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Autore: NihalDellaTerraDelVento    31/10/2016    2 recensioni
Questo racconto è più uno sfogo personale.
La dedico a mia madre, che mi manca da morire.
Non so se la leggerete, o se scriverete qualcosa. Ma non mi interessa.
Queste parole sono solo il palesarsi di una mia piccola esigenza.
Gli errori di battitura saranno sicuramente presenti, perché l'ho riletta a sento.
Spero capiate.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Te ne sei andata esattamente come hai vissuto.
Discreta e silenziosa.
Curioso come tu, solita a svegliarti all’alba, abbia fatto passare un’intera notte prima di dire addio.
Perché?
Prima se ne andò il respiro. Per ultimo smise di batterti il cuore.
Ma se il tuo cuore era così forte perché sei andata via?
Sono passati quasi sei mesi, ma certe volte non mi capacito della situazione così surreale.
Improvvisamente ero persa, vagavo senza meta. Persone, amici di una vita, mi consolavano, senza che io potessi o sapessi riconoscerli.
Ero in una bolla di pece e ogni movimento, ogni pensiero non era lucido. La parte razionale di me poteva solo osservarmi impotente.
Cercavo un pretesto per fare una cosa, la qualsiasi, perché l’inattività mi dilaniava.

Ricordo bene il momento peggiore.
Ero andata dalla nonna, la mamma che tu non avevi mai abbandonato. Perché dovevo. Sapevo cosa mi avresti detto: “Che ci stai a fare con me? Ormai hai fatto tutto. Va’ da lei. E’ lei che ha bisogno.”
Sapevo cosa avrei visto al mio ritorno, ma crollai comunque.
In quel momento il mio cuore si spezzò e gridai, gridai come se ne andasse della mia vita. Non ricordo chi mi sostenne, ma qualcuno lo face.
Non fu accudirti negli ultimi giorni o aspettare l’inevitabile o vestirti per l’ultima volta. Fu vederti lì, con uno spesso vetro a separarci che mi distrutte.
Come un copione già recitato ti salutai per l’ultima volta e vidi degli sconosciuti portarti via.
Era una giornata di sole. Ma appena sei uscita fuori, avvolta dal legno, una pioggerellina sottile ci ricoprì.


Sono passati sei mesi quasi e soffro ancora, forse non smetterò mai. Perché nessun amore, nessuna carezza sarà come le tue. Circondata da gente che mi ama, sono comunque sola.
Non faccio che tirare avanti grazie alla logica. Smisto e levo le tue cose convincendomi che sia la cosa più normale del mondo,

Ma ogni tanto, quando sono nella solitudine, la maschera crolla.
Non importa chi abbia vicino perché non ho più i miei genitori.
Si, mamma. L’uomo che hai amato è troppo occupato a sollevarsi egoisticamente dal suo dolore.
Calpesta tutti, persino me.
Sono sola.
C’è chi dice di aver perso una sorella, chi dice di aver perso una moglie, chi un’amica.
Bhè.. sapete che c’è? C’è che io ho perso mia madre.
Io non so se si possa sentire orfani a ventiquattro anni, ma non mi importa.


Nonostante tutto tiro avanti. Sopravvivo e tiro fuori tutto il mio coraggio.
Ma non sarà mai più lo stesso.
E, nonostante la logica serrata della mia mente, non posso fare a meno di immaginarti in macchina accanto a me ogni volta che guido.
Come se fossimo ancora madre e figlia, solite ad andare in giro per negozi.
   
 
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