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Autore: Jericho XVIII    14/05/2009    4 recensioni
La bocca di Gasman assomigliava ad un forno. Un forno dopo un bombardamento. Pensavate che i mutanti non cambiassero i denti da latte, eh? Vi sbagliavate.
Raccolta di flashfic a volte più lunghe del normale sui sei semi-umani di Maximum Ride.
Angel stringeva Celeste al petto con una mano, come al solito.
Fissai crucciata l'orsetto, un po' gelosa. In fondo, cos'aveva quell'affare di pezza più di me? Avevo anch'io le ali, no?
Genere: Generale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve. Sto postando un po' troppo, ma questo va messo.
Sono delle piccole immagini della vita di Max, Iggy, Fang, Nudge, Gasman e Angel che non compaiono nel libro e che a decine attraversano la mia testolina quando leggo.
Premetto che ho letto solo il primo libro, "L'Esperimento Angel", e non so nulla del seguito.
Finito! Hope u like. Jericho


1



Raggiunsi Angel che camminava spedita davanti a me, penultima della nostra fila indiana che procedeva faticosamente nella folla. Stringeva Celeste al petto con una mano, come al solito, mentre l'altra era occupata da quella di Nudge che la teneva per non perderla.
Fissai crucciata l'orsetto, un po' gelosa. In fondo, cos'aveva quell'affare di pezza più di me? Avevo anch'io le ali, no? E senza farlo apposta mi ero comprata una maglietta a maniche corte dello stesso colore della veste del peluche. Anche i miei capelli erano morbidi come il suo pelo, e i miei occhi aveva certamente un aspetto più sveglio di quei bottoni di plastica neri! Giusto per l'aureola...
La risata cristallina di Angel interruppe il mio pensare, e la mia bambina disse tra le lacrime e i singhiozzi delle risate: « Non posso mica portarti in braccio a te, Maaax! »
Ovviamente aveva sentito i miei pensieri.
Con il mio metro e settanta mi lanciai ad abbracciarli entrambi, il mio piccolo angioletto mutante e quel cosetto da quarantanove dollari che sembrava ridere con noi.



2



La bocca di Gasman assomigliava ad un forno. Un forno dopo un bombardamento. Pensavate che i mutanti non cambiassero i denti da latte, eh? Vi sbagliavate.
L'assenza degli incisivi superiori non diede comunque scampo all'uovo che venne voracemente masticato senza pietà. Gazzy non era esattamente l'esempio del bon ton, ma in fondo nessuno di noi ha avuto genitori premurosi e bacchettate sulle dita, quando invece di pulirci con il fazzoletto usavamo la tovaglia.
Nonostante tutto un pochino mi ero impegnata ad inculcare nelle testoline dei miei ibridi alati un po' di buona educazione: già il fatto che usassero tutti le posate mi aveva riempito di soddisfazione, e dopo diverse sconfitte avevo deciso di fermarmi lì.
Nudge mi guardò per un po', interessata. «Non hai fame?» mi chiese.
La fulminai con lo sguardo. Il suo piatto era vuoto da un pezzo, e a quanto pare il suo stomaco pure.
Socchiuse gli occhi mentre per dimostrazione mi avventavo anch'io sulle uova, e guardò Iggy, speranzosa.
Iggy era davvero un mito, in cucina. Lo ribadivo spesso, cercando di scalfire la sua modestia, inutilmente.
Si dilettava spesso nelle nuove ricette che trovava con Gazzy su internet. Loro due giocavano spesso in rete, facendo a turno. Gasman si prestava lealmente ai voleri di Iggy, quando era il suo turno, perché ovviamente lui non poteva leggere. Poi Iggy si faceva stampare il tutto e se lo portava in cucina.
I suoi piatti erano davvero qualcosa, ma noi tutti eravamo convinti che era in grado di usare solo parte del suo vero potenziale.
Una volta ai fornelli, assoldava uno di noi per leggergli i testi. Fang era spesso per conto suo, io preferivo non toccare la cucina e Gasman si annoiava subito, così non rimanevano che le ragazze.
Nudge era quella che lo aiutava più frequentemente (probabilmente investiva in lui spinta dal suo appetito) ma non era un granché nella lettura, e finiva per sbagliare nelle dosi e nei nomi.
Be'? Noi non siamo mai andati a scuola, cosa credete?
In quanto ad Angel, lei era brava e leggeva persino da sola le sue fiabe nei pochi libri che possedevamo.
Però era dotata di quell'originalità che hanno tutti i bambini della sua età e spesso aggiungeva qualcosa di suo alle ricette. Passando di lì in quei momenti, non era raro sentire dei dialoghi più o meno così:
«Aggiungere il sale e mescolare piano, poi... tritare una buccia di banana e unire il tutto»
«Angy... ne sei sicura?»
«Certo! C'è scritto così...»
Ovviamente lo faceva in buona fede, ma vi assicuro che tagliatelle al ragù e frullato di banana non sono un buon abbinamento.
Noi amavamo Iggy per come era, nella sua cecità e nei suoi stravaganti movimenti a volte incerti, ma a sapere che poteva fare molto di più ci si stringeva il cuore.



