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Autore: ALE 96    06/11/2016    0 recensioni
(Questa storia è riferita al libro "Dark Hunter" di Sherrylin Kenyon)
Samantha Price è una cacciatrice molto particolare: è il frutto dell'amore tra due Dark Hunter. La sua nascita non era prevista, poiché tutti i cacciatori oscuri sono sterili perché sono morti a causa di qualcuno che li ha traditi e, sfuggendo ad Ade, sono ritornati in vita grazie alla dea Artemide per compiere la loro vendetta. Samantha ha però un punto debole:una volta all'anno, per il suo compleanno, perde tutti i suoi poteri e diventa umana. Soltanto Acheron Parthenopaeus è a conoscenza di questo segreto e la protegge. Lei ha anche un'altra caratteristica:il suo sangue, se viene prosciugato, dona l'invincibilità a chi lo beve, invece, se ne viene prelevata soltanto una piccola quantità, colui che beve morirà. Acheron decide di affidare Samantha ad Axel Knight, un cacciatore oscuro scontroso che non si fida di nessuno. Riuscirà Samantha a vedere oltre il muro che Axel ha costruito e a cambiarlo?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Sam? Posso entrare?- disse Axel bussando alla porta della sua camera. Silenzio. -Sam? Acheron è andato via, voglio parlarti di una cosa-. Non ottenne alcuna risposta. Ebbe un brutto presentimento e provò ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave. -Dannazione! Sam, apri questa maledetta porta!-. Dopo qualche secondo si decise e la sfondó. La stanza era vuota. -Non posso crederci, è scappata!-. Axel imprecò. Sarebbe dovuto andare a cercarla e non sapeva neanche da dove iniziare. Aveva la certezza che, se quella donna non voleva essere trovata, non ci sarebbe riuscito neanche tra un secolo.

 

 

-Ehi, bellezza. Vuoi giocare con noi?-. Sam si voltò lentamente verso il demone che aveva parlato. Si trovava in uno dei tanti vicoli scuri di New Orleans. Erano ore che girava per la città in cerca di qualche bel combattimento che avrebbe allontanato i suoi pensieri e il suo senso di colpa. Si, senso di colpa nei confronti di Axel. Per quel suo gesto, lui sarebbe stato punito severamente. Ma, anche se le dispiaceva da morire, non poteva sopportare di essere trattata come una prigioniera. La sua libertà contava più di qualunque altra cosa e non avrebbe permesso a nessuno di togliergliela, anche se era solo per proteggerla. -E perché dovrei voler giocare con voi?- rispose lei, dopo averli osservati. Erano in tre. -Perché sei la nostra cena, umana-. Uno dei lati positivi di essere diversa dagli altri Dark Hunter, era che i demoni non percepivano la sua natura e pensavano fosse un semplice essere umano. -La mamma non ti ha insegnato che non si gioca con il cibo?- disse lei incrociando le braccia sul petto e scuotendo la testa. -Si rivolterebbe nella tomba se ti vedesse. Povera donna-. Il demone le ringhiò e parti all'attacco. Provò a sferrarle un pugno in faccia ma lei lo schivó con facilità e lo colpì dietro al collo con una gomitata, che lo fece cadere a terra. Sam estrasse il paletto che aveva negli stivali e lo uccise. Di lui restò solo polvere. Gli altri due restarono immobili con gli occhi sgranati per la sorpresa. -Allora- disse -chi di voi due vuole giocare con me?-. E, sorridendo, gli mostrò le zanne.

