Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh! Arc-V
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Autore: Eternity_Hook    05/11/2016    1 recensioni
[Yu Gi Oh Arc V]Il fumo si solleva dalla casa, grigio, una matassa senza forma che si disperde tra ciuffi di nuvole, confondendosi tra esse, scure come se stasse per piovere.
E la casa brucia, fiamme la avvolgono fino a renderla un resto morto e carbonizzato che sembra crollare, per piombare inesorabilmente verso la propria, ormai inevitabile, fine.
La pioggia sembra iniziare a scendere, lentamente, mentre questa sembra accellerare per dare la parola fine alle lingue di fuoco che continuano ad agitarsi per la corrente d'aria che le sta facendo divampare.
Lacrime iniziano a percorrere il viso di Yuri, il quale non può fare a meno di osservare, scioccato, con la bocca semi spalancata.
Era la casa di lui, del suo amore.
Era la sua casa.
E ora stava crollando come fiammiferi, contorcendosi nella sua debolezza contro a quell'elemento che non tornava indietro.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il fumo si solleva dalla casa, grigio, una matassa senza forma che si disperde tra ciuffi di nuvole, confondendosi tra esse, scure come se stasse per piovere.
E la casa brucia, fiamme la avvolgono fino a renderla un resto morto e carbonizzato che sembra crollare, per piombare inesorabilmente verso la propria, ormai inevitabile, fine.
La pioggia sembra iniziare a scendere, lentamente, mentre questa sembra accellerare per dare la parola fine alle lingue di fuoco che continuano ad agitarsi per la corrente d'aria che le sta facendo divampare.
Lacrime iniziano a percorrere il viso di Yuri, il quale non può fare a meno di osservare, scioccato, con la bocca semi spalancata.
Era la casa di lui, del suo amore.
Era la sua casa.
E ora stava crollando come fiammiferi, contorcendosi nella sua debolezza contro a quell'elemento che non tornava indietro.
La pioggia man mano accellerava, come i battiti frenetici che scuotevano il suo petto.
Aveva paura, paura come non aveva mai avuto.
Paura e certezza di aver ormai perso la sua abitazione, la sua vita normale.
Paura e incertezza di aver perso l' amore della sua vita.
Non ne era sicuro, ma una vocina, una stupida vocina, nella sua testa continuava a pizzicarlo.
A dirgli di dire addio all'unica persona che aveva capito di amare.
L'unica persona che l'aveva ricambiato senza farsi troppi problemi, sostenendolo, aiutandolo in tutti i mezzi che gli erano possibili.
Rimase immobile, venendo infradiciato dalla pioggia, avvolto dalla freddezza di quell'aria frizzante che gli congelava le vene e gli bloccava il respiro, al punto tale che si sentiva soffocare, addirittura morire.
I suoi vestiri, ormai zuppi, come i suoi capelli e le guance, rigate dalle lacrime, gocciolavano rapidamente.
Tremava convulso, disperato, con le labbra che seguivano quel fremito.
In un istante, tutto il suo mondo si fermó, ogni singola parete e il tetto finirono per autodistruggersi, finendo completamente a terra con un boato profondo che avrebbe potuto tranquillamente scuotere la terra.
Un solo nome aleggiava nella sua testa: Yugo.
Era vivo? Oppure era morto e ora si trovava sotto le macerie, bruciato.
"No, Dio, ti prego, no" pensó istintivamente, osservando la finale lotta dell' acqua contro il fuoco, il quale si spense, rilasciando un intenso odore di bruciato.
Cominciò a correre, quasi subito, mentre l' aria che gli sbatteva contro riusciva a forargli i polmoni, impedendogli di aver un regolare ritmo di respiro, cosa che già prima non aveva affatto.
Correva veloce, sotto la pioggia, spedito, senza preoccuparsi di inzupparsi più di quanto già non fosse, rischiando di cadere ogni tre per due, il cuore in gola , finendo spesso nelle grosse pozzanghere, che finivano per gelargli le ossa quando ci entrava, seminate per la strada che lo avrebbe portato ai resti della sua abitazione.
Continuó ad avanzare, fino al punto tale che era così vicino alla casa che il fumo gli picchiava feroce contro le narici.
Vide di sfuggita dei pompieri che stavano sistemando alcune cose in un furgoncino rosso, i quali continuavano a muoversi avanti e indietro, salendo e scendendo dalla vettura.
Vi ci si avvicinó istintivamente, correndo verso di loro, speranzoso di trovare il giovane dai capelli blu e dal ciuffo biondo su quel mezzo così notabile.
