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Autore: Fonissa    10/11/2016    0 recensioni
{Questa Fanfiction partecipa all'iniziativa "Artist Meet Artist" a cura di Fanwriter.it}
[OttavianoxRachel] [AU|Highschool] [Accenni: Percabeth, Jasper, Frazel, Solangelo, Tratie, ClarissexChris, Charlena, Thaluke, Caleo]
Tutta la scuola sa che ci sono due gruppi che si disprezzano. Il primo è formato dai classici amici che amano ridere e scherzare, il secondo da quelli che per un motivo o per un altro non sono simpatici agli altri.
Nel primo c'è Rachel, nel secondo c'è Ottaviano.
Ma per uno strano scherzo del destino, si ritroveranno a dover passare del tempo insieme.
Dal testo:
Il professore iniziò ad annunciare le coppie che avrebbero collaborato.
“Ottaviano e Rachel” disse all’improvviso.
Il ragazzo per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Poteva andargli bene chiunque, ma non proprio una di loro.
Del canto suo, di certo Rachel non stava gioendo. Tra tutti i ragazzi di quel gruppo, lui era quello che sopportava di meno.
Non sapevano che quello era solo l’inizio.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Octavian, Quasi tutti, Rachel Elizabeth Dare
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rachel trascinò in casa Ottaviano verso il bagno, lanciandogli un asciugamano e obbligandolo a asciugarsi mentre lei faceva lo stesso.
"Cosa penserebbe tuo padre se ci trovasse da soli in bagno?" disse il biondo ridendo.
"Darebbe in escandescenze e mi butterebbe fuori di casa -rispose la riccia con indifferenza- meno male che è in viaggio per tre giorni..." aggiunse con voce strascicata. Ottaviano sgranò gli occhi arrossendo leggermente.
"Ma le cameriere..."
"Oh, non direbbero nulla."
Senza aggiungere niente e nonostante fossero ancora entrambi bagnati, Ottaviano prese in braccio Rachel facendole passare una mano sotto le ginocchia e uno intorno alle spalle. Si ricordava dov'era la camera della ragazza e ci andò a passo spedito. Arrivati, poggiò Rachel sul letto e chiuse a chiave la porta. Un attimo dopo la rossa era stesa sul letto poggiata sui gomiti e Ottaviano era sopra di lei, attento a non schiacciarla mantenendosi con le mani. All'inizio fu solo un lieve tocco di labbra che andò a trasformarsi in qualcosa di molto più profondo. Pochi secondi ed entrambi si ritrovarono senza maglia.
"Facciamo finta che questa sia la nostra prima volta." sussurrò Ottaviano. Rachel annuì, i suoi occhi verdi incatenati in quelli azzurri dell'altro.

Erano ancora nudi nel letto, Rachel con la testa poggiato sul petto di Ottaviano.
"Ottaviano... posso chiederti una cosa?"
"Certo."
"Quando... Quando ti sei innamorato di me?"
Ottaviano distolse lo sguardo, puntandolo su un punto indefinito sul soffitto. Poi per qualche secondo chiuse gli occhi, sospirando e sorridendo. Alla fine, ritornò a guardare Rachel.
"Quando sono stato a dormire da te la prima volta."
"Cosa?! Credevo che a quei tempi mi odiassi ancora."
Ottaviano ridacchiò. A quei tempi. Ne parlavano come se fossero stati anni prima, come se quei giorni fossero lontani. E in effetti, nella loro mente quelli erano ricordi lontani che ormai facevano parte di un altro mondo.
"Beh, lo credevo anche io. Ti vidi dipingere, sai? Tu non te ne accorgesti. Eri così bella, con i capelli legati, la matita dietro l'orecchio e la salopette macchiata di vernice. E quel quadro che stavi facendo... Era un paesaggio, me lo ricordo. I colori erano così vivi che sembrava una foto. In quel momento mi innamorai, ma non sapevo di avere questi sentimenti, o più probabilmente li rifiutavo."
Rachel lo strinse forte, singhiozzando contro la sua spalla.
"Ottaviano... Io... posso confessarti che non ti ritenevo capace di certe parole? -rise un pò, senza allontanarsi da lui- ti dispiace se ti dico che penso di essermi innamorata di te da quella sera alla cena?" questa volta si staccò un pochino, per guardarlo negli occhi.
"Nah, non credo. Anche perchè è stata quella cena a farmi capire di amarti."
Si scambiarono un bacio, ma prima che potessero di nuovo andare oltre, Rachel si alzò avvolgendosi un lenzuolo intorno, poi andò verso i pantaloni di Ottaviano che erano stati lanciati a terra un'ora prima. Prese il cellulare e digitò qualcosa, poi si rimise sul letto dando il telefono al ragazzo che lo guardò curioso.
"Perchè hai scritto a mia madre che dormo da un mio amico stanotte?"
"Beh, non dormirai da un amico, ma sicuramente starai fuori."
"Non vuoi proprio lasciarmi andare vero?"
"Beh, tu hai detto che non mi lasci mai più."
"Allora prima o poi dovremmo andare a vivere insieme!"
"Ovviamente. Ma in qualcosa di piccolo, sono stanca di tutto questo lusso."
"Certo: una piccola villa con un piccolo giardino e una piccola limousine."
Rachel prese il cuscino e glielo lanciò in faccia.
"Sei un cretino." disse ridendo.
"Oh, ti amo quando mi fai questi complimenti."

