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Autore: Mia4ever_TheBest    06/11/2016    1 recensioni
Questo si è un manuale, ma senza regole né noiosa teoria. Solo la storia di come addestrare una possibile bestia infernale e far discendere l'Inferno sulla Terra. Ma non per noi umani, ma per il Diavolo in persona. Si, perché l'Inferno non esiste solo per noi umani, ma anche per Lucifero. E quell'inferno proviene da una bambina di 8 anni.
Dopo che Chloe è costretta a lasciare casa ed il suo giorno libero per tornare ad uno dei suoi casi, Lucifero rimane incastrato a badare ad una Trixie saltellante di gioia, mentre il nostro povero Diavolo cerca continue scappatoie per sfuggire a questo inferno. Il suo.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Chloe Decker, Lucifer Morningstar
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Chloe girava indaffarata attorno al tavolo della cucina con il cellulare attaccato all'orecchio e il coltello per spalmare il burro d'arachidi, cercando di prendere cose dagli scaffali e di raccimolare il bottino sulla tavola, come fosse una caccia al tesoro, per preparare la merenda alla figlia. "…ma questo è il mio giorno libero, tenente, non posso lasciare mia figlia qu…" Il suo orchestrare i movimenti, meno la mano impegnata era ben congegnato.
"..lasci a Dan l'interrogatorio del sospettato, sono riuscita a inchiodarlo con quell'alibi ieri..sisi,le prove sono nel mio cassetto le può trovare lì.."
Qualcuno bussò alla porta e Chloe precipitosamente andò ad aprire già sicura di chi fosse, ma senza badare però al nuovo ospite non atteso, ma ormai di casa come Buffy, il gatto randagio che ormai da due giorni andava e veniva dentro e fuori casa come pareva a lui.

"Detective! Ma che piacer.." disse una voce squillante che entrò in appartamento, interrompendosi sul fatto che Chloe manco gli aveva fatto caso.
Lucifero che ancora aspettava di ricevere la giusta attenzione, seguì i movimenti ansiogeni della bionda che manco si era degnata di osservarlo.
".. si ha ragione non può condurre l'interrogatorio da solo visto che è stato degradato..sisi va bene non si preoccupi..arrivo subito." Ci fu il riattacco e poi un sospiro e la detective, che per puro equilibrio delle reazioni vincolanti e della forza peso si poggiò al tavolo, rassegnata.
La pausa fu di un attimo, ma poi frenetica riprese la sua corsa verso la porta: "Lucifero, devo andare."
"Ok bene allora vengo anch'io." fece sorridente Lucifero, che si era dato il benvenuto da solo entrando in appartamento, e ora era intenzionato a seguire la Detective nelle sue nuove avventure.
"Non stavolta" ribattè secca Chloe.
"Cosa? E il nostro caso? Sono venuto apposta" sorrise di nuovo Lucifero, strofinandosi le mani. "Si va a punire i cattivi! Eccolo il nuovo slogan del team Lucifero!" e fece per uscire. Ma Chloe con prontezza lo bloccò sul posto per le spalle.
"Resta qui con Trixie un paio d'ore e torno subito, per favore." ribattè secca di nuovo, ormai alterata. Lucifero non potè fare nulla se non stare fermo dov'era. Chloe prese le chiavi di casa, il giubbotto in pelle, il distintivo e la pistola e andò sulla porta.
"Oh ma sei in vena di battute oggi, cara Detective! Anch'io sai, dopo il combo di morette di ieri notte, ho voglia di fare battute, anzi di sfondare in qualche talk show mortale..sono il re delle battute io!" disse volgendo le braccia al cielo. Chloe sospirò per nulla sorpresa da tutta quella luciferosità, con le braccia incrociate.

