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Autore: Weareadream    25/10/2016    0 recensioni
Erano passati ormai due anni da quando tutto era finito, da quando Goku a bordo del dorso del drago Shenron era sparito ancora una volta abbandonando la propria famiglia ad un lungo periodo di pace e tranquillità senza più nemici da sconfiggere, vivendo la vita come normalissime persone comuni. Ma c'era qualcuno che di quella normalità era riuscito a farne il suo dramma personale. Ormai nessuno si ricordava più di lui, un tempo temuto da tutti, ora le uniche grida che le sue orecchie potevano percepire erano quelle delle ragazzine in piena crisi ormonale che starnazzavano come oche dinnanzi al suo passaggio.
Ex proprietaria dell' account bra94 ripropongo dopo diversi anni una storia già pubblicata da quell' account e finalmente rivista.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: 17, Bra | Coppie: 17/Bra
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione


Anni fa, più precisamente nel lontano 2008, scrissi una fanfiction della quale non ricordavo nemmeno l'esistenza, volente o nolente giorovagando un po' sulle pagine di EFP questa notte mi sono imbattuta in  lei, curiosissima di ricordare come io scrivessi a quei tempi mi sono ritrovata ad aprire la fanfiction e a leggerne i primi capitoli, non lo avessi mai fatto, o poveri gli occhi miei, non che ora a distanza d' anni io non faccia errori, ma quelli... Da prendere una pala e sotterrarsi all' istante. La vergogna ancor più grande è che io stessa quando m' imbatto in quel genere di scrittura solitamente clicco indietro ed abbandono la storia  perchè difficile da leggere.  Una cosa certa però vi è, tenevo molto a quella storia e di lasciarla così proprio non mi andava, purtroppo però da anni ormai ho perso la password di quella mail e rientrare nel contatto mi è impossibile, quindi, anche se avrò poco tempo a mia disposizione ho deciso di cambiare nome al racconto, utilizzare lo stesso inizio della fanfiction (Logicamente riscritto o siamo punto e a capo) e provare a svilupparne poi un racconto quanto meno decente, dando risposte a tutte quelle domande che nel primo capitolo potrebbero sorgere spontanee. Spero quindi vogliate darmi una nuova occasione e vi fermiate anche solo per pochi istanti a lasciarmi una breve recensione, perchè è solo con i consigli dei propri " seguaci" che uno scrittore può migliorarsi. 
Ps : La fanfiction in questione porta il nome di " Grazie a te che so di esistere" ( Si, già primo strafalcione nel titolo).

Buona lettura, ex Bra94



Lo zio della mia migliore amica




I

Erano passati ormai due anni da quando tutto era finito, da quando Goku a bordo del dorso del  drago Shenron  era sparito ancora una volta abbandonando la propria famiglia ad un lungo periodo di pace e tranquillità senza più nemici da sconfiggere, vivendo la vita come normalissime persone comuni. Ma c'era qualcuno che di quella normalità era riuscito a farne il suo dramma personale. Ormai nessuno si ricordava più di lui, un tempo temuto da tutti, ora le uniche grida che le sue orecchie potevano percepire erano quelle delle ragazzine in piena crisi ormonale che starnazzavano  come oche dinnanzi al suo passaggio.  I lunghi capelli color dell' ebano si mossero piano contro le sue spalle solleticandogli la pelle del collo, gli occhi di un  intenso color ghiaccio si levarono verso l'alto  andando ad osservare i rosei petali dell' enorme Sakura piantato al centro della principale piazza di Satan City. Dalla sua posizione poteva vedere tutto e tutti eppure nessuno  pareva rendersi conto della sua presenza, se non  il cameriere che con impazienza sostava accanto a lui in attesa dell' ordinazione.

« Un capuccino oggi credo che andrà più che bene.»

