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Autore: Dubhe_And_Learco    26/10/2016    0 recensioni
Entrò nella prigione una figura incappucciata che Dubhe riconobbe all’istante, infatti, lo guardò con occhi adoranti, non riusciva a credere a quel miracolo....“ ciao Dubhe, ti ricordi di me?” Disse la figura, quando Dubhe risentì dopo tanto tempo quella voce dolce e severa allo stesso tempo disse stupita e spaventata “ Sarnek??”
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Dubhe si svegliò confusa, non ricordava cosa fosse successo e ciò era molto strano, lei di solito aveva un’ottima memoria e non era così confusa Che cosa mi sta succedendo? pensò scandalizzata. Aprì gli occhi e vide che si trovava in una camera piccola e buia, i muri della stanza sembravano essere di roccia. Lei era sdraiata su una branda abbastanza scomoda, girò la testa per vedere meglio la stanza in cui si trovava e dentro di essa c'era soltanto un comodino con sopra poggiata una piccola statua che non riuscì a identificare e una sedia con sopra dei vestiti nuovi. Tese l’orecchio ma sentì solo un silenzio di tomba. Si alzò di scatto ma subito ebbe una fitta di dolore al fianco che la fece piegare in due dal dolore, si guardò il fianco ed era coperto da delle bende, erano zuppe di sangue. All'improvviso sentì che la porta veniva tempestata di pugni, andò ad aprirla e si ritrovò davanti una ragazza alta e magra con i capelli biondi e ricci, gli occhi di colore azzurro chiaro che illuminavano il suo splendido viso pieno di lentiggini che però aveva dipinto un sorriso di disprezzo. La ragazza disse “Che ci fai ancora conciata cosi? Dovresti indossare i vestiti che sono sulla sedia non ricordi???” Dubhe rispose “io non ricordo, cosa è successo??” La ragazza rise quasi istericamente “Oh Dubhe..., mi fai morire..., davvero non ricordi nulla?!?” disse cercando di darsi un contegno. “ti sembro una che scherza su queste cose ?” disse Dubhe irritata “no...” rispose la ragazza. “Allora spiegami chi sei tu e cos'è questo posto” disse Dubhe nervosa“io sono Rekla la Guardiana dei Veleni e questo posto come lo chiami tu è la Gilda, quello che è successo non intendo dirtelo voglio divertirmi ancora un po'” Dubhe se lo ricordava perfettamente ma solo una domanda era nella sua mente – Come fa ha essere ancora viva? Nessuno sfugge alla morte quando si parla della bestia pensò Dubhe - Rekla parve leggerle la mente perché disse quasi urlando: “Allora ricordi qualcosa? Dovresti essere contenta Dubhe, riguardo alla mia finta morte nelle Terre Ignote, ricorda che non ti riguarda Capito?!?” Dubhe rispose “Ok, ma rilassati!!” Rekla fece un respiro profondo e disse “vestiti con gli abiti giusti ti aspetto al refettorio tra mezz'ora”, si voltò e se né andò cercando di recuperare la calma perduta. Dubhe si cambiò, andò alle terme e dopo una vasca uscì dal' acqua e si rivestì. Erano passati solo venticinque minuti da quando aveva incontrato Rekla così decise di andare al refettorio, quando arrivò lì la sala era ancora vuota, ma in cinque minuti sarebbe riempita, si guardò intorno cercando Rekla con malavoglia. La vide, era in un angolo poggiata alla parete che la fissava, Dubhe si avvicinò alla Guardiana è disse “eccomi qua Rekla, contenta di vedermi con abiti giusti?” Rekla s’innervosì e disse “punto primo, NON chiamarmi Rekla ma MIA GUARDIA, punto secondo non dovresti avere quell'aria spavalda dipinta sul volto... e terzo vedo con piacere che ti ricordi com'è fatta la casa mia cara, altrimenti ti saresti già persa” lei rispose mormorando: “Si va bene mia Guardia” . Nel frattempo la sala si era riempita e Rekla e Dubhe occuparono posto, poi scese il solito silenzio, Dubhe immaginò cosa sarebbe accaduto: la religiosità vive di riti! Infatti, Yeshol comparve sul pulpito. “Preghiamo Thenaar perché ci doni una lunga giornata di lavoro, al termine della quale potremo godere del dono delle tenebre, propizie all’omicidio e così care ai Suoi Figli …” L'uditorio rispose a una sola voce. “Sangue al sangue, carne alla