-E...ehi... scusate... avete ... voi avete...-
Non riusciva a parlare, la sua voce andava a scatti e le sue gambe tremavano come non mai.
Ancora poco e probabilmente i denti le avrebbero imitate.
-C'era... c'era un ragazzo... in quella casa... do... dov'è?- fece, balbettando, continuando a fremere, osservando l'uomo sulla cinquantina che si era girato verso di lui e che lo guardava con aria bizzarra, quasi illeggibile.
Il caschetto giallo gli cadeva sulla testa in maniera pendente e quasi gli copriva gli occhi infossati.
L'uomo si girò un attimo verso i compagni, i quali ricambiarono lo sguardo di insicurezza che quello lanciò loro.
Il cinquantenne tornò a girarsi -Ragazzo, forse é meglio che sali nell'...-
-Dov'è? Ditemi dov'é... ve ne prego- il viola li guardava, terrorizzato.
Ormai aveva capito dagli sguardi imbarazzati che i vigili del fuoco si passavano significavano quello che più temeva.
Ma voleva sentirselo dire.
Voleva esserne assolutamente sicuro, altrimenti non ci avrebbe creduto, altrimenti non se ne sarebbe convinto e avrebbe continuato a cercarlo.
Gli uomini tacquero ancora, guardandolo, colpevoli.
Sembravano non voler dirglielo e tacevano, continuando a parlarsi con degli sguardi, ma senza dire una parola.
-Allora?- sussurró, con voce strozzata, stringendo i pugni, accarezzando la propria pelle bagnata con la parte superiore delle falangi.
-Allora?!- stavolta gridó, sentendo la morsa allo stomaco farsi più viva.
Glielo comprimeva, glielo stringeva, glielo distruggeva.
-É sul veicolo- disse il cinquantenne, con tono serio
Yuri spalancó gli occhi dalla sorpresa, irrigidendosi immediatamente, ma non poté cantare vittoria
-O almeno quello che ne rimane di lui- finì la frase quello, rimuovendo dal giovane quasi ogni singola speranza.
-Ma almeno... é vivo?- chiese
Fu una domanda in cui trapelava tutta la sua disperazione e il suo desiderio.
Yuri ascoltó il vento parlare con il suo linguaggio sconosciuto, attraversando piante, vestiti e strade, mentre la pioggia si interrompeva bruscamente, lasciando scendere le ultime gocce prima di concludersi.
Era calato un silenzio che lo stava erodendo interiormente.
La risposta.
Quella risposta avrebbe simboleggiato non solo la vita del suo amore, ma anche la propria.
Se Yugo era morto, allora anche lui lo era, se era vivo, avrebbe potuto sopravvivere anche lui.
Nel primo caso, sarebbe stato come pugnalarlo dritto al petto, sarebbe stato come impedirgli di sorridere per il resto della sua esistenza.
Nel secondo caso, avrebbe pianto di gioia e si sarebbe addentrato nel furgoncino.
Non gli importava se non fosse completamente intero, o se fosse sfregiato per via delle fiamme.
Non gli importava se magari gli mancava una gamba, o anche entrambe.
Lo voleva con sé.
Lo amava troppo per non superare tale fatto.
Avrebbe fatto di tutto per lui.
Avrebbe comprato una abitazione nuova, senza farsi problemi del prezzo o delle cose simili.
Tanto era 'casa' il posto dove erano insieme, dove vivevano insieme, dove si amavano come si erano sempre amati.
Il resto era solo un piccolo dettaglio da tralasciare, come uno scarabocchio.
E dunque aspettó paziente la risposta, continuando a tremare per il freddo, con gli occhi sgranati e il cuore che batteva a mille, rimbombando nelle sue tempie ferocemente.
-No, mi dispiace-
Un cazzotto.
Un cazzotto sembrò prenderlo in pieno petto, più doloroso di qualunque avesse mai ricevuto da qualcuno.
Un pugno diretto al suo petto che lo stava facendo urlare internamente e quasi anche esternamente.
Voleva gridare a pieni polmoni, scaricare il proprio dolore fino a perdere la voce.
Ma le urla non uscivano.
- Voglio... voglio vederlo- sibilò istericamente, con un tono che non ammetteva repliche, mentre gli occhi tornavano a pizzicare e la vista a sfocarsi.
I pompieri gli permisero di passare, per salire sul furgone color rosso fuoco.
Ogni passo che faceva era come un tuffo al cuore.