Pronunciò la tagliente voce del giovane ridacchiando dello sguardo infuriato del cameriere, infondo lo aveva fatto attendere più di dieci minuti per poter scorrere tutto il menù ed infine ordinare ciò che prendeva ormai abitualmente da un anno a quella parte. Posò il piccolo menù di carta plastificata sull' orrida tovaglia color melazana e sollevò le braccia al cielo godendo di quello stiracchiarsi d' ossa, infondo, possedeva qualche ingranaggio nel cervello ma il corpo, per quanto poco fosse mutato negli anni era pur sempre il suo originale, muscoli e tutto.  Una risatina sgraziata gli fece storcere il naso e meccanicamente si voltò nella direzione del rumore per mettere a tacere la ragazzina di turno, magari insultandola con qualche frase allegorica sulle oche, o forse sarebbe stato più appropriato dire gallina, visto il vestito giallo pulcino che la castana ragazza indossava in quel momento. Fece per aprir bocca quando un altra risata s'aggiunse alla prima, questa più dolce, delicata, pareva essere il canto delle sirene, o almeno lui, in quel momento, lo reputò tale.  Come richiamato lo sguardo della sua giovane musa si posò su di lui e le labbra carnose ed all' apparenza morbide si piegarono in un sorriso più delicato rispetto a quello utilizzato nella risata di poco prima. Vide la turchina sussurrare qualche cosa all' orecchio della gallinella ed un tratto il suo cuore perse un battito prima di ripartire a battergli furioso  nel petto, lei lo aveva visto eccome, ed ora gli si stava avvicinando.


«Ciao.»

Lo richiamò alla realtà la voce della giovane che lui per il suo bene si decise ad ignorare, non poteva permettersi di cedere alle lusinghe di una qualsiasi studentessa, ma questa non s'arrese e nonostante il suo forzato mutismo continuò a rivolgersi a lui.

«Sei C- 17 vero ? È passato un po' di tempo dall' ultima volta, è logico tu non abbia memoria di me, eppure l' ultima volta hai quasi ucciso mio padre.»

Lo sguardo del Cyborg si fece più attento e curioso a quelle parole, chi mai gli sarebbe andato incontro pur sapendo ciò che un tempo aveva fatto, in più la ragazza aveva pronunciato quelle parole con una calma disarmante, quasi vedere il proprio padre morire, o quasi, fosse cosa da tutti i giorni.

« Il nome Vegeta ti dice nulla ?»

Provò a chiedere ancora la turchina facendo roteare gli occhi al cielo all' ennesimo mutismo del moro. Lui sapeva , eccome se sapeva, quel  nome lo conosceva bene e nonostante nella sua mente il nome di Goku era più radicato subito accanto vi era quello del principe dei Sayan, quella dunque doveva essere la piccola principessina e li riuscì a spiegarsi la disarmante compostezza con la quale questa si muoveva.

« Sai, sarebbe almeno carino tu ammettessi di ricordartelo. »

Proruppe ancora leggermente spazientita, quasi pentita d'essersi avvicinata a lui, ma nella sua mente vi era uno scopo ben preciso e lo avrebbe portato a termine.

« Come fai ad affermare con così tanta sicurezza il fatto che io lo ricordi ?»

Si ritrovò innavertitamente a parlare, troppo curioso per riuscir a tacere ancora un attimo davanti a quelli specchi  cobalto che sembravano scrutarlo sin dentro quell' anima che da tempo ormai non possedeva più.

«Mio padre non parla molto, per lui non dire cose imbarazzanti come ti voglio bene è una questione d' orgoglio e con gli anni ho imparato a leggere le sue parole nei suoi sgurdi, tu non sembri poi essere molto diverso, i tuoi occhi sanno di conoscerlo ed anche  bene.»

Le labbra dell' uomo si schiusero quasi impercettibilmente in una piccola  " o " di stupore che però non sfuggì agli occhi attenti della  principessina.

«Cooomunque, mi domandavo se ti andasse d' unirti a me e ad alcuni miei amici, so che è una richiesta inaspettata e che magari hai da fare ma...»

