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Autore: lady lina 77    02/11/2016    3 recensioni
Poldark 9x02
La miniera si è dimostrata ricca, Ross potrà finalmente risolvere i suoi problemi finanziari ed estinguere i suoi debiti. Ma si accorge che nonostante questo non può gioire perché ha perso la sua più grande ricchezza, l'amore, la complicità e la vicinanza di Demelza. Una one shot ispirata all'ultima, tristissima scena della puntata in cui Ross finalmente si rende conto di cosa ha fatto e cosa ha perso col suo grande errore.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La casa è immersa in un silenzio angosciante. Jud e Prudie sono al mercato, Jeremy sta facendo il suo riposino pomeridiano e io me ne sto sola quì, in cucina, a rattoppare una vecchia camicia. Non vola una mosca e se una volta questo mi sembrava strano, angosciante, da un mese a questa parte sono i momenti come questo che preferisco. Niente può toccarmi, non c'è in giro nessuno che possa ferirmi. Sono sola, completamente, ed è una realtà a cui mi sto abituando e che trovo piacevole. O forse sono solo apatia e stanchezza a farmela apprezzare, la consapevolezza che ogni forza, ogni entusiasmo mi ha abbandonata da tanti giorni ormai.

Improvvisamente la porta si spalanca e la quiete finisce di colpo. Ross entra in casa, trafelato, con talmente tanta foga addosso che per un attimo abbandono lo strano torpore che mi ha catturata e lo guardo incuriosita.

"Demelza, devo dirti una cosa".

Resto in silenzio e lo guardo. Sembra eccitato come un bambino, è da molto che non lo vedo così. Comincia a parlare a raffica della miniera, di quello che han trovato, dell'immenso giacimento venuto allo scoperto dopo il crollo. Per un attimo lui sembra non ricordare cosa stiamo passando, cosa stiamo vivendo e quanto siamo distanti ormai l'uno dall'altra. Riabbasso lo sguardo e riprendo a cucire, mentre lui continua a raccontarmi, eccitato.

"Demelza, capisci cosa vuol dire?" - mi chiede, sedendosi accanto a me. "Potrò saldare gli interessi del nostro prestito, potrò estinguere anche il debito molto presto. E finalmente potremo vivere nella ricchezza".

Alzo brevemente lo sguardo su di lui, gli sorriso forzatamente. "Sono contenta per te, Ross". La mia voce è sottile come un alito di vento ma a dispetto di tutto sono felice per lui, so quanto ci tiene, quanto ha inseguito questo momento, quanta sofferenza e fatica lui e i suoi uomini ci hanno messo nella miniera. E' la sua vittoria. Un volta sarebbe stata la NOSTRA vittoria, il coronamento di tanti sogni e fatiche che abbiamo vissuto e condiviso assieme. Ma ora è diverso, io sono lontana, apatica, non riesco ad entusiasmarmi per nulla. E' come se fossi caduta in un sonno profondo da cui non riesco a svegliarmi.

Ross mi si avvicina. "Per noi Demelza. Sono contento per noi".

Amaramente, sorrido. "Lo abbiamo aspettato per tanto tempo, vero? E... ora... il momento è arrivato".

Non c'è traccia di gioia nella mia voce ma solo rimpianto e apatia.

Ross mi guarda per un attimo e capisce cosa voglio dire. Ogni traccia di gioia gli sparisce dal viso e di colpo anche lui si ricorda cosa stiamo vivendo. Allunga la mano, stringe la mia appoggiata sul tavolo e le nostre dita si intrecciano come non succedeva da tanto. Per un breve attimo provo piacere, la sua mano è calda e gentile come la ricordavo, una mano che mi ha accarezzata, amata, sostenuta tante volte. Una mano che, ora lo so, non è mai stata realmente mia. Lui non è mai stato davvero mio! E questa consapevolezza mi fa diventare fredda come ghiaccio, morta, impremeabile a ogni reazione o sentimento. Eppure non riesco ad allontanarmi da lui, a sciogliere quella stretta che cattura le mie dita e la mia coscienza. E' l'uomo che amo ancora, nonostante tutto, un uomo che mi sta uccidendo a colpi di parole e sofferenze, bugie ed umiliazioni. Eppure, dannazione a lui, lo amo. E per questo odio me stessa.

"E troppo tardi per noi?" - mi chiede, con voce rotta. La sua mano continua a stringere la mia, la accarezza come alla ricerca di qualcosa che non c'è più. Sembra smarrito anche lui ora, sperso come me. La me stessa che lo ama vorrebbe alzarsi, abbracciarlo, consolarlo. Ma la me stessa che sono ora non glielo permette, la me stessa di adesso è fredda, rifugge i sentimenti e ha eretto muri attorno a se per non soffrire.

E' troppo tardi per noi, mi chiedi... Non lo so Ross, non so risponderti. E non so nemmeno garantirti se un giorno riuscirò a farlo...

L'unica cosa che non mi spiego ora è perché, nonostante questo, non riesca a staccare la mia mano dalla tua...



  
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