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Autore: lady lina 77    26/10/2016    3 recensioni
Poldark 8x02
Please Get Out Of My Way... Quando Ross ha pronunciato queste parole a Demelza, lo abbiamo odiato tutti. Cos'ha provato lei quella sera vedendolo andare via, cosa ha pensato durante quella terribile notte da sola col suo bambino, come si è sentita quando lui è tornato al mattino farfugliando cose senza senso per giustificare un tradimento ignobile e crudele?
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell'esatto istante in cui Prudie è arrivata con quella lettera, tutte le mie paure più profonde si sono materializzate. Temo questo momento da sempre, fin dal primo istante in cui ho capito di essere innamorata di lui.

Trattengo il fiato mentre apre la busta, lo guardo impallidire e poi farsi rosso dalla rabbia.

Conosco quello sguardo, conosco mio marito e so cosa farà, ora che sa. Da questo istante in poi, se non lo fermo, io non esisto più.

"Devo andare a Trenwith" – mi dice quasi col fiato corto, senza vedermi realmente.

Mi paro davanti a lui. "Ross, domani, non stasera. Ti prego, non andare". C'è una nota di disperazione nella mia voce ma lui non la coglie, non se ne accorge. Come non si è accorto di tante cose, ultimamente.

Mi guarda con faccia spiritata, sollevando verso di me la mano dove stringe convulsamente la lettera. "Hai idea di cos'è questa?".

Deglutisco. "Sì. E' di Elizabeth, è per George".

Spalanca gli occhi. C'è follia, furore nel suo sguardo, mi fa quasi paura. "Lo sapevi?".

"Ho sentito delle voci in giro".

"E perché non mi hai detto niente?".

Scuoto la testa, disperata. "Perché dovevo dirtelo? Per farmi staccare la testa?".

Cerca di superarmi, è fuori di se. "Questa cosa deve essere fermata".

"Come potresti fermarla! Come farai, Ross?". Glielo chiedo, ma tanto so già la risposta.

"Non vuoi che la fermi, che blocchi questa follia?".

"Forse no!" - ammetto. No, non voglio che questo matrimonio si annulli, voglio che Elizabeth sposi George e che si allontani per sempre da Ross. Non so se questo desiderio fa di me una persona cattiva ma non ce la faccio a continuare così, vedendo mio marito preferirla sempre, in ogni cosa, a me. Voglio che si sposi e che Ross la dimentichi. "No, non voglio!" - ripeto – "Non nel modo in cui intendi fermarla".

"Quale modo?".

"Qualsiasi modo tu abbia in mente".

Mi guarda, sprezzante. Lo infastidisco, non vuole più perdere tempo con me. "Come fai a sapere cosa ho in mente?".

Ed esplodo. "Come faccio a sapere ogni cosa, Ross? Come ti conosco? Io lo so cosa vuoi fare".

"Per favore, spostati" – mi dice, con una calma controllata a stento.

"No Ross" – ripeto, meno sicura di prima. "Non andare, non stanotte. Aspetta domani, ti prego".

Il suo volto assume un'espressione di pura rabbia. Mi spingerebbe via, mi picchierebbe in questo momento, se continuassi a fermarlo. E' fuori di se, non vede che se. Ed Elizabeth. "Per favore... levati di mezzo". Lo dice guardandomi negli occhi con espressione feroce, scandendo parola per parola. Non è una richiesta la sua, è un ordine.

Sento gli occhi pungermi, potrei scoppiare a piangere in questo momento ma non voglio farlo, non voglio umiliarmi ulteriormente. Abbasso il capo, mi sposto di lato e lo faccio passare. Non mi degna più di uno sguardo, se ne va e sbatte la porta dietro di se.

Mi appoggio al muro e calde lacrime iniziano a solcarmi le guance. E' finita, ha vinto lei, me lo ha preso... In fondo non c'è mai stata ragione di lotta, lui ha sempre voluto lei, io ero solo la seconda scelta che andava bene finché c'era Francis. Ora Elizabeth è libera, liberissima. Altro che George, altro che nuovo matrimonio... Ross non lo capisce che è una trappola? Che lo sta provocando per attirarlo a lei per sempre? No, evidentemente. O non lo vuole capire. O lo ha capito e gli va bene così. L'ha sempre voluta, sempre! E ora realizzerà il suo sogno, ce l'ha lì, a portata di mano.

Mi trascino a letto, incrocio Prudie e Jud sulle scale e mi guardano affranti, non sapendo nemmeno loro cosa dire. Io non parlo, non c'è niente da spiegare, non ci sono consolazioni da ascoltare. Sanno quanto me cosa succederà stanotte, sanno che sta correndo da lei, che finiranno a letto insieme e che della famiglia che io e lui abbiamo costruito insieme non resterà più nulla. Ross ha scelto la vera lady, la donna da accudire e proteggere e che ha bisogno di un uomo accanto, non sa che farsene di una figlia di un minatore che gli ribatte su ogni cosa, che è diventata il suo tormento e che sa cavarsela anche da sola.

