseguirà fino alle prime luci di domani. Fate dei turni per riposare e recuperare le forze e se succede qualcosa dovete contattarci-. Ad un cenno di Erika, Daniela dispose quattro fogli di carta colorati di rosso, verde, giallo e blu sulla cartina e verbiò -Questi fogli sono creati tramite la mia Fusion: Magna Charta. Posso scomporre il mio corpo in fogli di carta e manipolarli a mio piacimento e ogni singolo foglio è collegato all’altro. Per cui quando vi troverete in una situazione di pericolo e vorrete avvertire gli altri, basta strappare il vostro foglio: gli altri si coloreranno di quel colore e avvertiranno gli altri che interverranno subito-. Andrew alzò la mano per prendere la parola -Scusa, ma perché non usiamo dei cellulari o dei walkie-talkie?- e Myrion rispose -I walkie-talkie non coprono una distanza così ampia e non possiamo neanche usare i cellulari. Per esperienza personale sappiamo che è meglio usare sistemi alternativi per poter comunicare tra di noi-. Senza discutere oltre, il gruppo di Matt prese il foglio verde mentre gli altri si disputarono gli altri tre fogli rimanenti. Poi Myrion disse con tono serio -Ragazzi, io confido in voi e nelle vostre capacità. Però vi chiedo per favore di non cercare di fare gli eroi a tutti i costi: se la situazione si mette male mettetevi in salvo e aspettate i rinforzi. Detto questo...- la mano venne portata in avanti a palmo aperto, accogliendo le mani di tutti gli altri che rimasero unite per pochi secondi prima di separarsi e spingere ognuno verso la missione.
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Matt, Alex e Andrew saltarono su indicazione di quest’ultimo dall’edificio e atterrarono su una piccola nuvola di sabbia creata dalla manipolazione dei granelli di arenaria contenuti in tre piccole sacche legate alla cintola. -Scusa ma...- chiese Alex incuriosito -...perchè non la produci la sabbia?- e Andrew replicò tranquillo -Erika mi ha mostrato che consumo meno energia nel manipolare la sabbia che nel crearla. Quindi quando posso cerco di evitare- conclusa la spiegazione, le sue mani con la luce dei cristalli pulsanti andarono ad adagiarsi sulla superficie sabbiosa della zattera che partì come una saetta verso la loro destinazione. Matt volse lo sguardo indietro e poi verso le luci dei negozi e delle strade della città che si stagliava a una decina di metri sotto di loro. Quella visione gli lasciò sfuggire tale commento -Mi sarebbe piaciuto avere un potere del genere- che venne recepito da Andrew che chiese senza togliere lo sguardo da ciò che vi era davanti a sé -Perché? Che cosa sai fare tu?-. Non sapeva se rispondere o meno ma dato che forse sarebbe servito in futuro, voleva risparmiarsi la fatica di mantenerlo segreto. Prese un bel respiro e disse -Si chiama Electron Noctis. Produco scariche elettriche che sottraggono energia ai nemici colpiti. E’ utile più per assalti nell’ombra che per scontri frontali ma fanno il loro bel danno- poi le iridi nere si soffermarono su Alex e Andrew -Voi invece che sapete fare?-. Il ragazzo di colore ormai aveva già mostrato ciò di cui era capace e perciò si limitò a dire semplicemente -Arenaria-; l’altro si sistemò gli occhiali sul naso e disse tranquillo -Il mio invece si chiama Poseidon. Posso manipolare e controllare qualsiasi sorgente d’acqua e non solo...- a quel punto la sua mano divenne trasparente e liquida fino a trasformarsi in una vera e propria mano fatta d’acqua. -Mi serve un po’ di concentrazione per riuscirci e per riassumere le mie sembianze...- pochi secondi dopo la mano ritornò ad avere il suo classico aspetto -...però è molto utile- concludendo così la discussione e lasciando spazio al silenzio che rimase fino alla fine del tragitto.
