Crossover
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Autore: Kia_do87    12/05/2009    2 recensioni
Harry e i suoi compagni si preparano ad affrontare quello che sarà l'ultimo anno ad Hogwarts, il settimo. Ma, come ogni anno, ci sarà una novità: sei nuovi alunni di bellezza inimmaginabile subentreranno nella casata di Godric Grifondoro per frequentare i corsi necessari a superare gli esami finali. Chi sono? Da dove vengono? Si vocifera che abbiano frequentato una scuola di magia in Islanda ma che non abbiano potuto frequentare il settimo anno a causa del lavoro del padre che, d'ora in avanti, affiancherà Madama Chips in infermeria. D'altronde come avrebbe potuto rifiutare un lavoro ad Hogwarts? Per quanto riguarda i ragazzi, sembra che siano stati tutti adottati dal dott. Cullen e signora, ma in realtà non è che si sappia molto sul loro conto; se ne stanno sempre per i fatti loro e, cosa assai più strana, pare che non apprezzino molto le delizie che gli elfi delle cucine di Hogwarts preparano ogni giorno.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Libri
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'unione fa la forza





Capitolo 19: The end of darkness



"Esme!".
Bella guardava in tutte le direzioni, c'erano studenti contenti che si abbracciavano, altri che aiutavano i compagni feriti, molti che si davano da fare in ogni modo… ma della mamma vampira neanche una traccia.
"Carlisle, hai visto Esme?" domandò avvicinandosi al dottore e lanciando un 'occhiata frettolosa ad Harry che sembrava si stesse riprendendo.
Il dottore sembrò guardarsi attorno spaesato, rendendosi conto solo ora della mancanza della sua dolce metà.
"Alice" la chiamò il capo famiglia.
La piccola vampira gli si avvicinò velocemente osservandolo con sguardo serio "C'è un problema nell'aula di Incantesimi" disse con l'aria di chi ha appena avuto una visione poco positiva.
"Voldemort" sussurrò Hermione dandosi mentalmente della stupida "Come abbiamo potuto dimenticarci di lui?" domandò più a sé stessa che agli altri "Qualcuno l'ha visto?" chiese poi osservando dapprima Ron e poi i vampiri.
Nessun cenno positivo scosse le teste degli astanti, anzi, dalle loro espressioni si capiva benissimo che si stavano chiedendo come avessero potuto dimenticarsi di un dettaglio così importante.
Silente si avvicinò con grandi passi al gruppetto che si era formato, immediatamente gli occhi azzurri andarono a puntare la figura di Carlisle che sembrava stesse combattendo contro la voglia di precipitarsi alla velocità della luce nell'aula di Incantesimi.
"Amico mio…" cominciò mettendogli una mano sulla spalla "… stai tranquillo, ora andremo subito a controllare e ritroveremo tua moglie".
"Bene, allora che cosa aspettiamo?" domandò seriamente il dottore che non sembrava comunque aver ripreso il pieno controllo delle sue emozioni.
Jasper vedendolo in quello stato decise di intervenire ma Carlisle lo bloccò dopo neanche un paio di secondi "No, Jasper, non lo fare".
Il vampiro indietreggiò di un paio di passi.
"Tu servi qui, Carlisle, andremo io ed altri professori a cercare tua moglie" continuò Silente con la solita voce calma e confortante.
"No, Silente, non puoi farlo! Io devo esserci!" rispose il medico con vigore.
"Carlisle per favore, me l'hai insegnato tu che a volte bisogna mettere da parte l'orgoglio, e non eri sempre tu quello che diceva che dovevamo avere fiducia nei nostri amici?" domandò Edward.
"Tu resteresti in disparte se si trattasse di Bella?" gli domandò Carlisle senza alcun cenno di astio nella voce ma guardando il figlio adottivo dritto negli occhi.
"Lo farei se fosse necessario e se sapessi che è in buone mani" rispose il vampiro senza staccare lo sguardo da lui "Queste persone hanno bisogno del tuo aiuto".
Carlisle si costrinse a guardare il "panorama" che si offriva si suoi occhi: molti maghi stavano male e soffrivano, lui sapeva di poter lenire quei dolori e confortare quelle persone. Avrebbero dovuto continuare a soffrire a causa del suo egoismo e della sua infondata prepotenza? Esme era in buone mani.
"Avete ragione" disse infine osservando dapprima Edward e poi Silente "Perdonami, sono stato uno stupido".
Silente gli sorrise gentile "Affatto, sei stato solo umano".
A quelle parole tutti sorrisero finchè Piton non raggiunse il gruppo interrompendo l'atmosfera di tranquilla speranza che si era formata.