3



Ci sono tre cose che amo sopra tutte le altre al mondo.
La prima -e la più scontata- è la mia famiglia.
La seconda è volare, perché anche essere un mutante ha i suoi vantaggi da sfruttare.
La terza sono i biscotti.



4



«Max! Max, vieni qui! Corri!»
Se fossi stata un cane mi si sarebbero rizzate le orecchie. Ma ero un mezzo uccello, e mi si irrigidirono le ali.
La voce di Nudge veniva dal bagno.
Mi ci precipitai in meno di quattro secondi, interrompendo la partita a scacchi che stavo facendo con Fang -che comunque mi stava battendo come al solito- e lasciandolo contrariato sul divano con Angel che giocherellava con le orecchie di Celeste, osservando la scacchiera.
Nudge era chinata sullo specchio del lavandino, le mani sul volto. Fui sollevata già a vederla in piedi -è colpa mia se il mio cervello è pessimista?- e rallentai, anche perché mi stavo spappolando sulla maniglia.
«Nudge?», chiesi, indecisa.
Non mi rispose subito, tanto era concentrata. «Max, guarda qui».
Mi avvicinai, mentre lei si indicava il naso con le dita, senza staccare gli occhi dallo specchio.
Osservai il suo nasino dritto. Non era come sempre? Vedendo la mia espressione interrogativa, Nudge premette l'indice in un punto preciso. «Qui, Max!»
Guardai e lo vidi. Prima di poterlo evitare iniziai a ridacchiare, portandomi una mano alla bocca.
Nel punto in cui Nudge si tormentava il naso c'era una piccola protuberanza arrossata. Il primo brufolo della sua vita.
«Non è niente, tesoro...», dissi mordendomi un labbro per non ridere.
Mi guardo contrariata. «Cos'è? E' brutto! Non va via! Perché è sul naso? Se lo tocco fa male! Cosa devo fare per toglierlo? Durerà molto? Perché è lì? L'ho visto mentre mi lavavo la faccia e...».
Avrei fatto qualsiasi cosa per farla smettere, ma un'idea precisa già l'avevo.
Max, sei crudele, dissi a me stessa.
«Iggy!», chiamai.
Il ragazzo arrivò dopo poco, entrando senza problemi in bagno ma tenendosi comunque appoggiato al muro, per sicurezza. Si avvicinò a noi e mi toccò una spalla.
Notai rassegnata che per poco non toccava la porta con la testa.
«Abbassati, Iggy» ordinai, facendo cenno a Nudge di guardare. Lui obbedì, incuriosito.
«Perché?» mi chiese. Aveva sentito sicuramente la presenza di Nudge, che aveva borbottato qualcosa mentre stava entrando.
«Nudge-Channel sta crescendo, devo farle vedere una cosa», risposi eloquente.
Iggy sentì le mie mani sul suo viso. Non so se avesse capito; in tal caso, ricordatemi di farlo santo, perché non mi fermò dal fare una cosa che per altri ragazzi sarebbe stata umiliante.
Con sicurezza scostai i capelli che gli coprivano la fronte.
Quante volte gli avevo proposto di tagliarli? Ma lui rispondeva che anche se gli andavano sugli occhi non erano di nessun fastidio, e io non sapevo come ribattere.
Come avevo previsto, diversi punti uguali a quelli di Nudge erano sparsi sulla sua fronte. Non tanti, certo -influenze positive mutante- ma comunque c'erano.
Sentii Nudge annuire dietro di me e mordersi un labbro. Sperai non chiedesse nient'altro, ma per evitarlo mi diedi comunque all'ennesima lezione di vita.
«Mi raccomando, non schiacciarlo», iniziai.
«Fa un male cane», mi spalleggiò Iggy, ridacchiando.
«E se è lì è perché mangi troppa cioccolata». Approfittai subito.
Iggy borbottò un assenso. Quante volte si era fatto fregare la sua razione di dolci sotto gli occhi? Si lamentava sempre, ma io e Fang sapevamo che era proprio lui a cederla ai più piccoli.
Con un'affettuosa pacca sulla spalla condussi Nudge fuori dal bagno, mentre Iggy tornava in camera sua a finire il modellino di automobile.
Appena varcammo la porta, vidi Fang alzare lo sguardo su di me ed esclamare: «Mi ha fregato, Max!»
Angel era seduta al mio posto e guardava me e Fang con un sorrisetto incerto.
Sulla scacchiera, il Re era intrappolato tra le mie ex-pedine nere. Fang ancora studiava la situazione, mezzo sconcertato.
Scoppiai a ridere, e gli altri mi fecero subito eco.





Probabilmente la aggiornerò tra non molto. Grazie per la lettura ^^
Jericho XVIII
  
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