Dopo una ventina di minuti, il gruppo raggiunse un’ampia zona ricca di campi coltivati e prati separati dalle strade che portavano verso la città che brillava in lontananza. Sotto di loro vi erano alcuni casolari di gente che coltivava la terra e alcune ville ma dovendo cercare un posto che rendesse più semplice la sorveglianza di un’area così vasta, il gruppo si diresse verso una chiesa non molto distante con un alto campanile che permetteva una visione completa della zona intorno. La sabbia rientrò nelle tre sacche di Andrew che si sedette stanco per terra con Alex che si assicurò delle sue condizioni. -Tranquillo, sto bene. Solo non ho mai volato così a lungo. Chi fa il primo turno?- chiese ansimante ai due e Matt disse sicuro di sé -Il primo turno lo farò io. Ci alterneremo ogni ora se per voi va bene- e non ottenendo alcun dissenso, si sedette al bordo del campanile con le gambe penzoloni nel vuoto e iniziò la sua guardia.
Le ore successive passarono lentamente e per trascorrere il tempo i ragazzi che non erano di guardia si concedevano delle partite a carte per far scorrere il tempo più velocemente, con di fianco il foglio verde che rimase immutato nel suo colore. Intorno a loro non accadde nulla se non il passaggio di qualche macchina e l’alzarsi della nebbia che rendeva leggermente più difficoltosa la visuale ma poi, verso le due del mattino, Alex chiamò l’attenzione dei due. -Che succede?- chiese Matt ad Alex che li intimò di fare silenzio e di guardare verso un auto a qualche centinaio di metri da loro che, giunta dalla città, lasciò scendere una persona prima di partire. Nessuno dei tre voleva fare supposizioni o ipotesi ma si impensierirono quando l’individuo cominciò a correre come un disperato proprio verso la loro direzione, perdendosi nella nebbia che ricopriva il campo sottostante. -Che cosa facciamo?- sussurrò Andrew verso Alex e Matt. Nessuno rispose fino a quando non sentirono le urla dell’uomo proveniente da sotto -HO FATTO QUELLO CHE MI HAI DETTO! SONO VENUTO! TI PREGO, PROTEGGETEMI!!- seguito da un urlo straziante. Alex verbiò un secco -Al diavolo!- prendendo il foglio e strappandolo in due e dicendo agli altri due  -Muoviamoci!-. Sfruttando di nuovo la sabbia di Andrew, il gruppo discese velocemente dal campanile fino a toccare il suolo per poi correre velocemente in direzione del campo agricolo davanti a sé. -Ragazzi!!- disse Matt durante la corsa -Dividiamoci in modo da coprire vie di fuga! Fate attenzione!- e acconsentendo alla cosa, il trio si separò poco prima di lanciarsi nel banco di nebbia.
Matt non riusciva a vedere a un palmo dal naso, neanche con la piccola torcia che aveva attaccata al petto, e le urla dell’uomo si erano interrotte pochi minuti prima di entrare nel banco di nebbia, contribuendo al rendere impossibile il ritrovamento del malcapitato. -Signore! SIGNORE!!- urlò per farsi sentire -Siamo qui per aiutarla! Mi dica dove si trova! Non vedo niente!- e subito dopo una voce disperata rispose al suo richiamo -AIUTATEMI! IL MOSTRO E’ QUI!! E’ QUI!! N-no...NO! NOOOOOO!!!!- interrompendosi bruscamente. Fortunatamente l’uomo aveva parlato a sufficienza da permettere al ragazzo di orientarsi e di correre in suo aiuto, cercando di attivare i suoi cristalli che per qualche strano motivo non rispondevano ai suoi ordini. -Avanti...che avete?!- chiese fra sé guardandosi disperatamente le mani e rinunciando infine alla cosa seppur pervaso dal dubbio e dalla paura. Il passo si trasformò dalla corsa in un passo lento e incerto fino a fermarsi del tutto quando la sua vista non si pose su una scena che gli fece raggelare il sangue. A pochi metri da lui vi era una figura alta, nera e terribilmente snella dalle lunghe dita sottili e artigliate da cui grondavano gocce del sangue dell’uomo che giaceva inerme ai suoi piedi. Una sensazione di puro terrore lo pervase dalla cima della testa alla punta dei piedi, con il sudore che permeava la fronte e il corpo e lo sguardo fisso per evitare di perdere qualsiasi suo movimento. Matt passò a una posizione di difesa e non potendo usurfruire dei suoi cristalli compì un movimento del polso che permise la fuoriuscita della lama retrattile nascosta nel bracciale. L’essere volse il viso verso