Osservó l' interno della vettura con gli occhi velati dalle lacrime, trovandosi davanti una barella, con un cadavere sdraiatovi sopra, coperto da un velo bianco.
Vi si avvicinó fino ad esservi difronte e con mani tremanti caló la stoffa dal suo viso.
Lacrime cominciarono nuovamente a scendere, mentre un ennesimo pugno allo stomaco bloccava il suo respiro.
Era lui.
Era davvero lui.
Il pianto che lo sconvolse fu così a dirotto che non riusciva ad interromperlo, mentre i singhiozzi piegavano la sua voce e i fremiti lo indebolivano.
Faticava a guardarlo, ma allo stesso tempo non riusciva a distaccarvi lo sguardo.
La sua pelle pallida era leggermente bruciata ad un lato del viso e del collo, gli occhi blu erano spenti e la bocca mostrava segni di secchezza.
Un rivolo di sangue gli percorreva il mento, tracciando una breve riga.
Tirò giù anche il resto del velo, vedendo il profondo buco aperto nel suo stomaco.
E si sveglió di soprassalto, gridando disperato, piangendo e dimenandosi tra le coperte.
-Ssssh, Yuri ! Calmo, era un incubo, solo un incubo. É tutto okay... é tutto okay. Non era reale- sussurró una voce dolce e melodiosa che lo fece sussultare tra le lacrime, stringendosi a lui per istinto.
Yugo era lí.
Yugo era vivo.
Era stato davvero solo un incubo.
E nonostante ormai lo avesse realizzato, non riusciva a smettere di piangere.
Si strinse maggiormente a Yugo, cercando di calmarsi, appoggiando la testa nell'incavo del suo collo, singhiozzando e tirando su col naso.
-Ehi... calmo, amore... - Yugo prese ad accarezzargli i capelli con delicatezza e dolcezza, continuando a sussurrargli parole in modo tale da rilassarlo e da rimuovere quell'agitazione che sembrava averlo intriso.
-T...tu e...eri m-mo... morto- balbettò angosciato il viola, lasciandosi abbracciare e accarezzare dal compagno
-Era un incubo, nulla di più-
-Ma... ma era così... reale-
-Io sono qui, amore mio-
Yuri alzò appena la testa, guardando l'espressione serena del blu, il suo sorriso dolce che, al solo guardarlo, riuscí ad infondergli una sensazione di tranquillità che non aveva mai provato.
Perché era così che il blu faceva.
Solo lui ci riusciva.
Solo lui aveva provato ad apprezzarlo e a condividere la propria gioia, la propria vita.
Solo lui era riuscito a superare quella corazza invisibile che si era costruito attorno, mostrando soltanto il peggio di sé.
-Sei tutto ció che ho... non voglio perderti-
Quelle parole le disse in un sussurro soffocato, quasi colpevole, addolorato e confuso
-Non mi perderai- asserí convinto Yugo, prendendo il viso del ragazzo tra le mani, accarezzandone il labbro inferiore, tremolante, per poi posarvi sopra le sue e lasciarvi un bacio leggero, immediatamente ricambiato dal viola, che trasmetteva in esso tutta la gioia per essersi svegliato.
Fu un bacio lento, le bocche si sfioravano silenziose e le lingue si muovevano l' una accanto all' altra, danzando sensuali.
Ogni singola emozione provata in quell' incubo, spariva sotto quel contatto così intenso e delicato allo stesso momento.
Era qualcosa di vivo, di piacevole e faceva sparire il resto.
Via alle preoccupazioni, via al dolore.
Cancellate.
Cancellate le ferite lasciate dalle unghie di quel maledetto sogno.
Spazzate via dalla corrente dell' amore.
Impronte nel fango che si amalgamavano nel resto per diventare solo un ricordo sepolto nella coscienza.
-Ti amo tantissimo- sussurró dunque Yuri, quando fecero per riprendere fiato da quel bacio
Yugo sorrise dolce a quella frase.
Era la prima volta che glielo diceva.
-Anche io ti amo- rispose, lasciando subito dopo le loro bocche a parlare, tra contatti, carezze e consapevolezza.
La consapevolezza di amare e di essere ricambiati con tutto il cuore era qualcosa di incomparabile e indefinibile.
Indescrivibile e superiore a qualsiasi altra cosa.
Yugo immerse le dita tra i suoi morbidi capelli, lasciando che le sue dita ne accarezzassero la consistenza.
Lasciandosi amarlo più di quanto non lo facesse già e perdendosi nella bellezza di quei suoi occhi viola chiaro, tendenti al rosa 
   
 
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