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Autore: Ila_JL    08/11/2016    10 recensioni
Clexa Hogwarts AU
Piccolo esperimento (non so ancora quanti capitoli saranno) in cui Clarke e Lexa, insieme a tutti gli altri, saranno catapultati nel mondo di Harry Potter, precisamente nel 1979, gli ultimi e i peggiori anni del dominio di Voldemort durante la prima guerra magica.
Un periodo in cui bisogna scegliere tra ciò che è giusto e ciò che facile, tra seguire la famiglia o le proprie idee, tra proteggere gli altri o se stessi.
I personaggi di Harry Potter si mischieranno con quelli di The 100, che saranno comunque al centro della scena.
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Dal testo:
“Non lo sto considerando – la vedo chiudere gli occhi per quella che pensa essere l’ennesima batosta – lo so facendo. Avevi ragione, Clarke, avevi ragione su tutto. E finalmente ho capito. È la differenza fra l’essere trascinato nell’arena ad affrontare una battaglia mortale e scendere nell’arena a testa alta. Prima pensavo che non fosse una gran scelta, ma ora lo so, lo so, che c’è tutta la differenza del mondo"
Genere: Angst, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Octavia Blake, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1



1 Settembre 1973. Primo anno
[Clarke]


“.. Quindi divertiti, Clarke, ma stai attenta. E SCRIVICI!”
Sento mia madre urlare l’ultima parola mentre il treno ha già iniziato a muoversi lentamente fuori dalla stazione, con degli sbuffi di vapore che colorano di bianco il cielo azzurro di questo primo giorno di settembre.  Guardo i miei genitori sporgendo ancora di più la testa dal finestrino e vedo mia madre con gli occhi lucidi che continua a sbracciarsi, mentre le braccia di mio padre la cingono da dietro confortandola, mentre sorride e annuisce nel suo solito modo gentile verso di me.
“A presto, vi voglio bene, ci vediamo a Natale!” grido loro, prima di sospirare una volta e rientrando nello scompartimento.
Jake e Abby Griffin sono i genitori migliori del mondo, per la prima volta nei miei undici anni di vita starò lontana da loro per più di un paio di giorni di seguito. Quattro mesi, per l’esattezza, e se da un lato sento già la loro mancanza, dall’altro mi basta solo guardarmi intorno per essere pervasa da un forte senso di eccitazione.
“Ci siamo Wells!” Esclamo al mio migliore amico seduto di fronte a me!
Lui mi risponde con il suo solito sorriso pacato. Non so come faccia ad essere sempre così tranquillo.
Io sto scoppiando: ci sto andando, sto andando a Hogwarts. Dopo anni a sentire i miei parlarne, raccontarmi delle loro avventure, sono veramente sull’Espresso, che ora sta viaggiando a tutta velocità verso la mia nuova casa.
Un colpo alla porta mi distoglie dai miei pensieri e con il sorriso sulle labbra mi volto verso una ragazzina che sembra avere la mia età.
“Possiamo? - chiede titubante portandosi una ciocca di capelli corvini dietro un orecchio? – stiamo cercando uno scompartimento e abbiamo visto che qui ci sono dei posti liberi.”
Il sorriso sul mio viso si allarga ancora di più.
“Certo! – esclamo – entrate pure!” E Wells annuisce.
La ragazza mi guarda grata ed entra nello scompartimento seguita da tre ragazzi, che iniziano a sistemare i bauli sui ripiani sopra i sedili.
“Io sono Raven- mi porge la mano la ragazza – Raven Rayes” si presenta con un sorriso e prende posto vicino a me.
“Clarke Griffin” ricambio senza smettere di sorridere, mentre Wells si presenta.
“Wells Jaha.” Dice sorridendo.
“Jaha? Come il ministro della magia? Sono Bellamy Blake comunque” si presenta il primo ragazzo ad accomodarsi. Ha un sorriso genuino che gli crea due fossette sulle guance.
