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Autore: Love_My_Spotless_Mind    01/11/2016    0 recensioni
Hani e Ken sono amici da tutta la vita eppure la ama molto più profondamente di quanto non voglia dimostrarle, aiutandola con i preparativi per il suo matrimonio con Junsu.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ken
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PURE WHITE 


                                                                   





Ferma di fronte allo specchio continuava a guardarsi come se non fosse lei a vivere quell’istante, come se non fosse stata lei ad aver scelto. La benché minima espressione positiva era assente dal suo volto incorniciato dai lunghi capelli castani. Jaehwan la osservava attraverso lo specchio mentre lei gli dava le spalle. Nella propria mente la pregava di non voltarsi, non ce l’avrebbe fatta ad incontrare lo sguardo della donna che amava mentre era vestita da sposa, fidanzata con un altro. Sembrava che lei gli leggesse nella mente poiché esitò a compiere quel gesto, restando perfettamente immobile. Il vestito vaporoso si espandeva fino ai piedi di Jaehwan, lui avrebbe voluto commentare quanto le donasse o come fosse anche meglio di ogni possibile previsione ma tali parole non venivano fuori, bloccate lì al centro del suo petto.
All’improvviso Heeyoun si voltò, trovò il coraggio, il vestito con un’oscillazione della pesante gonna seguì il suo movimento. Jaehwan, in felpa e jeans consunti stonava con tutto quel bianco, quei pizzi, quelle perline. Non fu la prima considerazione che le venne in mente, cercò tuttavia di deviare i propri pensieri verso quella direzione che, d’altronde, era la più sicura.
-Allora? – forzò un sorriso – Non mi dici nulla? – mentiva profondamente nel dimostrarsi più allegra di quanto non fosse, era, però, pur sempre un sacrificio da fare, una menzogna obbligata.
Anche Jaehwan sorrise ma nelle sue labbra piegate era possibile scorgere tutta la tristezza del momento. – Stai benissimo. –
Lei annuì, sentendosi improvvisamente stupida per aver posto quella domanda tanto dolorosa per entrambi. Poi tornò a dargli le spalle, guardandosi riflessa senza riconoscersi. La mente andò ad appena la sera prima quando, stando seduta sul divano di Jaehwan assieme a lui, come facevano sempre da quando erano ragazzini, lui l’aveva guardata in modo diverso ed improvvisamente entrambi avevano sentito l’incontrastabile bisogno di baciarsi. Mai un simile gesto le era parso tanto dolce, ricco di sentimento. Non riusciva a toglierselo dalla testa nemmeno adesso, con l’abito da sposa in dosso.
Heeyoun e Jaehwan erano cresciuti nello stesso quartiere, fin da bambini erano stati complici condividendo le esperienze più importanti. Non vi era giorno in cui non si vedessero. Lei era frizzante ed allegra, lui era pieno di iniziative, sempre pronto allo scherzo. Entrambi si erano immediatamente trovati senza più sentire il bisogno di dividersi. Per molto tempo Heeyoun aveva creduto Jaehwan incarnasse il fratello che non aveva mai avuto. Aveva pianto stretta tra le sue braccia per il dolore delle prime mestruazioni, gli aveva confessato ogni singolo pensiero. Jaehwan aveva fatto lo stesso con lei, trattenendo solo un piccolo segreto. Era stato solamente a sedici anni, infatti, che nell’occasione della notte di Halloween si era accorto di essere innamorato di lei, probabilmente da sempre. Heeyoun in quella sera era l’unica a non aver approfittato della festività per sfoggiare un abbigliamento capace di attirare le attenzioni dell’altro sesso, non era decisamente il tipo. Aveva piuttosto trascorso intere settimane a realizzare un banalissimo costume da zucca in cui, però, aveva messo tutto il suo impegno e la sua creatività. Giunta alla festa, quindi, fu subito oggetto di sguardi tutt’altro che ammirati. Tra tutte le ragazze truccate, con le calze a rete ed i vestiti appariscenti si era sentita un’intrusa, decidendo di tornare a casa ancor prima delle dieci. E Jaehwan non aveva esitato nemmeno un attimo a seguirla, correndo assieme a lei lungo il vialetto , afferrandola per un braccio. – Ehy, Heeyoun, andiamocene insieme. – quella sera era terminata guardando le stelle, seduti nel giardino di Jaehwan, inventando storie dell’orrore. A stare al suo fianco, con lei vestita da zucca, ascoltando quanto bene sapesse raccontare certe storie, come fosse limpida la sua voce e la sua risata, aveva capito di amarla. Per la prima volta era riuscito a dare un nome a quel sentimento che da sempre provava per lei. Mai più da allora avrebbe dubitato di esso. – Secondo me eri la più bella di tutte, alla festa. – aveva confessato lui mentre sorgeva il sole ed era ora per la ragazza di tornare a casa. Lei l’aveva guardato, sorridendogli nel modo più luminoso che esistesse. L’aveva osservata allontanarsi, con quel costume rotondo arancione attorno ai fianchi ed il picciolo di cartone verde sulla testa. Nella sua mente Heeyoun sarebbe sempre rimasta così, la ragazza di sedici anni da amare follemente perché era la zucca più affascinante dell’universo.