"Oh, lo sarei Lucifero, se la tenente non mi avesse appena tolto il mio giorno libero con mia figlia e se Dan fosse ancora a casa per badare a lei e non al lavoro anche lui. Ma ti ringrazio tanto per essere passato per di qua casualmente, ti restituirò il favore. Ah e tieni" disse una Chloe che tentava di trattenere il suo tono rassegnato senza successo. Chloe gli passò il coltello con un estremità impregnata di burro d'arachidi. "Finisci di preparare la merenda a Trixie, ti prego."
"Oh Detective è così eccitante quando mi implori"  disse soddisfatto Lucifero, prendendo il coltello. "Sususu cos'è quella faccia? Non potrà mai essere peggiore di avere una cucina asimmetrica come questa." disse indicandosi attorno. Chloe cercò di levarselo di torno. "Oh dai Detective! Cosa mai al mondo potrà mai essere tutto questo? Quando io ero all'inferno non di certo mi lamentavo quando papà mi toglieva continuamente i giorni di ferie. Ah già fammici pensare meglio, non me ne ha mai dato uno. Allora vogliamo parlare di questo favore? Vuoi stringere un patto? Attenta a cosa desideri." disse eccitato. "Niente carta e penna ma posso rimediare..Sappi che richiederò presto la mia ricompensa" e schioccò le dita avvicinandosi malizioso alla Detective e leccando il burro d'arachidi che sparì dal coltello. Chloe volse gli occhi al cielo.
"Resta qui, torno appena posso" ribattè gelando tutta l'enfasi iniziale.
"Oh no, fai sul serio allora" fu l'improvviso mutamento dei muscoli facciali del povero angelo caduto che divenne improvvisamente serio."Lucifero, smettila di puntarmi contro quel coltello" fu la risposta di Chloe. Eccolo, quello era il momento di sottile confine umorismo luciferiano che si rompeva.

 

"Ehi. NO. Nononononono. Non puoi soppiantarmi con quello che il Detective Stronzo non fa! Almeno un po’ di rispetto! Sono il Diavolo sì, e faccio anche contratti a tempo indeterminato, ma non di questo genere! Non puoi lasciarmi con questa peste infer..infernale" e l'ultima parola la disse a bassa voce, quasi si fosse dato una botta in testa da solo. "No, dannazione, le arpie giù nei gironi sono più gentili, anche se il loro alito.." disse tra sé e sé. Ma non terminò il pensiero che…
"Luciferrrrrrrrrrrrooooo!!!" La creatura abominevole uscì da non si sa quale angolo sperduto della Terra, che il povero Diavolo ancora non riusciva a capacitarsi quando si sentì stritolare  sui fianchi per la piccola statura, da quell'essere che cercava di abbracciarlo.
"AHHHH, Detective aiutami, ti prego. Fa qualcosa. Chiama la Protezione Animali. O dammi un diserbante per bambini. Voi umani avete un prodotto per ogni cosa no? Lo esigo ora." Lucifero fu spaventato da quell'assalto improvviso e lui che era il Diavolo, non si spaventava mai. Ma non era solo spaventato, era TERRORIZZATO.
Chloe si chinò verso la figlia. "Ehi piccola scimmietta, la mamma deve stare via per un po’ ma c'è qui con te Lucifero, ti va bene?"
Trixie, che si era staccata provvisoriamente da un Lucifero sconvolto con le braccia aperte e per stare il più lontano possibile da quella creatura, abbracciò la madre.
"Lucifero resta qui con me! SISISISI!! Lo voglio mamma!" Trixie fece salti di gioia tali che i canguri avrebbero dovuto imparare da lei. Ma nulla a che vedere dalla faccia sempre più disgustata di Lucifero. E intanto si riattaccò alla sua gamba. "Si! Lucifero resti qui con me! Che bello!"
"Detective, la pagherai questa! Segno prezzo doppio al nostro Patto sulla fattura!" Chloe fece per uscire e ammonì entrambi.
"Trixie non stargli appiccicata tutto il tempo, sei una scimmietta non una seppia, tesoro. E Lucifero. Ricordati del panino da fare e del coltello che hai mano. Quando torno voglio mia figlia ancora intera." sospirò la Detective. "Ti odio per questo Detective, pensavo fossimo amici!" disse Lucifero.
"Se sei il Diavolo credo che gestirai benissimo questa situazione. Credo che l'inferno sia un tantino peggiore di questo." disse Chloe sbattendo la porta con una fretta che non poteva più tardarla.
"Oh credimi questo è l'inferno peggiore che potesse scatenarsi sulla Terra" parlò tra sè e sé quando ormai la Detective non poteva più sentirlo, perché troppo lontana.

