Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: AlekHiwatari14    09/11/2016    3 recensioni
Nella notte un'ombra si avvicinava alla dimora dei Phantomhive. Li vi erano luci ovunque. Si udiva la musica, si vedevano carrozze andare e venire. Non c'era alcun dubbio. La villa era in festa e quello era un giorno speciale per Ciel e colui o colei che si aggirava nell'ombra lo sapeva molto bene. Era una sera piovosa e tempestosa e non mancavano lampi e tuoni che infatti scendevano illuminando il volto della persona che era nell'ombra e rivelava il suo sorriso femminile e le labbra rosate. Quella ragazza era incappucciata ed era sul tetto del palazzo più vicino che osservava ogni movimento. Nessuno sapeva chi fosse, ne tanto meno cosa volesse. Una nuova minaccia era vicina e nessuno lo poteva immaginare cosa potesse essere ne tanto meno chi potesse provocarlo. Così i nostri eroi si ritroveranno ad affrontare qualcosa di nuovo, sorprendente e che nessuno avrebbe mai immaginato e trovarsi davanti a nuove persone che non avrebbero mai immaginato di incontrare.
Basato sulla vita dei nostri cari eroi alle prese con nuovi personaggi tutti particolari e ancora da scoprire. (INTERATTIVA)
CHIUSE ISCRIZIONI.
Genere: Commedia, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri personaggi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fuori Storia 8 - Quando si cambia direzione... 

Sembrava una giornata come tante quando la piccola Alissa si ritrovava a girare per Londra tra le braccia del padre e affiancata dalla madre. Aveva solo sei anni e non sapeva nulla su di se, apparte che aveva dei genitori nobili e benestanti. Era una famiglia felice e Alissa non chiedeva di meglio.

"Papà, guarda! Una bancarella!"Disse la piccola indicando le bancarelle natalizie.
Il padre sorrise e si avvicinò a quella bancarella colma di oggetti vari. 
"Guarda! Papà! Che bello!"Esclamò la piccola Alissa indicando un ciondolo. Il padre non esitò a farla scendere dalle spalle e a comprarglielo nonostante la madre glielo sconsigliava.
"Ma dai, tesoro. E' solo un ciondolo."
"Lo so, ma dobbiamo andare al ballo. Non possiamo mancare, lo sai."Ribattè la donna ricordandogli della festa dov'erano stati invitati e prendendo la mano di Alissa incamminandosi. 

La festa a cui andarono erano ricche di luci, musiche e bei vestiti. Adorava quel clima e sapeva che era destinata ad essere una nobile.
"Oh...ma che sorpresa. Pensavo non arrivaste più."Affermò un uomo avvicinandosi ai genitori della piccola. Quell'uomo era qualcuno di nostra conoscenza, ovvero Vincent Phantomhive, il padre di Ciel, anche lui invitato alla festa.
"Oh...buona sera, signor Phantomhive."Salutò il padre della piccola allontanandosi con l'uomo. 

La festa si svolse normalmente, fin troppo bene si direbbe. Il padre, una volta in strada con la moglie e la figlia, si fermò.
"Ah...quasi dimenticavo. Ho una cosa per te, Alissa."
Prese qualcosa dalla tasca e inginocchiandosi alla piccola glielo mostrò. Era il ciondolo che voleva prima alla bancarella.
"Papà!"Urlò abbracciandolo, ma quel regalo fu destinato a sparire insieme ai genitori che erano con lei. 
I lampioni della strada incominciarono a lampeggiare, quasi come qualcosa di orrendo si stesse avvicinando.
La madre intuì subito afferrando la piccola Alissa e allontanandola dal padre che, in quell'asso di tempo, fu trafitto da una falce. 