Wells annuisce: “sono suo figlio.”
“Oh abbiamo una celebrità qui allora! Jasper Jordan!” Esclama entusiasta il secondo ragazzo, alto e magro, parandomi davanti e scuotendo forte la mia mano nella sua.
“Il mitico Jasper Jordan, e questo è il mio fedele compagno Monti!” continua indicandomi l’ultimo ragazzo.
Questo si avvicina, un sorriso gentile sul volto dai tratti asiatici: “Monti Green” mi dice, prima di rivolgersi a Jasper dandogli una pacca sulla spalla. “Da dove ti è uscita fedele compagno? Non sono mica un cane!”
Bellamy e Wells ridono e a me e Raven scappa un sorriso.
Una volta sistemati i bagagli è Jasper a riprendere la parola:
“In che casa vorreste finire?” chiede con gli occhi che brillano di eccitazione.
Prima che qualcuno possa rispondere Raven ci guarda con aria confusa.
“Casa? Pensavo stessimo andando a Hogwarts!” ci chiede dubbiosa.
Jasper la guarda come se fosse matta, ma intervengo io prima che possa dire qualcosa di compromettente.
“A Hogwarts tutti gli studenti vengono smistati in quattro case diverse, come quattro grandi gruppi che prendono il nome dai quattro fondatori della scuola.”
“Corvonero, per le menti brillanti” mi interrompe Jasper dando una gomitata scherzosa a Monti.
“Tassorosso, per chi è un amico leale” gli risponde l’amico.
“Grifondoro, culla dei coraggiosi di cuore!” interviene anche Bellamy.
“E Serpeverde” concludo io a denti stretti. “Scaltri e malvagi.” Informo Raven vedendo il suo sguardo confuso in risposta al mio cambiamento di umore.
“Diciamo che non è la casata che Clarke preferisce” sogghigna Wells davanti a me.
Gli rispondo con una linguaccia, mentre torno di buon umore.
“ Comunque praticamente si vive con i compagni di casa: ci sono quattro dormitori, quattro tavoli dove mangiare.. Si seguono le lezioni con i compagni di casa..”
“C’è il campionato di Quidditch!” mi interrompe Bellamy con fare orgoglioso.
“Quidditch?” chiede Raven ancora più confusa.
“Non sai cos’è?!” chiede Jasper esterrefatto.
Bellamy si porta una mano sul cuore con fare drammatico.
“Mettiti comoda, ragazza. Abbiamo qualche ora per informarti di tutte le cose del mondo magico che ancora non conosci.”
Sorrido, appoggiando la testa sullo schienale e ascolto i discorsi dei ragazzi attorno a me.
Ho il sospetto che saranno sette anni interessanti.
 

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“Clarke Griffin” sento la professoressa McGranitt chiamarmi ed emergo dal gruppo dei miei compagni camminando verso lo sgabello del cappello parlante.
Inizio adesso ad agitarmi, ho sempre pensato che sarei finita a Grifondoro come mio padre, ma anche Monti era convinto di diventare un Tassorosso e invece si è appena seduto al tavolo dei Corvonero.
Deglutisco e mi siedo.
“Ah una Griffin! – sento subito il cappello sussurrarmi nelle orecchie – vediamo un po’. Sembra proprio che audacia, fegato e cavalleria siano qualità che abbondano in te, vedo anche un’intelligenza fine e una forte lealtà per gli amici. Ma non ho dubbi… GRIFONDORO!”
L’ultima parola rimbomba nella sala e sollevata mi tolgo il cappello per correre verso la casa dai colori rosso e oro che sta applaudendo forte.
Mi avvicino e vengo accolta da saluti festanti: Bellamy, smistato prima di me, mi indica il posto vuoto al suo fianco e mi siedo.
“Ciao, io sono James Potter e sono al terzo anno, questo è Sirius, il mio migliore amico e quella è Lily Evans, la mia ragazza!” dice un ragazzo sporgendosi sul tavolo parlando velocemente e indicandomi un bel ragazzo che mi sorride e una ragazza dai capelli rossi che lo guarda infuriata.
