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Autore: la luna nera    26/10/2016    8 recensioni
Rovistare nei vecchi bauli può riservare delle sorprese. Fra biancheria d'altri tempi e gioielli meravigliosi, Maddy e Alyssa trovano un sacchetto contenente due orologi da taschino dall'apparenza innocua. Ma si sa, sono proprio gli oggetti più anonimi a nascondere sorprese e le due ragazze lo scopriranno di persona, trascinando nell'avventura che stanno per vivere anche Jordan che invece ha ben altri grattacapi a cui pensare.
Genere: Avventura, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alyssa vide un vecchio con indosso una lunga tunica scura su cui si allungava una folta barba bianca. “Davvero non sapete chi sono, Lady Alyssa?”
“Voi conoscete il mio nome? Siete forse un indovino?”
Quello inarcò un sopracciglio continuando ad osservarla.
La ragazza rifletté un istante: aveva già visto quell’uomo sugli spalti dove stavano seduti Re Artù e la Regina Ginevra con i Cavalieri della Tavola Rotonda…. Ripercorrendo mentalmente tutti i personaggi citati, comprese di averne dimenticato uno, e non uno qualsiasi!  “Cavolo! Merlino! Voi siete Merlino!”
“Lieto di far parte dei vostri ricordi.” Sorrise in modo bonario.
“Vi chiedo perdono….”
“Non preoccupatevi, so bene in quale pasticcio vi trovate.”
“Voi sapete?”
“Sono Merlino, il druido più potente dell’intera terra di Britannia.”
“E dunque sareste in grado di aiutarmi a capire come tornare… ehm, da dove provengo e salvare la mia amica?”
“Un passo alla volta, mia cara. Innanzi tutto dovete togliere dai guai il prode cavaliere che vi accompagna.”
“Che intendete?”
“Osservate voi stessa.”
Alyssa si volto coprendosi il volto con le mani: Jordan era in sella al cavallo che stava per lanciarsi al galoppo contro il cavaliere avversario. Scudo tenuto in malo modo, lancia puntata verso l’altro e un portamento inguardabile: ecco come si presentava in versione “giostra medievale” per far colpo sulla damigella di compagnia della regina. “Santo Cielo! Quello finisce infilzato come uno spiedino!” Provò a chiamarlo perché desistesse dall’impresa, ma nonostante l’uso di tutto il fiato che aveva in gola, le grida di incitamento della folla non permisero alla sua voce di arrivare alle orecchie del ragazzo.
Accadde tutto in una frazione di secondo: Jordan mancò completamente l’altro cavaliere che invece lo centrò in pieno, la punta della lancia colpì lo scudo e  poi ferì in modo piuttosto preoccupante il ragazzo alla spalla destra. Cadde da cavallo mentre l’altro proseguiva la sua corsa da vincitore. Alyssa cacciò un urlo e si precipitò da lui facendosi strada fra la folla che lo incitava a rialzarsi, mentre egli restava immobile disteso sulla terra. Lady Rowanne osservava con compostezza, seduta presso i sovrani che già avevano dato ordine ai servitori di spostare dalla pista quel cavaliere disarcionato. Questi raccolsero Jordan e lo depositarono su una barella di fortuna, lo portarono in una casupola poco distante che fungeva da infermeria da campo. Alyssa lo seguiva con preoccupazione nonostante le facessero cenno di stare lontana in quanto femmina inadatta al compito dell’assistenza al cavalier ferito. Non voleva saperne