Aveva taciuto il suo sentimento poiché gli era sembrata la cosa più naturale da fare, per non rovinare tutto tra loro. Non se l’era mai neanche immaginato un rapporto diverso da quello. Sebbene molte volte avesse avvertito il bisogno di baciarla si era trattenuto, non gliel’aveva mai dimostrato. Quando l’abbracciava non vi era malizia ma solamente voglia di tenerla il più a lungo possibile vicino a sé. Erano seguiti altri anni, in cui Heeyoun gli aveva confessato le sue cotte, in cui avevano condiviso tanti altri momenti importanti. A scuola era lei a spronarlo a uscire con altre ragazze, gli presentava le sue amiche con l’intento di vederlo felice. E con qualche sua amica lui era anche uscito ma spesso non si dimostravano pronte a parlare quanto lui avrebbe voluto, semplicemente non si dimostravano Heeyoun e lui non poteva farci nulla. Era capitato che una di esse lo baciasse e lui era rimasto di stucco di fronte alla scoperta d’un simile contatto con il corpo femminile, si era frequentato con quella persona per una settimana, senza però sentire lo slancio giusto per conoscerla meglio. Era capitato che lei lo baciasse mentre c’era Heeyoun al loro fianco e per lui era stato un dolore insopportabile. Non avrebbe mai potuto continuare così. Spesso lei l’aveva accusato di essere schizzinoso nei confronti delle altre ragazze, di non saper mettere in luce le loro qualità. Ma mentre lui l’ascoltava pensava solamente alle sue di qualità o a quanto le donasse quel rossetto, quel taglio di capelli.
Un equilibrio simile era facile da rompere seppure Jaehwan si fosse illuso di poter continuare ad andare avanti così per sempre. Heeyoun aveva iniziato a lavorare in un’agenzia pubblicitaria e proprio lì aveva incontrato Junsu, un suo collega di qualche anno più grande che aveva da subito saputo attirare la sua attenzione. Junsu era un bel ragazzo, aveva viaggiato per il mondo poiché proveniva da una famiglia molto ricca. Iniziarono ad uscire spesso insieme. Lei era affascinata dal suo modo di dipingere immagini con il solo uso della parola. Sarebbe rimasto ad ascoltarlo senza stancarsi. Apprezzava ognuna delle sue qualità. Presto quell’uscire insieme si era tramutato in qualcosa di più serio, complessivamente, però, il loro fidanzamento nel complesso era stato piuttosto breve.  Lui le aveva chiesto di sposarla senza alcuna esitazione, convincendola che se si trovavano tanto bene insieme e se si intendevano tanto non c’era ragione per attendere. Per Jaehwan era stato un colpo troppo duro. Non si sarebbe mai aspettato che Heeyoun avesse intenzione di sposarsi tanto giovane. Neanche lei se l’aspettava, a dir la verità.
Era convinta che da una relazione duratura non si potesse attendere più di un’intesa, una collaborazione. Era convinta che in questo modo nel futuro non avrebbero rischiato di soffrire ma che, piuttosto, li avrebbe attesi un avvenire di vellutata felicità. Magari senza fuochi d’artificio ma lei non si era mai trovata un tipo da effetti speciali. A sentire quella spiegazione Jaehwan si era congratulato con lei, continuando a supportarla come aveva sempre fatto. Insieme avevano scelto i fiori per la cerimonia, insieme avevano camminato lungo la navata della chiesa per immaginare quanto sarebbe stato emozionante percorrerla in quella occasione. E poi, stanchi per aver portato a termine gli ultimi preparativi, si erano ritrovati sul quel divano. Era notte fonda, per essere fresca e riposata per la prova generale del giorno dopo Heeyoun avrebbe dovuto essere a dormire già da un po’. Invece con lo sguardo catturava ogni angolo di quella cameretta che aveva visto i momenti più allegri della loro adolescenza. Ed ogni particolare era un ricordo condiviso, quasi fossero una persona sola. Aveva espresso questo pensiero, i loro sguardi si erano incontrati. Quello di Jaehwan brillava più del solito, aveva qualcosa d’inusuale, qualcosa che lei sembrò comprendere subito, quasi fosse un istinto primitivo a guidarla. Così le loro labbra si erano incontrate, le loro lingue avviluppate in una stretta colma di passione. Heeyoun lo sapeva che se Jaehwan avesse tentato di spogliarla lei non l’avrebbe fermato ed ebbe paura. Ma lui si fermò, aveva troppo rispetto per lei per andare avanti. Seppure gli occhi di Heeyoun quasi lo implorassero di farla sbagliare.
 
