“Non
è quello
che sogno, nemmeno ciò che vorrei … ma
così mi è stato raccontato.”
Mammaesme
GRAN FINALE
“Ragazzi”
esordì
Julie, raggiante. “Nina ha accettato di registrare materiale
per almeno due
puntate: il finale di ‘The Vampire Diaries’
è al sicuro. Potremo dare una degna
conclusione a questa storia.”
Lo
stomaco mi si
annodò mentre mia moglie dava voce alle mie paure.
"Deve
proprio
tornare? Devi proprio dare un finale Delena alla serie? E’
funservice, banale,
immorale perfino.”
“Nikki,
per favore,
sii professionale,” intervenne William. “Tuo marito
è un attore e questo è il
suo lavoro. Il finale sarà come Julie ed io abbiamo deciso.
Confido nella tua
serietà Ian, sono certo che non mi deluderai. I fan e noi
tutti meritiamo un
finale degno per questa serie.”
“Come
tornerà in
vita, Elena?” domandai per deviare il discorso su un terreno
meno
compromettente.
“Oh,
beh, qualcosa m’inventerò”
rispose Julie. “Stiamo parlando di sovrannaturale: ho fatto
morire e
resuscitare più personaggi io che Gesù nel
Vangelo. Troverò un modo. William
baderà alla love story line mentre io mi
diletterò nell’infrangere ogni regola
dell’occulto. Ribalterò la mitologia, la
piegherò al mio volere per creare la trama
perfetta per un finale col botto.”
“Niente scene di
sesso, non ne voglio sapere!
LEI deve tenere le sue mani lontane da mio marito!”
s’inacidì.
“Nikki
credo sia
meglio che, quando Nina arriverà per la lettura del copione,
tu torni a Los
Angeles. Abbiamo bisogno di ricreare la magia, sesso o non sesso, e tu
non puoi
metterti a fare l’isterica ogni volta che Ian e Nina
gireranno una scena
insieme. Joshua ha accettato di dirigere l’ultimo episodio.
Non voglio
interferenze, né da te né da nessun altro. Sono
stato chiaro? Ian?”
Guardai
Nikki e le
afferrai la mano per rassicurarla, prima di annuire.
Di
solito mia
moglie era una donna più che ragionevole: lucida e
pragmatica, sapeva
affrontare ogni situazione con logica e terminazione. Sapeva mettere
ordine
nelle mie idee sconclusionate, dare una priorità ai miei
mille progetti,
scegliere le battaglie da combattere, le armi da usare, la giusta
strategia. Le
uniche volte che l’avevo vista perdere la testa erano state a
causa di Nina. La
mia ex scatenava in lei una gelosia che annullava tutta la sua
dolcezza, la sua
calma e ne azzerava la razionalità.
Non
sarebbe stato
facile convincerla, ma era necessario, per la serie, per i colleghi e
… per me.
Non
incontravo Nina
da troppo tempo e non sapevo come avrei reagito rivedendola. Amavo
Nikki con
tutto il cuore, l’anima e la testa, ma Nina riusciva a
gonfiarmi i pantaloni
con un solo sguardo.
Mi
sarebbe
dispiaciuto se mia moglie avesse assistito a un’involontaria
reazione del mio corpo
alla vicinanza di Nina: non volevo ferirla tanto.
-o-o-o-o-
Percepii
la brezza
della sua allegria prima ancora di vederla.
Nina
era arrivata
la settimana dopo la riunione dell’annuncio del suo ritorno,
portando dolci e
sorrisi per ogni membro della crew.
Inconsciamente
alzai il bavero del giubbotto di pelle, come se dovessi ripararmi da un
imminente ciclone.
Un
sorriso mi
storpiò le labbra pensando al nostro passato, alla nostra
relazione
meravigliosa e tormentata.
Citando Eminem “Maybe
that’s what happens when a
tornado meets a volcano.”
La
nostra storia si
era interrotta senza un vero motivo, semplicemente perché
non volevamo le
stesse cose nello stesso momento. Non eravamo d’accordo su
quali strade
prendere davanti al bivio delle scelte. Famiglia o carriera? Figli o
amici?
Futuro o presente?
La
passione, il
desiderio no, quelli non si erano dissolti. Mai.
Prima
di Nikki,
dopo la rottura, quando la lotta del giorno finiva, spesso mi ritrovavo
davanti
ad un bicchiere mezzo vuoto, lasciando che la malinconia mi scivolasse
addosso
come la fredda pioggia d’autunno, fastidiosa.