"Scusatemi Preside ma temo che il tempo a nostra disposizione si stia rapidamente esaurendo" azzardò con quella sua solita voce melliflua e leggermente irritante.
Silente annuì "Sì hai ragione, Piton, allora andiamo nell'aula di Incantesimi… sei sicura che siano lì, cara?" domandò ad Alice.
"Sì signor Preside, Lui è lì" rispose la vampira pronta.
"Bene allora io, Remus, Alastor, il professor Piton e la professoressa McGranitt andremo là, voi restate tutti qui" cominciò il Preside soffermandosi poi sulle figure dei gemelli Weasley, Ron ed Hermione "E quando dico tutti intendo proprio tutti".
"Ma signor Preside, con tutto il rispetto, non può escluderci così proprio ora!" protestò Fred seguito dal fratello.
Hermione senza pensarci due volte gli tirò una gomitata nel fianco "Stai zitto Fred!".
"Io sono George" la scimmiottò quest'ultimo.
"Non è vero, sei Fred" rispose lei tutta soddisfatta.
I due gemelli si guardarono sbalorditi, nemmeno Molly era mai riuscita a dinstinguerli.
"Come hai fatto?" le sussurrò Ron.
"Basta tirare ad indovinare e mostrare un po' di convinzione" rispose lei come se fosse la cosa più semplice del mondo.
"Io però voglio venire con voi" intervenne Edward ad un certo punto "Potrei esservi utile, non è così facile uccidermi. Inoltre qui non c'è bisogno di me".
Silente osservò il ragazzo "Il Signore Oscuro non combatte in un corpo a corpo, se dovesse colpirti con una maledizione non ti salverai anche se sei un vampiro".
"Lo so, ma le ripeto che so badare a me stesso, non vi sarò d'intralcio" confermò Edward sicuro di sé.
Silente sembrava piuttosto indeciso "Minerva?" domandò alla vice preside.
"Per me sta bene, suppongo che i signori Cullen ci abbiano dato prova delle loro abilità già innumerevoli volte, senza contare che questo ragazzo ha più esperienza sia di me che di te, Albus".
Tutti strabuzzarono gli occhi. La McGranitt che accettava di mettere a rischio la vita di uno studente (seppure vampiro) era pura fantascienza. Mai si era verificata una cosa simile prima d'ora.
"Bene, allora se al qui presente… coso, vampiro-capo… sta bene, è deciso" esordì Alastor Moody cercando di spiegarsi alla bell'e meglio e non riuscendo a trattenere l'innata repulsione per i vampiri, cosa che lo accomunava con Lupin.
Ormai avevano capito che i Cullen erano diversi e che di loro ci si poteva fidare, ma con i succhia sangue preferivano comunque averci a che fare il meno possibile.
Carlisle gli sorrise "Sì, al vampiro-capo sta bene" rispose gentilmente utilizzando la medesima espressione adottata dall'ex auror per auto definirsi.
Ginny stava accanto ad Harry e quando fu il momento per i "veterani" di lasciare la Sala Grande, rivolse loro un muto saluto, stessa cosa fecero anche gli altri ragazzi.
"Sembra così strano che per una volta non saremo in prima fila" commentò Ron.
"Ti dispiace?"gli domandò Hermione stringendogli la mano.
"Un po' sì, quando sei là non pensi alla fine, cerchi di fare di tutto per portare a termine il tuo compito e per non rischiare di rimanerci secco; ora invece non possiamo far altro che aspettare pieni d'ansia il loro ritorno… lo trovo straziante".
"E' vero, ma possiamo renderci utili anche qui e poi con loro c'è Silente, che cosa vuoi che gli succeda?".
"Io spero niente di male, ma teniamo conto che non dovranno affrontare un mangiamorte sprovveduto o un vampiro, qui si tratta del Signore Oscuro".
"Che cosa vorresti dire?" tintinnò Alice raggiungendo i due seguita da Jasper "Che noi vampiri siamo delle mezze calzette per caso?" domandò ironicamente.
"Bè…" cercò di spiegarsi Ron un po' imbarazzato "…insomma, voi con un Avada Kedavra siete morti, il Signore Oscuro non si lascerà sorprendere così facilmente invece…".
Hermione decise che era giunto il momento di intervenire "Attenta perché stai parlando con uno che dopo un Mangia Lumache era k.o., ma è ovvio che per lui i vampiri sono delle bazzecole… giusto Ronald?" domandò con sarcasmo facendo scoppiare a ridere i due vampiri e facendo mettere il broncio a Ron.
"Su, Ron ,lo sai che scherzo!" esclamò subito dopo dandogli un bacio sulla guancia.
"Femmine…" commentò Ron osservando Jasper "… prima ti pugnalano alle spalle e poi ti fanno le fusa".
Il vampiro sorrise gentilmente. In seguito i ragazzi decisero che era ora di darsi da fare, consapevoli che ai piani superiori la situazione fosse assai differente.



