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Autore: Coso96    11/11/2016    3 recensioni
Molto tempo fa, gli universi erano invasi da ogni genere di creatura: succubi, grifoni e chi più ne ha più ne metta. Ma data l'incapacità di difendersi da esse, i mortali pregarono di essere salvati,così da poter vivere in pace.
Un essere senza nome li ascoltò, un essere che fu capace di creare un universo dove bandire tutti mostri. Noi lo chiamiamo "il primo Guardiano"
Si dice che abbia sacrificato la sua vita per sigillare il mostro più feroce , un mostro così feroce che avrebbe potuto disintegrare tutto e tutti con un solo gesto, ma questa è un'altra storia.
Ora, i Guardiani nascono e crescono in quell'universo, combattendo creature di ogni sorta e ignorando l'esistenza della maggior parte dei mondi.
Adesso, per colpa di un Guardiano un po' impulsivo, l'equilibrio è spezzato.
Spetterà a lui riportare l'ordine in uno strano mondo di animali parlanti.
Tra strambe conversazioni e personaggi eccentrici, il nostro eroe dovrà fare il suo dovere di guardiano: proteggere i più deboli dai mostri... E chissà, magari imparerà un paio di cose.
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Luogo: sconosciuto. Ora: sconosciuta."

Una donna dai capelli argentati si guardava intorno diffidente nel cilindro bianco in cui era imprigionata, strani congegni a forma di tubo che pulsavano di energia bianca attaccati su quest'ultimo  sembravano limitare i suoi poteri, quasi privarne. Non era lì per caso, e i suoi poteri non erano ancora limitati abbastanza da non farle  sentire  le creature presenti in quell'enigmatica struttura. Erano molte, alcune sembravano talmente potenti che sembrava potessero dare difficoltà persino a lei, una delle più potenti guardiane mai esistite. 
La donna digrignò i denti e si mise a pensare. Non doveva essere lì, non poteva! Non che fosse preoccupata per la sua vita o di essere torturata, ma preoccupata per lui, il suo discepolo... Il ragazzo che le salvò, anzi... Cambiò la vita" Idiota..." Sussurrò stizzita , ricordando il giorno in cui lo trovò e osservando un punto imprecisato della stanza buia,  mentre una figura la osservava lesta attraverso una telecamera.

"20 anni prima"

Una giovane ragazza dai capelli argentati camminava placida su una coltre di neve  mentre la tempesta investiva impetuosa la sua candida pelle. Indossava una semplice veste bianca che arrivava alle ginocchia, i piedi scalzi non sentivano minimamente il gelo e suoi occhi erano fissi verso una montagna che emanava così tanto potere da far tremare il suolo. Sorrise. Il suo corpo cominciò a emanare polvere bianca, invisibile a occhio nudo solo grazie alla bufera di neve, e In pochi istanti formò una lama ricurva delle dimensioni di una normale sciabola. Un altro sorriso.
La ragazza osservò attentamente l'enorme montagna davanti a sè, poi, quando notò che aveva smesso di tremare, la sua spada cominciò a emanare un bagliore bianco, poi crebbe, crebbe fino a diventare delle dimensioni della montagna stessa, e quindi, in un singolo fendente orizzontale la tagliò in 2,  creando un buco che la fece sembrare quasi un vulcano e facendo dissolvere la parte superiore della montagna, che stava cadendo, in polvere.
"So benissimo che sei lì, fatti vedere! Ti devo parlare." Fece la ragazza,  sentendo uno strano verso addolorato proveniente dall'interno del pallido monte. Il verso addolorato si trasformò pian piano in una voce, poi in parole.
"So benissimo chi sei, so benissimo cosa vuoi..." Sussurrò una voce maschile molto profonda, impetuosa  e sofferente, accentuata dall'acustica della montagna. La ragazza fece un verso stizzito.
"Dimmi, quanti ne hai uccisi? 200? 1000? 3000? Perché fai la vittima?" Chiese con una punta di disgusto. La voce all'interno della montagna ricominciò a parlare, stavolta si sentiva meno sofferenza nelle sue parole, più... odio
"Non sono affari tuoi, Guardiana."
L'essere sospirò, facendo fuoriuscire del magma che fece sciogliere parte della neve che copriva la montagna.
"  Mi hai liberato solo per eliminarmi, Guardiana? La morte non è un destino molto piacevole. Sparisci." 
La giovane cominciò a ridere istericamente, il sorriso psicotico sul suo volto non sembrava da persona malvagia, più una persona che aveva perso... la speranza.
