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Autore: MAMMAESME    25/10/2016    2 recensioni
Siamo alla fine, ma come andrà a finire?
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è quello che sogno, nemmeno ciò che vorrei … ma così mi è stato raccontato.”

Mammaesme

 

GRAN FINALE

.

 

“Ragazzi” esordì Julie, raggiante. “Nina ha accettato di registrare materiale per almeno due puntate: il finale di ‘The Vampire Diaries’ è al sicuro. Potremo dare una degna conclusione a questa storia.”

Lo stomaco mi si annodò mentre mia moglie dava voce alle mie paure.

"Deve proprio tornare? Devi proprio dare un finale Delena alla serie? E’ funservice, banale, immorale perfino.”

“Nikki, per favore, sii professionale,” intervenne William. “Tuo marito è un attore e questo è il suo lavoro. Il finale sarà come Julie ed io abbiamo deciso. Confido nella tua serietà Ian, sono certo che non mi deluderai. I fan e noi tutti meritiamo un finale degno per questa serie.”

“Come tornerà in vita, Elena?” domandai per deviare il discorso su un terreno meno compromettente.

“Oh, beh, qualcosa m’inventerò” rispose Julie. “Stiamo parlando di sovrannaturale: ho fatto morire e resuscitare più personaggi io che Gesù nel Vangelo. Troverò un modo. William baderà alla love story line mentre io mi diletterò nell’infrangere ogni regola dell’occulto. Ribalterò la mitologia, la piegherò al mio volere per creare la trama perfetta per un finale col botto.”

 “Niente scene di sesso, non ne voglio sapere! LEI deve tenere le sue mani lontane da mio marito!” s’inacidì.

“Nikki credo sia meglio che, quando Nina arriverà per la lettura del copione, tu torni a Los Angeles. Abbiamo bisogno di ricreare la magia, sesso o non sesso, e tu non puoi metterti a fare l’isterica ogni volta che Ian e Nina gireranno una scena insieme. Joshua ha accettato di dirigere l’ultimo episodio. Non voglio interferenze, né da te né da nessun altro. Sono stato chiaro? Ian?”

Guardai Nikki e le afferrai la mano per rassicurarla, prima di annuire.

Di solito mia moglie era una donna più che ragionevole: lucida e pragmatica, sapeva affrontare ogni situazione con logica e terminazione. Sapeva mettere ordine nelle mie idee sconclusionate, dare una priorità ai miei mille progetti, scegliere le battaglie da combattere, le armi da usare, la giusta strategia. Le uniche volte che l’avevo vista perdere la testa erano state a causa di Nina. La mia ex scatenava in lei una gelosia che annullava tutta la sua dolcezza, la sua calma e ne azzerava la razionalità.

Non sarebbe stato facile convincerla, ma era necessario, per la serie, per i colleghi e … per me.

Non incontravo Nina da troppo tempo e non sapevo come avrei reagito rivedendola. Amavo Nikki con tutto il cuore, l’anima e la testa, ma Nina riusciva a gonfiarmi i pantaloni con un solo sguardo.

Mi sarebbe dispiaciuto se mia moglie avesse assistito a un’involontaria reazione del mio corpo alla vicinanza di Nina: non volevo ferirla tanto.

 

-o-o-o-o-

Percepii la brezza della sua allegria prima ancora di vederla.

Nina era arrivata la settimana dopo la riunione dell’annuncio del suo ritorno, portando dolci e sorrisi per ogni membro della crew.

Inconsciamente alzai il bavero del giubbotto di pelle, come se dovessi ripararmi da un imminente ciclone.

Un sorriso mi storpiò le labbra pensando al nostro passato, alla nostra relazione meravigliosa e tormentata.

Citando Eminem “Maybe that’s what happens when a tornado meets a volcano.”

La nostra storia si era interrotta senza un vero motivo, semplicemente perché non volevamo le stesse cose nello stesso momento. Non eravamo d’accordo su quali strade prendere davanti al bivio delle scelte. Famiglia o carriera? Figli o amici? Futuro o presente?

La passione, il desiderio no, quelli non si erano dissolti. Mai.

Prima di Nikki, dopo la rottura, quando la lotta del giorno finiva, spesso mi ritrovavo davanti ad un bicchiere mezzo vuoto, lasciando che la malinconia mi scivolasse addosso come la fredda pioggia d’autunno, fastidiosa.