                                                                                                              -o-

 

Lucifero guardò storto la porta come fosse lei la causa di tutto ciò, anche nei venti millisecondi seguenti in cui era stata sbattuta e che caratterizzarono un inquietante silenzio tombale, interrotto solo da una Trixie che si era staccata e messa in attesa.
"Oh finalmente, ti sei staccata essere che non vieni né dall'Inferno né dal paradiso ..dimmi per caso hai un interruttore per spegnerti? Se sì è il caso di dirmi dove si trova. O dimmi di qualcuno che lo sa. ORA". Nessuna risposta.
"Oh bene, anzi cominciamo molto male, dato che quel QUALCUNO si è dimenticato di dirmi dove si trova!" Lucifero si accanì contro la porta dandogli un calcio e prestò se ne pentì. "Maledetta mortalità! E il pacchetto dolore più sanguinamento tutto incluso!" fece zoppicando verso lo sgabello della cucina.
Una Trixie saltellante lo seguì e ancora rimase in attesa.
"Oh, dannati fuochi fatui, ancora qui sei? Non ti sei ancora spenta? Ma tu sei come i topi che girano in casa: ballate quando il padrone non c'è. Oh, per tutte le mele di Eva, ho un brutto presentimento…" Lucifero fu presto preoccupato.
"Nonono! ho lasciato le briciole di anime senza le trappole attivate per i sorci infernali..avrò la casa sottosopra ora, laggiù ..Maze dove sei?! "urlò cercando improvvisamente invano la sua demone spazzina, che in quel momento non era né in casa, né al Lux, ma in giro alla ricerca della sua non-più-dipendenza-da-Lucifero, e invece trovò di nuovo Trixie a osservarlo. E la guardò allibito, realizzando…
"Tu sei una di loro. Preparati ad essere schiacciata." E fece per cercare una padella da qualche parte, ma trovo solo il coltello per spalmare burro di arachidi. "Oh" Lucifero guardò il coltello e capì.
"Dai Lucifero, perché ci metti così tanto? Io ho davvero tanta fame." disse Trixie implorante.
"Bhè ecco tieni allora" e le diede tutto il barattolo di burro di arachidi. "Ma la mamma dice che non posso mangiarlo tutto. Che poi mi farà male la pancia."Luciferò si rizzò in piedi dallo sgabello e si chino verso di lei guardandosi attorno "Vedi per caso la mamma da qualche parte? No ecco, mangia allora."
Trixie però non si mosse ancora.
"Bhè allora cosa aspetti?" chiese Lucifero.
"Mi serve un cucchiaio" sussurrò Trixie. "La mamma dice che non si mangiano le cose senza le posate dai barattoli."
Lucifero si fece ancora più vicino. "Vedi, piccola peste esasperante, io non sono la mamma, ma sono Lucifero, il Diavolo in persona. E se il Diavolo ora ti dice che puoi mangiare TUTTO il barattolo con le tue piccole mani da sorcio, puoi farlo." disse sorridendo compiaciuto.
A Trixie gli si illuminarono gli occhi e stappò il barattolo fiondandosi a capofitto dentro con la mano e sedendosi per terra. Lucifero rimase sorpreso di quanto era stato facile ammaestrare quella piccola bestia. E ora che ci pensava…poteva andarsene senza che se ne accorgesse. Si diresse così verso la porta ma non fece in tempo ad aprirla che accade il finimondo: una mano sporca di burro d'arachidi e bava di bambina lasciò una bella strisciata sul suo completo d'Armani.
"Oh Lucifero! E' così bello stare qui con te quando la mamma non c'è! Ora possiamo giocare?" disse Trixie sporca di burro d'arachidi non solo sulla mano, ma dal mento fino al colletto.
Tutto ciò fu troppo da realizzare per il Diavolo persona, che non poteva certo più uscire conciato così. Guardò il danno compiuto, così vicino alla sua chiappa sinistra, speranzoso in una qualche maniera di diagnosticarlo come non grave. Ma non vi riuscì. Era come avere il paraurti di una Lamborghini schiantato, con il valore inizialmente così alto, ma che ingiustamente il danno aveva rovinato per sempre. E perciò Lucifero fece quello che sapeva fare meglio. Punire il colpevole.
Entrò perciò in modalità "Ora ti pentirai di essere mai esistita".
"Questa me la paghi" disse girandosi verso la malcapitata, con lo sguardo maligno peggiore che avesse mai prodotto.