"Fatemi andare per primo, se mi dovesse lanciare qualche incantesimo potrei schivarlo senza problemi" suggerì Edward.
La porta dell'aula di Incantesimi era socchiusa e dal suo interno non si sentiva alcun rumore.
"D'accordo, vai" gli rispose Lupin con voce bassa.
Edward annuì impercettibilmente ed, una volta giunto vicino alla porta di legno pesante, la scostò quel tanto da permettergli di entrare. In fondo alla stanza c'erano Esme e Jane. La prima non appena vide il volto del figlio lanciò un urlo nella sua direzione "Edward, attento!".
Il vampiro non fece nemmeno in tempo a girarsi che una serie di corde invisibili gli avvolsero il corpo stringendolo in una morsa indistruttibile ed incredibilmente stretta.
"Ma bene, chi si è aggiunto?" domandò una voce melliflua.
Nell'udire le urla i vari insegnanti corsero verso l'aula ma il portone di legno si chiuse non appena essi cercarono di varcarne la soglia, vani furono i tentativi di aprirlo, sia con la forza che con il più potente degli incantesimi: sembrava saldata alla parete.
Edward nel frattempo cercava di soffocare i gemiti sconnessi che gli fuoriuscivano involontariamente dalle labbra mentre le corde penetravano nella pelle dura come il marmo e la scalfivano senza alcun problema, non per niente si trattava di magia.
"No!" urlò nuovamente Esme "Lascialo andare!" continuò gettandosi in una corsa sfrenata verso l'Oscuro Signore, nel tentativo di liberare suo figlio.
Voldemort trattenne a stento una risata e le puntò velocemente la bacchetta addosso "Crucio!" esclamò con voce bassa ma decisa.
Esme cadde rovinosamente a terra cominciando a contorcersi dal dolore e, in quel momento, qualcuno che finora se n'era stato in disparte decise di intervenire.
La piccola Jane si alzò in piedi e cominciò ad usare il suo potere su Voldemort che non fece nemmeno in tempo a chiedersi che cosa gli stesse accadendo che già si trovò con le ginocchia sul pavimento. La testa sembrava volergli esplodere da un momento all'altro e un dolore atroce ed assolutamente insopportabile andava diffondendosi per tutto il corpo.
Edward si ritrovò libero e ne approffittò per levargli di mano la bacchetta per poi correre ad aiutare Esme che sembrava essersi acquietata.
"Tu non farai più del male a nessuno" disse Jane con una vocina poco rassicurante per poi estendere al massimo il suo potere.
n quel momento la porta si aprì e tutti gli insegnanti furono liberi di entrare ed assistere all'agonizzante morte di Lord Voldemort.
Silente era rimasto a bocca aperta, per non parlare della McGranitt e degli altri. Jane incrociò il loro sguardo e sorrise nella loro direzione "Scusate, volevate divertirvi anche voi?" domandò passando dall'espressione felice di un attimo prima ad una teneramente colpevole.
"Ehm… no, cara… non ti preoccupare" balbettò la McGranitt facendo spostare la vampirella per poi raggiungere Silente fermo di fronte al cadavere di Voldemort.
"Quindi è tutto finito" affermò Moody lanciando una rapida occhiata al cadavere del Signore Oscuro per poi osservare Silente come in attesa di una conferma.
"Così sembrerebbe Alastor, ma per toglierci ogni dubbio consiglierei vivamente di bruciare il cadavere" disse il Preside con tono grave.
"State bene?" domandò poi Lupin avvicinandosi ad Edward ed Esme.
"Sì, grazie" rispose la vampira sorridendogli "Sono ancora un po' debole ma non è niente di grave" continuò sorreggendosi ad Edward.
"Mamma, mamma!" piagnucolò Jane avvinghiandosi alla vita di Esme "Ti ha fatto tanto male?" le domandò poi osservandola con i suoi occhioni rossi.
"No, tesoro, la mamma sta bene" confermò Esme accarezzandole la testolina bionda.
"Ci occupiamo noi di lui, nel frattempo le consiglio di raggiungere il suo marito-vampiro, sembrava piuttosto ansioso di rivederla…" disse Moody interrompendo la momentanea riunione di famiglia "Ragaz-… ehm… vampi-… insomma pensaci tu" continuò poi rivolgendosi ad Edward che trattenne a stento una risata. Moody non era una cattiva persona, era solo un po' goffo e restio a fidarsi di coloro che non conosceva personalmente.
Nessuno riusciva a crederci: era veramente tutto finito.




Note dell'Autrice

Dopo un paio di millenni ecco il penultimo capitolo, la storia sta per finire (finalmente direte voi xD), le recensioni sono diminuite abbastanza drasticamente, così come coloro che seguono questa ff e io non posso assolutamente biasimarvi: è stato un parto molto difficile, soprattutto verso la fine e comprendo pienamente il vostro "rompimento di scatole" ad attendere più di due settimane per ogni capitolo. Comunque un grazie particolarissimo a chi ancora mi segue e recensisce. Vi adoro!
Una piccola precisazione: inserire anche gli Horcrux sarebbe stato eccessivo, Voldy è morto così ed è morto morto; niente anima suddivisa ed inserita nei vari oggetti e/o animali.


x DarkViolet92: bene, sono contenta di essere stata esauriente nella spiegazione e ti ringrazio infinitamente per aver recensito il capitolo precedente e per avermi seguita fino a qui. Grazie ancora!!!

  
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