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Autore: Growl    09/11/2016    2 recensioni
In una classe di venti studenti, le divergenze tra questi portano la preside a fare una scelta rivoluzionaria; dividere gli alunni in quattro Fazioni: La Teocrazia del Sol'Rosa, l'Unione dei Moderati, la Repubblica delle Banane e l'Anarchia della Fattanza. Divisi in gruppi, gli studenti non danno problemi e rimangono tranquilli, e tutti pare andare per il meglio.
Il terzo anno, però, si unisce un nuovo studente al gruppo, Filippo. Con una vita sociale pari a quella di una lucertola nel deserto, una madre estremamente vendicativa e la capacità di tollerare il genere umano ormai persa da tempo, come farà a sopportare i suoi nuovi stravaganti compagni di classe senza contemplare il suicidio? Inoltre, c'è in palio la vincita di una gita in America, e gli studenti sono così ansiosi di "fare esperienze" all'estero da ricorrere ad atti estremi... Non stupitevi se la storia finirà con una tragedia.
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Mi raccomando, ci tengo tanto alla storia, quindi se vi capitasse di leggerla, magari lasciateci anche una piccola recensione? ;P
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEGLI SCORSI CAPITOLI DI "VITA DI FAZIONI IN UNA CLASSE DISASTRATA"...
Dopo aver incontrato la sua nuova, stramba e divisa classe, Filippo entra a far parte della Teocrazia del Sol'Rosa, e viene incaricato di scoprire di più sull'Anarchia della Fattanza. Una serie di vicende alquanto strane si susseguonono, ma alla fine Filippo è tratto in salvo. Successivamente torna a scuola, ed Elisa decide di mostrargli la Sgabuchiesa, dove incontra una misteriosa figura incappucciata che sembra stare per uccidere Gabriele, capo della Fazione. Spaventata, la figura scappa lasciando Gabriele svenuto, mentre Filippo, dato che per entrare nell'Unione, la fazione più stabile, necessita di un talento, tenta di investigare, con l'aiuto di Elisa, Teresa, Angela e Federica, e dopo aver analizzato la scena dove stava per avvenire il crimine, si dirige verso la classe, per interrogare i suoi compagni...


 
Vita di Fazioni 
in una classe disastrata




Esperimento sociale: Domande strane alla gente

 
Mi muovo dalla Sgabuchiesa fino alla classe insieme ad Elisa, mentre Federica ed Teresa rimangono lì per controllare che nessuno si introduca nel “luogo sacro.” Io continuo comunque a sospettare di Teresa e trovo pericoloso lasciarla sola con Federica, ma non unicamente perché penso possa ucciderla, ma perché se riuscisse a  capire che il gioco del silenzio era solo un modo per non farla urlare avrebbe distrutto ogni cosa sul suo cammino, come un bulldozer.
Mi accorgo che ho appena fatto una similitudine. Meglio non provarci più. Non voglio diventare come lei e creare delle analogie che per essere capite necessitano l’aiuto di esperti (psicologhi).
Quando arrivo in classe la situazione è quasi ai livelli dell’ora di religione. Il professore Scossi sta cercando di spiegare che cos’è il momento angolare, e i componenti della Repubblica stanno muovendo i fianchi per simulare un movimento, ma in realtà cercano di prenderlo in giro. Per Scossi è comunque un gran risultato, spesso nemmeno gli prestano attenzione. L’Anarchia ha la testa chinata sul banco, nascosta dalle braccia, e l’Unione sta discutendo con Martino, il quale però sembra un multitasker esperto ed è sicuramente l’unico che sta prendendo appunti sulla lezione.
«Scusate..?» provo a dire, ma c’è troppo chiasso e nessuno mi risponde. Anche il professore continua imperterrito a scrivere formule sulla lavagna senza spiegarle a nessuno, come se stesse ripassando lui stesso, invece che insegnare agli alunni.
Mi viene da chiedermi se era così da sempre, o questa classe l’ha cambiato. Spero che sia la prima opzione, non vorrei impazzire per colpa di venti studenti con manie di protagonismo.
«SCUSATE?»
Niente di nuovo. In entrambi i sensi.
«Filippo, ecco, prendi. Questo ti aiuterà.»
Elisa mi passa in mano un megafono.
«Come..? Perché?»
«E’ il megafono d’emergenza. Lo teniamo nella Sgabuchiesa noi della Teocrazia. Lo usiamo quando il Dio non sembra rispondere, per aumentare la potenza delle nostre preghiere. Però puoi usarlo anche adesso, il Dio sic-
Non saprò mai cosa voleva dire Elisa, perché inizio immediatamente a parlare.
