Serie TV > Arrow
Ricorda la storia  |      
Autore: Jade Tisdale    31/10/2016    1 recensioni
«Io voglio travestirmi da Green Arrow al prossimo Halloween!»
«Non puoi, sei una femmina!»
«E chi lo dice che non posso?» protestò Sheryl, sbattendo il piede destro a terra.
«Io, se continui a fare i capricci» s’intromise Sara, raggiungendo il resto della famiglia nell’atrio.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Nyssa al Ghul, Sarah Lance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Two sweet twins and a very special Halloween

 

 

 

 

«Sicura di non volere una mano?»
Nyssa, dalla cima della scala, scosse la testa. «Ho quasi finito» dichiarò, sporgendosi in avanti nel tentativo di appendere all’albero una piccola zucca di plastica. Non appena ci riuscì, scese con calma lungo gli scalini e, una volta a terra, prese ad osservare il risultato con fierezza.
In occasione di Halloween, lei e Sara avevano addobbato l’intero giardino con decorazioni a tema: c’erano delle ragnatele finte sulla cassetta delle lettere, una ventina di zucche e fantasmini di plastica appesi ai grandi abeti come se fossero palline di Natale e uno spaventapasseri colorato di fronte al garage, mentre la veranda era piena zeppa di ragni e serpenti di gomma.
Nyssa si portò le mani lungo i fianchi, lasciandosi andare ad un sospiro di sollievo. «Finito.»
«I bambini lo adoreranno» sorrise Sara, mettendo una mano intorno al braccio della moglie.
Nello stesso istante, la porta d’ingresso si aprì, e due bimbi uscirono di corsa dalla casa. Raggiunsero le donne in fretta e, non appena notarono le decorazioni, nei loro volti si formarono delle espressioni stupite.
«Ma è bellissimo!» esclamò la bambina, con gli occhi che le brillavano dalla felicità.
«Ti piace, amore?» domandò Sara, prendendola in braccio e lasciandole un bacio sulla guancia. La piccola annuì, stringendosi intorno al suo collo.
Il bimbo, invece, serrò le braccia, osservando accuratamente l’albero di fronte a lui.
«Che c’è che non va?» domandò Nyssa, scompigliandogli dolcemente la chioma bionda.
Lui scrollò le spalle. «Non so. Non mi convince.» Fece una pausa, dopodiché alzò lo sguardo in direzione della madre. «Non ti ricorda il Natale?»
«Era proprio quello che volevo fare» spiegò lei. «Confondere le idee.»
Il bambino annuì appena. «Però lo spaventapasseri è bello» affermò.
«A me fa paura» protestò la bambina.
«Non c’è niente di cui aver paura, Sheryl. È tutto finto» la rassicurò Sara, cullandola appena per calmarla. «Si sta facendo buio» disse poi, alzando lo sguardo verso il cielo.
«Allora è arrivato il momento di indossare i costumi e andare a caccia di caramelle» esclamò Nyssa con un sorriso. I due bambini urlarono «Evviva!» all’unisono.



«Duke, aiuta tua sorella a farsi il nodo alle scarpe.»
«Perché? Se lei non è capace mica è colpa mia!»
Nyssa lo fulminò con lo sguardo. «Perché è tua sorella, e lei ti aiuta sempre quando hai bisogno del suo aiuto.»
Il bimbo sbuffò, guardandosi le punte dei piedi. «Non puoi farlo tu?»
«Signorino, ti ricordo che sei ancora in punizione per aver rotto la lampada del salotto.»
«È stato lo zio Oliver a darmi il permesso di giocare» protestò lui, con un lieve broncio.
«Ed è per questo che lo zio Oliver non vi farà più da babysitter quando è solo.»
Anche perché poi chi la sente Sara?!, pensò la mora, ricordando quanto la moglie si fosse arrabbiata con Oliver quando aveva scoperto che aveva fatto giocare i bambini a calcio in casa. Nyssa stessa aveva avuto timore a rivolgerle la parola per due giorni.
Duke sbuffò ancora, ma nel vedere i disperati tentativi di Sheryl di allacciarsi le scarpe, si sentì in dovere di aiutarla. E Nyssa sorrise al pensiero che i suoi figli, nonostante gli occasionali litigi, fossero più uniti che mai.
Li avevano adottati quando avevano appena un anno. A quanto sembrava, il padre era un militare morto in guerra pochi mesi prima della loro nascita, mentre la madre li aveva lasciati durante il parto. Non avendo parenti stretti in vita, fatta eccezione per una nonna troppo vecchia e malata per prendersi cura di loro, erano stati portati all’orfanotrofio di Starling City, dove avevano ricevuto le cure e le attenzioni adeguate.
Sara e Nyssa ci avevano messo un bel po’ a decidere di adottare un bambino. Anni prima, la mora aveva scoperto di essere sterile, e Sara si era recata alla banca del seme diverse volte, ma non era mai riuscita a portare a termine una gravidanza. Alla fine, dopo una serie di tentativi, avevano capito che l’unico modo che avevano per diventare madri era ricorrere all’adozione. Laurel le aveva aiutate ad avviare le pratiche per diventare genitori adottivi, e quando, circa nove mesi dopo, alle due arrivò la proposta per prendere in affido due gemelli nati da appena un anno, non riuscirono a tirarsi indietro.
Sheryl si era dimostrata essere fin da subito una bambina dolcissima e sempre in cerca di attenzioni: al termine del loro primo incontro, quando aveva capito che Sara e Nyssa se ne sarebbero andate senza di lei, si era stretta con tutte le sue forze tra le braccia di entrambe ed era scoppiata a piangere all’improvviso.
Duke, al contrario, era sempre stato molto diffidente. Quando Sara si accovacciava davanti a lui per giocare, girava la testa da un’altra parte e faceva di tutto pur di ignorarla. Ci volle diverso tempo prima che il piccolo accettasse la loro presenza all’orfanotrofio, affezionandosi dapprima a Nyssa e poi a Sara.
Dopo tre mesi di incontri continui, i gemelli poterono finalmente stabilirsi nella loro nuova casa.
«Per il mio settimo compleanno voglio il costume di Superman» esclamò fiero Duke, rimirandosi nello specchio di fianco a Nyssa.
«Mancano ancora sei mesi al vostro compleanno» puntualizzò la mora, sistemandosi la sciarpa. «Non è un po’ presto per fare progetti?»
Duke scosse la testa, puntando i suoi occhi azzurri in quelli della madre, improvvisando una finta faccia da cucciolo.
«Io voglio travestirmi da Green Arrow al prossimo Halloween!»
«Non puoi, sei una femmina!»
«E chi lo dice che non posso?» protestò Sheryl, sbattendo il piede destro a terra.
«Io, se continui a fare i capricci» s’intromise Sara, raggiungendo il resto della famiglia nell’atrio. Nonostante il rimprovero, Sheryl si gettò fra le sue braccia e, quando fu sicura di aver attirato la sua completa attenzione, si voltò verso il fratello e gli fece una linguaccia.