carne, sia gloria al nome di Thenaar.” Dubhe sentiva le orecchie che le ronzavano. Yeshol riprese parola. “I tempi di Thenaar sono lieti: una nuova adepta si è unita a noi, una vittoriosa che per lunghi anni è sfuggita al proprio destino e con la propria vita ricuce finalmente lo strappo che anni fa fu portato in questa nostra comunità dalla partenza di Sarnek il quale decise di voltarsi alla causa dei Perdenti.” Dubhe alzò uno sguardo infuocato su Yeshol, fu certa che l’uomo la vide perché la fisso per un istante, ma come sempre non si scompose. “Ora Sarnek è morto, e il suo scandalo è cancellato dalla terra. Dubhe viene a noi e ripaga quanto ci è stato tolto in passato.” Un applauso si levò sul' uditorio. Dubhe tenne gli occhi incollati al piatto. “Infine, i tempi si avvicinano. A lungo abbiamo languito lontani dalla nostra vera casa, in esilio in questo luogo. E ora mangiate pure, in attesa del giorno consacrato a Thenaar.” Dubhe, indecisa, contemplò per un po' la brodaglia ma poi si decise a mangiare. Dopo un po' finì di mangiare è uscì dalla camera quasi correndo si rifugiò nella sua stanza. Scoppiò a piangere pensando – di nuovo no... , dopo tutta quella fatica per scappare dalla Gilda non so come mi ritrovo dentro con uno schioccar di dita?!? - lei ricordava di aver distrutto la Gilda con le sue mani di aver ammazzato tutti Gli Assassini uno ad uno e un’altra domanda s’insinuava nella sua mente – cos'è successo, perché mi ritrovo di nuovo nella Gilda?... La Setta era stata distrutta grazie al mio sacrificio avevo lasciato la Bestia libera sperando di distruggerla e di salvare Learco, Theana e San - e in quell’istante si ricordo ogni singola cosa del giorno precedente: Rekla si avvicinò, ma non appena fece per sedersi Dubhe le lanciò uno sguardo di fuoco. “Qualcosa non va Dubhe? Non mi riconosci per caso?” disse. Dubhe la odiava “Vattene!” sibilò la ragazza, ma Rekla non si mosse di una virgola di fronte a lei “Ho detto di andartene!” continuò con gli occhi ridotti a due fessure, la guardiana dei veleni la guardò confusa facendo le spallucce “Perché?” Dubhe ribolliva di rabbia, "perché" le aveva chiesto "perché", ma com’era possibile che non si rendesse conto di ciò che le aveva fatto. La giovane assassina continuò “Come osi chiedermi perché!” disse alzando notevolmente la voce, Rekla ancora non capiva “Già perché?” chiese con noncuranza, Dubhe attirò l'attenzione dei tre assassini dietro di Rekla "Tu mi hai strappato da mio Marito! È il giorno dopo le mie Nozze! Non avrai scampo Learco manderà qualcuno a farmi cercare e tu morirai o grazie a me o grazie ha quelle guardie!" Rekla cominciò ad agitarsi, la interruppe "Ma non è così mia cara... Lui non ti ama davvero lui voleva solo fuggire dal suo passato e godere di te!" Dubhe sbatte' un pugno sul tavolo sotto di lei con forza facendo trasalire Rekla "No! Non è vero! Tu mi hai strappata da lui! Tu... bugiarda!" Dubhe si mise a urlare, gli occhi divennero rossi e si lanciò contro la guardia dei veleni con tutta la forza e l'odio che aveva e per quanto Rekla tentasse di difendersi, Dubhe sembrava una bestia inferocita che non poteva essere fermata. Presto il pavimento si riempì di sangue e anche se gli assassini cercavano di intervenire non riuscivano a controllare Dubhe e a separarla da Rekla, e cercavano di staccare Dubhe da Rekla anche perchè alla vista e all'odore del sangue (soprattutto essendo di Rekla) rischiava di trasformarsi in bestia ma ha Dubhe non importava voleva vederla morire sotto atroci dolori provocati dalla Bestia. Ad un tratto si sentì afferrare e sbattere a terra, poi qualcuno le legò velocemente i polsi tenendola ferma; Rator aveva salvato Rekla. Tutta la furia che l'aveva dominata fino a quel momento scomparve quasi del tutto e lei continuava a contorcersi e dibattersi per liberarsi, ma inutilmente. Rator ordinò agli altri due di legarla alla sedia e quando l'avrebbero portata da Sua Eccellenza faranno quello che gli ordinera di fare riguardo lei. E Dubhe ebbe modo di capire, che Yeshol sarebbe