“Nei tuoi sogni, Potter.” Gli dice prima di rivolgersi a me addolcendo lo sguardo.
“Benvenuta Clarke, idioti a parte – e mi indica James che sorride comunque -  sei nella casa migliore di Hogwarts!”
“Grazie!” le dico prima di tornare a osservare gli altri ancora in piedi.
Jasper viene spedito al tavolo di Corvonero, dove abbraccia contento Monti.
Raven mi guarda in cerca di conforto e le mostro i pollici in su come incoraggiamento, lei annuisce e quando tocca a lei cammina sicura verso la McGranitt.
Sembra passare un’eternità prima che il cappello si decida.
“GRIFONDORO” grida alla fine.
“SI’” esclamo io applaudendo e appena Raven si avvicina la abbraccio forte.
“Il cappello era indeciso tra Grifondoro e Corvonero, ma alla fine ha detto qualcosa riguardo al mio animo coraggioso che lo deve aver convinto!” mi dice lei sciogliendosi dall’abbraccio e guardando tutti gli altri al tavolo con il sorriso sulle labbra.
Wells viene spedito a Corvonero, dove si siede vicino a Jasper e Monti, lanciandomi uno sguardo di approvazione: sapevamo che sarebbe andata così e siamo entrambi contenti.
“Alexandria Woods” chiama la McGranitt e l’ultima ragazza della fila si avvicina allo sgabello.
Anche per lei il cappello impiega un po’ di tempo.
“SERPEVERDE” esclama alla fine, e la ragazza annuisce come se fosse un dato di fatto e con uno sguardo imperturbabile si rivolge verso il tavolo verde e argento che esulta.
Faccio in tempo a notare i suoi occhi verdi prima che si sieda voltandomi le spalle. James, davanti a me si gira e vede il mio sguardo incantato.
“Hai visto gli occhi di quella ragazzina, Sirius? Mi ricordano tanto quelli di Lily!” Lei si gira scocciata.
“Evans, Potter, solo Evans per te!” Gli risponde inviperita.
“Oh non essere gelosa, Lily cara, preferisco sempre i tuoi!” dice lui facendomi l’occhiolino.
Mezzo tavolo scoppia in una risata, io sogghigno mentre mi rivolgo verso Silente, ma dentro di me non posso proprio essere d’accordo con James.
 
 
.*.*.*.
 
1 Settembre 1979. Settimo anno.
[Clarke]

“Corri Raven, corri!” urlo senza fiato mentre spingo il mio carrello verso il muro che divide il binario 9 dal binario 10.
“Se non ti sbrighi lo perdiamo, poi lo spieghi tu a mia madre, ci siamo smaterializzate mezz’ora fa!”
Raven dietro di me sbuffa, ma continua a correre disperatamente anche lei.
“Non è colpa mia se quel ragazzo babbano all’ingresso ha insistito così tanto nel farmi vedere la sua auto sportiva, sai che ho un debole per queste cose.”
“Per i ragazzi o per le macchine?” le chiedo con un sorriso malizioso.
“Entrambi” mi dice sogghignando. “Ma ora muoviamoci che ci siamo, grazie a Merlino.”
Superiamo la barriera e l’espresso ci si para davanti agli occhi, con il solito caos di maghi e streghe di tutte le età che si affollano alle sue porte. Saliamo sul treno e subito Octavia ci si para davanti insieme a suo fratello Bellamy che ci saluta a sua volta.
“Alla buon’ora ragazze!” Ci abbraccia entusiasta.
“Provaci tu a correre con una gamba che non collabora, Blake, non è per niente facile!” esclama prima di cedere il suo baule a Bellamy con un sorriso angelico.
Il ragazzo lo afferra sbuffando, ma lo porta di buon grado nello scompartimento dove il resto dei nostri amici ci sta aspettando.
Loro entrano, ma io mi prendo un attimo prima di entrare.