Pensavo a lei, a quello che avevo perduto, ai suoi occhi su un altro, alle sue labbra che non sfiorano le mie, e affogavo in un dito di bourbon. Riempire le ore del crepuscolo era uno sforzo vano se non potevo sperare in una notte addormentato con lei addosso. Anche da lontano, Nina mi teneva prigioniero in un pugno di ricordi felici che tagliavano come rasoi mentre, a mani nude, lei mi aveva estirpato dal suo cuore come un’erba infestante. C’eravamo lasciati, ma il pensiero di lei non mi abbandonava un solo istante.

Vissi in quest’oblio vischioso finchè non arrivò Nikki a ridarmi luce, vitalità … uno scopo.

Eppure …

Mi nascosi in un angolo per guardarla senza essere visto.

Correva da una persona all’altra senza lesinare abbracci. Riprendeva le fila di ogni legame e le riannodava con sfacciata semplicità, come se non fosse mai andata via.

Abbracciò Zach, saltò in braccio a Matthew, baciò Paul con enfasi, senza curarsi degli sguardi divertiti degli astanti.

Candice e Kat sorridevano, travolte dall’entusiasmo dell’amica ritrovata.

Julie sembrava ringiovanita di dieci anni vedendo la sua prediletta sul set, mentre William aveva gli occhi lucidi, pregustando la conclusione di una storia d’amore da lui pensata, sentita e vissuta intensamente.

Io rimasi nell’ombra, combattendo contro me stesso per non andarla a prendere e trascinarla in camerino.

Non mi avvicinai, non le regalai il mio “bentornata”. Lanciai un ultimo sguardo al suo profilo e me ne andai con le spalle curve.

Desiderai che mia moglie fosse rimasta … ringraziai Dio che non fosse lì.

Guardai l’orologio: era quasi ora di tornare a casa.

Prima di tornare nel mio appartamento di Atlanta, mi fermai nel solito bar.

Entrai e ordinai un bourbon … ne avevo davvero bisogno.

Come in passato, stavo subendo l’impasse: non con lei, non senza di lei.

Com’era la mia vita da quando mi aveva lasciato? Come sarebbe diventata se fossimo tornati insieme?

I miei pensieri si spensero quando la sua ombra si proiettò sul bancone.

Si sedette e la malinconia si raggrumò in un angolo del petto.

Non parlò, ma nelle sfumature dorate dei suoi occhi scuri intravidi la mia stessa inquietudine, la sensazione di un brivido che scorreva senza coglierne il senso.

Rimasi attaccato al bicchiere quando lei mi afferrò la mano.

Non sarebbe stato quella notte, non la successiva, ma dovevo averla un’altra volta, una volta ancora.

Mi decisi a guardarla.

Sarebbe stato più facile pensare al peggio, mettere una distanza tra di noi, convincersi che fosse tutto inutile, ingiusto, disonesto.

Mi sarei dovuto alzare, allontanarla, rintanarmi in un angolo buio del locale e della mia anima a soffrire, a convincermi che nulla era reale: quello che provavo era solo l’eco di una memoria emotiva che mi rimandava sensazioni passate.

Strinsi il telefono nella mia tasca e mi aggrappai al pensiero di Nikki, ai miei doveri coniugali, all’amore che mi legava a lei, ma non servì.

Sarebbe stato facile scappare, invece rimasi a fissarla, in silenzio.

Nel tempo di un flash, fissati in una foto che il giorno dopo avrebbe invaso il web, tornammo ad essere Ian e Nina. Sentii distintamente il rumore delle nostre essenze che si riconnettevano, incastrandosi perfettamente come due tessere di un puzzle.

Smisi di combattere e mi alzai, prendendola per mano: arrendendomi vinsi la battaglia anche se sapevo che la guerra mi avrebbe ridotto in brandelli.

 

-o-o-o-o-o-

 

Avevamo letto il finale decine di volte.

Elena sarebbe “resuscitata” grazie ad una magia inventata dalla nostra strega Julie.

Baci, abbracci e il solito ballo per festeggiare, qualche breve flash forward e poi  … solo Delena.

Sia Julie sia William ci chiesero di girare la scena finale per ultima, enfatizzando così la sensazione di compimento.

