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Autore: ImperioMagicum    06/11/2016    2 recensioni
Imperio Magicum , dopo anni di paure canalizzategli contro dagli Educatori , decide di fuggire e di far cadere la dittatura che governa Sila. L' Infallibile , il leader del governo , dopo aver promesso di togliere il paese dalla guerriglia e l'instabilitá ha infatti ha spinto l'intera popolazione ad una guerra con i territori del nord , al solo scopo di distrarre il popolo. Per sconfinggere il regime è necessario possedere un'arma , più potente di tutto il potenziale bellico della dittatura , ed Imperio è forse l'unico in grado di trovarla.
Le origini e le vicende di un personaggio a me molto caro , rimasto sepolto nella mia mente fin dall'infanzia.
Accetto volentieri commenti e critiche.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 13:

Ignis peccatum delet

L'aria estiva è calda di giorno e rinfrescante la notte. È così rilassante sentire la brezza estiva far stormire le fronde degli alberi oppure mentre accarezza il viso di qualche bambino sdraiato nel campo di grano a prendere il sole tra una partita a calcio ed una a nascondino. Ma i più fortunati di tutti sono le rondini, gli usignoli e persino i rapaci; che dall'alto dei cieli sfruttano le correnti per vorticose acrobazie. Ma non sono soli, non qui nel Paese.

Potrà essere passato per la mente a molti che il luogo dove si svolge la nostra storia sia piuttosto povero di tecnologia, essendo per lo più composto da campagne e paesini rurali. Ma l'Infallibile, che basò la sua forza militare sull'avanguardia delle armi in dotazione all'esercito, basa ora il controllo dello stato da lui creato su altrettanta tecnologia. Quindi se vi capita di alzare gli occhi al cielo, può darsi che non incontriate solamente uccelli con il vostro sguardo, ma anche qualcos'altro: i volo-droidi. Questi sono essenzialmente strumenti robotici volanti utilizzabili in vari modi: si compongono di un corpo centrale che contiene il computer, un'elica alla sommità per farli fluttuare come piccoli elicotteri ed un attacco alla base per equipaggiarli con telecamere, microfoni o mitragliatrici. Possono essere comandati a distanza, ma solitamente vengono utilizzati con un autopilota a due funzioni: offensiva o perlustratrice. Nella prima i volo-droidi ricercano e cercano di terminare gli obbiettivi assegnati, mentre nella seconda cercano di catturare suoni e filmati durante tutto il percorso assegnato. Come disposizione di base hanno quella di auto-proteggersi, distruggendo o fuggendo da qualsiasi cosa diventi per loro un pericolo.

Pensate a migliaia di questi oggetti che raccolgono foto, video, suoni e voci con lo scopo di raccogliere e convogliare le informazioni ai servizi di sicurezza. Un lavoro lungo e macchinoso, che tende a durare molti giorni tra la raccolta dell'informazione alla sua schedatura. Soprattutto con le piccolezze che si ritengono inutili e vengono quindi poco esaminate, il meccanismo si inceppa, ma guai a farne parola con l'Infallibile, perché una cosa creata da lui è sempre corretta a prescindere. Così era accaduto anche quella volta. 

Del resto si trattavano di pochi scatti presi in uno dei tanti campi del Paese. Solo un paio di ragazzi ed una bambina che si prendevano una pausa sotto il sole, uno dei quali con la mano deformata, con l'indice e attaccati per le estremità. Ma tra loro vi era anche un ragazzo più giovane, sui quindici anni, forse meno, che apparentemente sembrava normale, con i capelli marroncini che gli cadevano sulla faccia. Ma, se si prendeva una foto di qualche ora dopo, lo si poteva vedere con i capelli più lungi e completamente neri, oltre ad una corporatura più alta. Una terza foto mostrava il ritorno dei capelli marroncini, una quarta un taglio molto più corto delle ciocche di destra, un'altra vedeva variare l'altezza ed altri dettagli del viso. Si fecero altre ricerche su questo strano soggetto, innanzitutto sul suo nome, Kelvin, e su la sua locazione. Dopo qualche altro giorno di ricerche, si senti dire in giro tra gli uffici di sicurezza che del caso si sarebbero occupate importanti personalità.