Pensavo
a lei, a
quello che avevo perduto, ai suoi occhi su un altro, alle sue labbra
che non
sfiorano le mie, e affogavo in un dito di bourbon. Riempire le ore del
crepuscolo era uno sforzo vano se non potevo sperare in una notte
addormentato
con lei addosso. Anche da lontano, Nina mi teneva prigioniero in un
pugno di
ricordi felici che tagliavano come rasoi mentre, a mani nude, lei mi
aveva
estirpato dal suo cuore come un’erba infestante.
C’eravamo lasciati, ma il
pensiero di lei non mi abbandonava un solo istante.
Vissi
in quest’oblio
vischioso finchè non arrivò Nikki a ridarmi luce,
vitalità … uno scopo.
Eppure
…
Mi
nascosi in un
angolo per guardarla senza essere visto.
Correva
da una
persona all’altra senza lesinare abbracci. Riprendeva le fila
di ogni legame e
le riannodava con sfacciata semplicità, come se non fosse
mai andata via.
Abbracciò
Zach,
saltò in braccio a Matthew, baciò Paul con
enfasi, senza curarsi degli sguardi
divertiti degli astanti.
Candice
e Kat sorridevano,
travolte dall’entusiasmo dell’amica ritrovata.
Julie
sembrava
ringiovanita di dieci anni vedendo la sua prediletta sul set, mentre
William
aveva gli occhi lucidi, pregustando la conclusione di una storia
d’amore da lui
pensata, sentita e vissuta intensamente.
Io
rimasi
nell’ombra, combattendo contro me stesso per non andarla a
prendere e
trascinarla in camerino.
Non
mi avvicinai,
non le regalai il mio “bentornata”. Lanciai un
ultimo sguardo al suo profilo e
me ne andai con le spalle curve.
Desiderai
che mia
moglie fosse rimasta … ringraziai Dio che non fosse
lì.
Guardai
l’orologio:
era quasi ora di tornare a casa.
Prima
di
tornare nel mio appartamento di Atlanta, mi fermai nel solito bar.
Entrai
e
ordinai un bourbon … ne avevo davvero bisogno.
Come
in
passato, stavo subendo l’impasse: non con lei, non senza di
lei.
Com’era
la
mia vita da quando mi aveva lasciato? Come sarebbe diventata se fossimo
tornati
insieme?
I
miei
pensieri si spensero quando la sua ombra si proiettò sul
bancone.
Si
sedette e
la malinconia si raggrumò in un angolo del petto.
Non
parlò,
ma nelle sfumature dorate dei suoi occhi scuri intravidi la mia stessa
inquietudine, la sensazione di un brivido che scorreva senza coglierne
il
senso.
Rimasi
attaccato
al bicchiere quando lei mi afferrò la mano.
Non
sarebbe
stato quella notte, non la successiva, ma dovevo averla
un’altra volta, una
volta ancora.
Mi
decisi a
guardarla.
Sarebbe
stato
più facile pensare al peggio, mettere una distanza tra di
noi, convincersi che
fosse tutto inutile, ingiusto, disonesto.
Mi
sarei
dovuto alzare, allontanarla, rintanarmi in un angolo buio del locale e
della
mia anima a soffrire, a convincermi che nulla era reale: quello che
provavo era
solo l’eco di una memoria emotiva che mi rimandava sensazioni
passate.
Strinsi
il
telefono nella mia tasca e mi aggrappai al pensiero di Nikki, ai miei
doveri
coniugali, all’amore che mi legava a lei, ma non
servì.
Sarebbe
stato
facile scappare, invece rimasi a fissarla, in silenzio.
Nel
tempo di
un flash, fissati in una foto che il giorno dopo avrebbe invaso il web,
tornammo ad essere Ian e Nina. Sentii distintamente il rumore delle
nostre
essenze che si riconnettevano, incastrandosi perfettamente come due
tessere di
un puzzle.
Smisi
di combattere e mi alzai,
prendendola per mano: arrendendomi vinsi la battaglia anche se sapevo
che la
guerra mi avrebbe ridotto in brandelli.
-o-o-o-o-o-
Avevamo
letto il
finale decine di volte.
Elena
sarebbe
“resuscitata” grazie ad una magia inventata dalla
nostra strega Julie.
Baci,
abbracci e il
solito ballo per festeggiare, qualche breve flash forward e poi … solo Delena.
Sia
Julie sia
William ci chiesero di girare la scena finale per ultima, enfatizzando
così la
sensazione di compimento.