Colui che l'aveva trafitto aveva denti agguzzi, tipica caratteristica degli shinigami. Era vestito di nero e la madre sembrava quasi conoscere quel tipo.
"Che diamine combini?"Domandò spingendo la piccola Alissa dietro ai bidoni per nasconderla ed avvicinarsi all'assassino che aveva appena ucciso il marito.
"Jack..." Chiamò mettendogli la mano sulla spalla, ma lo shinigami sembrava intenzionato a fare tutt'altro che ragionare.
"Se io non posso averti.... allora non ti avrà nessuno."E con queste parole trafisse la donna proprio davanti agli occhi della figlia che non riusciva ad emettere alcun grido. Le parole le rimasero incastrate in gola, mentre vedeva quello shinigami andarsene e calpestare anche quel ciondolo che gli aveva comprato il padre. L'unica cosa che riuscì a fare fu avvicinarsi ai cadaveri dei genitori piangendo.
"Mamma...papà...."Mormorò accasciandosi a terra incominciando ad urlare e ad abbracciare quei corpi senza vita che la pioggia stava incominciando a bagnare. 

La piccola cercò di darsi forza e prendendo quel ciondolo rotto da terra, lo mise in tasca e si incamminò verso casa.
"Dove devo andare?"Si domandò non ricordando la strada di casa quando qualcuno di sua conoscenza la trovò.
"Ma tu guarda. La piccola Alissa. Che ci fai tutta sola, per strada, a quest'ora?"Domandò la donna. La piccola si voltò ritrovandosi di fronte a Madame Red e Grell nei panni di maggiordomo.
La piccola scoppiò in lacrime e la donna la condusse verso la sua dimora. Una volta lì, la piccola raccontò tutto e Madame Red sembrava alquanto nervosa su ciò che era successo.
"Maledizione!"Urlò scaraventando tutto per aria.
"Quel bastardo mi doveva dei favori e invece a mandato tutto all'aria!"Continuò la rossa imbestialita per poi voltarsi verso la piccola:"Sai che ti dico? Metterò fine a tutte le tue sofferenze, mia cara, ma prima voglio divertirmi un po'." Disse sorridendo e mettendo i brividi alla piccola.



Incominciò a torturarla e quando l'ira della rossa finì, diede il compito a Grell di ucciderla, mentre lei si concedeva un piacevole bagno. 
"No, ti prego..."Sussurrò Alissa vedendo la falce nelle mani di Grell puntarla verso di lei, ma qualcosa lo bloccò. Forse il pallore della pelle, o per quegli occhi che gli sembravano strani.
"Ah...come diamine faccio ad ucciderti se mi guardi in quel modo?"Chiese irritato lo shinigami guardandola storta. La bambina incominciò a piangere e le lacrime della piccola gli fecero cambiare idea sul dafarsi.
"Va via."Mormorò lo shinigami facendosi guardare dalla piccola.
"Che?"
"Ti ho detto di andartene!"Esclamò facendola scappare. Lo shinigami incominciò a cercare una mortale qualsiasi della stessa età della piccola e le sfigurò il volto oltre alle numerose falciate effettuate su di lei per renderla irriconoscibile, così che Madame Red avrebbe pensato si trattasse di Alissa invece di qualcun altro.


La piccola si rintanò nei vicoli di Londra cercando di riprendere fiato. Troppe cose sono successo in così poco tempo e deve realizzare ancora quel che le sta accadendo. Faceva freddo e la piccola aveva sonno e senza accorgersene si addormentò. Qualcuno la vide da lontano.



