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Autore: Angelica_Motierre    07/11/2016    2 recensioni
Racconto in forma di diario delle avventure di una giovane studentessa dell'Accademia di Winterhold
Indicativamente, la trama segue le vicende della quest base di Winterhold, inserendo anche nuovi personaggi e situazioni inedite.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Winterhold, Mano della Pioggia, 14.

Caro Padre,

 

I miei primi giorni a Skyrim sono stati... intensi, per così dire.


Ti ricordi l'imbarcazione che avrebbe dovuto condurmi a Winterhold?
Ebbene, il capitano ha deciso bene di ubriacarsi una notte, non curante delle insidiose acque della regione.
Per colpa sua, la nave è finita incagliata tra i ghiacci a nord di Dawnstar, ribaltandosi su se stessa. Quasi metà dell'equipaggio è ora cibo per i pesci, mentre io ho rischiato seriamente di rimetterci la pelle. Ero nella mia cabina quando è accaduto il fatto: ho sentito solo un forte rumore, poi il soffitto ha iniziato a girare di colpo. Devo aver preso un colpo durante l'incidente perché ricordo solo di essermi risvegliata in un secondo momento, quando la nave stava già colando a picco e quell'acqua gelida della costa aveva ormai invaso quasi tutte le cabine.
Diciamo che le giornate passate alla tenuta estiva della famiglia Latmesk mi sono effettivamente servite a qualcosa: dopo tutto quel tempo passato a nuotare nel loro lago, non potevo certo essere colta impreparata da un po' d'acqua. E poi, per una volta, l'aver studiato Alterazione è effettivamente servito a qualcosa (e tu che mi dicesti che imparare a respirare sott'acqua era inutile!).

Te ne parlo con leggerezza per non spaventarti più del dovuto, ma ti assicuro che è stata una situazione terrificante. Mentre mi facevo strada tra i detriti sommersi della nave, ho notato molti cadaveri dei miei ex compagni di viaggio. E pensare che per molti di essi, racimolare i soldi per potersi permettere di arrivare qui è stato sinonimo di grandi sacrifici.
Giunta sulla costa, ho per fortuna subito intravisto le grandi torri dell'Accademia di Winterhold. E' stata la magia a farmi sopravvivere fino a destinazione, proteggendomi dal clima gelido. Sapevo che gli effetti sarebbero svaniti di lì a poco, ma se non fossi stata in grado di scaldarmi magicamente, sarei probabilmente morta per ipotermia sui quei ghiacci.
Non voglio tediarti oltre con questa mia disavventura, comunque. So come Madre sia eccessivamente apprensiva a riguardo, quindi eviterò ulteriori dettagli.

 

Sono arrivata a Winterhold in serata. Ma indovina un po'? Hai presente le chiavi per Vellamo, il rifugio che mi ha gentilmente lasciato lo zio? Esatto, le ho perse nel naufragio.
Quindi ero lì, al buio, completamente fradicia e prossima alla morte per ipotermia a maledire me stessa per aver perso le chiavi di casa.
Menomale che i giorni degli studi dovevano essere quelli più belli e spensierati della mia vita, non è vero?
Ad ogni modo, ho dovuto convincere una guardia cittadina che quella fosse effettivamente casa mia ed, in seguito, di aiutarmi a sfondare la porta in qualche modo. E' stato più facile del previsto, non ha insistito particolarmente. Forse in città già si sapeva del mio arrivo oppure egli conosceva lo zio.
Ho fatto giusto in tempo ad accendere un fuoco, sgranocchiare qualche provvista che zio Emlir aveva lasciato lì per me (che cuore d'oro!) e poi sono crollata sul letto.
Se non fosse stato per la stesso soldato della sera prima che si è messo a bussare alla porta come un indemoniato, non mi sarei mai e poi mai risvegliata il giorno seguente. A quanto pare voleva avvisarmi di aver parlato con lo Jarl e di aver verificato i documenti relativi alla proprietà della casa. L'ho ringraziato a voce e maledetto nella mente per avermi svegliata così di soprassalto.

 

Vorrai finalmente sapere del mio primo giorno in Accademia, no? E' stato... più deludente di quanto pensassi, ad essere sincera. Qui c'è una scarsa considerazione dei maghi, la gente li guarda con preoccupazione ed ovviamente anche quel tipo di istituzioni ne risente. Sebbene Mirabelle Ervine, Maga Maestra di Winterhold, dica che ci siano più studenti del solito tra quelle mura, in realtà il luogo mi è parso molto cupo e silenzioso, e i docenti stessi non fanno che farfugliare cose sulla “sicurezza”, eccetera, eccetera. Insomma, il Grande Collasso deve aver segnato questa città molto più di quanto pensassi.
Anche gli studenti non brillano per simpatia. C'è un Khajiit, di cui ovviamente mi sono già dimenticata il nome, che è ossessionato dal potere che la Magicka gli possa concedere: non fa che ripetere in continuazione di volere essere esperto di Distruzione. Non è sicuramente l'approccio giusto per uno studioso, la magia non è e non deve essere esclusivamente sinonimo di morte.
Gli insegnanti, invece, mi sembrano sopportabili. In particolare, non vedo l'ora di ascoltare le lezioni di Colette Marence, la più grande esperta di Recupero dell'Accademia. Sai, dicono tutti che il Recupero sia la scuola di magia più inutile di tutte. Ed infatti, ogni volta che spiego ai miei “colleghi” come essa sia la mia specialità, mi guardano dall'alto verso il basso o si scambiano sorrisetti beffardi. Speravo che almeno qui avrei ottenuto un briciolo di comprensione in più, ma tutti sembrano pensare sempre e solo a come abbrustolire il più velocemente possibile tutto ciò che hanno davanti. Il che è triste, se ci pensi. La magia, quella vera, è molto di più.
Ma non voglio seccarti con i miei soliti discorsi.
Come ti ho accennato, la prima giornata non è stata un granché. Un certo Tolfdir ci ha insegnato qualcosa riguardo agli scudi magici, tutte nozioni che conoscevo già a memoria. Dice di volerci portare in esplorazione domani, in una delle rovine qui vicino. Come al solito, non ricordo il nome.

 

Questo è quanto per ora. Oltre ad un brutto raffreddore, non soffro altre conseguenze di quel disastro navale di cui ti ho raccontato. Ti prego di non riferire tutto a Madre. Sai com'è fatta. Potrebbe agitarsi più del dovuto e farmi tornare a casa. Qui sono al sicuro, non sono più una bambina. So badare a me stessa.

Anche se forse mi servirebbero dei soldi per un cavallo, adesso che ci penso. Ecco, mandami qualche moneta d'oro se riesci.

 

 

A presto,

Clarisse

 

   
 
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