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Autore: DaisyMallegni    25/10/2016    0 recensioni
Andiamo via stanotte. Andiamo via solo io e te.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-VERSANE ANCORA!!!-
Il grande giorno era ormai arrivato, il clima di festa si poteva sentire metri e metri fuori dal locale, le urla dei ragazzi erano al dir poco fastidiose, per fortuna il posto era riservato solo per loro.
-IL NOSTRO MARK SI SPOSA!!!-
Eh già, Mark stava per sposarsi. Quello era l'ultimo giorno in cui avrebbe potuto  fare le ore piccole con i suoi amici, dall'indomani si sarebbe occupato solo di sua moglie, era da poco che stavano insieme ma erano già chiare le sue responsabilità. Anche se quella situazione gli era così dannatamente irreale. I suoi più cari amici, la sua seconda famiglia, i GOT7 e Jackson seduti ad un tavolo al suo addio al nubilato, Jack che gli diceva addio seduto ad un tavolo felice in quella assurda aria di festa, non c'era niente da festeggiare, Mark si sentiva solo mancare il respiro.
-Mi ricordo come se fosse ieri i tempi nei GOT7!- Strinse il braccio Jaebum intorno al suo collo un po' brillo.
-ERAVAMO I MIGLIORI!- Urlò Yugyeom. 
-I MIGLIORI DEL MONDO!!!- Lo seguì esaltato Youngjae facendo urlare tutti come in un tifo da stadio.
-Ed ora eccoci qui con il nostro Mark che è diventato un uomo pronto da sposare...- Disse Jinyoung con un pizzico di malinconia.
-Per me è così strano... Ero solo un bambino quando cercai di debuttare nel mondo idol... Mark è sempre stato come un fratello maggiore per me, sapere che domani si sposa e che probabilmente diventerà padre mi fa venire i brividi!- La spontaneità di BamBam fece scoppiare a ridere i ragazzi.
-Bè se stai così tu figurati Jackson!- Scherzò Youngjae.
-ODDIO JACKSON È VERO! Stai bene?!- Sobbalzò Yugyeom.
-Se una cosa del genere fosse successa dieci anni fa avrebbe dato di matto...- Aggiunse Jinyoung.
-All'epoca... Eravate davvero legati.- Continuò Jaebum mentre Jackson ingoiò l'ultimo bicchiere di liquore.
-Ma come siete drammatici... È ovvio che io sia felice per Mark come tutti voi.- Rispose Jack non curante. "Sembra che tu lo sia davvero..." Pensò Mark con la tristezza ben visibile nei suoi occhi. Si erano amati così tanto, si erano fatti tantissime promesse, tantissimi sogni da realizzare, finché qualche mese fa...

-Youra è senz'altro la donna giusta per te!- Il castano aveva pregato più volte di aver udito una menzogna dalle sue orecchie.
-Papà... Ma che stai dicendo? Youra? Io...-
-Non pensi che sia una moglie perfetta per te?!- Continuò l'uomo con entusiasmo.
-Moglie?! Papà ma cosa stai dicendo? Io ho Jackson e...!-
-Mark!- Scoppiò in una breve ma sonora risata: -Ormai sei grande, non pensi di esserti divertito abbastanza?-
-Divertito?!- Chiese scosso.
-Jackson è stata un'esperienza giovanile... Quando si è giovani è giusto divertirsi ma, ormai hai trent'anni. Sei un adulto Mark, un uomo, ed è giusto che tu sposi una donna ed abbia dei figli.- Mark era totalmente traumatizzato, non riusciva a credere alle sue parole.
-Ma io non la voglio! Non la voglio una donna! Non li voglio dei figli! Papà io voglio Jackson! Lo sai quanto lo amo, che stai dicendo?!- Si era sforzato tantissimo di non urlare quelle parole con rabbia, si sentiva già in colpa solamente per aver alzato la voce, ma quando si trattava di dover difendere i suoi sentimenti per Jackson, Mark non guardava in faccia nessuno, nemmeno suo padre.