"Pensi davvero che me ne andrò? Ho fatto un lungo cammino per arrivare fin qui e completare il lavoro di mio padre... Che hai ucciso." L'ultima cosa detta le fece provare un po' di malinconia e nostalgia, poi ritornò a sorridere malevola.
Un verso irato echeggiò nella zona nevosa, il verso della creatura.
"Tu sei la figlia di Orbis, ragazzina?" Chiese iracondo l'essere cominciando a far uscire il suo braccio titanico rivestito da venature magmatiche dal buco creato dalla ragazza. Una volta uscito del tutto, la ragazza poté osservare l'enorme essere che si stagliava di fronte a sè:
un enorme demone, gli occhi che trasudavano magma lo facevano sembrare in lacrime, i denti erano sostituiti da fiamme bianche, le ali erano fatte di fiamme rosso sangue e le corna sul cranio, 2,  emanavano sbuffi di fiamme a ogni suo respiro, mentre  il corpo, munito di scaglie nere e simile a un corpo umanoide, era coperto da venature che pulsavano di magma incandescente. L'essere ruggì e sciolse tutta la neve che copriva quell'enorme pianura con un impeto di calore, mostrando una terra nera, bruciata da una battaglia passata e con radici di anziani alberi bruciati ormai morti, con la tormenta di neve che aveva già ripreso a seppellire queste ultime.
L'essere sospirò nuovamente e osservò quel desolato posto su cui adesso c'era solo la minuta figura della guardiana.
"Qui è dove tuo padre mi ha sconfitto, dove mi ha umiliato." Un sorriso giulivo si manifestò sul suo viso.
"Dove è morto per imprigionarmi, e tu, ingenua guardiana, hai reso vano il suo sacrificio liberandomi. La vostra stupidità non finirà mai di stupirmi, ma credo che la vendetta sia una cosa naturale; infatti... adesso ti ucciderò."Fece con falsa calma.
La ragazza cominciò a ridere nuovamente, stavolta in modo molto più rumoroso.
"AHAHAHAH! Vendetta? Credo che tu abbia preso un granchio." La ragazza fece sparire la spada e cominciò a scricchiolarsi le ossa del collo in modo presuntuoso.
"Mio padre era un patetico e debole guardiano, non sarebbe mai riuscito a eliminarti, neanche sacrificandosi, ma io non sono qui per vendicarlo... Sono qui per fare il mio lavoro." Detto ciò, cominciò ad assimilare tutta la  polvere di quella pianura, che era per lo più cenere, per poi creare un'enorme sfera di polvere eterea nera mista al bianco sul suo cranio, poi... prese parola." Non posso lasciare una creatura pericolosa come te sigillata in un luogo  dove potrebbe liberarsi da un momento all'altro e distruggere chissà quanti pianeti. Non sono qui per vendicarmi, solo per ucciderti." Gli occhi dorati della ragazza brillarono di luce bianca, creando un bellissimo contrasto di colori, e  l'enorme sfera  cominciò a ridurre in polvere anche quel poco di paesaggio che era rimasto.
L'essere sorrise beffardo e  fece un secondo ruggito che distrusse l'enorme sfera che aveva creato  la donna, sorprendendola.
"Ti stai sopravvalutando, ragazzina. Non hai idea di quello che sono capace di fare. Ho capito come funzionano i tuoi poteri, guardiana, sin da quando hai mosso il primo passo sulla neve, nella mia sofferenza.
La tua polvere non può fare niente se non tocca il bersaglio, quindi gli attacchi a distanza sono una bella palla al piede per te... Ehehehe."
La ragazza spalancò gli occhi. Come diavolo aveva fatto a capirlo? L'essere incrociò le braccia.
"Tuo padre fece lo stesso errore, deve essere una cosa di famiglia. Ma almeno lui è riuscito a imprigionarmi per 10 anni, mentre tu...tu morirai da fallita quale sei."
L'enorme essere fece un passo avanti, distruggendo la parte inferiore della montagna in cui sostava. Poi spiccò il volo, prendendo alla sprovvista la guardiana.
"Non riuscirai a scapp..." La donna si fermò quando vide che l'essere si era fermato a mezz'aria, esattamente sopra il suo capo.
"Scappare? Io non scappo, io uccido e consumo con le mie fiamme."Fece con un sadico sorriso. Le ali della creatura cominciarono a caricarsi di fiamme, diventando così grandi ed emanando un tale calore da fermare la tormenta di neve.
In un singolo battito d'ali, creò un'enorme onda   infuocata e la lanciò contro la guardiana, che rimase paralizzata dall'enorme potere che emanava.