di stargli lontano e solo grazie al provvidenziale intervento di Merlino poté affacciarsi in quella stanzetta buia, sporca e puzzolente. Jordan si lamentava tantissimo, era palese la sua sofferenza, perdeva sangue e quella maledetta emorragia sembrava non volersi arrestare. Merlino si fece strada, godeva di una posizione di assoluto prestigio alla corte di Re Artù e nessuno osava opporsi alle sue parole, ordinò ai presenti di uscire chiamando invece Alyssa perché si avvicinasse. Entrando in quella specie di infermeria che le pareva più una topaia, la ragazza provò un enorme senso di disgusto, tuttavia si fece coraggio, sollevò leggermente la gonna con una mano perché non toccasse per terra, con l’altra si tappò il naso e si avvicinò al giaciglio su cui era steso Jordan. Nella penombra lui riconobbe i lineamenti della ragazza, ma restò muto ed immobile preferendo chiudere gli occhi e risparmiare ogni briciolo di energia.
“La situazione è preoccupante.” Esordì Merlino. “Rischia seriamente la vita.”
“Come dite?” Alyssa sobbalzò.
“Nella vostra epoca disponete di prodigiosi medicinali in grado di combattere le infezioni che sono la causa principale dei decessi a seguito di ferite come questa. Qui non ne abbiamo purtroppo.”
“Mi state dicendo che Jordan morirà?” Strinse le proprie mani. “Vi prego, voi siete uno dei druidi più potenti della storia, possibile che non siate in grado di fare niente per salvargli la vita?”
“Un modo c’è.” La breve pausa che fece il vecchio sembrava un eternità per la ragazza. “Dovete lasciare quest’epoca prima che sorga l’alba.”
Osservò fuori e vide il sole relativamente basso sull’orizzonte. “E’ quasi il tramonto, possiamo farcela.”
“Non è così semplice.” Proseguì. “Lui è troppo debole, non ha le forze necessarie per tenersi in piedi, il passaggio temporale che dovrete affrontare lo ucciderebbe all’istante.”
“E allora?”
“E’ sufficiente che recuperi almeno metà delle sue forze e perché questo accada deve bere una tisana che preparerò appositamente per lui, ma non può berla in un recipiente qualsiasi, deve usare il Sacro Calice custodito nella Sala della Tavola Rotonda.”
“Ditemi dov’è e ve lo porterò in un istante.”
“Credo sia più saggio lasciare a me quest’incombenza.”
Alyssa si voltò verso l’ingresso e riconobbe Lady Rowanne che entrando, aveva pronunciato quelle parole.
“Voi non conoscete Camelot, io si.” Si avvicinò. “Non lo ritenete opportuno, venerabile Merlino?”
La giovane nobildonna era di una gelida bellezza: la sua carnagione bianchissima era incorniciata da capelli rossi come il fuoco intrecciati con eleganza, occhi verdi come smeraldi e due labbra carnose piegate in un sorriso tanto angelico quanto diabolico.
“Lui ha combattuto per me, credo debba ricambiare questo suo gesto cavalleresco.”
“Andate dunque e portatemi il Sacro Calice.”
“Vengo con voi.” Alyssa le sbarrò la strada. “Potrei esservi d’aiuto, non credete Lady Rowanne?”
Fra le due donne volavano scintille, entrambe tenevano a Jordan seppur per diversi motivi.
“Smettetela di discutere e andate!” Tuonò Merlino, non sopportava quei patetici battibecchi e sollecitandole perché uscissero rapidamente da quella casupola e si recassero a recuperare il prezioso calice.
 
