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Autore: smile_tears    10/11/2016    0 recensioni
«Ehi, Micela»
Quella voce. Quella era la sua voce. Si voltò di scatto e lo vide, bello come sempre. Sembrava ancora più alto rispetto all’ultima volta che l’aveva visto; indossava la felpa azzurra che lei tanto amava e i capelli erano un po’ più lunghi del solito. Aveva un enorme sorriso stampato in faccia, che rendeva visibili le rughette d’espressione accanto ai suoi bellissimi occhi nocciola anche attraverso la montatura degli occhiali.
Si avvicinò lentamente e gli tirò un leggero pugno sul braccio. «Quante volte devo dirti di non chiamarmi Micela?»
Quello sorrise ancora di più. «Scusa, Micela» disse, marcando volontariamente il nomignolo.
Micaela sorrise e gli si avvicinò ancora di più, gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo stretto.
«Mi sei mancata» sussurrò lui.
Lei arrossì e serrò gli occhi, cercando di contenere le lacrime. «Anche tu Nicholas. Anche tu mi sei mancato»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cinque mesi. Erano passati “solo” cinque mesi e lei non ce la faceva già più. L’aveva visto l’ultima volta a giugno, il giorno dell’esame di stato di lui, poi era sparito nel nulla.
Erano cinque mesi che Micaela poteva solo immaginare quel ragazzo alto e robusto; poteva solo immaginare quei suoi bellissimi occhi color nocciola e i suoi soffici capelli rossicci.
Erano cinque mesi che Micaela non vedeva Nicholas.
Le mancava tantissimo, non riusciva a sopportare la sua assenza. Le mancava vederlo ogni mattina; le mancava trovare ogni scusa per potergli parlare. Le mancavano i suoi sorrisi, le mancavano le sue prese in giro. Le mancava tutto.
Da quel lontano giugno aveva avuto un solo cenno di vita da Nicholas: un messaggio il giorno del suo compleanno.
 
Era seduta sul suo letto con Jasmine, la sua migliore amica, in attesa di prepararsi per il suo diciottesimo compleanno.
Mentre stavano parlando tranquillamente il suo cellulare vibrò e quando lesse il mittente il suo cuore iniziò a battere fortissimo e le sue guance si tinsero di un rosso acceso. Jasmine, vedendo che la sua amica aveva smesso di parlare, si avvicinò e sbirciò sul display del cellulare. Quando lesse che il mittente era Nicholas lanciò un urlo lancinante. «Oddio! L’arancia ti ha scritto un messaggio!»
Sentendo quel nomignolo Micaela sorrise. Arancia era il soprannome che la sua migliore amica aveva affibbiato a Nicholas, per parlarne liberamente senza che nessuno sospettasse qualcosa. Perché proprio arancia? Per il colore dei suoi capelli, tendente quasi all’arancione.
Micaela annuì alle parole dell’amica e, dopo venti minuti per decidere cosa rispondere, se ne uscì con un semplice “grazie”, accompagnato da una faccina con un bacio.
Da quel momento in poi sorrise per tutta la sera, felice che lui si fosse ricordato del suo compleanno.
 
Mentre era persa nei suoi pensieri la voce della sua migliore amica la fece tornare alla realtà. «Ehi, Micaela. Stai ancora pensando alle arance?»
La ragazza sospirò e annuì leggermente con la testa.
Jasmine sorrise triste, le dispiaceva che l’amica stesse così. «Sai vero che tra pochi giorni andremo in gita a Napoli? E che lì c’è la sua università?»
Micaela sospirò. Si che lo sapeva, come dimenticarlo. «Lo so, non mi ci far pensare. Sapere di averlo così vicino e non poterlo vedere mi intristisce ancora di più»
«Ma tu devi vederlo. È diversa la questione»
Micaela guardò l’amica inarcando un sopracciglio. «Non ho intenzione di dirgli nulla, come dovrebbe fare a sapere che siamo lì?»
Jasmine guardò l’amica sorridendo perfida. «Oh, tesoro mio, tu glielo dirai eccome. Gli manderai un messaggio e vi metterete d’accordo per vedervi durante il nostro tempo libero»
«No, no e no- sbottò Micaela- Non voglio elemosinare la sua presenza»
«Invece glielo dirai»
«Invece no»
Continuarono così per ore, ma alla fine non giunsero a nessuna soluzione.
 
Micaela era seduta su un muretto nel bel mezzo di Napoli. Non sapeva come avesse fatto, ma alla fine Jasmine l’aveva convinta a contattare Nicholas. Gli aveva mandato un messaggio qualche giorno prima, dicendogli della loro visita nella città. Era imbarazzatissima, ma aveva trovato il coraggio di chiedergli se potessero incontrarsi. Quando quello rispose con un “Certo, più che volentieri”, le sue guance divennero completamente rosse e iniziò a gioire come non mai.
«Ehi, Micela»
Quella voce. Quella era la sua voce.  Si voltò di scatto e lo vide, bello come sempre. Sembrava ancora più alto rispetto all’ultima volta che l’aveva visto; indossava la felpa azzurra che lei tanto amava e i capelli erano un po’ più lunghi del solito. Aveva un enorme sorriso stampato in faccia, che rendeva visibili le rughette d’espressione accanto ai suoi bellissimi occhi nocciola anche attraverso la montatura degli occhiali.
Si avvicinò lentamente e gli tirò un leggero pugno sul braccio. «Quante volte devo dirti di non chiamarmi Micela?»
Quello sorrise ancora di più. «Scusa, Micela» disse, marcando volontariamente il nomignolo.
Micaela sorrise e gli si avvicinò ancora di più, gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo stretto.
«Mi sei mancata» sussurrò lui.
Lei arrossì e serrò gli occhi, cercando di contenere le lacrime. «Anche tu Nicholas. Anche tu mi sei mancato»
 
Stavano passeggiando per Napoli già da un po’. Nicholas stava parlando di quanto gli piacesse la facoltà di ingegneria aerospaziale, mentre lei lo ascoltava con piacere.
Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, non riusciva ancora a credere di averlo accanto a lei dopo tutto quel tempo.
Non riusciva a smettere di pensare che in quel momento avrebbe solo voluto zittirlo, baciarlo e dirgli che lo amava. Ma non poteva, non poteva rischiare di perderlo. Poi, però, ebbe un’illuminazione.
Sorrise leggermente e allungando il passo sorpassò Nicholas, per poi voltarsi e fronteggiarlo, le gote rosse come due mele mature. «Sai, io amo le arance»
Nicholas la guardò stranito, non capendo il motivo di questa affermazione. «Cosa c’entra adesso?»
Micaela sorrise ancora di più, consapevole di essere l’unica a comprendere il significato di quelle parole. «Niente. Tu ricorda solo che amo le arance»
Nicholas annuì piano, poi quando la ragazza si fu girata sorrise, per poi sussurrare debolmente: «Ti amo anch’io»
Anche le arance amavano Micaela, ma quello non era il momento giusto per farglielo sapere.
 
 
 
Hola!
Buonasera (notte) a tutti. Dopo secoli sono tornata di nuovo a darvi fastidio. Questa storia è nata per essere una flashific per sfogarmi, ma poi una cosa tira un’altra ed è diventata una one shot.
Non so cosa dirvi in realtà, se non che spero che questa cosetta vi piaccia, anche se non è niente di che.
Vi avviso che non ho riletto, quindi se ci fossero errori vi prego di avvisarmi.
A presto,
Miky. 
  
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