Elena e Damon sarebbero stati soli, in camera da letto.

Nina ed io eravamo in posizione, in attesa del ciak.

Io indossavo una delle solite camicie nere alla Damon.

Lei era avvolta da una semplice sottoveste: la seta accarezzava le sue curve generose.

Invidiai quel vestito.

La bellezza che traspariva dalle foto sui giornali era solo l‘umiliante copia del capolavoro che avevo davanti.

Gli occhi mi trasmettevano la sincerità del suo sorriso trafiggendomi come schegge di fuoco.

Mi avvicinai, tentando assumere la giusta espressione per la solennità del momento.

Nina mi posò mani sul petto e il loro calore superò il sottile impedimento della stoffa, trasmettendomi brividi caldi.

Mi sciolsi in gocce di emozione pura.

Il suo profumo era un effluvio inebriante: attraversava tutti i miei sensi, accendendoli al suo passaggio e rovesciando nel mio basso ventre un calice colmo di passione.

Le gambe quasi mi cedettero sotto la spinta di sensazioni acutizzate oltre il sopportabile.

Lei percepì la mia lussuria, conscia di esserne la causa.

Ebbro di desiderio, feci scivolare il dorso delle mie dita sulla sua schiena.

Sorniona, mi alzò il mento con l’indice, fissandomi con malizia.

Ian scomparve e Damon prese il suo posto.

“Ciak, si gira!” urlò Joshua.

 

 

Sono l’uno di fronte all’altra, finalmente soli in quella stanza in cui ancora echeggiano le risate e i sospiri della ‘loro’ estate.

Potrebbero gettarsi sul letto e fare l’amore fino a che il fiato regge, respirare e ricominciare.

Invece annegano l’uno negli occhi dell’altra.

La domanda è tra di loro, sospesa, come la promessa fatta anni prima, davanti a un altare allestito per un altro matrimonio.

Allora Damon era pronto a rinunciare all’eternità per Elena.

Ora sembra titubante.

Ha davanti a sé due opzioni: precarietà o eternità, vampiro o mortale, con tutto quello che ne consegue.

Continua a fissarla negli occhi ambrati, rimasti chiusi troppo a lungo. Dovrebbe parlare, rompere gli indugi, ma l’unica cosa che desidera davvero fare è immergere le dita in quel miele di castagno, dolceamaro, e impiastricciarsi le labbra, il volto, il petto …

Elena non osa domandargli ciò che gli ha già chiesto in passato. Lo vorrebbe umano, anche se ha paura. Già troppe volte il destino li ha divisi e sa che non potrebbe sopportare di perderlo ancora, definitivamente.

Riempie i polmoni e si sforza di sputare quelle parole che le si rimescolano il bocca, amare ma necessarie.

“Umano o vampiro: cos’hai deciso, Damon?”

Lui le prende le mani e l’accompagna a sedersi sul letto.

Quanto vorrebbe zittirla con un bacio.

 “Umano io … perché non tu immortale? Troveremmo un modo, qualcuno lo scoprirebbe per noi; abbiamo sempre trovato un sistema per beffare la morte!” Riflette a voce alta. “Umani: davvero ne varrebbe la pena? Barattare una possibilità di eterno con la certezza che tutto finirà in attimo troppo breve, in una manciata di minuti che, a contarli, risulterebbero meno dei granelli di sabbia stretti nel pugno di un bambino? Per cosa? Per sentirsi precari? Ho sfiorato la morte mille volte in questi cent’anni e continuo ad amare la vita. Per sentire il cuore battere? Il mio esplode ogni volta che ti tocco!”

“Per costruire una famiglia, per avere dei figli, per sentirmi viva. Non sei obbligato …”

“Non ti perderò un’altra volta. Basta, Elena. Il nostro destino si decide qui e ora. Sai cosa vorrei davvero? Un tempo nuovo dove non sarai costretta a perdonare il mio passato o la mia natura. Vivere senza sangue da versare, nemici da combattere, errori da rimediare. Un futuro in cui non debba lottare contro me stesso per essere degno di te … essere degno di te per come sono.