Quante cose sono cambiate dalla prima volta che ho messo piede su questo treno.
Io sono cambiata, ma anche il mondo là fuori. E ora sto per iniziare il mio ultimo anno ad Hogwarts prima di essere catapultata nel pieno della guerra.
Questa guerra che si è già presa troppo da me, penso osservando il mio polso sinistro, dove fa capolino l’orologio di mio padre.
“Datti una mossa Griffin! “ urla Raven da dentro lo scompartimento.
“Si, dobbiamo sconfiggerti a gobbiglie come tradizione impone!” si aggiunge Jasper.
“E a scacchi” conclude Wells.
Certe cose non cambieranno mai, per fortuna.
 
*.*.*.*


[Lexa]
Cammino tranquillamente per la stazione di King’s Cross, una mano sopra la spalla di Aden per guidarlo in mezzo alla folla della stazione.
Vedo che si guarda in giro spaesato, così gli stringo la spalla e gli offro un piccolo sorriso tranquillizzante.
Lui annuisce e prosegue con la schiena un po’ più dritta e il mento più sollevato.
Come nostro padre ci ha insegnato, come è giusto per un Woods.
Mai mostrare le emozioni, noi che di emozioni ne avremmo anche troppe, la maggior parte delle quali negative, causate proprio dall’uomo che continuiamo a chiamare padre nonostante tutto.
Ma quest’anno è tutto diverso: non devo preoccuparmi ogni secondo di Aden, di cosa quell’uomo potrebbe fargli dopo che io sarò salita su quel treno che mi ha sempre portato via da loro. Non dovrò preoccuparmi della condizione in cui lo vedrò quando tornerò a casa per le vacanze di Natale.
Aden è qui vicino a me e per tutto l’anno scolastico sarà sotto il mio stesso tetto e potrò difenderlo, come ho fatto per tutta la mia vita. Oltrepassiamo la barriera senza problemi, e lui, da buon Woods, non mostra timore per dover andare contro un apparente solido muro di pietra. Solo quando arriviamo al binario lo vedo esalare un sospiro di sollievo per essere tutto intero.
“Bene Aden, ci siamo.” Lo guardo e lo vedo annuire.
“Il primo viaggio per Hogwarts è molto importante, conoscerai i tuoi nuovi compagni, sceglili con cura” gli dico duramente.
“D’accordo Lexa” dice prima di salire sul treno.
“Aden” lo richiamo esitante “Sarò con te, quest’anno.”
Lui mi guarda con un dolce sorriso: “lo so, Lexa.”
Io annuisco e lo guardo allontanarsi lungo il corridoio, verso la sua nuova vita.
 
 
Alzo gli occhi al cielo senza farmi vedere dagli altri.
Queste riunioni sono inutili e noiose, ma siccome Silente ha avuto la brillante idea di nominarmi Caposcuola sono costretta a parteciparvi.
Sono nel vagone riservato ai prefetti e ai Caposcuola, e l’unica cosa positiva di questa situazione è che mi sono liberata di quelli che in teoria dovrebbero essere i miei cari compagni di casa. Anya e Lincoln non sono male, ma darei qualsiasi cosa per non avere nulla a che fare con Rookwood, i Carrow e soprattutto con Ontari degli Azgeda e tutti gli altri. Purtroppo il mio essere Serpeverde, e soprattutto una Woods, mi costringe a relazionarmi con quelle persone.
Non li sopporto: loro e il loro venerato Signore Oscuro e tutti i loro ideali grandiosi sul sangue puro.
E la cosa peggiore è che devo far finta di apprezzare, quando devo costringermi anche solo a tollerare la loro presenza.
Chiudo gli occhi un secondo per scacciare questi pensieri pericolosi dalla mia mente e quando li riapro ritrovo la mia solita imperturbabilità.
Quando siamo tutti presenti la riunione ha inizio.
Osservo gli altri prefetti, tutte facce conosciute, e mi soffermo sugli altri tre caposcuola.