-Mark.- Lo guardò severo l'uomo: -Torna in te per favore. Credevi veramente di poter continuare a comportarti così per sempre?!-
-Ma così come?!-
-COSÌ IRRESPONSABILMENTE MARK!- Alzò la voce per impedirgli di rispondere mentre il castano riusciva a far trasparire la sua angoscia:  -Ti ho accontentato, ho accettato Jackson per tutti questi anni per renderti felice, ora tu non puoi accontentare me?- Mark stentava a crederci. Il labbro inferiore iniziò a vibrargli dalla rabbia.
-Quindi... Per tutti questi anni non hai mai accettato Jackson sul serio... Lo hai fatto solo per accontentarmi perché speravi che mi stancassi di lui...- Disse non riuscendo nemmeno a guardarlo negli occhi.
-Mark... Tu devi capire... Io voglio che tu sia felice...-
-Jackson, mi rende felice.- Gli disse puntandolo negli occhi arrivando ad avere uno sguardo quasi intimidatorio. I suoi occhi non erano mai stati così. 
-Lo dici adesso Mark ma, anche tu vorrai una famiglia. Una moglie e dei figli con cui poter condividere la tua vita, e con Jackson non potrai mai avere tutto questo.-
-Jackson è la miglior famiglia che potessi desiderare.-
-MA NON QUELLA CHE IO DESIDERAVO PER TE!- Alzò di nuovo la voce l'uomo e Mark si sentì scosso dallo spavento. -Okay, visto che non capisci buttiamola su un altro piano. Devi fare una scelta Mark. O scegli di essere egoista e rompere per sempre i rapporti con noi stando con Jackson, oppure decidi di sposare Youra, farti una famiglia ed avere una vita normale come tutti noi.- Mark a quelle parole arrivò sull'orlo di una crisi di pianto.
-Non puoi chiedermi questo!- Cercò di dire senza far sentire la sua voce troncata.
-Con il tuo modo di fare è già tanto che ti dò due opzioni Mark.- Disse freddo l'uomo.
-Non posso scegliere tra voi e Jackson!- Continuò disperato il ragazzo.
-Infatti non dovresti avere nemmeno il dubbio di una scelta. Mark, che razza di figlio sei diventato?- Quelle parole colpirono il cuore di Mark come per ucciderlo. Era davvero questo che pensava suo padre? Quello che pensava la sua famiglia? Era un fallimento di figlio? Era una vergogna? E lo era perché stava con Jackson? Perché avevano finto con lui per tutti questi anni? Avrebbe dovuto rinunciare a Jackson per il bene della sua famiglia?
-Io...- Fece in mezzo alle lacrime: -Io parlerò con Jackson...- Al tempo gli sembrò l'unica cosa sensata da dire. Raymond sorrise passandogli una mano tra i capelli: -Bravo il mio ragazzo.- Sorrise anche Mark, mentre dentro si sentì come se si fosse appena strappato un pezzo della sua anima. Come sarebbe riuscito a dirlo a Jackson? 
L'atmosfera quella sera a cena era snervante.
-E poi gli ho detto: "Bè mica è colpa mia!"- Scoppio a ridere Jackson, Mark non l'aveva neanche ascoltato, si era limitato a giocare con le bacchette e ad avere lo sguardo fisso nel vuoto per tutto il tempo.
-Hey mi stai facendo incazzare! Ascoltami quando ti parlo sto cercando di farti ridere!- Si irritò Jackson.
-Sì scusami...- Bisbigliò Mark non guardandolo neanche negli occhi, Jackson gli tolse le bacchette di mano ed iniziò ad accarezzarlo:
-Hey... Che c'è che non va? È da quando sei tornato che sei così. Hai litigato con tuo padre?...- Mark aveva gli occhi lucidi, guardava quelli di Jackson che cercavano di consolarlo, pensò a quante volte lo aveva guardato in quel modo, quante volte nel corso di tutti quegli anni i loro occhi si erano sempre guardati con amore. E adesso, avrebbe dovuto dire a quegli occhi di lasciarlo? Iniziarono a cadergli le lacrime dal suo viso ancora prima che se ne rendesse conto.
-Mark?- Fece preoccupato Jackson.
-Ti devo parlare...- Disse con un filo di voce. Gli spiegò la situazione, Jackson sembrava frustrato ma anche arreso all'idea.