I suoi occhi divennero rosso infuocato, quasi per l'istinto primordiale che era parte di lui. Ma Trixie, la piccola ignara vittima continuava a stargli di fronte eccitata per quel nuovo gioco. Era, infatti, così eccitata da quello che considerava un effetto speciale, mentre lui era così pericoloso in quel momento. Lucifero la prese da sotto le ascelle e la sollevò, mentre Trixie dondolava i piedi divertita ridendo. "Che bello questo gioco! Come riesci a fare gli occhi rossi? Ti prego insegna anche a me! Anche Maze sa fare quella cosa con la faccia e voglio imparare anche io!"
Lucifero non si scompose nella sua rabbia infernale. "Preparati a patire le sofferenze peggiori che tu abbia mai visto, piccola impertinente. Quali sono le tue ultime parole?"
"Anch'io! Anch'io, Lucifero! Voglio essere come te!" disse Trixie esaltata.
Gli occhi di Lucifero tornarono improvvisamente normali. "Oh, una piega inaspettata delle cose. Nessuno che stessi per punire, mi ha mai fatto una richiesta del genere" disse incredulo e mise giù Trixie. "E' un Patto quello che stai chiedendo, piccola umana?"
"Si, si voglio essere come te!" affermo Trixie.
"Molto bene, non di certo mi tirerò indietro. Ma sai che richiederò il mio prezzo: ti addestrerò ad essere la mia bestia personale, la mia piccola schiava. Farai tutto ciò che io ti chiederò di fare senza battere ciglio capito?" disse Lucifero solenne. "SISISISISISISI! D'accordo!"  rispose rimbalzando qua e là la bambina.
"Dovrai farlo anche se non vuoi e sarà tutta colpa tua in questo caso" Vi fu un attimo di silenzio. "Affare fatto?"
Trixie gli strinse la mano, molto più grande della sua. Lucifero soddisfatto pensò alla prima cosa da ordinare alla piccola umana perché non gli desse più fastidio. Pensò di chiederle se poteva portagli qualche canna che suo padre sicuramente teneva nascosta o magari qualche rivista osè per passarsi il tempo, ma poi gli balenò in testa qualcosa di molto più semplice. "Il mio primo ordine per te è: siediti per terra, non muoverti, non fiatare e non respirare fino a quando tua madre non torna." disse compiaciuto.
Trixie obbedì felice. Almeno per i primi trenta secondi fino a quando non ce la fece più a trattenere il respiro e poi cominciò ad imbronciarsi, a sbuffare e a incrociare le braccia.
"Lucifero, questo ordine è noioso, cambialo." disse Trixie.
"Piccola bestia cosa non ti è chiaro del fatto che sono io il tuo padrone? Io decido cosa fai e tu obbedisci, non viceversa, comprendi?" disse stizzito Lucifero.
"Ma è noioso!" ribadì Trixie. "Per me invece no!" disse Lucifero.
Trixie sbuffò pesantemente più volte fino a quando Lucifero si arrese, dato che quell'atteggiamento lo irritava ancora di più di quando la bambina parlava. "E va bene! Fa quello che ti pare! Cosa fanno le creature della tua statura? Avrai dei giocattoli con cui giocare che non sia io, no? Shiò shiò!" disse esasperato.
"Davvero posso fare tutto quello che voglio? Anche provare tutti i vestiti della mamma? E giocare con i giocattoli di Maze?" chiese speranzosa.
"Sisi! Basta che la smetti di darmi noie! E ora va, questo è il mio nuovo ordine piccola bestia" disse distrattamente Lucifero quasi senza pensare. E Trixie sgusciò via in camera di sua madre.
"Papà questa è la punizione peggiore che mi potessi dare" disse rivolto al cielo.