Il giorno dopo la sveglia fece aprire gli occhi ad entrambi. Appena sveglio, Ottaviano constatò di avere il braccio intorpidito per aver stretto a sè Rachel per tutta la notta, ma preferì non dirlo. Si alzò per prima la ragazza, prendendo qualche vestito e andando verso il proprio bagno. Ottaviano si alzò subito dopo e la strinse da dietro.
"Che ne dici se risparmiamo acqua e tempo e ci facciamo la doccia insieme?"
"Non sono molto sicura che risparmieremmo tempo, e non vorrei arrivare tardi a scuola." esclamò con un sorrisetto per poi chiudersi la porta alle spalle, lasciando fuori il suo ragazzo.
Entrambi si incamminarono a piedi a scuola, ma Rachel arrivò cinque minuti prima per non attirare nessun sospetto. Quella era la prima volta che entrava a scuola come fidanzata di Ottaviano, anche se lo sapevano solo loro due. La prima volta che salutava i suoi amici con il peso del segreto che stava mantenendo. La prima volta dal pomeriggio prima che doveva ignorare Ottaviano. Ma la loro paura di essere scoperti non gli impedì di mandarsi bigliettini durante le lezioni.
"Oggi ti vedo molto meglio... È successo qualcosa di bello?" chiese Hazel a Rachel, quel giorno alla mensa.
"No, niente... È solo che non stavo molto bene, un pò di febbre, e ora sto meglio."
Tenne gli occhi bassi sul suo pranzo mentre mentiva spudoratamente ai suoi amici. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, ma sapeva di non poter dire niente. Non ancora almeno.
"Secondo voi, dopo lo scherzo ai gemelli, che ci faranno?" chiese Bianca, anche se non sembrava davvero preoccupata.
"Qualcosa che ci umilii davanti a tutta la scuola." rispose Will con naturalezza. Rachel sospirò. In quei giorni di gioia aveva voluto tenersi lontano da certi discorsi con Ottaviano, ma prima o poi li avrebbe dovuto affrontare. Forse, tra il loro fidanzamento e il fatto che presto Frank sarebbe andato a viver da Clarisse (anche se lui ancora non lo sapeva), i gruppi avrebbero potuto fare una tregua. Di certo non diventare amici, ma almeno non azzannarsi a vicenda.

"Allora, ci sono idee?" esclamavano nel frattempo Travis e Connor all'altro tavolo, guardando i loro amici uno a uno.
"Delle loro foto imbarazzanti appese in giro per la scuola?" chiese Drew limandosi le unghie.
"L'abbiamo fatto due anni fa." le ricordò Katie alzando gli occhi al cielo.
"Riprenderli mentre sono ubriachi e mostrare il video all'assemblea di istituto?" propose Zoe con aria pensierosa.
"Ma come, non ricordi? L'abbiamo fatto l'anno scorso..." disse Calypso.
"Già, e loro ripagarono con la stessa moneta. Luridi vermi senza inventiva..." aggiunse Clarisse. Ottaviano si agitò sulla sua sedia. Sperò che nessuno se ne fosse accorto e che, soprattutto, a nessuno di loro venisse qualche geniale idea proprio in quel momento. Aveva bisogno di parlarne con Rachel. Il loro rapporto si era evoluto, anche di molto, e non potevano semplicemente ignorare l'odio tra i loro amici.  Appena suonata la campanella che segnava la fine del pranzo, Ottaviano estrasse il suo cellulare.
Da: Ottaviano
A: Rachel
Vieni nello sgabuzzino, ho bisogno di parlarti.

Da: Rachel
A: Ottaviano
Devo preoccuparmi?

Da: Ottaviano
A: Rachel
No, per niente. Ti amo.

Da:Rachel
A: Ottaviano
Va bene... Ti amo anche io.

Rachel non aveva bisogno di chiedere quale sgabuzzino, lo aveva capito. Era lo stesso in cui si erano chiusi il giorno dello scherzo a Travis e Connor. E infatti due minuti dopo si ritrovava schiacciata contro Ottaviano in uno spazio di due metri quadrati.
"Che devi dirmi?"
"Penso che questa faccenda degli scherzi stia sfuggendo di mano a entrambi i gruppi."
Rachel sospirò, passando si una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Non è che sta sfuggendo di mano, è come gli altri anni. Ma questa volta riusciamo a vederla in maniera diversa, mentre loro sono fossilizzati sulle loro idee."
"Beh, si, suppongo sia così. Che dobbiamo fare?"
"Forse provare a far nascere una tregua?"
Ottaviano la guardò come se fosse impazzita.
"Stai dicendo sul serio?"
"Perchè,  non ti piacerebbe non essere più in mezzo a questa stupida guerra?"
"Certo amore, certo che mi piacerebbe, ma è troppo presto. Non posso semplicemente sbucare all'improvviso dicendo 'ragazzi, secondo me sarebbe meglio smetterla di pensare a queste cazzate e andare a prendere tutti insieme un thè'"
Rachel rise di gusto a sentire il tono stupido con il quale Ottaviano pronunciò quella frase.
"Troveremo un modo, per ora cerchiamo di posticipare ogni idea il più possibile."
"Penso sarà facile, siamo un pò a corto in questo periodo."
"Sai che ora dovremmo andare in classe?"
Ottaviano sospirò alzando gli occhi al cielo.
"Ti odio quando fai la precisa."
"Io ti odio spesso."
"Forse 'ti odio' sarà il nostro 'sempre'."
"Stai citando Colpa delle stelle?! Seriamente?"
"Ci sono molte cose che ancora non sai di me, Rachel Elisabeth Dare."
"Uhh, misterioso."
Si scambiarono un leggere bacio, prima di uscire diretti verso la loro classe, dove per due ore avrebbero potuto solo lanciarsi bigliettini.

  
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