Mi chiamo Emeraude, e sono l'unica colonna portante di Sephiro.
Scrivo queste memorie nelle ultime ore della mia vita, nella speranza che qualcuno possa trovarle e magari riuscire a comprendermi.
Non voglio essere ricordata come la piccola principessina triste. Io non sono sempre stata triste, anzi, la mia vita non ha mai conosciuto dolore... finché non è iniziato tutto.
Sephiro è il mio mondo. Qui non c'è un re e non ci sono governi, soltanto una persona sola che con le sue preghiere tiene in vita il mondo stesso.
Quella persona sono io. Non sono la prima e purtroppo non sarò l'ultima a doversi sobbarcare il peso di un intero popolo, la sua pace e il suo benessere.
Qui su Sephiro, come dice il Monaco Guida Clef, il mio saggio maestro, è la volontà la vera forza. Mi sono chiesta spesso se io ne fossi provvista più degli altri.
E mi sono risposta di no. Forse ero solo la più ingenua.
È una vita solitaria, quella della colonna portante. Io personalmente non ho nessuno, la mia famiglia si riduce a Felio, il mio adorato fratello minore.
Caro il mio Felio. È sempre stato un bambino forte, tanto che ha cominciato prestissimo a girare per i boschi. Di certo questo era un comportamento più adatto a un vagabondo che a un principe, ma lui ha sempre preferito essere il primo.
Confesso che l'ho invidiato. Lui non aveva obblighi, nessuna restrizione, io invece dovevo restare al castello, schiacciata dal peso del mio ruolo.
Mi aggiravo per le stanze o in giardino, perennemente inquieta, come un uccello in gabbia, cercando... cercando cosa? Forse una via d'uscita.
Ma solo la morte mi avrebbe liberato, lo sapevo. Avrei voluto togliermi la vita io stessa, era così semplice, ma non potevo. Alla colonna non è permesso avere egoismi.
Oh, sapevo come funzionavano le cose. La colonna di Sephiro deve vivere reclusa, con la sola compagnia della sua solitudine... o dei suoi fidati collaboratori.
Uno di loro era Zagart. Era entrato al mio servizio da poco, come consigliere e Sommo Sacerdote, suo fratello Lantis invece era il capitano delle guardie. Loro e il Monaco Guida Clef, oltre a mio fratello, erano le uniche persone che mi fosse concesso vedere. E forse fu inevitabile. Era il nostro destino.
Mi innamorai, sì. Mi ero innamorata di Zagart. Ma l'amore, era l'unico lusso che non potevo permettermi. Sapevo bene che innamorandomi avrei firmato la mia condanna a morte.
So bene cosa avete pensato tutti di me. Che ero una povera sciocca, senza carattere. Ed è vero.
Ho sempre saputo che avrei potuto donare il mio cuore solo a Sephiro. Ma ci ho provato, sapete? Ho provato a respingerlo, dimenticarlo, distruggerlo.
Ma Zagart... il mio amatissimo Zagart. Lui non era facile da dimenticare.
Mi colpì subito, appena lo conobbi. Gli occhi profondi, il portamento fiero. I suoi occhi mi seguivano sempre, li sognavo, e mi dicevo che stupida, ci sono cascata.
La mia vita stava diventando dura. Era difficile, sempre più difficile nascondermi a Clef, parlare a Zagart come se lui non fosse che un buon collaboratore.
L'amore per lui mi consumava più del mio ruolo, perché non potevo più sostenerli entrambi. Ma che morte piacevole sarebbe stata.
Non potevo immaginare che lui sentiva quel che sentivo io, e soffriva come me. E se ha deciso di portarmi via, è stato solo per amore.
In realtà ho scelto io di isolarmi. E il resto venne di conseguenza, la confessione a Clef e la decisione di evocare i Cavalieri Magici.
I Cavalieri Magici. Non so perché ho scelto loro fra tante altre. Comunque non mi importava molto, volevo solo che ponessero fine alla mia agonia.
Provo molto rimorso per quelle tre creature. Sono solo delle bambine, non più giovani di me, ma come me il loro destino è segnato. Sono delle macchine di morte.
Confesso che mi hanno stupito. Sono forti e caparbie, e generose: perché altrimenti, rischiare la vita per un mondo che non è nemmeno il loro?