Il quartiere era pieno zeppo di bambini che correvano da una parte all’altra della strada con i propri sacchetti di caramelle ben stretti fra le mani. Sebbene avessero solo sei anni, i gemelli erano piuttosto obbedienti quando si trovavano al di fuori della propria casa: non rifiutavano mai la mano di una delle madri quando bisognava attraversare la strada, né tantomeno si allontanavano senza il loro permesso. Per questo motivo, nonostante la folla, i due rimasero al passo di Nyssa e Sara senza obiezioni.
L’unica cosa che Duke sentì il bisogno di chiedere fu: «Quand’è che anche noi potremo andare da soli a fare dolcetto o scherzetto come gli altri bambini?»
Le due donne si scambiarono un’occhiata d’intesa. Fosse stato per loro, non glielo avrebbero mai permesso, ma sapevano benissimo che prima o poi anche i loro figli sarebbero cresciuti.
«Quando sarete un po’ più grandi» rispose Nyssa.
«Grandi quanto?» domandò Sheryl, alzando i suoi dolci occhi marroni in direzione della mora.
«Tipo quando saremo al quinto grado?» esclamò speranzoso il fratello.
«Facciamo anche al sesto» proseguì Nyssa, cercando nuovamente lo sguardo della moglie affinché la sostenesse.
«Siete ancora all’ultimo anno di asilo e già vi preoccupate di quello che farete alle elementari?» chiese Sara, inarcando un sopracciglio.
I gemelli si guardarono e condivisero un risolino, ma non risposero alla domanda della madre. Pochi istanti dopo, si presero per mano e proseguirono in quel modo per tutto il tragitto. Duke indossava un vestito da drago verde che gli aveva regalato lo zio Roy al precedente Halloween, mentre Sheryl era vestita da fata. La maggior parte dei bambini erano travestiti da Batman o da Flash, mentre le bambine indossavano perlopiù costumi di Supergirl ‒ l’anno precedente era tornato di moda travestirsi da Black Canary, cosa che aveva fatto molto piacere a Sara. Si poteva quindi dire che i gemelli fossero gli unici ad uscire dagli schemi, sebbene quando Sara aveva la loro età quelli erano i costumi più comuni.
«E se facessimo una gara?» propose Nyssa, bloccandosi nel bel mezzo del marciapiede.
Sheryl ruotò la testa di lato. «Uh? Che tipo di gara?»
Nyssa sorrise maliziosamente. «Che ne dite se scommettiamo su chi riceverà il maggior numero di caramelle?»
Sara sorrise a sua volta, incrociando meccanicamente le braccia. «Ci sto.»
«Io vado con la mamma!» esclamò Duke, gettandosi fra le braccia di Sara.
Sheryl, invece, si schierò con Nyssa, agitando animatamente la sua bacchetta magica.
«Noi prendiamo le case a destra e voi quelle a sinistra?» propose la bionda.
Nyssa si rivolse alla figlia. «Sei pronta a fargli vedere che vince?»
La bimba annuì con forza, non prima di aver fatto promettere a Duke che, se avesse vinto lei, avrebbe dovuto aiutarla ad allacciarsi le scarpe per il resto della vita.

 

 

 

 

 

Buon Halloween! E fatemi un applauso perché è il primo anno che pubblico una storia a tema nel giorno festivo prestabilito! Miracolo! xD

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: Jade Tisdale