 

-o-

 

Dopo un paio d'ore il cellulare squillò. Gli sembro una benedizione dal cielo quando vide la scritta "Detective" sullo schermo. Rispose subito.
"Detective! Oh finalmente stai per tornare a casa! Visto che sei già in macchina sulla via del ritorno, come minimo per farti perdonare dovrai prendermi almeno dieci delle bottiglie di Bourbon sulla Quinta!" disse compiaciuto Lucifero. Poi scoprì come lui era il Diavolo e di certo l'ultimo a ricevere benedizioni dal padre.
"Lucifero, mi dispiace, ma qui le cose non sono andate come avevamo previsto. Devo rimanere su al lavoro fino a tardi e Dan è pieno di pratiche fino al collo. Nessuno dei due ne uscirà vivo fino a sera tardi." A Lucifero crollò il mondo addosso, come se suo padre si fosse deciso nuovamente a giocare a freccette con lui. Solo che invece di scagliarlo all'inferno, lo aveva scagliato sulla sua pattumiera umana e per giunta, pieno di mortalità in corpo come mai prima.
"Detective, abbiamo fatto un patto e la ricompensa non può essere la richiesta di straordinari. Non mi interessa se il Detective Stronzo affoga di inutile carta. Ho un locale da mandare avanti e delle altre morette già su in attico che mi aspettano a scaldare il letto." disse serio.
"Mi dispiace davvero, Lucifero, ma non sono riuscita a trovare una baby-sitter e la vicina è alle Hawaii in vacanza. Siamo quasi riusciti a incastrare il colpevole e non posso staccare ora. Ho gia chiamato Maze e ha detto che ci pensa lei questa sera" Lucifero pensò a quale punizione infliggere a Maze una volta che l'avesse rivista per quell'affronto e tentò l'ultima spiaggia. "Ma posso venire con te Detective! Se non punisco colpevoli almeno due volte al giorno, mi sento svenire! Posso portare la peste con me!" implorò. "Stai scherzando? Non se ne parla, Lucifero." fece lei.
Lucifero stava per mollare tutto e tornarsene al suo lusso da playboy, quando vide ciò che non si sarebbe mai aspettato e sbiancò, come colto in flagrante, non tanto per lui, ma perché ebbe la sensazione che tutto ciò non dovesse accadere con la Detective lì a sentire, anche se non presente.

Trixie usciì da una stanza urlando "Io sono la regina del mondo fatato e servo il mio signore e padrone con la magia!" facendo finta di lanciare un incantesimo e agitando una bacchetta di dubbia forma allungata, che Lucifero immaginò subito nel suo vero utilizzo e non di certo a magie. Aveva, inoltre, una maschera a forma di perizoma rosso, delle orecchie da gattina nei capelli, un cardigan grigio che le faceva da strascico, un reggiseno imbottito di pizzo nero sul suo petto inesistente e una serie di panni annodati l'uno all'altro a formare una lunga catena tutta attorcigliata al suo corpo infantile.
Esisteva un inferno per il Diavolo? Sì, perché Lucifero se lo vide realizzare davanti in due nanosecondi. "Nonononono, ehm… ehi piccola bestia su posso avere la tua bacchetta? Da brava." E fece per porgere la mano.
"Ehi tutto ok Lucifero? Trixie sta bene? Gli hai preparato la merenda?" chiese Chloe ignara di quella vista.
"Sisi Detective, tutto a posto" disse interpretando il tono più rassicurante che conosceva, che ovviamente uscì una meraviglia e che fu bevuto alla grande.
"Mi raccomando, Trixie alle 7 mangia e alle 9 massimo a letto. In frigo c'è tutto, devi solo scaldarlo in microonde. Mi raccomando la favola prima di dormire. Ora devo andare" e riattaccò.
"Chi me lo ordina?" chiese Trixie con tono trionfante. Lucifer sospirò, ormai stufo di tutta quella messa in scena così stupidamente ridicola.
"Il tuo signore e padrone te lo ordina anzi..lo ESIGE." biascicò e si vide riconsegnare l'arnese mascherato da bacchetta magica, ma in realtà uno dei preferiti sex toys di Maze.
"Ho fame, Lucifero" sentenziò Trizie. "Ma come piccola bestia, hai mangiato appena tre ore fa. Come fai a…" improvvisamente Lucifero realizzò qualcosa. "Ecco da dove prendi tutta questa energia: dal cibo. Perciò no, non mangerai, così dormirai subito."
"Ma ho fame! E prima di dormire mi devi leggere la favola del Leprotto saltellante!" si lamentò Trixie.
"Ma poi stai zitta?" chiese Lucifero speranzoso.
"Sì, se mi dai anche la torta al cioccolato di papà e mi leggi due volte la favola" disse indicando lo scaffale a cui Trixie non sarebbe mai arrivata da sola, dove era risposta la torta. Lucifero andò allo scaffale e prese la torta al cioccolato, allungandola alla bambina che si mise per terra. Poi aprì il frigo dove prese delle scatolette di tonno e gliele lanciò dopo averle aperte con l'unghia demoniaca del suo indice destro. Trixie rimase però in attesa.
"Bhè che c'è? Cosa ti ho detto prima? Che puoi mangiare anche con le mani. Ti ordino di mangiare, piccola schiava" sentenziò il Diavolo. La bambina obbedì.
"Bene, il tuo addestramento da bestia infernale è completato" disse compiaciuto Lucifero.