Le lacrime le rigarono il volto, andando a scivolare fino al corpetto aderente dell’abito da sposa. Jaehwan avvertì  i suoi singhiozzi, le mise le mani sulle spalle, le chiese che avesse. Lo sapeva bene cosa avesse.
-Dovevamo amarci a sedici anni, Jaehwan, allora sarebbe stato diverso. Ora non possiamo più. È tardi. Com’è tardi, Jaehwan. Ho giurato amore eterno ad un altro uomo. – pronunciava queste parole con il volto basso, continuando a dargli le spalle. Allora lui le prese le mani, aiutandola a voltarsi e quando incontrò i suoi occhi essi erano rossi di pianto. – Gliel’hai giurato, non l’hai provato. –
Lei aveva stretto le labbra, trattenendo altre lacrime che non volevano arrestarsi. – Non importa questo, non è una giustificazione. Le promesse si mantengono ed io… non posso essere così egoista. Ci pensi? Come staresti tu se ti lasciassero a pochi giorni dal matrimonio, eh? – poi si bloccò, accorgendosi di quanto aveva detto e di quanto fosse peggiore la situazione di Jaehwan. Profondamente infuriata con se stessa pianse ancor più disperatamente. Lui le prese il viso, accarezzandole le guance umide.
-Heeyoun, io ti amo. Non è uno scherzo, io ti amo. –
Lei restò in silenzio, quelle parole erano state ben più forti di qualunque altra, soprattutto perché non se le era mai sentite rivolgere. Con Junsu era tutto così razionale e pacato, rassicurante, un colore uniforme senza sfumature. Com’era bello Jaehwan, quanto teneva a lui. Lo amava, si, lo amava. E lui amava lei. Ma al momento sbagliato. Perché lei non era più vestita da zucca, non era più Halloween. Jaehwan tentò di baciarla e lei si scostò, depositando quel bacio sul suo mento, chiudendo le palpebre per suggellare le ultime lacrime.
-Non venire quel giorno, ti prego. Non potrei… - e le parole restarono sospese perché lui aveva afferrato il suo cappotto e stava uscendo. A Heeyoun non restò che abbandonarsi sul pavimento, nella più totale disperazione.
 
Era notte e Jaehwan, che in vita sua non aveva mai fumato, stava consumando l’ultima sigaretta del pacchetto stando sul balcone di casa. Guardava le luci lì fuori, pensando a come la cittadina si fosse popolata negli ultimi anni. Quando lui e Heeyoun erano due bambini c’era molto più verde, molto più terreni incolti. Preso dallo sconforto prese ad immaginare come fosse stare assieme a sedici anni. Con quanto timore si sarebbero scambiati i primi baci, avrebbero cercato momenti per stare soli anche a scuola, nel cortile, ovunque. Ed a San Valentino l’avrebbe sommersa di cioccolatini mentre lei l’avrebbe fatto nel White Day. Sarebbe stata la prima con cui fare l’amore e l’unica a cui promettere un futuro insieme. Probabilmente si sarebbero sposati già molto tempo prima. A figurarselo sorrideva, provando una certa tenerezza per quello che non era stato. L’amava più di sempre quella notte, l’avrebbe raggiunta anche in capo al mondo se solo avesse avuto la certezza di non crearle sofferenza e confusione. Sentì bussare, come un automa si trascinò per andare ad aprire. Era lei, Heeyoun. Una tuta consumata in dosso, i capelli un disastro ed il viso arrossato. – Fumi? – domandò smarrita osservando la sigaretta stretta nelle mani di lui. Un po’ di cenere cadde a terra ma diavolo, non gliene fregava niente. Non riuscì a indietreggiare per farla entrare, senza riuscire a pronunciare domande, senza credere fosse tutto vero. Heeyoun esitava a far tutto, era la sera del suo matrimonio, un matrimonio che non c’era più stato. – Ti amo, Jaehwan. – pronunciò soltanto, senza dirgli quanto fosse stato difficile prendere quella decisione poiché Junsu era una persona buona a cui voleva molto bene. Disse soltanto che lo amava, omettendo quando i suoi genitori si fossero infuriati con lei, quanto si fossero infuriati tutti senza capire. Ma non le importava. Il fatto che lo amasse le permetteva di superare questo e molto, molto di più.
-Entra. –
  
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