La ragazza venne presa in pieno: riusciva perfettamente a sentire la sua carne carbonizzare, la pelle che lasciava il suo corpo agonizzante, le ossa che sembravano sul punto di diventare cenere, poi... più nulla. Era morta? No, riusciva a muovere ancora qualche dito, anche se di poco. Alzò agonizzante il capo, il viso ustionato dall'attacco del mostro, e vide... un neonato? Qui?
La ragazza cominciò a ridere.
"Ehehehe... mi avevano detto che quando si sta per morire si hanno allucinazioni." La giovane rimise il capo in terra e sospirò tristemente." Sembra che mio padre avesse ragione: non sarò mai forte come lui..." Dei versi strozzati cominciarono a uscire dalla sua bocca, calde lacrime coprirono il viso carbonizzato, poi... cominciò a singhiozzare." Papà... Non volevo dire quelle cose, io... sono veramente patetica, non sono riuscita neanche a fargli un graffio...."Mentre la ragazza perdeva  le sue prime lacrime, il bambino applaudiva felice sotto lo sguardo attonito della creatura, che pensò:" ( Quel bambino... Ha parato il mio attacco?)" Il demone di fuoco smise di farsi domande così stupide: era impossibile che un neonato, seppur guardiano, potesse parare il suo attacco, quindi decise di finire la sua avversaria e poi... Forse si sarebbe divertito a eliminare qualche creatura più debole. Quindi si accinse ad attaccare nuovamente, ma notò che il bambino si era avvicinato al corpo della guardiana, per poi cominciare a scuoterlo. Poi, dopo aver creato una strana sfera rossastra e averla messa all'interno del corpo della ragazza, si girò verso la creatura, la quale cominciò a perdere quota, incuriosita dall'aura così simile a quelli della sua specie che aveva emanato il bambino in quel momento.
"Cosa diavolo sei?" Fece il demone, avvicinandosi minaccioso verso il bambino, il quale rispose con una risata, per poi abbracciare la gamba incandescente del demone senza sentire alcuna ustione o altro.
"Immune al calore, eh? Allora mi limiterò a schiacciarti. Niente di personale, ma meno guardiani ci sono, meglio è." Il demone alzò il piede e si accinse a schiacciare il neonato, ma poi...
"Che diavolo?" Il demone si strofinò gli  occhi e notò che stava perdendo...sangue? Era impossibile: al suo interno aveva solo fuoco e magma, non poteva perdere sangue. Il demone sentì una fitta al petto e vide che stava fuoriuscendo sangue anche da lì, zampillando fuori  e coprendo  il bambino ancora ridente.
"Cosa diavolo?" Le corna del demone cominciarono a sgretolarsi , le ali si spensero e il suo corpo  cominciò ad indurirsi e andare in frantumi. Neanche la sua capacità rigenerativa poteva nulla.
"Ma che...?" Il demone cadde all'indietro  sputando  un ultimo getto di sangue, poi...si spense, divenne cenere e poi... una pozza di sangue,  morto. Il tutto sotto lo sguardo del bambino, che aveva guardato inconsapevole la morte di quell'enorme creatura con un sorriso innocente. Poi, inconsapevole di quello che aveva fatto, si diresse verso il corpo della ragazza e si addormentò sul suo ventre.

La ragazza si svegliò con uno strano peso sullo stomaco e notò un bambino addormentato su di lei.
Notando di riuscire a muoversi, si rese conto che la sua pelle non era più carbonizzata, anzi...era più liscia del solito. 
"Hm... Sono morta?" Il neonato si svegliò a quella domanda e rispose afferrando il naso della ragazza, che sentì un confortevole calore provenire da quella mano.
"È il tuo modo per dirmi no? Ehehehe." Chiese scherzosamente la guardiana, alzandosi lentamente e facendo spostare il bambino dal suo ventre. 
"Sei piuttosto giovane come guardiano, ma credo di doverti la vita." Disse poi, avendo notato i "resti" del mostro che aveva ucciso suo padre, per poi rendersi conto di aver fallito miseramente. Mentire a se stessa era inutile: voleva vendicarlo. Sentì anche uno strano odore nell'aria, ma pensò che fossero i resti del mostro.
 Il bambino sorrise, causando un lieve sorriso anche a lei 
"Dove sono i tuoi genitori, piccoletto?" Chiese la ragazza con rinnovato vigore, pronta a riportarlo a casa: non voleva mostrarsi debole davanti a un neonato ed  era pur sempre una guardiana, non poteva lasciare un guardiano così piccolo da solo. Il bambino indicò lei, facendola impallidire.