 

Axel vagava per le vie della città in cerca della sua rovina. Dove diavolo si è cacciata?!, pensò. Lo avrebbe fatto impazzire! Aveva così tante domande da porle, molte cose sul suo conto non quadravano. Voleva sapere tutto su quella donna misteriosa, anche il più insignificante dettaglio della sua vita. Non riusciva ancora a credere a quello che gli aveva detto Acheron. Samantha, una Dark Hunter? A lui sembrava umana, i suoi sensi non avevano percepito la natura soprannaturale di lei. E poi, perché nasconderglielo? Non capiva come avrebbe potuto danneggiarla se l'avesse saputo prima. L'avrebbe obbligata a rispondere alle sue domande, con le buone o con le cattive. Prima però doveva trovarla. Mancava poco all'alba e doveva sbrigarsi, ma non aveva idea di dove cercare. Era già stato al Sanctuary e in molti locali dove si riunivano i demoni, ma di lei nessuna traccia. Axel aveva la certezza che Sam fosse a caccia, perciò aveva cercato in quei posti. L'unica soluzione era girare per New Orleans nella speranza di incontrarla per caso. Però fino ad ora non aveva avuto fortuna. Sospirò. Se Ash lo scopre sono nella merda fino al collo, pensò. Ad un tratto percepì un odore familiare. L'odore di lei, l'avrebbe riconosciuto ovunque. Seguì quella fragranza fino a un vicolo alla sua destra e la vide. Stava combattendo contro due demoni. I vigliacchi sferravano i loro attacchi insieme, rendendole più difficile difendersi. Axel stava per intervenire quando lei lo vide. I loro occhi si incrociarono e lei imprecò.

 

 

Mi ha trovata. Sam si immobilizzò. Mossa sbagliata. I demoni sfruttarono quel momento per colpirla e mandarla al tappeto. -Sam!- gridò Axel, andando verso di lei per aiutarla. Non poteva rimanere lì, l'avrebbe riportata a casa e allora addio alla sua libertà. Quando i demoni iniziarono ad attaccarlo, Sam voleva scappare ma non poteva abbandonarlo, anche se sapeva che se la sarebbe cavata. Si limitò a rialzarsi e ad osservarlo. Era così bello mentre combatteva. I suoi movimenti erano fluidi mentre uccideva il primo demone e finiva l'altro. Si girò verso di lei e la guardò. Si fissarono per un tempo che sembrò infinito. Però lei doveva andarsene. -Perché diavolo sei scappata?! Hai la minima idea di quanto sia stato stupido? Hai messo entrambi nei guai!- -Non ti riguarda quello che faccio! Non mi terrai sottochiave! Nessuno lo farà, preferisco morire- -Dannazione, Sam. Mi riguarda! Acheron mi ucciderebbe se ti succedesse qualcosa, e io ci tengo a vivere- -Non verrò con te, rassegnati- -Invece si- disse andandole incontro. Sam era pronta a scappare quando alle spalle di Axel, all'inizio del vicolo, vide lui. Yashka. Com'era possibile? La guardò, poi se ne andò, scomparendo dietro l'angolo. Sam corse verso il punto dove era scomparso, ma Axel la bloccò. -Lasciami andare!- -No, stai ferma- -Lasciami!- disse e gli diede una ginocchiata nelle parti basse, facendolo piegare in due. La lasciò per portare le mani sulla zona dolorante. Sam iniziò a correre ma, quando girò l'angolo, non c'era nessuna traccia di Yashka. Il suo cuore batteva all'impazzata. Era stata solo la sua immaginazione, come al solito. Ogni anno, quando si avvicinava il suo compleanno, lo vedeva per qualche istante come se fosse un fantasma. Sam attribuiva queste apparizioni al suo inconscio che le ricordava cosa sarebbe potuto accadere. - Sam!-. Axel si era ripreso e la stava raggiungendo. Cosa posso fare? Se mi prende è la fine!, pensò lei. Sospirò seccata. Non poteva usare i suoi poteri e comportandosi da umana avrebbe perso contro di lui. L'unica soluzione era scappare. Lo guardò un'ultima volta e poi si mise a correre. Doveva temporeggiare fino all'alba così Axel sarebbe stato costretto a tornare a casa ma dove poteva andare? -Sam! Fermati!- le gridò Axel. Dannazione era dietro di lei e la stava raggiungendo. Andò a sbattere contro qualcuno e cadde a terra. - Mi scusi! Sta bene?- disse lei guardando la persona che aveva colpito. Rimase di sasso. - Non può essere...- disse con un filo di voce. - Yashka- sussurrò terrorizzata.