venuto a punirla. Non le importava, ormai lei odiava la Gilda e fare qualcosa, qualsiasi cosa contro di essa era fantastica per lei. Quando furono arrivati da Yeshol lui ordinò di sbatterla in una cella delle prigioni della Casa. La cella era piccola e sporca, l'odore di marcio le saliva alle narici nauseandola e la puzza di chiuso era anche peggio, ma sicuramente non aiutava la scarsa quantità di luce. Dopo qualche ora sentì la porta aprirsi e la luce che entrò le ferì' gli occhi costringendola a chiuderli. Credeva che sarebbe stato Yeshol, ma non era il suo passo e nessuna guardia entrò con la figura misteriosa, poi si rese conto che era un postulante dal modo in cui la guardia lo trattava “Fa presto verme! La Suprema Guardia non ama aspettare!” disse spingendolo dentro, poi si richiuse la porta alle spalle. Yeshol entrò poco dopo seguito da altri due Vittoriosi. Le si piazzò davanti, mentre uno dei due assassini le prese la testa a forza e la costrinse a guardare negli occhi la Suprema Guardia. “Sono molto deluso da te, sai Dubhe?” disse come se fosse davvero preoccupato, o come se gli importasse qualcosa di lei, la ragazza lo guardò con aria di sfida, Yeshol la ignorò “Ora dimmi... perché hai aggredito una tua sorella e allo stesso tempo la Tua Guardia?" chiese, Dubhe non rispose, la Suprema Guardia fece un solo gesto e l'altro assassino le triò un violento calcio all'altezza dello stomaco che la fece rimanere senza fiato “Rispondi Dubhe...non vorrai farti male” disse Yeshol con un finto tono apprensivo, la ragazza si sforzò di ubbidire “Non è la mia Guardia e non è neanche mia sorella, è un nemico come tutti voi!” disse, un altro calcio, “Lei è la tua Guardia ed è anche tua sorella! Come noi siamo tuoi fratelli e non tuoi nemici! Non è così Dubhe!?” continuò Yeshol, ma lei resistette “No!”, un altro calcio arrivò con più forza, “Non è così!?” chiese di nuovo Yeshol “No!” rispose lei e fu nuovamente punita “Io non ho fratelli o sorelle... Io sono figlia unica” l'assassino questa volta le diede anche un pugno in faccia, sputò un po' di sangue dalla bocca. Yeshol si avvicinò e la fisso negli occhi “Tu hai dei fratelli e Hai anche delle sorelle! La tua unica famiglia è la Gilda! Allora...ripeto la domanda: Perché hai aggredito la tua Guardia!? Lei è una delle tue sorelle!” Dubhe lo guardò con odio “perché tu vuoi servirti di me, ma io non te lo permetterò!” disse fiera e approfittò della vicinanza dei loro visi per sputargli in faccia. La Suprema Guardia si ritrasse disgustato e i due assassini la picchiarono ancora. Yeshol decise di andarsene “Passerai la notte in cella, vediamo se domani cambierai idea” decretò prima di uscire seguito dai due vittoriosi, ma appena mise un piede fuori dalla cella un vento fortissimo e violento invase la stanza e una voce di donna parlò "Hai paura Yeshol!?" chiese beffarda la donna, lui rimase pietrificato, incapace di muoversi, lui non aveva paura di niente, eppure... lui aveva già sentito quella voce, ricordava anche quando l'aveva sentita, era stato il giorno della caduta del Tiranno, del suo padrone, del suo caro amico, e ricordava di una voce in particolare che lui aveva imparato ad odiare, la voce di quell'assassina crudele “Nihal...” mormorò in preda al terrore puro “...Non è possibile!” disse poi, si voltò, al posto di Dubhe c'era una donna legata, una mezzelfo. I due assassini indietreggiarono terrorizzati e Yeshol rimase pietrificato a guardarla “E' così Yeshol! Tu non puoi fermare Dubhe! Trema, perché arriverà presto la tua fine” disse Nihal con un sorriso vittorioso sulle labbra, la Suprema Guardia indietreggiò battendo i denti senza riuscire più a controllarsi, poi il vento smise di soffiare, avvolse Nihal e lei scomparve; Dubhe era tornata. La ragazza svenne, aveva usato troppe energie involontariamente, ma Yeshol credette che si fosse presa gioco di lui e così disse pieno di rabbia “Portatela nella sala delle torture! L'interrogatorio non è ancora finito!”.
   
 
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