-Capisco... Bè se le cose stanno così non possiamo farci niente...- Mark non avrebbe voluto quella reazione da Jack, avrebbe voluto vederlo infuriato, avrebbe voluto vederlo andare da suo padre e dirgli ciò che per lui era impossibile da dire, che Mark era suo e non l'avrebbe mai lasciato andare. Perché aveva avuto quella reazione?!
-Perché non te ne frega un cazzo.- Gli scappò di bocca facendo trasparire la sua collera.
-Scusami?! Non me ne frega un cazzo?!- Jackson alzò la voce: -Stiamo insieme da anni Mark! Da anni! E dopo anni un bel giorno vengo a sapere che il mio ragazzo si deve sposare con una donna perché la sua famiglia non ha mai preso sul serio la cosa! Ma cosa devo fare?! Cosa?! Ti hanno praticamente dato un ultimatum! O me o loro! Ed io cosa dovrei dirti, di rinunciare alla tua famiglia per stare con me? Non lo farei mai Mark. Lo sai.-
-Parla con mio padre! Digli quanto ci amiamo! Digli che è una follia e che io non potrei mai stare con nessun altro se non con te!- Lo pregò disperato.
-PERCHÉ NON È QUELLO CHE HO FATTO PER TUTTI QUESTI ANNI MARK?!- Esplose il biondo facendo cedere la sua corazza: -Diavolo!- Esclamò cercando inutilmente di non piangere: -Per tutti questi anni... Ho sempre e solo amato te, ho sempre e solo cercato di darti il meglio e tutto questo non è bastato...- Mark si strinse forte a lui avvicinandogli il suo viso tanto da asciugargli le lacrime:
-A me è sempre bastato Jack...- Fece per baciarlo ma lui lo rifiutò:
-Forse... Dovremmo lasciarci Mark... Forse è meglio che ti faccia una famiglia e ti dimentichi di me...-
-MA COSA STAI DICENDO JACKSON?!- No, poteva ascoltare di tutto ma quello no. Che proprio Jackson inziò a pensare quelle cose doveva essere fuori discussione. Non riusciva più a trattenersi: -HAI IDEA DI QUANTO SAREBBE DA SCHIFO LA MIA VITA SENZA DI TE?! DIAVOLO HO PASSATO METÀ DELLA MIA VITA CON TE! COME POSSO LASCIARTI?!- Aveva urlato talmente forte da scioccarlo ma, ormai Jackson aveva preso la sua decisione...
-Sì, ne ho idea. È così anche per me. Sono consapevole che sarà difficile ma... Devi andare avanti, avanti senza di me.- I suoi occhi lo guardavano in uno stato di supplica ma Mark non sentiva ragioni:
-NO! NO E POI NO! JACKSON IO NON TI LASCIO SMETTILA!- Si strinse forte al suo braccio, Jack era disperato, Mark sapeva essere così bambino quando voleva, non ci arrivava a capire che lo stava facendo per lui. Che un addio più rapido sarebbe stato più indolore. Che non avrebbe mai voluto vederlo cacciare dalla sua famiglia per colpa sua. Che avrebbe preferito vederlo mille volte felice insieme alla sua famiglia piuttosto che privarlo di quella felicità per averlo a tutti i costi solo per sé. Se lo scollò lentamente di dosso per stringergli la mano cercando di consolare i suoi occhi:
-Sei l'unica persona che abbia mai amato con tutto me stesso. Sei l'unico che continuerò ad amare per il resto della mia vita. Ed io voglio solo il meglio per te. Ed il meglio per te Mark è avere una famiglia e restare legato alla tua.- Mark sentiva l'ansia scuotergli lo stomaco, stava davvero perdendo la cosa che amava di più a questo mondo:
-Sei tu la mia famiglia!- Nonostante ciò continuava a lottare, continuava invano a trattenerlo a sé in tutti i modi. 
-Io, non vado bene come famiglia Mark...- Ma ciò che gli arrivava da Jackson era solo un costante faccia a faccia con la realtà.
-Diventiamo amanti allora! Non possiamo lasciarci così! Non possiamo abbandonarci! Sappiamo benissimo entrambi che non ce la faremmo mai!- La sua disperazione ormai lo portava ad aggrapparsi a qualunque via possibile ma, Jackson non era quel tipo di persona.