 

-o-

 

Chloe girò le chiavi nella toppa, sfinita e con la prospettiva di buttarsi sul letto. Ciò che vide quando entrò le provocò un miscuglio di emozioni che non seppe ben definire da subito, ma poi comparvero in fila, come nella lista della spesa: stupore, sgomento, rabia, indignazione, senso di colpa e poi….
Sparsi per tutta la cucina c'erano resti di scatolette di tonno aperte e alcune non finite, con chiazze d'olio per terra. C'era mezzo del suo armadio sparso per il corridoio fino alla lavanderia, con giocattoli di Maze attorcigliati attorno ai vestiti che dovevano essere stirati, ma che erano annodati l'uno all'altro impregnati di alcune di quelle chiazze d'olio. Briciole di torta la cioccolato arrivavano fin sopra il divano, dove un esemplare di Lucifero teneva stretto tra le braccia sua figlia, con la testa incastrata tra l'ascella e il suo libro di fiabe preferito, semisporco di burro d'arachidi.
Chloe fu tentata di svegliarli entrambe e di fare una scenata perché la casa non era più tale, ma piuttosto un porcile, di dire quanto Lucifero fosse da sempre un irresponsabile e che non poteva trattare una bambina così piccola a quel modo, ma la tenerezza che gli provocò quella scena glielo impedì.
Non aveva mai visto Lucifero in quello stato. Lo vide, infatti, accasciato sul divano addormentato, ed in altra circostanza avrebbe riso e si sarebbe trattenuta da scattargli una foto. Ma le bastò guardare sua figlia per vedere quanto era felice e serena, che niente di tutto ciò accadde.

Prese un plaid per coprirli entrambi, che dormivano profondamente e sparì in camera sua crollando sul letto, pensando che insomma, lui era Lucifero e non poteva essere nient'altro.

 

Salve a tutti! :D

Questa è la mia prima fic su Lucifer, una serie che ho seguito sin dall'inizio, dal pilot in anteprima dell'estate del quasi lontano 2015 e che ho da subito amato! Un tipo come Lucifer lo si riconosce tra tanti eh …e siccome i momenti nella serie tra lui e Trixie sono pochi, ho deciso di incastrarlo in un momento con la nostra piccola peste preferita e vedere come se la cavano. In alcuni momenti non si riconosce chi è il vero Diavolo, lo ammetto, ma ho cercato di immedesimarmi il più possibile nella potenziale situazione. Ringrazio tutti coloro che per vari motivi e anche per sbaglio si sono fermati qui se non a leggere, almeno a dare un'occhiata :) E se volete potete lasciare un parere con dubbi, certezze e perplessità, ma soprattutto segnalazione di errori grammaticali e forma che fioriscono dappertutto, che sarei felicissima di accogliere!

Un saluto a tutti i luciferiani,

Mia :)

  
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