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Autore: BandBfun    08/11/2016    1 recensioni
Una tipica conversazione su WhatsApp tra Elena e Sigismondo mentre prendono visione, in stanze separate, dell'episodio finale della loro sit-com preferita, dove si parla di un po' di tutto, con uno sguardo al passato, uno al presente e un terzo al futuro...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RIFLESSIONI SULL'AMICIZIA

Elena e Sigismondo si conoscono da circa dieci anni, hanno frequentato la facoltà di Giurisprudenza e da cinque anni sono coinquilini in un appartamento di medie dimensioni in un palazzo in periferia.
Il ragazzo lo ha ricevuto in eredità e un giorno, ancor prima di laurearsi, aveva proposto all'amica di andarci a stare assieme a lui in un prossimo futuro.
Non ne hanno parlato per anni, sino a quando la ragazza non ha trovato lavoro in quella città e il ragazzo le ha rinnovato l'offerta che la ragazza ha accettato.
L'appartamento conta un bagno, una cucina abitabile, un salotto, due camere da letto e un ripostiglio. In ogni stanza c'è una televisione e, da quando vivono insieme, capita sovente che guardino lo stesso programma, ma in stanze diverse.
Sono ragazzi con alcuni atteggiamenti strani, ma è proprio la loro stranezza ad averli avvicinati.
Passano molto tempo davanti alla televisione, soprattutto la sera, e non mancano di scriversi su WhatsApp per discutere di quello che stanno guardando e di quello che, per strano caso, non si sono detti a pranzo o a cena.