-Tu davvero avresti il coraggio di tradire tua moglie?! Mettiamo caso che un giorno avrai un figlio, avresti davvero il coraggio di guardarlo negli occhi sapendo che tradisci sua madre con un uomo?! Io no Mark. Io non sono così.- Disse deciso allontanando quella malsana idea da sé. Mark non rispose bene alla cosa...
-E cosa dovremmo fare allora? Rimanere amici? Sposarci, avere dei figli e passare il Natale tutti insieme scambiandoci i regali in nome della nostra vecchia amicizia?! Come puoi chiedermi questo?! Come posso farlo?! Come posso essere amico di una persona di cui mi sento l'anima addosso da tutte le volte che ha inciso il suo profumo sulla mia pelle?! Come?! Dannazione Jackson! C'è un limite a quanto si può spezzare il cuore ad una persona! No... Non puoi chiedermi questo... Ti prego...- La furia che avevano le sue parole si trasformò in un pianto straziante, Jackson optò per l'unica cosa da farsi...
-Se per te è impossibile essermi amico... Allora l'unica cosa da fare è sparire completamente dalla tua vita. Forse così riuscirai ad andare avanti...-
-TI PREGO NO!- Mark si strinse di nuovo a lui con tutte le sue forze: -NO!- Jackson lo sentiva tremare a sé e le sue lacrime bagnargli completamente il petto, lo abbracciò forte e baciandolo gli sussurro all'orecchio:
-Promettimi che ti prenderai cura di tua moglie.-Mark non la voleva neanche sentire una simile bestemmia:
-NO! SMETTILA!- Urlò per zittirlo.
-Hey. Le lascio il ragazzo più complicato del mondo devo essere sicuro che la tratti bene.- Cercò di ironizzare.
-TI HO DETTO DI NO! DANNAZZIONE JACKSON SMETTILA MI STO SENTENDO MALE!- Mark stava vivendo un incubo. In tutta la sua vita non era mai arrivato a provare una sofferenza simile. Era questa, la pena più vicina alla morte? No, la morte sicuramente era una cosa meno dolorosa di sentirsi frantumare i propri sentimenti dalla persona che ami. Jackson gli alzò delicatamente il mento e lo puntò negli occhi, quasi come per infondergli quel briciolo di calma di cui aveva bisogno in un momento simile:
-Se mi ami davvero. Promettimi che lo farai. Promettimi che andrai avanti. Promettimi che sarai un perfetto marito per quella ragazza quanto lo saresti stato per me.- Mark fece per distogliere lo sguardo ma Jackson lo bloccò a sé in modo da guardarlo dritto negli occhi: -Ti prego Mark.- Lo supplicò con sconforto.
Lì Mark realizzò che c'era tanta angoscia nel suo cuore quanto negli occhi di Jackson. Se lottare per l'impossibile era inutile tanto valeva arrendersi nei migliori dei modi per almeno la felicità del suo amato...
-Te lo prometto.-
Sigillarono quella promessa con un bacio e da quel giorno chiusero la loro piccola vita perfetta per vivere quella che il destino aveva deciso al posto loro.
Mark iniziò ad uscire con Youra per conoscerla meglio. Era una brava ragazza e non se lo meritava affatto, non si meritava una persona che quando usciva con lei alzava lo sguardo sperando di incrociare quello dell'uomo che amava. Non si meritava un uomo che non osava  toccarla perché era sempre stato abituato a sentire lui il tocco delle mani sulla sua pelle. Gli mancava Jackson? Sì, disperatamente. Gli mancava in ogni singolo paragone con Youra. "Jackson non..." "Jackson avrebbe..." "A Jackson..." E non riusciva ad uscire da quel circolo infernale. Non che a Jackson andasse meglio. Cambiò casa e cercò di uscire con qualche donna, dopotutto a lui le donne erano sempre piaciute, ma nessuna donna poteva sostituire il suo Mark. Era talmente disperato che fece scegliere a sua madre una donna adatta per lui. Ma era inutile. Una volta spente le luci in camera, nella sua mente c'era solo Mark.
E fu proprio Mark a rifarsi vivo.