Elena
e Damon
sarebbero stati soli, in camera da letto.
Nina
ed io eravamo
in posizione, in attesa del ciak.
Io
indossavo una
delle solite camicie nere alla Damon.
Lei
era avvolta da
una semplice sottoveste: la seta accarezzava le sue curve generose.
Invidiai
quel
vestito.
La
bellezza che
traspariva dalle foto sui giornali era solo l‘umiliante copia
del capolavoro
che avevo davanti.
Gli
occhi mi
trasmettevano la sincerità del suo sorriso trafiggendomi
come schegge di fuoco.
Mi
avvicinai,
tentando assumere la giusta espressione per la solennità del
momento.
Nina
mi posò mani
sul petto e il loro calore superò il sottile impedimento
della stoffa,
trasmettendomi brividi caldi.
Mi
sciolsi in gocce
di emozione pura.
Il
suo profumo era
un effluvio inebriante: attraversava tutti i miei sensi, accendendoli
al suo
passaggio e rovesciando nel mio basso ventre un calice colmo di
passione.
Le
gambe quasi mi
cedettero sotto la spinta di sensazioni acutizzate oltre il
sopportabile.
Lei
percepì la mia
lussuria, conscia di esserne la causa.
Ebbro
di desiderio,
feci scivolare il dorso delle mie dita sulla sua schiena.
Sorniona,
mi alzò
il mento con l’indice, fissandomi con malizia.
Ian
scomparve e
Damon prese il suo posto.
“Ciak,
si gira!”
urlò Joshua.
Sono
l’uno di fronte all’altra, finalmente soli in
quella stanza in cui ancora
echeggiano le risate e i sospiri della ‘loro’
estate.
Potrebbero
gettarsi sul letto e fare l’amore fino a che il fiato regge,
respirare e
ricominciare.
Invece
annegano l’uno negli occhi dell’altra.
La
domanda è tra di loro, sospesa, come la promessa fatta anni
prima, davanti a un
altare allestito per un altro matrimonio.
Allora
Damon era pronto a rinunciare all’eternità per
Elena.
Ora
sembra titubante.
Ha
davanti a sé due opzioni: precarietà o
eternità, vampiro o mortale, con tutto
quello che ne consegue.
Continua
a fissarla negli occhi ambrati, rimasti chiusi troppo a lungo. Dovrebbe
parlare, rompere gli indugi, ma l’unica cosa che desidera
davvero fare è
immergere le dita in quel miele di castagno, dolceamaro, e
impiastricciarsi le
labbra, il volto, il petto …
Elena
non osa domandargli ciò che gli ha già chiesto in
passato. Lo vorrebbe umano,
anche se ha paura. Già troppe volte il destino li ha divisi
e sa che non
potrebbe sopportare di perderlo ancora, definitivamente.
Riempie
i polmoni e si sforza di sputare quelle parole che le si rimescolano il
bocca,
amare ma necessarie.
“Umano
o vampiro: cos’hai deciso, Damon?”
Lui
le prende le mani e l’accompagna a sedersi sul letto.
Quanto
vorrebbe zittirla con un bacio.
“Umano io
… perché non tu immortale?
Troveremmo un modo, qualcuno lo scoprirebbe per noi; abbiamo sempre
trovato un
sistema per beffare la morte!” Riflette a voce alta.
“Umani: davvero ne
varrebbe la pena? Barattare una possibilità di eterno con la
certezza che tutto
finirà in attimo troppo breve, in una manciata di minuti
che, a contarli,
risulterebbero meno dei granelli di sabbia stretti nel pugno di un
bambino? Per
cosa? Per sentirsi precari? Ho sfiorato la morte mille volte in questi
cent’anni e continuo ad amare la vita. Per sentire il cuore
battere? Il mio
esplode ogni volta che ti tocco!”
“Per
costruire una famiglia, per avere dei figli, per sentirmi viva. Non sei
obbligato …”
“Non
ti perderò un’altra volta. Basta, Elena. Il
nostro destino si decide qui e ora. Sai cosa vorrei davvero? Un tempo
nuovo
dove non sarai costretta a perdonare il mio passato o la mia natura.
Vivere
senza sangue da versare, nemici da combattere, errori da rimediare. Un
futuro
in cui non debba lottare contro me stesso per essere degno di te
… essere degno
di te per come sono.