«SCUSATE!» grido. E funziona. Tutti si girano verso di me.
«Grazie per l’attenzione. Come forse saprete, ma ne dubito, quindi, fatemi correggere, come non saprete, Gabriele è stato attaccato poco fa da una misteriosa figura incappucciata. So che sembra esageratamente cliché e una cosa da niente per voi alunni della 3°H, ma è importante che rispondiate alle mie domande, perché devo trovare il colpevole e assicurarlo alla giustizia… così almeno uno di voi avrà quello che si merita.»
Il professore blatera qualcosa come “non potete fare ciò e la mia lezione? bla bla bla è importante bla bla quattro assicurato bla bla bla” ma alla fine se ne va da solo preso dalla rabbia.
Elisa ed io interroghiamo i nostri compagni. Io parto con la Repubblica, lei con l’Unione. Dovremmo iniziare con l’Anarchia, ma non è in condizione tale da comprendere le nostre domande.
«Dov’eravate quando è suonata la campanella?» chiedo ai quattro (Marco è assente oggi), raggruppati insieme.
«Oh, non so se vuoi veramente saperlo!» dice Alberto sottovoce facendomi un occhiolino.
«Purtroppo devo farlo. Però cercate di tenere nascosti i dettagli non necessari.»
«Io stavo scrivendo una mia FanFiction!» esclama Claudia.
«Che genere di FanFiction?» le chiedo.
«Un bellissimo one-shot yaoi! Vuoi leggerla? L’ho postata su Wattpad!»
«No grazie.»
«Ehi, io voglio saperne di più! Che pairing è?» chiede Alberto.
«AchillexPatroclo, alias Patrochilles, rimango sul classico.»
«Avevo detto non inoltriamoci nei dettagli.»
«Oh, ma i dettagli non sono ancora arri-
«Qualcuno può confermare la sua storia?» la interrompo.
«Sì.» dice Paola. «Stava nell’angolo mentre cercavo di riportarla alla realtà. Continuava a fangirlare su alcune crack pairing!»
«Ehi, sono libera di fangirlare su chi voglio, ringraziatemi che non divulgo le fanfiction con protagonista questa classe!»
«Chi c’era in classe prima che arrivasse il professore?» chiedo a Paola, ignorando le ultime parole della ragazza.
«Beh, c’erano tutti. Più o meno. Scossi è arrivato in ritardo, insieme all’Unione, Pietro, Cosimo, Roberta, Angela e Teresa.»
«L’ordine di arrivo?»
«Ti pare che me lo ricordo? Ero troppo occupata con Claudia!»
Interessante. Quindi tra quelli che ha elencato deve assolutamente esserci la figura misteriosa. Sempre che non stia mentendo, ovviamente. Speriamo di no.
«Invece, per voi altri due, Alberto e Carolina? Cosa mi dite voi, cosa stavate facendo?»
«Io ero in classe a mangiare banane.» fa la seconda. «Chiedi a chiunque. Mi avranno sentito.»
«Confermo!» esclama esasperato Alessandro dall’altra parte della classe. «Ma sono disposto a perdonarti se mi fai conoscere qualche bella ragazza!»
«Preferisco che tu mi odi per sempre.» risponde lei.
«Quindi Alberto, rimani solo tu. Dimmi, cosa stavi facendo.»
«Filippo, sai che ci tengo molto a te, ed è per questo che non posso dirtelo. Saresti sconvolto.»
«Non preoccuparti. Non rimarrò sconvolto dalle tue abitudini quotidiane. Anche se riguardano me.»
«Tsk, non sei al centro del mondo. Però mi piacerebbe se tu fossi al centro tra m-
«Lasciastareoknonfanulla. La giustizia può aspettare per adesso.»
«Sapevo di poter contare su di te! Se però vuoi sapere di più sulla mia vita ti aspetto a casa mia alle cinque! Quando i miei non ci sono…»
«Spero che tu me l’abbia chiesto perché vuoi prendere un thè con me.»
«Oh, non solo quello.»
«Comunque, l’unico alibi che posso confermare è quello di Carolina...» spiego, avendo ascoltato la testimonianza di Alex.  «Ovviamente voialtri potreste coprirvi a vicenda.»
Claudia e Paola mi guardano diffidenti.
Mi sposto verso l’Unione, basta con la Repubblica, preferirei una dittatura.
«Filippo.» mi dice Elisa. «Hai qualche informazione dalle Banane?»
«Fin troppe. Ma nulla di relativo al caso.»