-Pronto?-
-Jackson?- Riconobbe subito la sua voce.
-Mark?!- Dire che il biondo ne fu stupito è dir poco.
-Sì! È da tanto che non ci sentiamo, vero?... Lo so che potrò sembrare sfacciato dal momento che abbiamo deciso di non essere amici ma... Sabato mi sposo e venerdì ho l'addio al nubilato... Ho invitato anche i ragazzi e vorrei davvero che venissi anche tu... Vorrei... Poterti dire addio un'ultima volta...- Jackson deglutì cercando di mantenere il sangue freddo. L'ultimo addio.
-Verrò.- Disse deciso.
-Davvero?!- Sentì la felicità di Mark arrivargli dritta al petto. Sorrise, sorrise dopo molti mesi in cui aveva dimenticato cosa significasse sorridere.
-Sì! Allora, posto ed ora?!-

E adesso, in quel tavolo seduti insieme agli altri, sembrava solamente una guerra fredda tra i loro sentimenti. E Mark stava decisamente perdendo. 
-Oh oppure sei felice solamente perché hai trovato una moglie anche tu?!- Lanciò una frecciatina Yugyeom. "Moglie?" Andò nel panico Mark.
-E tu come lo sai?- Chiese Jackson irritato.
-Io so sempre tutto...- Rispose il ragazzo sfacciato.
-Ma quindi le voci erano vere...- Continuò Jinyoung.
-Che voci?!- Chiese curioso Jaebum. Jinyoung osservò Jackson negli occhi:
-Stai con Stephanie, vero?...-
-L'ATTRICE?!- Si mise in mezzo BamBam prima di una risposta.
-COSA?!- Esclamò Youngjae scioccato. Mark era totalmente paralizzato.
-Sì... Sì sto con Stephanie...- Cercò di rispondere con calma Jackson. 
-E PERCHÉ NON CE L'HAI DETTO?! IO L'ADORO CAVOLO!- Urlò BamBam.
-È davvero una bella donna!- Diede il suo consenso Jaebum.
-Quindi vi sposerete?- Domandò discreto Jinyoung.
-Bé il piano è quello...- Rispose Jackson con noncuranza.
-HEY INVITACI AL MATRIMONIO!- Lo sgridò scherzando Yugyeom.
-ODDIO NON CI POSSO CREDERE! HEY MARK HAI SENTITO CON CHI SI SPOSA JACKSON?!- Si voltò Youngjae verso di lui. Mark non sembrava neanche essere più a questo mondo. Ma cosa si aspettava? Che Jackson rimanesse da solo per tutta la vita? Che continuasse ad amarlo nonostante non potesse averlo? No, certo, questo no ma, non si aspettava che trovasse una futura moglie così presto. E di saperlo in quel modo. Quindi, per lui non doveva essere stato un grande sacrificio dimenticarlo... Per lui... Erano bastati pochi mesi per cancellare anni della loro vita. Perché era stato così stupido da invitarlo?
-Mark?...- Fece preoccupato Yugyeom vedendolo sbiancare completamente nel più totale silenzio.
-Mark stai bene?!- Si agitò BamBam. A Mark iniziarono a tremare le mani mentre pregava di non scoppiare a piangere davanti a tutti.
-Sì... Cioè no... Esco un attimo che ho bisogno d'aria.- Camminò talmente tanto veloce verso la porta da farla sembrare una corsa contro il tempo.
-Vado anch'io.- Disse Jackson che aveva già capito ogni cosa.
Mark uscì fuori nel prato ed iniziò a piangere, non riusciva mai a farne bene una. Perché doveva sbagliare sempre tutto?!
-FACCIO SCHIFO ACCIDENTI!!!- Urlò in un pianto liberatorio, si sentì poi stringere con forza da dietro:
-Calmati.- Jackson lo sorprese completamente. Perché gli era andato dietro?!