Maya Vie, una ragazza pacata di Tassorosso.
Wells Jaha, il Corvonero modello, figlio del ministro della Magia.
E infine Clarke Griffin, che sta parlando in questo momento presentandosi ai nuovi prefetti.
“Credo di parlare a nome di tutti i caposcuola e dei prefetti più anziani ricordando che il compito principale dei prefetti sia quello di contribuire al mantenimento dell’ordine tra gli studenti delle proprie case.
Comportatevi secondo le regole, siate un modello da seguire per gli altri, soprattutto per i più piccoli. E soprattutto non abusate del vostro potere, non togliete punti per scopi personali.”
Si interrompe per osservare i prefetti della mia casa, che sorridono malignamente, ma poi la vedo rivolgersi anche a quelli rosso-oro, e sono quasi stupita dalla sua correttezza.
“Capisco che ogni tanto sia una forte tentazione – si ferma per fare una smorfia che mi fa quasi sorridere – sappiate solo che per ogni punto sottratto a una casa dovrete compilare un rapporto, quindi a vostro rischio e pericolo.”
Vedo i ghigni abbandonare i visi di alcuni ragazzi e annuisco soddisfatta, incrociando quello sguardo blu che si sofferma per un attimo su di me. Non riesco ad interpretare il suo sguardo, ma lei mi toglie questo impiccio distogliendolo subito dopo.
Prende la parola Jaha, interrompendo i bisbigli suscitati dal discorso di Clarke.
“Per quanto riguarda le ronde, quest’anno ci sono delle novità. Considerati gli eventi esterni e interni alla scuola che si sono verificati l’anno scorso – si interrompe per lanciare uno sguardo a metà tra il preoccupato e il protettivo verso Clarke – Silente ha voluto intensificare i controlli. Tutte le sere della settimana i prefetti si alterneranno fino alla mezzanotte, alternandosi per casa e anno. I Caposcuola divideranno con i professori le ronde notturne e nei week-end” Dice dando uno sguardo gentile ai ragazzi più giovani.
“Gli abbinamenti sono come al solito Grifondoro- Corvonero e Tassorosso-Serpeverde.”
“No.” Interrompe Clarke e tutti ci rivolgiamo verso di lei.
Ha uno sguardo duro e risoluto, totalmente diverso da quello spensierato e eccitato che ho visto la prima volta che ho incrociato i suoi occhi mentre indicava il soffitto magico della sala grande a un’altra ragazza sette anni fa.
“No – ripete decisa – quest’anno sarà Grifondoro – Serpeverde.”
“Ma Clarke-“ interviene Wells.
“Ne ho parlato con Silente quando ho ricevuto la spilla e lui è stato d’accordo con me. C’è bisogno di un maggior controllo sui Serpeverde. Senza offesa “ si interrompe e penso che si stia rivolgendo a me, quando invece noto Maya al mio fianco accennare a un sorriso e fare un gesto della mano per tranquillizzare Clarke. “Ma io, e Silente concorda con me, ritengo che i Grifondoro possano evitare più facilmente che i Serpeverde facilitino i propri compagni di casa ad uscire e a infrangere le regole, o peggio le leggi. Dopo gli avvenimenti dell’anno scorso non è più una cosa da prendere alla leggera.”
Nessuno osa fiatare sotto il suo sguardo.
“Bene- riprende Maya per spezzare il silenzio – Tassorosso e Corvonero sia, allora – e rivolge uno sguardo rassicurante a Jaha – rivolgetevi ai direttori delle vostre case stasera per l’elenco dei turni e delle parole d’ordine.”
“Per ora è tutto, possiamo tornare nei nostri scompartimenti “ conclude Wells.
Tutti iniziano ad uscire, mentre io mi prendo il mio tempo. Certamente non muoio dalla voglia di tornare a chiudermi nello scompartimento insieme agli altri.
Quando ormai non posso più tergiversare mi dirigo verso la porta.