"Stai guardando?"
"Si, sono davanti alla TV."
"Tra poco inizia la seconda parte. Sono già emozionato, pensa te!"
"Non esagerare."
"Ti giuro! L'ho visto almeno una ventina di volte, so a memoria ogni scena, ogni battuta, ma ogni volta è come la prima... Un mare di risate e una valle di lacrime."
"Anche a me dispiace che siamo giunti alla fine, però... Andiamo!"
"Sai perché mi fa star così?"
"No."
"Will e Grace si sono conosciuti al college appena ventenni, hanno condiviso tutto per altri vent'anni, e com'è finita? Grace ha scelto Leo e non ha più parlato con Will per molti anni..."
"Non voglio spoiler!"
"Scusa, dimenticavo che per te è la prima volta."
"Comunque, non riesco ancora a capire."
"Solo io penso che siamo come loro?"
"Beh..."
"Tu sei come Grace. Hai un'attività tutta tua che porti avanti in modo egregio, hai avuto una lunga serie di storie finite prima ancora di cominciare e sei goffa e impacciata come lei."
"Spiritoso..."
"E come lei sei molto simpatica e altruista."
"Più di lei ci vuol poco, eh! Basta non notare un centesimo per terra oppure darlo in beneficenza!"
"Vero!"
"E immagino che tu sia Will, giusto?"
"In qualche modo..."
"Beh, non sei un'avvocato, non hai nell'armadio neppure un capo firmato o elegante, non hai mai avuto una relazione seria...
"Si..."
"Ma sei uno sceneggiatore di successo. Hai persino quel fermaporte che lo dimostra... Com'è che si chiama?"
"David di Donatello."
"Quello! È brutto, eh, ma come fermaporte è fantastico!"
"Per quello ci tenevo a vincerne uno. Ah, ah!"
"Comunque, a parte gli scherzi, nonostante alcuni piccoli difettucci, sei un buon amico."
"E tu una buona amica."
"Te l'ho detto che ieri ho visto Edmondo?"
"No. Ci hai parlato?"
"Ti pare!? L'ho visto di sfuggita scendere dalla macchina mentre stavo tagliando la strada... Stavo per salutarlo, ma non l'ho fatto."
"Vuoi che per i prossimi 90 secondi di stacco pubblicitario ti faccia da psicologa?"
"È gratis, vero?"
"Si, è gratis... Sei più Grace te di me."
"Ah, ah... Vai!"
"Sarò breve. Non l'hai salutato perché non avresti sopportato l'ennesimo segno di indifferenza da parte sua."
"Sei proprio brava..."
"Grazie."
"In effetti, ammetto di averci pensato. Sai com'è, dopo anni di quei segnali, uno poi diventa prevenuto, eh! Non pensavo sarebbe successo solo dopo... Quanti, sette anni?"
"Si, ma credimi, hai avuto fin troppa pazienza."
"E se non fosse così?"
"E se cadessi giù dal letto e picchiassi la testa contro il comodino?"
"Eh!? Che c'entra?"
"Voglio dire che lui ha voluto che finisse così e tu devi fartene una ragione. Mi sembrava che ci fossi riuscito."
"Non ci riuscirò mai davvero... Mi conosco, sono troppo ancorato al passato."
"Ti ci vorrebbe uno specchietto retrovisore."
"Si, neh?"
"Almeno vedi quello che ti sei lasciato alle spalle fino a non vederlo più."
"Mi farebbe comodo..."
"Si sono ritrovati?"
"Si, finalmente sono di nuovo tutti nello stesso luogo, come una volta."
"Dovremmo farlo anche noi. Invitiamo le ragazze e passiamo un pomeriggio in giro per negozi."
"Mica male come proposta... Devo provare qualcosa?"
"No."
"Posso giudicare quello che comprerete mentre lo vedrete, lo proverete e lo acquisterete nonostante il mio dissenso?"
"Si."
"Quando lo facciamo?"
"Non lo so, più tardi lo scrivo sul gruppo e vediamo."
"Brava."
"Karen è una bottiglia di vodka vivente?"
"Da anni! Se penso che io l'ultima volta che ho bevuto un goccio di vino sono andato a dire ad Armando che l'ho sempre trovato molto sexy..."
"Ti prego, non mi ricordare quella scena!"
"Accidenti s'ero andato quella sera... Ma anche lui mi aveva provocato, eh!"
"Immagino..."
"Venire con quella camicia a quadri aderente, la barba fatta e gli occhiali... Lo sanno tutti che un fisico minuto ma atletico e il look da taglialegna hanno un certo effetto su di me, eh!"
"Non ci sono dubbi: non sei come Karen."
"Eccezion fatta per l'egocentrismo, il disprezzo per il prossimo di livello inferiore e per un rapporto ambiguo con Edmondo."
"Sono d'accordo. Ma non parliamo più di quello lì!"
"Di Edmondo?"
"Lo sai che non lo sopporto e già all'università ti dicevo di lasciarlo perdere. Per me ti eri preso una bella sbandata per lui, e non ero la sola a pensarlo."
"Lo so, me l'hanno detto spesso anche le ragazze."
"Quindi?"
"Quindi ne dico si, ne dico no, soltanto rispondo con un ni."
"Devi ammettere che tutti quegli aiuti, il tuo preoccuparti per lui in ogni momento, l'andare nel panico ogni volta che c'erano novità dalla segreteria... Insomma, hai lanciato sassolini qua e là come se nulla fosse! Uno dopo un po' qualche domanda se la fa."
"Non lo dico, è inutile. E non usare la psicologia inversa! Sai bene che con me non funziona."
"Rispondi a questa domanda."
"Sentiamo..."
"Che ci trovavi in lui?"
"La verità?"
"No, una bugia... Mah!"
"L'aura di mistero che lo circondava. Era... È il mio opposto, tanto nell'aspetto quanto nel carattere. Io non sopporto i capelli corti, la barba e tendo a essere un salmone in ogni situazione, nel bene e nel male. Lui, al contrario, è il tipico ragazzo che incontri un po' ovunque, quasi fatto con lo stampino, eppure il suo esser schivo, taciturno, riservato al limite dell'anormale... Non so, mi spingeva verso di lui e a fare quello che ho fatto."
"E questo non è avere una cotta?"
"No, è solo un rapporto di amicizia che per uno (io) ha significato più di quello che era in realtà, un vago rapporto cane-padrone, dove lui era il padrone (ignorante) ed io il cane (servo)."
"Ovvero?"
"Io facevo tutto quello che sapevo poteva essergli utile, lui col suo silenzio mi dava carta bianca. Io ero il braccio e la mente, lui il beneficiario, quando sapeva cogliere l'occasione."
"Sei assolutamente Will."
"E lui era la mia Grace?"
"A questo punto... Si."
"Allora abbiamo un problema."
"Sarebbe?"
"Jack è escluso."
"Vero..."
"Beh, come in me c'è un po' di Will e un po' di Karen, in te c'è un po' di Grace e un po' di Jack."
"Dici?"
"Hai avuto una bella schiera di amanti, proprio come lui..."
"Andiamo, non sono stati così tanti!"
"Li ricordi tutti?"
"C'è stato Sebastiano... Lo ricordi?"
"Il capellone?"
"Aveva solo il codino. Ah, lui sì che mi faceva vedere le stelle a letto..."
"Lo so, ti sentivo gridare. Le stanze sono vicine e si sente tutto."
"Non riuscivo a trattenermi. Era così forte..."
"Ora che mi fai pensare! Com'è che si chiamava il rosso?"
"Mi sembra Luigi..."
"Lui! Con quell'anello al naso, per favore, eh!"
"E non l'aveva solo lì..."
"Disgustoso!"
"Vieni a vedere gli ultimi minuti con me?"
"Si, dai, perché no?"
"Ti aspetto."
"Arrivo."

Sigismondo entra in salotto e si siede, avvolto nella sua palandrana color granata, accanto a Elena.
Karen e Jack cantano in maniera sublime "Unforgettable".

"Passami il fazzoletto, puoi?"
"Tieni."
"Grazie."
"Un giorno la canteremo anche noi, pensando alla nostra amicizia."
"Cantare?"
"Si... Unforgettable, yes we are..."
"Sei pazzo."
"Non mi dire..."
"Unforgettable..."

E canticchiando la canzone simbolo del rapporto che ha legato Will e Grace, Karen e Jack, i ragazzi si rivedono nell'ultima scena della loro sit-com preferita, in piedi dietro il bancone di un bar, a farsi un goccio, ancora giovani, ancora allegri e ancora tanto amici...

 
*****

NOTE D'AUTORE

La storia nasce per rendere omaggio ad una delle mie sit-com preferite, appunto "Will & Grace" - non ne avete mai visto un episodio? Rimediate! -, e ad una mia cara alla quale ho fatto davvero quella proposta, in un momento in cui ero particolarmente di buon umore e pazzerello, ma serio allo stesso tempo. E, trattandosi di un omaggio ad una sit-com così innovativa, ho voluto sperimentare un pochino e giocare molto con le tipiche frasi che si scrivono in una conversazioni su WhatsApp e su alcuni miei atteggiamenti molto ambigui e particolari... La narrazione è al presente, ma racconta fatti che immagino potranno avvenire - come anche non avvenire - in un prossimo futuro.
   
 
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