-MOLLAMI!- Se lo tolse di dosso con rabbia per poi iniziare ad urlargli contro: -SEI MESI! SEI DANNATISSIMI MESI TI SONO BASTATI PER MANDARE A FANCULO OTTO ANNI DELLA NOSTRA VITA! PER TE ERO DAVVERO COSÌ FACILE DA DIMENTICARE?!- Jackson gli tirò uno schiaffo per calmarlo. Mark rimase scioccato. Non si aspettava una reazione simile, in tutti quegli anni non si era mai permesso di toccarlo. Jackson era davvero imbarazzato, gli era venuto praticamente spontaneo davanti un'accusa simile:
-Dannazione scusami...- Si scusò appena realizzato il suo gesto, per poi scoppiare a sua volta: -MA COME PUOI DIRMI CHE MI SONO DIMENTICATO DI TE?! MA SE L'UNICA RAGIONE PER CUI VOGLIO SPOSARMI È PER CERCARE DI NON PENSARE PIÙ A TE?! MA NON LO CAPISCI?! NON CAPISCI CHE OGNI GIORNO MI SVEGLIO E MI SENTO MORIRE NEL NON VEDERTI ACCANTO A ME?! CHE OGNI GIORNO PREGO NEL MIO AUTOCONTROLLO PER NON ENTRARTI IN CASA E PORTARTI VIA DA TUTTO E TUTTI?! MA TU HAI IDEA DI COME MI SENTA DA SCHIFO IO MARK?!- Mark riuscì solo ad abbracciarlo. Dio se lo amava. Dio se capiva perfettamente le sue lacrime.
-Andiamo via stanotte. Andiamo via solo io e te.- Era tutto ciò che voleva dirgli. Jackson sospirò:  
-Mark, domani ti devi sposare...- Gli ricordò non volente.
-E mi sposerò. Non sto parlando di domani, sto parlando di adesso. Andiamo via Jackson.- Accarezzò i suoi capelli per poi baciare lentamente le sue labbra: -Solo io e te.- Jackson sfiorò il suo viso, era sicurissimo che se gli avesse detto di sì non l'avrebbe mai più lasciato andare. Ma voleva il suo Mark, lo voleva almeno un'ultima volta. E diavolo se gli erano mancati i suoi occhi... Voleva passare solo tutta la notte e dirgli che l'amava. Non voleva altro.
-Andiamo via Mark.- Disse deciso appropriandosi delle sue morbide labbra: -Solo io e te.-
Mark sorrise.

Si scusarono con gli altri e con la scusa di accompagnare Mark si diressero in un piccolo albergo fuori Seoul. La stanza era quasi paragonabile ad un buco ed il letto era scomodissimo ma loro erano felici lo stesso. Si sdraiarono affianco e Mark iniziò a parlare:
-Sai in questi mesi...-
-No.- Lo interruppe immediatamente Jackson: -Non esistono nessunissimi mesi. Non esiste nessunissimo matrimonio. Esistiamo solo io e te Mark.- Si spostò sopra di lui baciando lentamente il suo collo, Mark reagì istintivamente con uno spasmo:
-Jackson...- Jack si avvicinò al suo orecchio:
-Non voglio lasciarti segni addosso, voglio però lasciarti un segno indelebile nella tua mente. Voglio che anche tra trent'anni tu ricorda quanto ti ho amato. Perché Mark, credimi, nessuno ti amerà mai quanto ti amo io. Una vita con tua moglie non ti darà mai l'amore che ti ho dato io in questi anni.- Mark rinchiuse quelle parole dentro di sé. Strinse forte la sua schiena:
-Lo so. Come tu sai che neanche tua moglie ti amerà mai quanto me.-
-Lo so.- Sorrise Jackson per poi perdersi completamente nello sguardo felice del castano: -Ti amo.- Gli disse dopo così tanto tempo da battergli il cuore come la prima volta.
-Ti amo.- Gli rispose lui con lo stesso identico sguardo di allora. 
Lasciarano l'abat-jour accesa a farli da cornicie in quella lunga notte, erano soliti spegnerla ma quella volta no, quella volta avevano un dannato bisogno di vedersi mentre si amavano.