"Ho detto i tuoi genitori." Disse nuovamente. Il bambino la indicò nuovamente, mentre la ragazza si chiese se non avesse fatto un figlio mentre era svenuta.
"Ho detto i tuoi!" Urlò spazientita.
Il bambino cominciò a lacrimare dagli occhi, facendola sospirare.
"Almeno ce l'hai un nome?" Il bambino fece no con la testa, facendo capire alla ragazza che non sapeva neanche parlare.
"Beh, almeno mi capisci, è un inizio." La donna prese in braccio il bimbo e disse:" D'accordo, mi prenderò cura di te finché non troverò qualcuno che ti adotti. Questo posto è pieno di guardiani , ci sarà qualcuno a cui posso affidarti." La ragazza lo squadrò un attimo mentre pensava a come chiamarlo."Che ne dici di Francys? Ciao Francys, io mi chiamo Laran." Fece con una smorfia buffa che  fece ridere il bambino. Il bambino  afferrò il naso della ragazza e balbettò:" M-M-Mama." La ragazza lo guardò male." Prima regola: non sono tua madre. Seconda regola: smettila di cercare il latte nel mio seno!" Urlò, spostando il bambino che stava cercando il latte dal  petto, il quale cominciò a piangere. 
"No, sssshhhhh, smettila di piangere, io non ho latte!"  La ragazza sospirò esasperata, si tolse leggermente la veste mezza bruciata e usò il suo seno come ciucciotto provvisorio.
"Bah, speriamo di trovarli subito." Fece affranta,  mettendosi in cammino con il bimbo fra le braccia.
 

La donna sorrise.
"Non li trovammo mai, ma almeno sono riuscita a sposarmi. Chissà dov'è..."Disse la donna, sentendo il cigolio di una porta che si apriva. 
Davanti  a lei si mostrò la sagoma della creatura taurina che aveva mandato Coco allo sbaraglio, i suoi occhi vitrei si vedevano luccicare nell'oscurità della stanza.
"Stai pensando a qualcosa, mia cara?" La roca voce del pelagus infastidì non poco la donna, la quale rispose in maniera...piuttosto garbata a dire il vero.
"Tu, brutto stronzo! Farò di te una bistecca e poi mi ci pulirò il culo!"La donna fece un respiro profondo, calmandosi di colpo.
"Volevo dire... Chi sei?" Chiese con una vena pulsante molto visibile sulla fronte. Il pelagus si schiarì la gola e fece qualche passo avanti.
"Sono colui che ti eliminerà." La sonora risata della guardiana riempì la stanza.
"Si, certo, come no, e io sono una spogliarellista." Fece sarcastica. Il pelagus sorrise beffardo, poggiando la mano sul cilindro in cui era imprigionata la donna." Credo che tu non sappia il motivo per cui sei qui dentro, quindi ti spiegherò." Fece continuando a sorridere, un sorriso che cominciava a dare sui nervi alla donna.
"Io sono come te, un guardiano come te, e sai la cosa divertente? Ho eliminato un sacco di tuoi fratelli con questo congegno, un congegno capace di assorbire l'essenza di un guardiano e trasferirla a qualcun altro. Gli effetti collaterali sono multipli per il ricevente, ma per il donatore è sempre lo stesso." La donna si scostava i capelli nervosamente , quasi come se non le importasse niente di quello che diceva, perché in quel momento voleva solo fare una cosa: pestarlo a sangue.
"Vai al punto."Commentò con disprezzo.
Il pelagus cominciò a camminare intorno al cilindro osservandola con un malevolo sorriso, poi gli arrivò una chiamata.
" Sì? Che vuol dire che è stata presa? In che modo?!? Quello? Oh, al diavolo." Il pelagus strinse il telefono con forza e lo distrusse, poi urlò 2 nomi." Yuria! Kano!" 2 figure, una creatasi da delle crepe di ghiaccio nero che si erano formate sul pavimento, l'altra formatasi  da una sfera di fuoco bianco uscita dal soffitto, si ersero davanti al pelagus. La prima era una bambina umana  dagli occhi e i capelli nero pece. Un vestito nero, un papillon del medesimo colore e un viso spento e pallido la facevano sembrare quasi una bambola; l'altra figura, un  lupo bianco che superava di gran lunga in dimensioni la bambina,  cominciò a scodinzolare." Ha qualcosa per me, Padre?" Chiese impaziente, ignorando lo sguardo truce che gli stava lanciando Laran. Il taurino sorrise." Dovete andare a Zootropolis e occuparvi di Coco e del guardiano."