“Woods” mi sento chiamare.
Mi volto automaticamente e vedo Clarke con uno sguardo ancora più duro e severo di quello di poco fa.
“Griffin.” Le rispondo semplicemente.
“Tieni sotto controllo la tua casa” mi dice subito.
Io la guardo negli occhi, reggendo il suo sguardo. Negli ultimi due anni è cambiata in modo impressionante, non nel corpo, che è rimasto sempre quello di una ragazza, ma ha lo sguardo di una guerriera che ha dovuto sopportare innumerevoli battaglie. Lo riconosco perché è lo stesso sguardo che vedo ogni volta che osservo il mio riflesso. Lo sguardo di chi è cresciuto troppo in fretta.
Le volto le spalle decisa a non risponderle, perché in fondo quello che posso fare io è il minimo, considerando che i miei amati compagni prendono ordini direttamente dai mangiamorte, quindi quello che dico io non ha alcun peso.
Ma all’ultimo secondo mi fermo. Perché non ci sto, perché è frustrante, perché vorrei urlare a tutti che io non sono d’accordo, che purosangue e nato babbano non hanno differenze per me. Ringrazio di darle le spalle altrimenti vedrebbe la tempesta dentro di me.
“Ho le mani legate, Clarke.”
E proseguo senza mai voltarmi verso di lei, sentendo il suo sguardo bruciarmi sulla schiena e un lieve sussurro che assomiglia tanto a un: “Come sospettavo.”
 
 
Il resto del viaggio è trascorso come al solito. Sono riuscita a farmi gli affari miei mentre i miei compagni discutevano tra loro e sono riuscita a mantenere la calma davanti ai loro assurdi ragionamenti.
Ora attendo seduta al tavolo dei Serpeverde, mentre piano piano la fila dei ragazzini del primo anno si accorcia e applaudendo distaccatamente quando un nuovo Serpeverde si unisce a noi.
Quest’anno però, un senso di nervosismo e di agitazione mi pervade, man mano che i ragazzini vengono smistati. Aden è l’ultimo della fila, come me sette anni fa.
Non riesco a non chiedermi in quale casa andrà, vorrei che venisse qui solo ed esclusivamente per averlo più vicino e potermi prendere maggiormente cura di lui, ma non mi dispiacerebbe se finisse in una casa più.. sana. Forse Corvonero, cosa per cui l’ho sempre preso in giro per il suo atteggiamento saputello che ha sempre mostrato nei miei confronti, quando io fingevo di dimenticarmi il nome di un lontano parente o di una qualche pozione. Lui è invece convinto di finire a Tassorosso, perché sostiene di non avere molte qualità.
“Aden Woods” sento la McGranitt chiamare e mi concentro sull’esile figura di mio fratello che attraversa la sala. Il suo sguardo cade su di me che lo guardo sicura, e ancora vedo il suo mento alzarsi leggermente.
Sorrido lievemente.
Aden si siede e il cappello gli viene calato fin davanti agli occhi.
Passano i secondi e io mi ritrovo a stringere talmente tanto la forchetta che le nocche diventano bianche.
Poi all’improvviso le mie speranze si infrangono.
“GRIFONDORO” urla il cappello e il tavolo rosso-oro esplode in un applauso.
Io non riesco a muovermi.Tutto ma non Grifondoro.
Vorrei alzarmi e urlare che ci deve essere uno sbaglio, che non può essere vero, vorrei strappare il cappello dalle mani della McGranitt e rimetterlo sul capo di Aden dicendogli di essere serio e di smettere di scherzare, perché non è divertente. Per niente.
Aden si alza con uno sguardo impietrito, e so che è lo stesso presente sul mio viso in questo istante.
Ci guardiamo e sembra quasi che lui mi stia chiedendo il permesso per andare a sedersi dai suoi nuovi compagni.