Vorrei
portarti su un’isola dove, nudi e
perfetti, non avremmo bisogno di essere perfetti; un mondo nuovo, che
inizi con
te e con te finisca. Desidero scandire il nostro tempo su un calendario
senza
giornate di merda, senza ore vuote di te, senza minuti saturi della tua
assenza, colmo di giorni che comincino con il tuo sorriso e finiscano
facendo
l’amore, o il contrario, che importa.
Potrei
però decidere di diventare umano, se
questo significasse vedere i miei occhi brillare in un viso che ha le
tue
fattezze, godere del risultato di due gameti uniti a comporre
un’immagine fatta
di me e di te. Creare invece di distruggere, vedere la parte migliore
di noi
fondersi in carne e sangue, prendere vita e lasciarsi guardare. E, se
avranno
la tua forza e la mia fragilità, la tua umanità e
il mio bisogno d’amore, il
tuo coraggio e la mia ironia, forse sì … ne
sarà valsa veramente la pena.”
Elena
lo guarda, grondante d’amore.
“Hai ancora
l’anello diurno” nota Damon.
“E’
un ricordo a cui tengo molto:
rappresenta il tempo vissuto con te, felice nonostante
tutto. Felice
come mai prima.”
“Umani
o immortali, dunque?” la domanda è definitiva.
“Per
ora umani, poi … vedremo. Abbiamo amici influenti al di qua
e al di là del
sovrannaturale. Quando i nostri figli saranno adulti, se non saremo
stanchi di
stare assieme, potremo pensare a un altro per sempre, a
un’eventuale eternità.”
Damon
sorride, gli occhi ingigantiti dall’emozione.
Liberi
da soggiogamenti, veleni e soprusi, si penetrano gli occhi con gli
occhi,
cercando nei loro ricordi una nuova speranza. Hanno i brandelli delle
loro
anime tra le dita, pronti per essere ricuciti. Prima, quando tentavano
di
raggiungersi, i loro piedi franavano nelle voragini create tra di loro
da un
fato meschino.
Ora
basta.
Non
sarebbe accaduto mai più.
Damon
sposta i capelli di Elena dal collo, dove la giugulare pulsante lo
attende
impaziente per donargli vita vera.
Posa
un bacio lieve sulla pelle candida, prima di affondarvi i canini per
l’ultima
volta, mentre i loro anelli diurni tintinnano sul pavimento.
Un
applauso sancisce la fine.
-o-o-o-o-o-
Mentre
gli altri
stappavano lo champagne, io mi rifugiai in quello che non sarebbe mai
più stato
il mio camerino.
Fine.
Se
avessi lasciato
andare via Nina, non avrei più potuto sperare in un ritorno,
in un’altra
puntata, un’altra scena da girare insieme, un altro bacio che
da finzione si
sarebbe trasformato in lingua e saliva.
Fine.
Guardai
lo
smartphone e trovai un numero spropositato di messaggi di Nikki. Lo
spensi.
Mi
lasciai cadere
sulla sedia e rivolsi lo sguardo allo specchio.
Senza
guardare le
mani, mi tolsi l’anello di Damon e lo chiusi in un pugno. La
fede, simbolo del legame
con mia moglie, giaceva nel portaoggetti sulla mensola di fronte a me.
La
afferrai e la
chiusi nell’altro palmo.
“Vampiro
o umano?”
pensai. “Nina o Nikki?”
Soppesai
gli anelli
e pensai a un ipotetico futuro.
Eternamente
giovane
e appassionato con Nina o appagato e maturo con Nikki?
Strinsi
i pugni con
forza, mentre una domanda si faceva strada nella mia anima: chi sarebbe
stato
Ian da quel momento in poi?
Ero
stato Damon per
otto lunghi anni, pazzo di una ragazza folle, salvato da una donna
meravigliosa.
Ma
chi ero io?
Nikki
mi aspettava
a casa, Nina in una stanza d’albergo: dove mi sarei diretto,
uscendo per
l’ultima volta da quella porta?
Fine.
Mi
guardai nello
specchio incorniciato da lampadine ormai fioche.
Respirai
a fondo
prima di alzarmi.
Non
mi sarei unito
ai festeggiamenti, non quella sera.
Spostai
entrambi
gli anelli nella mano sinistra, mentre con la destra aprivo la porta.
Oltrepassata
la
soglia, mi voltai.
“Addio
Damon!”
dissi a voce alta, lanciando i cerchi di metallo, simbolo dei miei
legami col
passato, contro lo specchio.
Insieme
alla porta,
chiusi tre storie d’amore: intense, sfiancanti …
finite.
Uscii
nella notte,
sollevato.
Una
nuova vita mi
aspettava: la mia.