Avrei voluto che Clef raccontasse loro subito tutta la verità. Certo, in quel modo non avrebbero forse voluto andare fino in fondo... ma avevano il diritto di sapere.
Quelle bambine non hanno colpa. L'unica responsabile di tutto sono io, ma tante altre persone hanno sofferto e soffriranno, prime fra tutte loro, i Cavalieri Magici.
Sono nella mia prigione, e so che loro stanno arrivando. Vengono credendo di salvarmi, vengono a uccidere il cattivo che ha rapito la principessina.
È tardi, lo so, per i rimpianti. Ormai il destino sta per compiersi, e anzi, vedo già Zagart prepararsi per la battaglia. Mio amato Zagart.
Sto di nuovo piangendo. Ma non piango per me. Piango per i Cavalieri Magici, per Clef, per Lafarga, per il mio mondo che rischia il crollo.
Per Zagart. Sta andando a morire, e lo sa benissimo. Ho paura per lui, e vorrei tanto essere tra le sue braccia... l'ultima volta, prima della fine.
Stupida, stupida. So che le cose sarebbero potute andare diversamente. So che avrei potuto mandare via Zagart con una scusa. Nulla sarebbe cambiato.
Ma la verità è che io volevo che cambiasse. La mia non era vita. Lo era forse prima che diventassi colonna, ma poi... esistevo, semplicemente.
Questo lascerà delle cicatrici, lo so. Anche quando Zagart e io non ci saremo più, ci saranno delle persone che continueranno a soffrire per il mio errore. Sephiro stesso, privato della sua colonna non resisterà a lungo. Ma poi verrà trovata un'altra persona, e la storia si ripeterà da principio.
Zagart sta uscendo, e adesso aspetta i Cavalieri Magici. So che lui intende ucciderle, prima che loro uccidano lui, e dopo di lui me. Vuole proteggermi.
Prima che questo accada, vorrei chiedere perdono a tutti. Chiedo scusa al mio saggio maestro Clef, a mio fratello, ai Cavalieri Magici, al mio popolo.
Zagart, amore mio. Se chiudo gli occhi posso vedere i tuoi occhi, e chiedo perdono anche a te. Il mio destino sciagurato ha travolto entrambi.
Mi sento così stanca. Avrei voglia di chiudere gli occhi e dormire per anni e anni. Vorrei essere ancora una bambina senza pensieri. Ma quei tempi sono finiti.
Mi sento stanca anche di scrivere, ma non voglio fermarmi, perché ci sono ancora tante cose da dire e tante scuse da fare.
Sto per morire. Ma non ho paura. Perché so che la morte per me non è una fine, ma un nuovo inizio. E non solo per me.
Sono poco coraggiosa, lo so. È così facile, farsi uccidere e lasciare che le cose vengano risolte da altri. A me non riguarderà più.
Che cosa si dice di solito quando si sa di dover morire? Io non ho nulla di speciale da dire, a parte le mie scuse, naturalmente.
Il mio ultimo pensiero andrà a lui, al mio unico amore che adesso mi difende a costo della sua vita. E a voi tutti che leggete queste parole.
Ti amo, Sephiro. Ti amerò sempre, e non scordarti di me, perché è per te che sono disposta a morire. Per te e per tutti i tuoi figli ho sprecato i miei anni migliori, gettato al vento le uniche cose per cui valga la pena vivere, gli affetti e l'amore.
E ora io non ho più nulla. Anche il mio amore, l'unico amore che abbia mai conosciuto, anche lui mi ha abbandonato. Mi ha lasciato e il mio nome è stata la sua ultima parola... il nome di colei che lo ha condannato a tutto questo.
E io? Adesso anch'io sto andando a morire. E il mio ultimo pensiero andrà a lui, l'uomo che se n'è andato portandosi via il mio cuore.
Aspettami, Zagart. Sto arrivando.

Emeraude




Salve :)
Sono tornata dopo un po' con questa, che ho scritto parecchio tempo fa. E questo angolo è proprio per dirvi che se viaggiate anche su Manga.it e vi capitasse sottomano... non è un plagio, sono sempre io. Detto questo... come sempre, hope u like it!
Raven85