Io mollo la presa sulla forchetta, che cade tintinnando rumorosamente nel piatto, ma non mi curo dell’attenzione degli altri, che so mi stanno già guardando da tempo. Abbasso lo sguardo prima di riportarlo su mio fratello, per annuire senza muovere la testa. Lui fa uno strano sorriso triste, e so che in questo momento sta provando sentimenti contrastanti, di orgoglio e di paura, di stupore e di tristezza.
Quando si siede iniziano i mormorii.
“Un Woods a Grifondoro.”
“Chissà il padre, ho sentito che Alexander Woods non è proprio un uomo tollerante”
Ma è quello di una ragazza a pochi posti da me che mi ridesta.
“Finalmente comincia a mostrarsi il marcio della famiglia Woods, un fratello a Grifondoro eh, Alexandria. Immagino che il paparino farà i salti di gioia.”
Ontari ha un ghigno cattivo sul viso, ed ho bisogno di richiamare tutta la mia forza di volontà per non scagliarle addosso qualsiasi incantesimo conosca, di magia oscura o meno.
“Chiudi quella bocca, Ontari. E anche voi” mi rivolgo a tutti gli altri.
Qualcosa nel mio tono li convince a fare quello che ho detto.
Noto Anya alla mia destra guardarmi con sguardo preoccupato, ma io non ci do peso e inizio a cenare come se niente fosse.
In realtà non mi rendo conto di cosa sto portando alla bocca e ben presto smetto di fare finta di godermi il pasto. Guardo verso il tavolo dei Grifondoro e vedo Aden scambiare timidamente qualche parola con i ragazzi seduti vicino a lui.
Non ascolto una parola del discorso di Silente e quando vedo che gli altri si stanno alzando lancio uno sguardo al prefetto Serpeverde del sesto anno:
“Portali nel dormitorio” dico semplicemente accennando ai ragazzini che si stanno alzando con aria spaurita.
Non aspetto neanche una sua risposta, ma mi dirigo velocemente all’uscita della Sala Grande, dove sono appena spariti i Grifondoro.
“Aden” quasi grido per attirare la sua attenzione sopra il chiacchiericcio.
Lui si volta a metà del corridoio e sembra sollevato quando mi vede davanti a lui.
Fa per muoversi verso di me quando una mano sulla sua spalla lo ferma. Lancio uno sguardo incredulo e arrabbiato a Clarke Griffin che con un “no” secco lo ha fermato.
Vedo che rivolge lo sguardo verso un punto alle mie spalle, poi si gira verso una sua compagna sussurrandole qualcosa all’orecchio.
“Forza primini, la nostra sala comune è al settimo piano, in qualche modo bisognerà pur smaltire il banchetto” e la ragazza, Raven Rayes, conduce gli altri nuovi Grifondoro alla sala comune.
Mi giro e vedo i miei compagni Serpeverde uscire dalla Sala Grande.
“Svelti, per di qua” dice Clarke, e prima che possano vederci ci infiliamo in un’aula vuota.
Capisco che ha fermato Aden dal corrermi incontro quando avrebbero potuto assistere anche occhi indiscreti.
Prima che possa dirle qualcosa che si avvicina a un ringraziamento Aden mi si scaraventa addosso.
“Lexa” dice disperatamente.
Noto Clarke dirigersi verso la porta della stanza, fingendo di non ascoltare e di guardare se qualcuno si avvicina. Per la seconda volta in pochi minuti sono stupita dal suo tatto.
Scelgo di non pensarci e stringo forte Aden, che intanto sta pronunciando parole sconnesse, quasi sull’orlo delle lacrime.
“Lexa.. non volevo. Il cappello parlante.. lui ha detto che era indeciso tra Corvonero e Grifondoro e mi sono risuonate in mente le tue parole e io..”
“Devi essere coraggioso, Aden.” Ripeto come un mantra le parole che tanto spesso gli sussurravo, quando entrambi portavamo i segni della rabbia di nostro padre. Ironicamente credo che le mie parole abbiano funzionato un po’ troppo.