Le due giovani donne quindi fecero il loro ingresso nel palazzo reale di Camelot quasi totalmente deserto in quanto il torneo cavalleresco non si era ancora concluso. Percorsero a passo svelto un lungo corridoio piuttosto buio fino a che giunsero davanti ad un enorme portone, Rowanne si guardò attorno con circospezione, spinse ed entrò senza fare rumore seguita da Alyssa.
“Non entravo nella Grande Sala dal giorno del mio matrimonio.” La meraviglia sprigionata da quel luogo era sempre la stessa.
“Cosa?” Farfugliò l’altra sbigottita. “Voi… Voi siete sposata?”
“Ovvio. Ho già 18 anni io!” Esitò un istante. “Voi non lo siete ancora? Siete forse destinata al convento?”
“Mi sposerò se e quando vorrò io.” Incrociò le braccia.
“E credete sia possibile oggigiorno? Sono i nostri padri a decidere per noi, lo fanno per il nostro bene e per il nostro futuro. Non ho idea di chi voi siate e da dove veniate, ma ho capito alla perfezione che il giovane cavaliere morente non è il vostro promesso sposo….. Anche se è ciò che voi bramate più di ogni altra cosa.” Aveva colto nel segno, tuttavia Alyssa si fece pensierosa e non controbatté. In quell’epoca i matrimoni fra nobili erano combinati dalle famiglie e venivano celebrati quando gli sposi erano ancora molto giovani. Sicuramente Lady Rowanne era stata costretta a prender marito e con ogni probabilità neanche amava quell’uomo, motivo in più per credere che un interesse nei confronti di Jordan ci fosse davvero! Aveva la testa piena di questi pensieri, provava forse pena per lei e tutte quelle ragazze costrette a sposare uomini che non amavano.
“Milady… milady!”
“Oh….” Alyssa tornò in sé. “Scusate, ero soprappensiero…”
“”Ecco l’oggetto che Merlino richiede.” Indicò un meraviglioso calice posto al centro della grande Tavola Rotonda. Pareva emettere luce propria, tanto era splendido. “Andate a prenderlo.”
“Io?”
“Volete o no che il prode cavaliere resti in vita?” Le fece cenno con la mano di non perdere altro tempo e recuperare il Sacro Calice.
Alyssa sospirò, poi si fece coraggio avvicinandosi con circospezione alle eleganti sedie sistemate attorno al tavolo, ogni tanto gettava un’occhiata verso la sua accompagnatrice poiché non si fidava del tutto, poi salì con le ginocchia sul piano e gattonando raggiunse il centro, afferrò il Calice e rapidamente uscì dalla grande sala seguita da Lady Rowanne.
“Avete del fegato, milady.”
Lei continuava a correre imperterrita, nascondendo quanto trafugato fra le pieghe dell’abito. Giunsero all’esterno e in modo altrettanto rapido furono di nuovo nella casupola al capezzale di Jordan.
“Accidenti, la sua fronte scotta.” Alyssa aveva posato una mano sulla fronte del ragazzo che respirava in modo sempre più affannoso.
“La ferita gli ha provocato una fortissima infezione e questi ne sono gli effetti.” Confermò Merlino. “Avete il Sacro Calice?”
La ragazza glielo porse.
“Bene, ora allontanatevi.”
Il mago versò nel prezioso manufatto del liquido dal colore scuro che prese immediatamente a bollire, lo sollevò verso l’alto pronunciando una strana formula. “Thigrib aisows fechwan ann agitur ann chumadwenn tha gham Merlin-neach gleidich!” (“Tornino le forze nel suo debole corpo in nome degli immensi poteri di cui io Merlino sono il custode!”)
Uscì della schiuma, vi intinse due dita con cui andò ad inumidire le labbra di Jordan. Passarono alcuni secondi e gli occhi del ragazzo si aprirono, si voltò verso le due giovani donne presenti in quell’ambiente illuminato da alcune lanterne e riconobbe la sua meravigliosa Lady Rowanne e Alyssa. Sul volto della prima non lesse alcuna emozione, mentre su quello dell’altra vedeva finalmente il sollievo.
“Sollevatevi, sir.” Merlino lo richiamò. “Bevete questa pozione che ho preparato appositamente per voi, vi donerà la forza necessaria per affrontare il vostro destino.”
Alyssa si avvicinò. “Coraggio, puoi fidarti di lui…. Lui è Merlino, il mago Merlino….”
“Cosa?”
“Devi recuperare le forze per ….” Abbassò la voce. “….per poter lasciare quest’epoca. E’ l’unico modo per salvarti la vita, questa brutta ferita ti ha procurato un’infezione coi fiocchi e senza antibiotici ci lasci le penne.”
“Non dire stronzate….”
“Bevete, mio prode cavaliere.” Lady Rowanne si avvicinò col passo di una sinuosa pantera. A quella calda voce suadente Jordan non seppe resistere e bevve tutta la pozione senza protestare.
“Dovrebbe accadere qualcosa adesso?”
Ma Merlino era sparito.
 
 





 
 
Ciao a tutti!
Purtroppo non sono riuscita ad aggiornare la scorsa settimana come avrei voluto, spero di essere riuscita a farmi perdonare adesso con questo nuovo capitolo alquanto movimentato. Come qualcuno di voi aveva intuito, incontriamo il mitico Mago Merlino che sembra conoscere molti più retroscena dei protagonisti…. E Jordan si è cacciato in un guaio bello e buono, così bello e buono che sta rischiando la vita. Riuscirà a salvarsi?
 
Ringrazio i vecchi e nuovi lettori, in modo particolare VOI meravigliosi che continuate a commentare la storia.
 
Vi auguro una buona giornata  : )
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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