Fumetti/Cartoni americani > Avatar
Ricorda la storia  |      
Autore: PeachPie    02/11/2016    1 recensioni
{ Rivisitazione }
Goodbye Zuko è una One-shot che scrissi tempo fa sulla possibile scomparsa del Sovrano della Nazione del Fuoco Zuko, anni dopo la fine della storia originale della Leggenda di Aang.
Qui troviamo Mai a confronto con le proprie emozioni:
Perché nonostante le apparenze, ella è pur sempre un essere umano.
One-shot | Zuko x Mai | PeachPie
ENJOY!
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mai, Zuko | Coppie: Mai/Zuko
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Goodbye, Zuko




Erano tutti riuniti lì con dei grossi nodi che s'erano stretti in gola per lo shock, perché non poteva sembrare vero. Nessuno poteva credere che quel giorno sarebbe arrivato, ma era inevitabile: alla fine era successo.

Era sera tarda, un lugubre silenzio s'era espanso per l'intero castello; cupo, opprimente, quieto.

C'era d'aspettarselo?

 Direi proprio no... ❞

Mai se ne stava innanzi al letto tinto di rosso sangue, con i palmi delle mani posati al petto e la solita espressione apatica, spenta, senza alcun sentimento che le incorniciava il pallido volto come porcellana.

Un leggero sospiro rassegnato fuoriuscì dalle sue labbra rosate, percependo dentro di sé una miriade di sensazioni spiacevoli, le quali eran chiaramente in contrasto con ciò ch'ella lasciava mostrare all'esterno.

 Non c'è da fidarsi degli uomini; alla fin fine sono tutti uguali, ❞ pensò l'oramai donna, i suoi profondi occhi neri fissi su quell'inerme corpo privo di vita,

 Non mantengono le promesse ❞.

In fondo, chi era lei per poter esprimere codesto parere? D'altronde lo si vedeva soltanto guardandola, che tipo di persona fosse.

Chiusa, dall'animo turbolento ed incerto; Mai era sempre stata una di quelle ragazze ritenute “particolari”, per via del suo carattere taciturno e per niente benevolo alla compagnia altrui.

Tuttavia, ella aveva un Regno da portare avanti: quel Regno che sino a giorni prima aveva governato assieme a suo marito, colui che aveva trovato dei pregi in lei anche se esteriormente non ne aveva neanche uno, e la donna aveva fatto lo stesso con egli.

La Signora della Nazione del Fuoco: ecco qual era il suo titolo. Un titolo molto importante.

Non poteva quindi permettere che le emozioni prendessero il sopravvento; non poteva assolutamente farsi sopraffare da esse. Perché avrebbe dovuto farlo?
Perché proprio in quell'istante?

Doveva assolutamente resistere a qualsivoglia sensazione di dolore od angoscia; lo aveva fatto per anni, quindi il problema non doveva nemmeno sussistere.

 Ma è inevitabile, ormai lo so ❞.

Lo continuava ad osservare, quel corpo disteso ed immobile; avvolto dai vermigli abiti cerimoniali e che lo avrebbero accompagnato nel suo lungo cammino verso l'altro mondo, come il piccolo soldato smarrito ch'era sempre stato.

Quanto era stato imprudente: farsi esiliare per una simile sciocchezza, lasciandola così sola; sola proprio come aveva fatto in quel momento, per la seconda volta.

Da piccoli è normale fare degli errori, ma lui aveva superato di troppo i propri in quanto alla gravità delle sue azioni; le quali gli avevano donato delle spiacevoli conseguenze.

 È tutto finito, mio caro Zuko ❞.
La Regina del Fuoco strinse i pugni, i denti, ma non riuscì a trattenersi: i suoi grandi occhi ormai colmi di lacrime sembravano come dire:

 È finita ❞.
Lei non aveva mai pianto, nemmeno per la cosa più insignificante: era inutile piangere per cose altrettanto inutili. Questo era il suo motto.
Tic...
Si poteva chiaramente sentire il rumoroso tintinnìo della pioggia fuori dalla finestra chiusa, che se ne stava a pochi centimetri lontana dal letto del sovrano.

Triste, lenta, circondata da grigia nebbia...
Poggia che stranamente aveva cominciato a rigarle le candide gote, in quel momento un poco arrossate a causa di ciò che, all'improvviso, s'era ritrovata a fare.
Forse era per questo che sua madre non voleva mai vederla piangere...
Sarebbe stato sempre maltempo; perciò la motivazione sarebbe stata anche più logica.
Tic...
Titubante, si avvicinò e allungò un braccio, afferrando con tocco lieve le lenzuola rosse che ricoprivano il corpo della persona che aveva sempre amato... Perché, no: odiato no. Non l'avrebbe mai fatto, sebbene di occasioni ne avesse avute a centinaia.
Tirò su col naso e lo arricciò, stringendo un po' di più quelle lenzuola. Tutto era offuscato e non le piaceva per niente. Forse era per questo che non aveva mai avuto il coraggio di farlo, il coraggio di sfogarsi, d'aprirsi...
Non voleva più vedere tutto in quel modo, senza chiarezza.
Faceva male,

 Molto male ❞.
Tic...
All'improvviso capì, guardandolo in volto. In quel volto che, seppur marchiato, poteva ben percepire cosa egli avesse potuto provare.



« Amo quando odi tutto e tutti ».


Ella non potè che sorridere a quel piacevole ricordo.


« Ma non odio te... »


Lui aveva fatto grandi cose.
Aveva iniziato con il piede sbagliato, ma poi si era ripreso e, lei, le era stata sempre vicina, anche se invisibile ai suoi occhi.
Capiva.
Ora capiva. 
Il sorriso sulle labbra del defunto Signore del Fuoco parlavano da sé.
Lui non era morto per codardia, né per superbia.

Era morto con onore.

 Ti amo, Zuko ❞.


   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Avatar / Vai alla pagina dell'autore: PeachPie