 

Manuela corse in fretta alla porta di casa, qualcuno aveva bussato con vigore quel vecchio asse di legno che divideva il dentro dal fuori. Girò la maniglia e si trovò davanti un uomo molto alto, avvolto in un cappotto lungo che lo copriva fino al ginocchio e con gli occhiali scuri. Era accompagnato da alcuni militari in uniforme. Lui le diede una carezza sulla testa e chiese di poter parlare con i suoi genitori. La bimba chiamò a gran voce il papà che accorse subito. Ma, alla vista dell'uomo, Vladimir disse al figlio Anton di portare la bambina in camera. L'uomo ed il padre della bimba andarono invece in cucina. La madre Ada preparò un po' di tè caldo per i presenti. 

La bambina era ora al piano di sopra, ma il pavimento non era troppo spesso e poteva sentire qualche voce. L'uomo le era sembrato gentile all'inizio, ma la sua voce era possente e quella dei genitori sembrava, in confronto, quella di due agnelli spaventati. Fece alcune domande su i loro figli, su come vivessero li in campagna e su quanto avessero da mangiare. Poi la nota dolente: chiese loro della figlia e rammento che il Direttorato era stato molto triste di comunicar loro la morte della piccola. Si soffermò poi sulla bambina che aveva visto appena entrato e disse ridendo: < Sembra che i giovani d'oggi siano resistenti a tutto, anche agli incidenti d'auto. Certo, verrebbe da pensare forse che sia accaduto un miracolo a vostra figlia, ma sappiamo tutti e tre che non è così. Ditemi, come sta il ragazzo? > e da li domande sempre più insistenti, contornate dalle continue scuse dei genitori, con continui < ...è la figlia di un nostro amico... > < ...non sappiamo di che ragazzo parliate... > ed altri ancora.

Poco a poco dovettero ammettere tutto, ma non date loro una colpa di questo, l'uomo alto con gli occhiali scuri sapeva essere un bravo interrogatore già con spie addestrate, figuriamoci con semplici civili. L'uomo fece nuove domande, voleva sapere dove si trovava il ragazzo, perché lo avevano ospitato ed altre informazioni sul suo stato di salute. Non seppero, o non vollero, dir nulla di più.

Quel che accadde dopo fu, per fortuna, non visto direttamente da Manuela ed addolcito dal fratello Anton quando lei volle spiegazioni. Il fratello aveva deciso infatti di portare Manuela fuori dalla casa, attraverso una finestra da cui si erano calati sotto l'indifferenza dei militari che avevano circondato la casa. A loro era stato dato l'ordine di non fare nulla, se non sotto ordine. I due fratelli si allontanarono: < Manuela, dai vieni che giochiamo mentre papà e mamma parlano con il signore. > le disse Anton. E così la convinse ad allontanarsi, così non dovettero vedere i loro genitori mentre venivano interrogati, insultati e picchiati. Anton non era un vigliacco, avrebbe voluto andare a soccorrerli, ma il padre Vladimir gli aveva detto che, in caso fossero andati a casa loro un gruppo di militari, la priorità era salvare la bambina.

< Mi scusi Luogotenente, con i due ragazzi che si fa? > < Nulla, non abbiamo tempo da perdere, abbiamo la conferma che lui è stato qui e... altre piccole informazioni. Possiamo andare, appiccate pure il fuoco e cancelliamo l'errore di questi due stupidi. > Gli uomini cominciarono a dar fuoco alla paglia ed a versare taniche di benzina sui muri dell'abitazione. Ignoravano le grida e le suppliche dei due coniugi all'interno, le cui vie di fuga erano state bloccate. Dopo un po' smisero di far chiasso e si strinsero forte, sapendo che sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero visti, almeno in quel mondo. 

Il Luogotenente salì sulla jeep insieme ai suoi uomini. Quindi eccoli andare via mentre dietro di loro si alzava una grossa colonna di fumo nero e la casa della piccola famiglia di contadini diventava cenere.

   
 
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