Non le diede nemmeno il tempo di finire la frase che già s'era alzato in piedi pronto a seguirla ovunque lei volesse. Non appena si rese conto del gesto compiuto si  paralizzò un istante nell' atto d' infilarsi la gicca di pelle, come aveva potuto accettare così su due piedi senza nemmeno riflettere sulla questione per un attimo, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. Finì di mettersi la giacca e senza attendere il suo cappuccino o lasciare i soldi del conto abbandonò il locale seguendo quell' amaliante ragazza verso il capanello d'amici che s'era formato  dove i suoi occhi l'avevano vista la prima volta. Il Cyborg riconobbe molti volti nella comitiva della turchina, come il fratello di questa, il figlio e la nipotina di Goku, ed un suo allievo Ub, inoltre vi era anche la ragazza pulcino dalla risata isterica. La  mente del moro mise subito a fuco le coppie  che s'erano formate dinnanzi ai suoi occhi, Pan e Ub, Trunks e la  gallina isterica e... Il suo piccolo e raggrinzito cuore venne stretto in una morsa di ferro quando Bra con  il suo smagliante sorriso andò a posizionarsi fra le braccia del piccolo di casa Son, per non reagire d' istinto distolse il proprio sguardo dalla scena e solo allora si rese conto della presenza di una quarta ragazza , era poco distante da loro e gli dava le spalle parlando concitatamente a telefono con qualcuno. Rimase fisso così con lo sguardo su quella magra figura dai capelli biondi  con la quale sin da subito avvertì un forte legame, come se la conoscesse da una vita, eppure la sua aura gli era sconosciuta .

«C... C-18 ?»

Domandò incredulo quando la ragazza si voltò nella sua direzione ed i loro occhi  si scontrarono. Dopo attimi di stallo fu la principessina di casa Brief ad interrompere il silenzio e mettere finalmente in chiaro la situazione, la sorella s'era  sposata anni prima e quella che ora gli stava davanti era sua nipote, il reale motivo per il quale Bra lo aveva invitato ad uscire.  Con la turchina  nella mente passò tutto il resto del pomeriggio a parlare con la nipote, seduti ad un tavolo d' un pub, conoscendola meglio  e facendosi raccontare piccoli sprazzi  della vita della sorella.

«Trunks, staccati subito da quella gallina, non farle l' elemosina con le tue attenzioni quando questa ti lascerà fra pochi minuti per il tuo migliore amico.»

La voce incrinata dal pianto di  Bra fece cadere il silenzio sulla comitiva d' amici, solo pochi minuti prima era uscita dal pub con Goten tutta sorridente ed ora i suoi occhi erano ormai lucidi  per quel pianto trattenuto a stento, l' ormai suo ex ragazzo  che a distanza la fissava colpevole e con la coda fra le gambe per il male che le  aveva inferto.  Non ci fu nemmeno il tempo di chiederle  cosa fosse successo che la ragazza afferrato il proprio cardigan e la borsa corse fuori dal locale spiccando il volo. L' androide esitò solo un istante prima d'afferrare al volo il proprio  giubbotto di pelle  e seguirla fuori dal locale librandosi in aria per poterla raggiungere. La trovò solo pochi minuti  dopo  sotto il Sakura che proprio quel pomeriggio aveva ammirato, sembrava così piccola con la schiena contro il tronco , le gambe strette al petto ed il volto infossato contro di  esse.

«Ehi !»

Proruppe tentando  d'attirare la sua attenzione. Il cuore gli fece una capriola quando vide il volto della giovane sollevarsi  sin da subito alla ricerca del suo desiderosa di potersi sfogare con qualcuno.

«Mi ha lasciata per la sua ex, mi ha lasciata per poter tornare con lei.»

Singhiozzò non riuscendo a trattenere oltre le lacrime. C- 17 le si chinò d' innanzi e con i polpastrelli tentò d' asciugarle dolcemente le gote.

«Scusami se te lo dico ma quello non capisce proprio niente di ragazze.»

«Oh, no, se vogliamo dirla tutta l' unica cosa di cui s'intende lui sono i cibi.»

«In tal caso allora potrei dire che ha messo da parte una buonissima coppa di panna e fragole  per un anello di cipolle andato a male, infondo come colore ci siamo.»

Bra abbassò lo sguardo sul proprio vestito rosso  e subito alla mente le ritornò anche quell' orribile vestitino giallo indossato da Valese e nonostante in quel momento avrebbe dovuto provare solo dolore si ritrovò a ridere immaginandosi la castata vestita  d'anelli di cipolla andati a male.

« E a te piacciono le fragole con la panna ? »

Domandò in un sussurro specchiandosi negli occhi del ragazzo, sporgendosi verso di lui e lui che sapeva che quello per lei era un momento di confusione , un momento di debolezza  non riuscì a farne a meno , cedette assecondando i propri istinti.

«Sinceramente ? Ora è la prima volta che le assaggio.»

Annullò la distanza fra le loro labbra suggellandole in un bacio, sentendosi finalmente vivo dopo tanto, perchè solo grazie a lei, lui si era ricordato d' esistere.





 




   
 
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