Il mattino seguente Mark si svegliò abbracciato al corpo di Jackson, quella situazione gli era così abituale che si scordò addirittura di tutta quella assurda faccenda:
-Buongiorno!- Esclamò svegliandolo con il sorriso. Jack si strusciò gli occhi ancora stanco dalla sera prima:
-Buongiorno...- Fece per poi essere subito baciato dal castano che iniziò a delirare:
-Tu non hai idea di che incubo ho fatto! Dovevo sposarmi! Tu mi lasciavi e ti mettevi con un'attrice famosa! Ci siamo detti addio e...!-
-Mark.- Lo fermò subito serio il biondo: -Non hai sognato niente, tu oggi davvero devi sposarti.- La spensieratezza di Mark si spense immediatamente:
-Ah... Che roba assurda eh? Sembra davvero un incubo...- Provò ad essere ironico, Jackson si avvicinò a lui accarezzando la sua schiena nuda, gliela baciò e lo abbracciò a sé:
-Sarai un marito perfetto. Io lo so.- Mark prese la sua mano e si fece stringere ancora più forte:
-Non importa cosa dirà quell'anello sul mio dito, io apparterrò a te. Ti apparterrò sempre.- Jack sorrise felice:
-Questo non avevi neanche bisogno di dirlo...- Sorrissero ma era già tardi, mancavano un paio d'ore al matrimonio: -Ti accompagno a casa così potrai prepararti!- 
Chiamarano un taxi e lungo il tragitto ci furono solo chiacchiere, baci e risate, l'idea del matrimonio era lontana da entrambi ormai. La realtà gli si presentò dopo, davanti ai loro occhi, o meglio gli si presentò in smoking. Mark si guardava triste davanti allo specchio e Jackson preferiva non guardarlo affatto...
-Lo odio. Seriamente, odio questo vestito. Non mi sa assolutamente di niente. Avrei tanto voluto sposarmi con uno smoking bianco, avrei tanto voluto sposarmi con...-
-Finiscila.- Lo zittì prima che la situazione potesse peggiorare: -Sei bellissimo ma dannazione fatti sistemare quella cravatta...- Gli andò in soccorso ed anche quella situazione era  irreale visto che di solito era Mark che sistemava la cravatta a Jackson. Non ci fu neanche un minimo suono, lo sguardo di Jackson era solo pieno di rancore verso il mondo in quel momento. 
-Vuoi venire al matrimonio?...- Mark si rese conto un secondo dopo di aver detto la cosa peggiore che potesse dire, Jackson lo guardò infuriato ma si trattenne di far voce alla sua rabbia:
-Per cosa? Per poter entrare al momento del: "Parli ora o taccia per sempre." E rovinare ogni cosa?- Mark  rise dal modo buffo in cui l'aveva detto e lui gli accarezzò il viso incantato: -Non sono abbastanza forte per vederti andare definitivamente via da me...- Scrutarono l'uno gli occhi dell'altro, in quel momento altre parole non sarebbero servite a niente. Potevano però cercare di mantenere vivo il ricordo dei loro sguardi per sempre. Una voce rovinò tutto con violenza:
-Hey Mark vieni, muoviti! Siamo pronti!- Gli fece frettoloso Joey alla porta.
-Arrivo.- Gli rispose lui cercando di soffocare la sua ansia. Joey andò a riferire e Mark tornò ancora a guardare Jackson:
-Quindi... Dovremmo dirci...- Non trovava assolutamente il coraggio di pronunciare quella parola.
-Addio Mark.- Jackson invece si era preparato a quel momento, dire addio a Mark. Il vero addio. La sicurezza perenne di non poterlo mai più riavere indietro. E dentro di sé, si sentiva ancora morire realizzando la cosa ma almeno da fuori sembrava un minimo sereno. I pensieri di prenderlo e portarselo via facevano ancora un gran baccano nella sua testa ma cercava di rimanere razionale. Dio se era bellissimo in quello smoking, però se si fossero sposati loro due gli avrebbe assolutamente concesso lo smoking bianco. Avrebbe fatto di tutto per farlo sentire il più a suo agio possibile, perché quello sciocco aveva un'insicurezza talmente forte da non fargli rendere nemmeno conto di quanto dannatamente fosse perfetto. Ma, non era lui a sposarlo.
Mark si obbligo a prendere un minino di coraggio, baciò Jackson sulla guancia e lo guardò per un'ultima volta negli occhi:
-Addio Jackson.- La sua voce tremava ed i suoi occhi pregavano Jackson di portarlo via da lì ma le sue gambe, seppur oscillanti, ebbero la prontezza di farlo allontanare da lui, varcare quella porta e lasciarlo indietro. Per sempre.