 

 

- Finalmente ti sei fermata!- disse Axel quando la raggiunse. Ma lei non lo sentì. Fissava il vuoto davanti a sè. Era terrorizzata. - Non può essere vivo! Io l'ho ucciso!- sussurrò Sam alzandosi. - Chi è che hai ucciso?- - Se è vivo mi ucciderà. Devo nascondermi così lui non potrà trovarmi- disse lei come in trance. - Sam ma che stai dicendo? Chi ti ucciderà? Che sta succedendo?-. Lei sembrò risvegliarsi e lo guardò. - Niente. Non sta succedendo assolutamente niente. Dimentica quello che ho detto. È solo la stanchezza- disse lei ridendo e portandosi una mano alla fronte. - Sto impazzendo- sussurrò. -Cazzo, Sam! Se non mi dici quello che sta succedendo non posso proteggerti! Lo capisci questo?- - Ti ho detto che non è niente. È solo la stanchezza. Dammi cinque minuti per riprendermi e poi torniamo a casa.- -Non hai intenzione di continuare a scappare?- - E a che servirebbe? Nascondermi per questi giorni per poi tornare da te per il mio compleanno a farmi proteggere?- - Cosa c'entra il tuo compleanno adesso?-. Sam parve scioccata. -Cazzo, non dovevo dirlo, mi è scappato- sussurrò. -Ora andremo a casa e faremo due chiacchiere. Niente potrà salvarti questa volta- disse Axel.

 

 

Arrivarono a casa mezz'ora dopo. Sam si sentiva stanca. Non sapeva più cosa era reale. Quelle allucinazioni la uccidevano. E per di più aveva parlato troppo e ora Axel voleva delle spiegazioni. Poteva andare peggio di così? Entrò nella sua stanza e si buttò sul letto. Axel chiuse la porta dietro di sé e andò a sedersi vicino a lei. Sam evitò di incrociare il suo sguardo, non voleva, non poteva. Non in quello stato. Non aveva mai parlato a nessuno di quelle allucinazioni, nemmeno ad Ash. Però non poteva continuare così. Ogni anno peggioravano. Stava perdendo la ragione. Sempre a preoccuparsi delle persone che la circondavano. "E se mi tradisse?" "E se stesse mentendo?" "E se scoprisse il mio segreto?" "E se usasse Ash per ricattarmi?". Quella poteva definirsi vita? Una "vita" dove diffidavi del prossimo con la paura che ti uccidesse? Dove tutti erano nemici. Aveva solo Ash. Ma lei voleva di più, molto di più. Voleva un uomo da amare e che la amasse, un'amica con cui confidarsi e su cui contare. E invece aveva avuto un uomo e una sedicente amica che l'avevano usata e tradita. - Ho delle domande da farti e tu mi risponderai- disse Axel. - Chiedi pure e se posso ti risponderò- - È incredibile tu e Acheron avete detto la stessa identica frase- disse Axel irritato. - Chi va con lo zoppo...- - Impara a zoppicare. Si, si, lo so. Comunque sia, iniziamo. Acheron mi ha detto che non sei umana- -Cosa? Quel bastardo! Prima mi fa fingere di essere umana e poi lo rivela come se niente fosse! Tsk!- - Mi ha detto che sei come me. Ma sei così dalla nascita. E mi ha rivelato il vero motivo per cui devo proteggerti-. Sam non poteva credere alle sue orecchie. Ash gli aveva rivelato tutto. Che si fidasse così tanto di lui da essere certo che non l'avrebbe tradita? Se aveva decido così, lei lo avrebbe appoggiato. Ogni cosa che faceva, lo faceva per il suo bene. Sospirò. Era il momento di riporre la sua fiducia in qualcuno. Sperava solo che la storia non si ripetesse. In fin dei conti, ciò che si temeva di più finiva sempre per capitare.

  
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