Era sul tetto di un abitazione e non perse tempo ad avvicinarsi incominciando ad osservare la piccola. L'uomo sorrise e, amorevolmente, la prese in braccio portandola nella sua dimora. Al suo risveglio, la piccola si ritrovò su di un divano rosso e in una stanza dove il lusso era di casa. Ne rimase incantata e poco distante c'era un tavolo. La piccola si avvicinò vedendo due pugnali di cui uno era legato dal manico ad una catena, simile alla catena del ciondolo che le aveva regalato il padre, ad un bracciale da polso. Sorpresa, la piccola mise le mani in tasca convinta di avere ancora il cappotto con se, ma si ritrovò addosso un vestito rosso. Lì vicino vi era uno specchio che, guardandosi, capì che chiunque l'aveva accolta si stava prendendo cura di lei.
"Ti piace?"Domandò qualcuno vedendo che la piccola si ammirava.
Sorpresa, Alissa si voltò ritrovandosi dinanzi ad un uomo, vestito in giacca e cravatta, dai capelli rossi-violacei e gli occhi verde-giallastri che, a contatto con la luce, cambiavano nel rosso. Era bello e sembrava essere un uomo d'affari.



"Oh...tranquilla. Non voglio farti del male."Rassicurò l'uomo avvicinandosi alla piccola e, prendendo i pugnali dal tavolo, si accovacciò verso di lei tendendoglieli:"Ecco. Prendi!"
La piccola si avvicinò e prese quei pugnali con timore, mentre l'uomo incominciò ad accarezzarle i capelli domandandole:"Come ti chiami?"
"A....Alissa."Rispose la piccola ancora un po' confusa dalla situazione.
"Alissa..."Sussurrò l'uomo facendo un sorriso che stranamente rassicurò la piccola. Il tempo passò e la piccola divenne ragazzina. Anche se era in quella casa da anni, molte cose ancora non le erano chiare, come il motivo per cui l'uomo usciva sempre e rincasava tardi, le stanze chiuse a chiave nonostante dicesse che fossero vuote e quei pugnali che l'uomo le aveva affidato ed insisteva affinchè li usasse.
"Ma non mi va. Mi fanno paura."Confessò la piccola guardando quei pugnali nelle mani. L'uomo si accovacciò e come ogni volta le disse:"Prima o poi sarai costretta, piccola Al."Continuò a ripetergli dopo l'ennesima discussione, per poi baciarle la fronte e continuare con:"Vado a lavoro, ma quando torniamo mi devi promettere che li usiamo, intesi?"
La ragazzina annuì e l'uomo le scompigliò dolcemente i capelli per poi uscire di casa. 

La ragazzina era sveglia e sapeva che usare quegli oggetti non era nulla di buono, ma decise lo stesso di ascoltare l'uomo che continuava a dirglielo per farle superare le sue paure.
Inoltre, Alissa aveva un grandissimo difetto era parecchio curiosa e vivace, così quel giorno, dopo quella promessa, decise di vederci chiaro. Non riusciva a capire quale costrizione vedeva l'uomo e così fece ciò che le era proibito. Prese le chiavi dell'uomo dalla scrivania e si avvicinò ad una delle stanze proibite. L'aprì e si incamminò nel lungo corridoio che si ritrovava davanti fino ad arrivare in una stanza buia e macabra. C'erano arnesi di tortura e falci ovunque insieme ad una tunica nera. Quella stessa tunica  dell'uomo le fece ritornare in mente l'uomo che aveva ucciso i suoi genitori con un particolare agghiacciante.
"Jack..."Sussurrò la piccola ricordandosi il nome pronunciato dalla madre prima di morire, lo stesso nome dell'uomo che l'aveva accolta fino a quel momento. La ragazzina indietreggiò finendo su qualcuno che era alle sue spalle. Voltandosi notò un ritratto della madre con quell'uomo che era dietro di lei, ovvero Jack.

"Ti avevo detto di non entrare in queste stanze."Disse con una voce per niente rassicurante. La personalità dolce e gentile di quell'uomo sembrava quasi essere mutata di colpo in un macabro e sadico mostro. Tentò di prendere la ragazzina che riuscì a fuggire, ma prima di uscire dalla porta di casa, egli l'afferrò per il braccio.