Vorrei portarti su un’isola dove, nudi e perfetti, non avremmo bisogno di essere perfetti; un mondo nuovo, che inizi con te e con te finisca. Desidero scandire il nostro tempo su un calendario senza giornate di merda, senza ore vuote di te, senza minuti saturi della tua assenza, colmo di giorni che comincino con il tuo sorriso e finiscano facendo l’amore, o il contrario, che importa.

Potrei però decidere di diventare umano, se questo significasse vedere i miei occhi brillare in un viso che ha le tue fattezze, godere del risultato di due gameti uniti a comporre un’immagine fatta di me e di te. Creare invece di distruggere, vedere la parte migliore di noi fondersi in carne e sangue, prendere vita e lasciarsi guardare. E, se avranno la tua forza e la mia fragilità, la tua umanità e il mio bisogno d’amore, il tuo coraggio e la mia ironia, forse sì … ne sarà valsa veramente la pena.”

Elena lo guarda, grondante d’amore.

 “Hai ancora l’anello diurno” nota Damon.

“E’ un ricordo a cui tengo molto:  rappresenta il tempo vissuto con te, felice nonostante tutto. Felice come mai prima.”

“Umani o immortali, dunque?” la domanda è definitiva.

“Per ora umani, poi … vedremo. Abbiamo amici influenti al di qua e al di là del sovrannaturale. Quando i nostri figli saranno adulti, se non saremo stanchi di stare assieme, potremo pensare a un altro per sempre, a un’eventuale eternità.”

Damon sorride, gli occhi ingigantiti dall’emozione.

Liberi da soggiogamenti, veleni e soprusi, si penetrano gli occhi con gli occhi, cercando nei loro ricordi una nuova speranza. Hanno i brandelli delle loro anime tra le dita, pronti per essere ricuciti. Prima, quando tentavano di raggiungersi, i loro piedi franavano nelle voragini create tra di loro da un fato meschino.

Ora basta.

Non sarebbe accaduto mai più.

Damon sposta i capelli di Elena dal collo, dove la giugulare pulsante lo attende impaziente per donargli vita vera.

Posa un bacio lieve sulla pelle candida, prima di affondarvi i canini per l’ultima volta, mentre i loro anelli diurni tintinnano sul pavimento.

 

Un applauso sancisce la fine.

-o-o-o-o-o-

 

Mentre gli altri stappavano lo champagne, io mi rifugiai in quello che non sarebbe mai più stato il mio camerino.

Fine.

Se avessi lasciato andare via Nina, non avrei più potuto sperare in un ritorno, in un’altra puntata, un’altra scena da girare insieme, un altro bacio che da finzione si sarebbe trasformato in lingua e saliva.

Fine.

Guardai lo smartphone e trovai un numero spropositato di messaggi di Nikki. Lo spensi.

Mi lasciai cadere sulla sedia e rivolsi lo sguardo allo specchio.

Senza guardare le mani, mi tolsi l’anello di Damon e lo chiusi in un pugno. La fede, simbolo del legame con mia moglie, giaceva nel portaoggetti sulla mensola di fronte a me.

La afferrai e la chiusi nell’altro palmo.

“Vampiro o umano?” pensai. “Nina o Nikki?”

Soppesai gli anelli e pensai a un ipotetico futuro.

Eternamente giovane e appassionato con Nina o appagato e maturo con Nikki?

Strinsi i pugni con forza, mentre una domanda si faceva strada nella mia anima: chi sarebbe stato Ian da quel momento in poi?

Ero stato Damon per otto lunghi anni, pazzo di una ragazza folle, salvato da una donna meravigliosa.

Ma chi ero io?

Nikki mi aspettava a casa, Nina in una stanza d’albergo: dove mi sarei diretto, uscendo per l’ultima volta da quella porta?

Fine.

Mi guardai nello specchio incorniciato da lampadine ormai fioche.

Respirai a fondo prima di alzarmi.

Non mi sarei unito ai festeggiamenti, non quella sera.

Spostai entrambi gli anelli nella mano sinistra, mentre con la destra aprivo la porta.

Oltrepassata la soglia, mi voltai.

“Addio Damon!” dissi a voce alta, lanciando i cerchi di metallo, simbolo dei miei legami col passato, contro lo specchio.

Insieme alla porta, chiusi tre storie d’amore: intense, sfiancanti … finite.

Uscii nella notte, sollevato.

Una nuova vita mi aspettava: la mia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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