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Autore: _White_    29/10/2016    2 recensioni
La notte di Halloween è il giorno preferito dell'anno di Abigail. Non lo ama perchè si traveste da mostro e va a chiedere dolcetti porta a porta al vicinato o perchè resta alzata tutta la notte, a guardare film dell'orrore con le sue amiche. Lei non ha mai fatto niente di tutto questo. Abigail ama la notte di Halloween, perchè è l'unico giorno dell'anno in cui riceve delle visite.
[Storia partecipante al contest "Halloween Challenge!" del gruppo fb "EFP Fandoms!"]
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abigail


La notte di Halloween. Amo la notte di Halloween.
La notte di Halloween è il mio giorno preferito dell’anno.
Non lo dico perché puoi travestirti da mostro e racimolare dolcetti da perfetti estranei o restare alzata tutta la notte in attesa dell’arrivo delle streghe.
Non sono mai andata di casa in casa mascherata a chiedere caramelle e non ho mai fatto una maratona di film dell’orrore, come fanno di solito i ragazzini che si sentono grandicelli per “Dolcetto o scherzetto”. La mia generazione non era solita fare questo genere di cose, soprattutto perché non avevamo quegli apparecchi che trasmettono immagini in movimento.
Il motivo per cui amo la notte di Halloween è che è l’unico giorno dell’anno in cui ricevo visite da parte di persone, esseri umani in carne e ossa.
È triste da dire, ma è così. Per qualche motivo a me sconosciuto la casa in cui sono nata e in cui dimoro non ha altri inquilini, ad eccezione di me e qualche topo e scarafaggio, da quando i miei zii mi hanno abbandonata qui e non sono più venuti a riprendermi. Ho trascorso i primi anni da sola, sperando che gli zii tornassero o che venisse qualcuno per portarmi via e affidarmi ad una nuova famiglia, ma non è successo. Dopo un decennio di attesa, ho realizzato che nessuno avrebbe più varcato il cancello in ferro battuto per me. Ormai ero troppo grande per andare in affidamento.
A quel punto avevo pensato di pagare un’inserzione sul giornale locale per affittare qualche camera o anche un intero piano della magione. Dopotutto, è una casa coloniale in legno costruita su due piani e con un ampio giardino: c’è abbastanza spazio per una o due famiglie e per me. Però nessuno è mai venuto a visitare la casa, a parte qualche poliziotto, e quindi nessuno l’ha mai affittata. È un vero peccato, perché il fabbricato comincia a marcire, l’intonaco si sta sgretolando ed è piena di sporcizia. Mi piacerebbe pulirla, ma non saprei come ripararla e non ho soldi per chiamare qualcuno che faccia il lavoro per me.
Ormai mi stavo rassegnando alla solitudine eterna, quando una notte si sono introdotti in casa mia un gruppo di tre ragazzini sui dodici o tredici anni. Erano vestiti in modo strano: avevano dei lenzuoli che li coprivano dalla testa ai piedi. Di loro potevo vedere soltanto le mani che sbucavano dai lembi di stoffa e che stringevano dei sacchi colmi di qualcosa. Vagavano per l’abitazione, cercando qualcosa o qualcuno con delle piccole lanterne che non andavano a combustione e la cui luce era più chiara e fredda. Era la prima volta che le vedevo, erano davvero strane.
- Questo posto mette i brividi. – disse uno di loro.
- Hai proprio ragione. Frank, perché ti abbiamo seguito in questa catapecchia abbandonata? – chiese il secondo ad un altro.
- Perché si dice che questa casa sia infestata. Nonno mi ha raccontato che nel 1879 il proprietario di questa tenuta è impazzito e ha brutalmente ucciso la moglie e la nipotina che viveva con loro. Dopo alcuni giorni i vicini hanno sentito una bambina piangere a tutte le ore del giorno, rumori di porte e imposte che sbattevano, urla di disperazione e ogni notte la luce della camera della nipote si accendeva.
- E tu pensi di riuscire a vedere il fantasma di questa bambina?
- Non lo so, ma sarebbe il massimo!
- Forte, io ci sto. Dite che, se la trovassimo, verrebbe ritratta in una foto?
- Per farne poi cosa? Appenderla in camera tua, affianco al poster di Rita Hayworth?
- No, pensavo di mandarla al gazzettino. Una foto con un fantasma ci potrebbe far diventare famosi.
- Nei tuoi sogni, forse. Ecco, qui è dove una delle due è morta. – e il ragazzino illuminò con il fascio di luce una chiazza rossastra che dal muro scendeva verso il pavimento.
- Non ci credo, c’è ancora il segno del sangue sulle pareti. Ma nessuno ha pulito questo posto quando il marito ha squartato la famiglia?
- Forse il fantasma lo ha impedito.
Quindi loro tre erano venuti per me, volevano conoscermi! Per la gioia di poter parlare con qualcuno dopo tanti anni, iniziai a saltare sul pavimento di legno del soggiorno.
- Avete sentito?
- Il pavimento che scricchiola? Sì.
- Sarà stato uno di noi che avrà appoggiato un piede su una tavoletta marcia, non fate i fifoni! Coraggio, cambiamo stanza.
Prima che potessi presentarmi a quei ragazzi, loro andarono in corridoio, verso la stanza dove la zia tesseva. Decisi di seguirli.
- Ho come la sensazione di sentirmi spiato. – disse il ragazzo in fondo alla fila, guardandosi attorno. Quando posava i fori per gli occhi del lenzuolo su di me, io lo salutavo agitando la mano, ma era come se lui non mi vedesse.
- Non c’è nessuno qui, non essere paranoico.