di lui, mostrando al posto della faccia una superficie completamente piatta, priva di naso, bocca e occhi e colorata di un rosso scarlatto. Il consiglio del padre di darsela a gambe rimbombava nella sua testa ma lui non riuscì a muoversi di un millimetro, neanche quando quello prese a camminare lentamente nella sua direzione con le braccia penzolanti e il passo barcollante. I suoi sensi gridavano di scappare oppure di lanciarsi in un attacco disperato ma nel mentre che lui cercava di farsi forza, l’essere si era già portato innanzi a lui. Anche se quello non aveva occhi, Matt sapeva in cuor suo che lo stava guardando e rimase così per diverso tempo finchè il giovane non decise di prendere parola seppur con molta paura nel farlo. -A-Allora...s-sei tu...sei tu il mostro assassino?- chiese intimorito ma l’essere non fece una piega e invece portò il dito pollice della mano destra sul volto, graffiando con l’unghia affilata una lunga linea ricurva che ritraeva una bocca sorridente. Brividi corsero lungo la spina dorsale del ragazzo che cominciò a respirare affannosamente per bilanciare il battito cardiaco che sembrava impazzito. Poi i margini di quella linea cominciarono a separarsi lentamente fino a mostrare una lunga fila di denti aguzzi persi in un sorriso agghiacciante che distrusse definitivamente la volontà di lottare o anche solo di rimanere in quel luogo. I muscoli delle gambe entrarono in tensione e facendo perno sulla gamba sinistra, lo studente si volse nella direzione da cui era venuto e cominciò a correre a tutta velocità mentre gridava con tutto il fiato in corpo -ANDREW!!! ALEX!!! DOVETE SIETE?!? ANDATEVENE!!! LUI E’ QUI!! E’ QUI!!!- senza però ottenere alcuna risposta. Matt continuò a correre ma dopo diversi minuti si fermò a guardarsi intorno e a prendere fiato, ponendosi non pochi pensieri sul fatto che avrebbe già dovuto intravedere la chiesa da cui era arrivato con gli altri. -Non ha senso...- commentò fra sé -C’erano anche delle staccionate attorno e le avrei dovute incontrare da un pezzo. Che diavolo succede in questo posto?!- e nel momento in cui stava per riprendere la corsa, qualcosa si poggiò sulla sua spalla. Volse la testa e vide con orrore il lungo artiglio dell’essere che in qualche maniera lo aveva raggiunto e che si scagliò come una belva sulla sua faccia con la bocca spalancata e le zanne taglienti. Matt lanciò un urlo di terrore, portò le braccia davanti al viso per pararsi e chiuse gli occhi ma dopo un po’ non sentì il dolore dei denti che affondavano nella carne o l’alito pestilenziale del mostro. Quando riaprì gli occhi si accorse di non ritrovarsi più nella nebbia, né nel campo agricolo ma bensì in quella che sembrava a tutti gli effetti una città sotto assedio. Matt guardò con orrore e confusione le fiamme che avviluppavano gli edifici, i monumenti e anche i cadaveri che erano riversi per strada e la visione più straordinaria e terrificante fu quella di un’antica e gigantesca arena che lentamente perdeva pezzi che si frantumavano al suolo sulla povera gente che cercava di scappare. -Non può essere...Deve essere un sogno. Per forza!- commentò fra sé ma l’odore del ferro bruciato, il calore emesso dalle fiamme e la polvere sollevata dalle macerie in rovina che gli infastidiva la gola gli suggerivano il contrario. Senza poi porsi ulteriori domande o pianificare che cosa fare, Matt cominciò a correre per la strada in cui si trovava senza tener conto della gente che, in preda al panico, gli corse incontro dalla direzione opposta inseguita da chissà quale minaccia. Una volta superata la folla, il giovane si ritrovò davanti due esseri umanoidi completamente neri che emettevano rivoli di fumo che li avvolgevano e li seguivano in ogni movimento e che mostravano due inquietanti bagliori gialli per occhi. Immediatamente Matt cercò di sprigionare la sua energia elementale però i cristalli fecero nuovamente cilecca, per cui decise di adoperare la lama che per tutto il tempo era rimasta estratta e inutilizzate. Il cuore gli batteva forte nel petto e la testa gli faceva male da impazzire, tuttavia decise di tirare fuori tutto il coraggio di cui era capace e si lanciò con un potente urlo verso la battaglia che lo stava chiamando.