"Lasciami!"
"Non puoi andartene.Tu sei speciale, non lo capisci?"Urlò Jack cercando di ferirla con un pugnale, ma la ragazza riuscì facilmente ad evitarlo facendolo incastrare nella porta dov'era bloccata.
"Vedi? Hai i riflessi, sei abile e sicuramente sei uguale a me."
"Ma che diamine stai dicendo? Io non sono uguale a te! Sei un mostro!"Sbraitò scaraventandolo a terra. Sembrava avere abbastanza forza da lanciarlo lontano da lei, ma la ragazza era talmente spaventata che non se ne rese conto e uscì incominciando a correre. L'uomo, o meglio lo shinigami, prese la falce, incominciando ad inseguirla.
Nel correre, la ragazzina andò a sbattere contro qualcuno che si rivelò essere Grell.
"Grell!"Urlò la ragazza impaurita.
"Alissa?"Domandò riconoscendola.
"Grell, ti prego, aiutami! C'è un pazzo che vuole uccidermi!"Esclamò convinta che quell'uomo che la inseguiva voleva ucciderla.

Jack sbucò fuori dal vicolo urlando il suo nome e Grell, impugnando la sua falce, lo trafisse facendolo cadere a terra in fin di vita. Nel cadere, le cose che aveva tra le mani finirono accanto ad Alissa che si accovacciò meravigliata. Erano i pugnali che quell'uomo le aveva dato con una foto di sua madre seduta insieme a quell'uomo. La ragazzina lo guardò e lo vide piangere mentre i cinematik records dell'uomo uscivano dalla ferita. I quei cinematik records c'erano tutte le risposte alle domande della ragazza. Quell'uomo era uno shinigami e per giunta il padre, che fino a quel momento pensava fosse stato quel nobile ucciso, non era altro che un impastore. Quel Jack era il suo vero padre e, al momento della nascita, la madre di Alissa lo lasciò per dare una vita migliore a sua figlia.
"N-non farmi morire così. A-Al....T-tu sei...come me."Balbettò l'uomo tendendole la mano. La ragazzina si avvicinò e accadde qualcosa di strano. I cinematik records dell'uomo si intrecciarono e l'anima che stava uscendo passò nel petto della ragazza che l'assorbì insieme ai poteri che egli aveva. 

Davanti a quella scena, Grell intuì tutto. Il motivo per cui non era riuscito ad ucciderla quando Madame Red glielo aveva ordinato era semplicemente perchè era una mezzosangue, ovvero mezza umana e mezza shinigami. Grell la prese per mano alzandola da terra. La ragazza era ancora frastornata ed emotivamente instabile. Prese i pugnali da terra e si allontanò con lo shinigami che la condusse da Madame Red che, in quel momento, era preoccupata per la scomparsa di Ciel. Addolcita dalla perdita e sentendo la ragazzina che viveva la sua stessa situazione, le si avvicinò:"Perdonami. Mi spiace averti fatto del male."Le disse abbracciandola, mentre quest'ultima era ancora scossa da quanto era successo.

Madame Red decise di tenerla con se e accudirla come figlia nascondendola da occhi indiscreti della gente. Da quel giorno molte cose cambiarono tra cui anche Alissa che scoprì di essere instabile come il padre. Assistì ai numerosi omicidi di Jack lo Squartatore, uccidendo gli shinigami che incontrava per la sua via ed intracciavano il lavoro di Madame Red creando così una delle sue tre personalità, ovvero quella sadica e inquietante, ma scoprendo anche qualcosa di scioccante. Ogni anima shinigami che assorbiva la rendeva più forte e, grazie all'anima assorbita del padre, poteva trasformarsi da umana a shinigami. L'unico problema era che, siccome aveva assorbito la prima volta l'anima di un uomo, di conseguenza diventava un maschio che Grell solitamente chiamava Al.

Normalmente, Alissa era una ragazza vivace, che amava Grell e Madame Red. Infatti, il ritorno di Ciel la confuse e la infastidì visto che Angelina passava più tempo con il nipote che con lei. Non a caso vede Sebastian e Ciel come suoi rivali.
Presa dalla personalità sadica e piena di sete di vendetta, decise di sostituire Madame Red, uccidendo alcune vittime al posto suo impugnando le armi che il padre gli aveva lasciato ed è proprio per questo che chi la vide la rinominò "La ragazza di Sangue" a causa del suo abbigliamento colmo di sangue.