- Ciao. Ehi. Ehilà. Come state? Io sono Abigail. – gridai per farmi sentire, ma nessuno mi rispose.
- Che posto è questo? – ed entrarono nella camera della tessitura della zia.
Dannazione, che maleducati che erano! Io li avevo salutati, ma non rispondevano. Oltre che non vedermi, non mi sentivano neanche. Però io volevo essere notata.
Andai in cucina. Quella mattina avevo trovato un topo gravemente ferito vicino al fornello. Non sapendo che fare, lo avevo lasciato lì, agonizzante. Il poverino aveva tirato l’ultimo respiro qualche minuto prima che i ragazzi arrivassero e infatti lo stavo per portare in giardino quando loro sono arrivati. Il suo sangue era ancora caldo e liquido, così decisi di usarlo come inchiostro per lasciare ai ragazzi un messaggio in corridoio.
- Santo cielo, ma quello non c’era prima! – strillò il primo quando uscì dalla camera della tessitura della zia e lesse il mio “Ciao!” sulla parete di fronte.
- È scritto col sangue! Il sangue di quel topo! – gridò un altro quando si accorse del topo morto ai miei piedi. Per dimostrare loro che l’animale era morto e che non avrebbe fatto loro del male, lo sollevai da terra e mi avvicinai verso loro.
- Tranquilli, non vi… - iniziai a dire, ma le loro urla sovrastarono la mia voce di bambina.
- Il topo sta volando!
- In questa casa c’è davvero un fantasma!
- Presto, andiamocene prima che ci mangi! – e quei tre corsero fuori dalla mia casa, urlando come degli indemoniati.
Ero così triste e delusa che i ragazzi erano scappati via subito, senza nemmeno aver fatto la loro conoscenza, che piansi a dirotto. Ero arrabbiata con me stessa: avevo l’opportunità perfetta per poter stare un po’ in compagnia dopo tanti anni di solitudine, ma l’avevo sprecata.
Dunque trascorsi un altro anno da sola, rimpiangendo quell’incontro fugace.
La notte di Halloween successiva arrivò un altro gruppo di ragazzi e io provai di nuovo a farci amicizia, purtroppo anche questa volta riuscii a spaventarli e a farli scappare prima di poterci parlare.
La stessa situazione si ripeté per dieci anni di fila, ma non ero ancora riuscita a farmi un amico tra tutti i ragazzini che mi facevano visita.
Ero sconsolata, non comprendevo perché orde di ragazzi si intrufolavano in casa mia e poi se ne andavano a gambe levate non appena cercavo un contatto.
Poi una notte di Halloween arrivò questo gruppettino. Era più numeroso rispetto a quelli precedenti: era composto da quattro ragazzi e da tre ragazze.
- Arthur, perché siamo entrati in questa casa? Mette i brividi. – disse una delle ragazze, aggrappandosi al braccio di uno dei ragazzi.
- Perché questa casa è infestata da un fantasma. Dico sul serio, non sto scherzando. Mio padre ci era venuto quando aveva la nostra stessa età insieme a due suoi amici e loro lo hanno visto! Il fantasma aveva scritto “Ciao!” su una parete con il sangue di un topo morto. Capisci, stava comunicando con loro! Papà e i suoi amici si sono spaventati e sono scappati. Hanno sparso la notizia che la casa era davvero infestata e la notte di Halloween dell’anno dopo un altro gruppo ci è entrato per vedere se la storia del fantasma era vera. E lo era: quello che aveva visto mio padre si è ripetuto e lo stesso è successo con tutti gli altri che sono entrati in questa casa la notte di Halloween.
Sorrisi, dopo anni che non lo facevo. Avevo scoperto perché tutti quei ragazzini venivano a trovarmi soltanto ad Halloween e facevano una toccata e fuga: volevano vedere il fantasma, così come era successo ai loro genitori e agli altri visitatori. Non potevo certo deluderli, così mi impegnai per accontentarli: saltavo sul pavimento per farlo scricchiolare, aprivo e chiudevo le porte, li seguivo per far sentire loro la mia presenza e qualche volta urlavo anche, nella speranza che mi sentissero e che li spaventassi.
Da quel giorno aspetto con ansia la notte di Halloween e passo il resto del tempo ad escogitare qualche nuovo trucchetto per spaventare i nuovi avventori, che ogni anno diventano sempre più numerosi. Dopotutto, ho una fama da mantenere e non posso lasciare che i miei amici se ne vadano senza urlare dalla paura.





Writer's Corner:
Questa os è stata scritta per l'Halloween Challenge del gruppo facebook EFP Fandoms!

Avevo a disposizione vari promt e frasi da scegliere e inserire nella storia: io ho usato la parola sangue e le frasi "Ho come la sensazione di sentirmi spiato" e "È scritto col sangue!".
Spero di aver usato nel migliore dei modi questi prompt, anche se devo ammettere che, per mio 
gusto personale, la frase "Ho come la sensazione di sentirmi spiato" in questa forma stoni un po' nel contesto in cui l'ho citata. Avrei preferito rigirala in "Ho come la sensazione di essere spiato" o "Ho come la sensazione che qualcuno ci stia spiando", che sono due forme più colloquiali e che uso più spesso. Ma la frase data era "Ho come la sensazione di sentirmi spiato", quindi non l'ho cambiata (non so neanche se avrei potuto). Aven90, non te la prendere perchè l'ho detto, per favore 'XD
A parte questo, ho trovato i prompt e le frasi molto stimolanti. E' stato divertente scrivere questa os su una fantasmina che all'inizio non si rende conto di essere uno spettro.
Spero che il racconto vi sia piaciuto.
Felice Halloween a tutti ^^

 
 
   
 
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