“Esatto.. e appena le ho pensate il cappello ha urlato Grifondoro e non sapevo cosa fare… Lexa non volevo.. papà…”
Lo interrompo zittendolo. “shh, non ci pensare adesso. Va tutto bene, Aden. Va tutto bene.”
Lui si lascia andare nel mio abbraccio.
“Ma papà, lui..” riprende però, spaventato.
“Ci preoccuperemo di lui a tempo debito, Aden, fino a Natale non lo vedremo e quando arriverà… Quando arriverà ci penseremo, Aden. Lo affronteremo insieme, come al solito.” Concludo mentre sento i suoi singhiozzi.
“Stai calmo Aden. Concentrati su tutte le cose belle che potrai fare. Hogwarts è un posto meraviglioso, non farti rovinare questa opportunità.”
Lui annuisce e cerca di ricomporsi. Si asciuga le lacrime sfuggite al suo controllo e tenta un sorriso.
“Ce la faremo, Lexa.” Dice alzando il mento.
“Certo, piccoletto. E come è dimostrato resto io la più intelligente e furba della famiglia.” Dico prendendolo in giro.
“Ehi, i grifondoro sono intelligeni!” si indigna lui.
“Ben detto, Aden!” si intromette Clarke con un sorriso gentile, a cui Aden risponde immediatamente.
“Si certo, come no.” Mormoro io alzando gli occhi al cielo.
“Se avete finto sarebbe ora di andare…” interviene Clarke lanciandomi un’occhiata a metà tra il preoccupato e il comprensivo.
“Certo, datti una mossa Aden, i tuoi nuovi compagni e il tuo letto ti aspettano.” Lo incito ad andare.
Clarke lo precede fuori dalla stanza e i due Grifondoro si avviano sulla scalinata.
Aden si gira salutandomi con una mano.
“Griffin.” Sento dire dalla mia voce.
Lei si volta a guardarmi.
“Woods” dice lei, imitando il mio tono, come qualche ora fa sul treno.
Io non dico niente e per una volta lascio che siano i miei occhi ad esprimere quello che non posso dire a parole.
Grazie. Vorrei dirle. Grazie per aver capito, anche solo in parte.
E ti prego. Ti prego prenditi cura di lui quando io non potrò essere lì a farlo.
Inspiegabilmente lei sembra capire. Mantiene lo sguardo legato al mio e annuisce leggermente, come faccio io di solito. Poi accenna un sospiro e si volta ricominciando a camminare.
“Allora Aden – le sento dire – per prima cosa: attento alle scale. A loro piace cambiare..”
Lascio che un sorriso nasca sulle mie labbra e per il momento sento che Aden è al sicuro.


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NOTE:
Non posso dire di aver avuto in mente questa storia per tanto tempo perchè è nata in un quarto d'ora di follia domenica pomeriggio, ieri ho scritto il capitolo di getto e oggi eccolo qui.
Non so se possa piacere o non interessare, ma ho voluto condividere con voi l'inizio di questa follia. Sto scrivendo il secondo capitolo e spero vivamente che vi interessi sapere come prosegue e di avervi messo la pulce dell'orecchio con questo primo capitolo, che non ho voluto tagliare in due per darvi più informazioni su quello che sarà poi la storia, anche se siamo ancora all'inzio. Quindi fatemi sapere se vale la pena andare avanti, a me piacerebbe!
Spero di non aver deluso nessuno con l'assegnazione delle case, sono disponibile a sentire i vostri pareri!
Come detto nell'introduzione la storia è ambientata principalmente nel 1979, considerando che la Rowling ci dice che Harry nasce nel luglio 1980, siamo agli sgoccioli della guerra, e Clarke &co. frequentano Hogwarts gli ultimi cinque anni dei malandrini, che faranno delle sporadiche apparizioni nel flashback.
Scusate la lunghezza delle note ed eventuali errori nel capitolo,
spero di sentirvi presto,
Ila
P.S. il rating potrebbe cambiare nei prossimi capitoli...
  
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