«Tipica Repubblica.» sospira Alessandro, alzandosi in piedi. «Vorrei aiutarvi a lavorare sul mistero del tentato assassinio del capo della Fazione religiosa della classe. Ehi, Giulio, non sembra un bel titolo per un libro?»
«A malapena riesco a scriverlo su una copertina.»          
«Non credo sia una buona idea, Alex.» gli spiego. «Anzi, tu sei uno dei sospettati.»
«Che? Non farei mai del male a qualcuno!.. Cioè, forse, se stesse minacciando una delle ragazze che mi piacciono!... Ma Gabriele è sempre ossessionato da quel Sol’Rosa! Non mi pone nessun problema!»
«Potresti aver usato le tue capacità di hacker per aprire la porta della Sgabuchiesa…»
Elisa si avvicina a me e mi sussurra nell’orecchio che la Sgabuchiesa può essere aperta solo con le chiavi giuste e non ha una chiusura elettronica.
«O forse no. Lascia stare.»
«Dai, per favore! Essere un detective è sempre stato il mio sogno! E guardo ogni settimana Don Matteo con mio nonno! Potete chiamarmi Don Alessandro!»
«Voglio essere io Don Matteo!» esclama, indovinate un po’, Matteo.
«Sei troppo pigro per completare un disegno, non credo proprio che riuscirai a terminare un’investigazione.» osserva Martino.
«Fate pure voi. Ma io lavorerò nell’ombra, e proprio come Don Matteo, alla fine capirò tutto e vi insegnerò una lezione di vita!»
Mi viene in mente qualcosa. Subito dopo che io ed Alex ci siamo separati lui e gli altri quattro si sono allontanati dalla classe. Per quale motivo? Chiedo.
«Dovevamo controllare il logo per il nostro spettacolo nell’aula informatica.» fa Martino.
«E c’è qualcuno che può confermarlo?»
«Beh, tutti noi?» osserva Alessandro. «Siamo stati insieme per tutto il tempo.»
«Paola mi ha detto che siete arrivati in ritardo, insieme a Pietro, Cosimo, Angela, Roberta e Teresa. E’ vero?»
«Sì, c’era Roberta con noi. Ha detto che doveva immediatamente ritornare in classe. Tutti gli altri erano già dentro.»
«…comunque non possiamo essere sicuri che voi foste nell’aula informatica. Ovviamente darete la stessa versione, ci serve qualcuno di un’altra Fazione che lo confermi.» fa Elisa.
«Eh, Roberta può farsi… farlo! Scusate, sono così abituato ai costumi dell’Anarchia…» dice Alessandro. «Sembra essersi ripresa.»
Guardo alla mia sinistra e vedo che l’Anarchia riesce a tenersi in piedi. Forse riuscirò a fare qualche domanda. Ci spostiamo, ma anche Alessandro ci segue. Se ci tiene così tanto io non lo fermerò, anzi, verificherà che le mie abilità di detective sono inarrivabili e convincerà Martino ad accettarmi nell’Unione.
Sorprendentemente, una volta arrivati lì, Cosimo è disposto subito a parlarci.
«Filippo…» fa sottovoce. «Ti volevo informare che Alberto…»
Suspence.
«Sì...?» gli chiedo curioso. «E’ stato lui? Hai delle conferme?»
«No, no… ma mi stava pedinando oggi. Ero uscito dalla classe…»
«Mi stai dicendo che anche lui è uscito?»
«Beh, sì, ma mi stava pedinando! Non so se dovrei avere paura o essere onorato…»
«Perché dovresti essere onorato? Paura. Paura è la risposta giusta. Din din din, l’accendiamo.»
«Ma… io…»
«Hai altre informazioni? Sai chi è uscito?»
«Beh… dopo di me ho visto entrare Alberto e Angela… e poi l’Unione e Roberta, ma gli altri erano già tutti in classe… per favore, non dirlo a nessuno… non vorrei… insomma… capisci.»
In realtà no, non capivo, ma capivo abbastanza.
Era difficile, ma riuscivo a capire che stavo rimettendo insieme i pezzi del puzzle, ma uno di quei puzzle estremamente difficili da 150 pezzi, in cui almeno venti sono identici tra di loro fatta eccezione per un piccolo disegnino… papà me li comprava sempre così non gli davo fastidio… io però ero un bambino intelligente, e capivo bene il suo piano. Per questo lasciavo sempre i pezzi in disordine, e lui era costretto a rimetterli a posto.
Che bei tempi quando nessuno t’incolpava di nulla.
A parte mia madre. Lei l'ha sempre fatto.
   
 
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