La lama venne caricata indietro e lanciata in un affondo contro l’essere alla sua destra ma quello riuscì a schivare l’attacco spostandosi di lato e ad afferrargli il braccio armato. Matt non si fece trovare impreparato e scagliò diversi pugni con la mancina contro il volto del mostro che, in seguito all’urto, allentò la presa e gli lasciò la possibilità di un contrattacco. Tuttavia non aveva fatto i conti con il suo alleato, il quale si era portato nel mentre alle sue spalle per prenderlo per i capelli e tirarselo a sé in modo da lanciargli una potente ginocchiata alla bocca dello stomaco e un potente dritto sul naso. Il dolore lancinante allo stomaco e al naso e dal sangue che lentamente colava da quest’ultimo convinse definitivamente Matt che quello che stava vivendo era reale, seppur incapace ancora di capacitarsi della surreale situazione in cui si trovava. Sfruttando la sua rabbia e l’adrenalina in corpo per resistere al dolore, lo studente fece un ulteriore affondo con la lama verso l’addome del nemico ma venne nuovamente bloccata dalla sua mano con una presa ferrea, indifferente al dolore provocato dalla ferita che cominciò a perdere sangue copiosamente. Approfittando delle mani occupate del nemico. quello scagliò una serie di pugni contro lo stomaco e il mento e, incurante della sportività, anche qualche calcio al di sotto della cintola. Quella serie di attacchi gli permise di liberarsi e di allontanarsi nuovamente dai due che rimasero fermi a recuperare un po’ le energie così come Matt che ne approfittò anche per asciugarsi il sangue sulla maglietta. Sentì il corpo permeato da un’improvvisa e strana euforia e voglia di combattere e con un sorriso divertito e spavaldo disse verso i due -Non ho più paura di voi. Fatevi sotto- invitandoli all’assalto. Ciò non si fece attendere molto. I due mostri si lanciarono prima in un attacco frontale ma poi si separarono in modo tale da attaccarlo da entrambi i lati in una classica morsa a tenaglia. Il ragazzo aspettò immobile fino all’ultimo secondo del loro attacco per poi accovacciarsi sulle ginocchia e lanciare verso le loro gambe un ampio fendente da destra verso sinistra che fece crollare a terra i due avversari. Ormai erano alla sua portata e Matt prima atterrò quello alla sua destra con un pugno sul volto e poi saltò sopra l’altro alla sua sinistra per immobilizzarlo a terra e infilzargli la testa come uno spiedino. Non gli importava più niente di quello che stava accadendo o di quello che stava per fare: sapeva soltanto che stava per vincere. Guardò compiaciuto l’essere che cercava inutilmente un modo di divincolarsi e scappare e non si rese conto che sulla sua faccia era comparso un ampio e folle sorriso. E proprio quando Matt stava per vibrare il colpo fatale vi fu una botta fortissima, un dolore acuto dietro alla testa e infine l’oscurità. 
   
 
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