E' una notte terribile, anche Jeremy è agitato e piange e io passo ore con lui in braccio, a passeggiare nella camera, sperando che si addormenti. Vorrei piangere anche io ma non posso, devo essere forte per mio figlio. Ha solo me e io e lui siamo l'ultimo pensiero di suo padre di certo. Ora sarà fra le braccia di Elizabeth, felice. Di certo non pensa a noi, a me, al male che ci sta facendo. Che gli importa? Ha ottenuto quello che voleva, così come lo ha ottenuto Elizabeth...

Mentre non dormo penso... Cosa farò ora? Quando si sarà trasferito definitivamente da Elizabeth che succederà? Dovrò aspettare la sua carità, elemosinare qualche attimo con lui o qualche moneta per mangiare? No, il mio orgoglio me lo impedirebbe e inoltre, verso me e Jeremy non avrebbe le accortezze avute con Elizabeth e Geoffrey Charles quando è morto Francis. Forse dovrei andarmene, magari tornare a casa di mio padre... Ma poi penso a Jeremy e al fatto che non posso condannarlo a una infanzia simile alla mia. Forse, semplicemente, dovrei prendere il mio bambino, trovare un posto dove stare e lavorare per mantenerci. L'ho sempre fatto e continuerò a farlo anche in futuro, non ho altra scelta se voglio il bene di Jeremy.

Quando il mio piccolo si appisola, lo porto nel letto con me, a dormire nel posto che è stato di suo padre. Lo abbraccio, è l'unica cosa che ho, il mio unico amore, la mia ragione di lotta.

Per un attimo penso a me e a Ross e a come ci siamo amati in questa stanza, alle cose che ci siamo detti, ai suoi abbracci, alle sue carezze, al modo che aveva una volta di parlare e scherzare con me. Tutto finito, ora che ha ottenuto quel che voleva, la donna che desiderava.


"Lei non mi porterà mai via da te, amore mio".


Balle! Mi ha mai amata davvero? O erano solo bugie che mi raccontava, che SI raccontava?

Mi addormento anche io, tormentata da questi pensieri, col desiderio che, svegliandomi, si rivelino solo un brutto incubo. Ma quando riapro gli occhi è mattina, la luce dell'alba invade la camera e il respiro che sento accanto a me è quello placido e tranquillo di Jeremy, non di Ross. Non è tornato, non tornerà...

Piango in silenzio, ancora, attenta a non svegliare mio figlio. Ho la testa che mi scoppia e gli occhi come pieni di spilli a causa delle lacrime.

Mi alzo e come un'automa, in silenzio, vado in cortile a fare il bucato. Devo fare qualcosa o impazzirò a letto, ferma a rimuginare.

Lavo, stofino con talmente tanta forza da rischiare di strappare i vestiti, non riesco a fermarmi. Stendo il bucato mentre il vento mi scompiglia i capelli e poi sento un cavallo giungere alle mie spalle.

"Ross...". Me lo trovo davanti, spettinato, con la faccia di uno che non si è nemmeno rischiacquato il viso. Si è vestito in fretta, il sottogiacca è slacciato, il colletto della camicia stropicciato. Che ci fa quì? Che fretta aveva di tornare? E' venuto a prendere le sue cose?

Lo guardo, non riesco a dirgli nulla. Vorrei urlare, gettare tutto a terra, fargli male, ma resto immobile, senza emozioni, senza fiato. E non mi era mai capitato di sentirmi così svuotata da quando sono con lui.

Ross si avvicina, mi fissa in viso, sembra quasi in difficoltà. "Cosa posso dire? E' stato qualcosa che non posso spiegare. Devi capire che non avevo scelta".

Non aveva scelta...? DEVO CAPIRE? Lo guardo con una freddezza che non mi è mai appartenuta. E' l'uomo che amo con tutta me stessa che ho davanti, un uomo che mi ha tradita e ha tradito tutto quello che siamo stati, ha tradito Jeremy, ha tradito anche Julia e ora farfuglia cose senza senso. Non aveva scelta? Ma che sta dicendo, è impazzito? O sta solo cercando di giustificare l'ingiustificabile? O è semplicemente tanto sciocco, leggero da non capire il male che mi ha fatto? "Nemmeno io" – dico, freddamente. Già, nemmeno io ora ho scelta. Mi volto un attimo e la freddezza, il distacco di poco prima scompaiono. E faccio qualcosa che non avrei mai creduto possibile perché lui era il mio mondo, il mio sole, la mia ragione di vita. Il mio braccio diventa improvvisamente forte, ho voglia di fargli male, un pò del male che ha inferto a me. E senza che lui possa fare nulla, senza che se lo aspetti, mi volto e lo colpisco con un pugno che lo fa stramazzare a terra.

Lo guardo solo un attimo cadere fra la polvere, sorpreso. Poi me ne vado, lasciandolo lì, solo.

Come lo sarò io d'ora in poi senza di lui.

  
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