SETTE ANNI DOPO
-Papà andiamo!-
-Jackson ti prego non correre!- Mark non sapeva come suo figlio potesse essere così agile nonostante la neve scivolosa nelle strade, sapeva però che Youra l'avrebbe ucciso se si fosse fatto solo un graffio.
-Andiamo! Dai!- Continuava a pregarlo dirigendosi verso la pista di pattinaggio.
-Jackson aspetta!- Cavolo era davvero diventato vecchio se non riusciva neanche a star dietro ad un bambino! Jackson proseguiva avanti non curante della preoccupazione del padre. 
"Accidenti se gli assomigli razza di peste!" Pensò con una nota di felicità tra sé e sé ma questo non serviva ad impedire a Jackson di fermarsi:
-JACKSON!- Riuscì finalmente a prenderlo per la mano: -JACKSON INSOMMA! TI HO DETTO MILLE VOLTE DI...!-
-Hey ma non lo sai che è da maleducati urlare il nome delle persone in mezzo di strada?- Mark ebbe un brivido lungo la schiena, avrebbe riconosciuto quella voce tra mille, si voltò e vide un uomo con in braccio una bambina:
-JACK!- Esclamò felice andandogli in contro insieme a Jackson.
-Sì, sei proprio maleducato...- Scherzò l'uomo, Mark lo abbracciò tanto quasi da soffocarlo, da quanto non sentiva il suo calore?!
-Hey Mark piano!- Gli fece lui ridendo cercando di non far cadere la bambina.
-Oddio scusami!- Mark accarezzò la piccola sistemandole il giubbottino rosa: -È tua figlia?!- Chiese felice a Jackson riconoscendo in lei i suoi occhi.
-Già!- Disse fiero l'uomo.
-È bellissima!- Continuò il castano stringendo la mano alla piccola che gli sorrise timidamente.
-Proprio come il padre!- Si vantò.
-Oh ma smettila!- Scoppiarono a ridere ed il piccolo Jackson li osservò curioso, Mark lo prese in braccio felice:
-Lui invece è mio campione! Vero Jackson?!- 
-Jackson?!- Domandò Jack sorpreso ma entusiasta.
-Che altro nome avrei potuto dare all'ometto che amo di più al mondo?!- Disse felice Mark baciando la guancia di suo figlio. Jack sentì il cuore traboccargli di gioia.
-Bé allora piacere Jackson io sono Jackson!- Gli diede la mano e lui gliela strinse:
-Non copiarmi il nome.- Gli disse poi facendo scoppiare a ridere i due:
-Ma che caratterino! Assomigli proprio a qualcuno che conosco!- lanciò una frecciatina Jack.
-Io penso che sia il nome ad essere un problema...- Contrattaccò Mark per poi ridere insieme a Jack, si guardarono, erano entrambi padri, erano entrambi cresciuti, eppure in quell'esatto momento si sentivano come se nulla fosse cambiato durante quegli anni. Erano ancora Mark e Jackson. Erano ancora innamorati l'uno dell'altro. Ma lo erano in un modo in cui non faceva più male, sarebbero sempre andati avanti nelle loro vite con il loro ricordo indelebile ma erano riusciti a capire che non era un ricordo da vivere con tristezza, bensì con felicità per tutto ciò che avevano avuto.
-Ti va di andare tutti insieme a bere una cioccolata calda?- Gli propose Mark con il piccolo Jackson allegro in braccio. Jack sorrise:
-È il più bel: "Restiamo ancora un po' insieme." Che potessi dirmi.-

*NOTE*
Oddio salve era da un po' che non scrivevo!;///; <3 Di solito non scrivo Markson così e voi lo sapete eh eh ///... Ma una canzone mi ha ispirato tutta questa storia ed ho dovuto scriverla! Anche se la Markson non si tocca dai!;; Soffro da sola. Scusami Raymond per averti dipinto come una persona orribile quando poi sei il primo che fa il tifo per Jackson e suo figlio lol. Anyway spero che la storia vi sia piaciuta!;; E... IS ALWAYS MARKSON OR NEVER!<3
   
 
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