Sentiva su di sé gli sguardi curiosi dalle altre postazioni di gioco, per questo sorrideva con un guizzo sfacciato. Era a suo agio, con tutti i colori vivaci che accendevano quella sala. Regnava un costante brusio, interrotto da occasionali attimi di silenzio o grosse risa e intervallato al suono delle slot machine. Lo vide dal fondo della sala – al posto del quale le aveva dato le coordinate – con una mano svogliatamente poggiata sulla guancia, come un nobile principe, in quella sua veste stravagante, intento a farsi passare per le mani alcune carte.
Le parole uscirono da sole dalla bocca di Blue: «E così sei tu il famoso Fante di picche?»
«Oh, benvenuta a Unima, Regina di cuori.» Mirton si alzò dalla comoda poltroncina e fece il giro del tavolo circolare, per squadrarla dal basso all'alto, in un certo senso compiaciuto. Perplessa, Blue permise che le facesse un formale baciamano, sussultando al contatto con le sue labbra – gelide come un soffio d'inverno. Poi alzò i suoi occhi chiari, allargando la bocca in un sorriso sghembo, malandrino. «Vuole accomodarsi?»
Ancora un po' scossa, Blue decise di usare l'astuzia. «Oh, ma che cavaliere!» esclamò, soffocando una risatina con la mano. «Te l'ha mai detto nessuno che–»
«Con me i tuoi trucchi non funzionano, Queen» la interruppe lui, divertito, trovandosi a osservare la sua espressione leggermente sorpresa, in allarme. «Siamo qui per giocare. Avanti, cominciamo» dichiarò, senza perdere la calma, mentre si passava velocemente il mazzo da una mano all'altra.
«Certo» asserì furbamente Blue, senza perdere il sorriso. Si voltò verso la borsa e, dopo una veloce ricerca, ne estrasse una bottiglia a collo alto. «Gradisci un po' di liquore al mirtillo selvatico?» domandò, tirando poi fuori anche due bicchieri di vetro, con un sorriso fin troppo smagliante.
«Stai cercando di ubriacarmi?» domandò spontaneamente il Superquattro, fissando con sincera diffidenza la bottiglia. «Mi spiace, mademoiselle, ma reggo l'alcol meglio di quanto pensi.»
«Oh, ne sono felice» trillò la ragazza, avvicinandogli uno dei flute ancora asciutti con un elegante gesto del dorso della mano, mentre il suo sguardo correva alle fiches disposte ai lati del tavolo, come tante monetine colorate. Si prospettava una partita bizzarra e combattuta.