La sua instabilità peggiorò col tempo e, un giorno, mentre era di turno per evitare che gli shinigami ostacolassero Madame Red, vide Grell battersi con Sebastian. In quel preciso istante, scoccò la sua terza personalità, innamorata di Sebastian  e della sua perfezione, vedendo Grell, l'uomo che normalmente amava, come un rivale.

Accorgendosi di questa sua instabilità decise di allontanarsi e, capendo che ciò che aveva fatto fino a quel momento era tutto sbagliato, decise trovare lavoro in un dipartimento shinigami lontano da Londra, pronta a diventare uno shinigami in tutto e per tutto, finchè il destino non l'ha condotta nuovamente faccia a faccia con Grell.
Ovviamente, Alissa non è l'unica cambiata negli anni, ma anche qualcun'altro è cambiato. 

Quel qualcuno è Fire.
Non era una semplice ragazza che ha sempre lavorato sodo per raccimolare quei pochi spiccioli per l'affitto di casa, ma era una ragazza nata nel lusso. Padre e madre entrambi ricchi shinigami. Il padre, dopo essersi dimesso come shinigami, aveva deciso di parsi alla politica arrivando ad alti livelli, mentre la madre, anche se continuava ad essere in servizio, lavorava anche come modella ed ha sempre voluto che la figlia fosse appariscente.
A Fire tutto quello andava bene, ma lavorare come shinigami nel dipartimento dove il padre era considerato un grande e la madre venerata per i suoi costumi, le stava stretto. 
"Allora, tesoro, tra poco compirai diciotto anni. Hai già pensato a che regalo vorresti?"Domandò il padre mentre erano a tavola a mangiare. 

La ragazza posò le posate e con volto spento rispose:"Andarmene."
"Che?"Chiese il padre guardandola preoccupata.
"Ho detto che me ne voglio andare."Ribattè la ragazza decisa.
"Tesoro, ma come? Perchè vuoi andartene?"La madre preoccupata si alzò avvicinandosi alla ragazza per poi continuare a chiederle:"E' successo qualcosa?"
"E' successo che voi due siete dei grandi, mentre io sono la pecora nera della famiglia. Ecco cos'è successo! Tutti si aspettano grandi cose da me solo perchè sono figlia vostra. Io non voglio più rimanere in Russia. Voglio andarmene!"Confessò con le lacrime agli occhi. 

La madre le accarezzò il viso per poi guardare il marito che annuì dicendo:"Beh...se è questo che vuoi, l'avrai. Dove hai intenzione di andartene?"
"A-a Londra."Balbettò la ragazza alzando il volto.
"Ti troverai sola e senza soldi, ne sei a conoscenza?"
"Si."Continuò la ragazza. Ci fu un minuto di silenzio imbarazzante che sembrò durare un eternità finchè non fu rotto alla decisione del padre.
"Bene. Farò qualche telefonata al direttore per riferire del tuo trasferimento lì."Avvertì il padre alzandosi da tavola e allontanandosi facendo gioire la figlia. 
Finalmente avrebbe potuto fare tutto quello che le pareva, almeno era quello che credeva. 

Una volta lì si accorse che la vita non era affatto facile. Ratti e scarafaggi ovunque, la puzza di urina era penetrante e la casa che comprò era una misera baracca decadente, ma non si perse d'animo. Entrò nel dipartimento dove fu assegnata a Spears e ciò che aveva in mente la ragazza fu solamente una cosa:"Essere se stessa."







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Angolo autrice.

Ciao ragazzi. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia chiarito un pò di cose su questi personaggi. Fatemi sapere che ne pensate.^^
   
 
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