Il lupo spalancò gli occhi e li roteò al cielo."Cosa? Zootropolis? Noi non controlliamo i fulmini, ci metteremo una settima..." Il pelagus lo zittì alzando la mano chiusa a pugno, gli afferrò la testa con l'altra  e cominciò a stringerla con forza." Non mi interessa quanto ci metterai, portatemi il guardiano e occupatevi di Coco!" Urlò minaccioso spaventando il lupo, notando solo poi che delle crepe di ghiaccio nero avevano cominciato a coprirgli le gambe. 
"Per favore, lasci andare mio fratello, è solo un po' irruente, le prometto che non succederà più." Chiese con voce placida la bambina, coprendo la stanza di venature di ghiaccio nero che emanavano un pressante e malinconico gelo.
Il pelagus sbuffò: quella ragazzina era sempre stata strana, anche prima di darle le abilità di un guardiano, quindi mollò e si mise con le braccia conserte." Avviatevi. Vi do 2 settimane." La bambina e il lupo fecero un inchino e se ne andarono; Ia prima diventando una statua di ghiaccio nero e riducendosi in frantumi, il secondo facendo un salto verso il soffitto e sparendo nello stesso modo in cui era arrivato.
Il pelagus si avviò verso l'uscita.
"Ehi! Non mi hai detto cosa succede dopo!" Il pelagus rispose con poche parole." Qualcosa di peggiore della morte." E così si avviò verso l'uscita della stanza, finché non lo fermò una risata. "Hm, sei qui da solo 3 giorni, e sei già impazzita?" Chiese il pelagus alla guardiana; questa rispose con un'altra risata e disse:" no, no, mi stavo solo chiedendo cosa succederà a quei 2 che hai mandato e a te appena il mio discepolo lo scoprirà." Fece beffarda, causando una domanda nella mente del pelagus: era un bluff o no? 

"Tana del pannolino, ore 11:00."     


Coco e Francys si stavano fissando intensamente, così intensamente da fare scintille senza alcun contatto o potere particolare, fin quando il guardiano non intervenne con una delle sue."Allora... Hai intenzione di rispondermi o vuoi fissarmi in quel modo per il resto della tua vita?" Chiese  riferendosi allo sguardo truce della bandicoot.
La bandicoot rispose sbuffando e gonfiando le guance, sembrando solo una ragazzina alla quale non si era data una caramella.
"Muoviti ad uccidermi, non ho tutto il giorno."
Il ragazzo si mise la mano sulla fronte: quella testaccia dura lo stava esaurendo.
"Per l'ennesima volta: non ho intenzione di ucciderti o altro, voglio solo che tu risponda alla mia domanda."
La ragazza sbuffò nuovamente.
"Non dirò nulla, ma ti faccio una promessa."
Il ragazzo drizzò le orecchie.
"La tua morte sarà lenta e dolorosa, e probabilmente sarò io l'artefice."Disse con un sorriso che mostrò i denti leggermente aguzzi. Il ragazzo sospirò nuovamente: era la quinta minaccia che gli rifilava e stava cominciando a perdere la pazienza, quindi fece l'unica cosa possibile. Decise di curiosare nel portafogli della donna, magari avrebbe scoperto qualcosa.
" Ehi! Dove hai preso il mio portafogli?!Mollalo!" Urlò la donna, ma il ragazzo non la ascoltò.
"L'ho preso mentre eri svenuta, e no, non lo mollerò." Rispose, cominciando a prendere la carta di identità della ragazza e accingendosi a esaminarla.
"Vediamo... Nome e cognome: Coco Bandicoot. Nazionalità: sconosciuta. 
Occupazione: sconosciuta.
Età..." Il ragazzo sorrise, mentre un lieve rossore sulle guance di Coco si mostrò lievemente.
"19 anni, ragazzina..." La ragazza sobbalzò.
"Non sono una ragazzina, sono una donna adulta!" Il ragazzo cominciò a ridere.
"Mi sembrava avessi uno strano comportamento per una ventiduenne AHAHAHAHA!" 
"Smettila di ridere!" La ragazza cominciò a mordere irata l'aria ."Ti ucciderò, ti distruggerò, ti cucinerò in padella, ballerò sulla tua tomba, farò..." Il ragazzo la fermò alzando la mano, poi indicò Daisy che, non si sa come, dormiva ancora russando rumorosamente. Coco non l'aveva neanche notata, perché era stata troppo occupata a guardare male il guardiano.
"Ok, ok, non urlerò, ma ti ucciderò comunque." Si mise a sussurrare per non svegliare la piccola.
Intanto, il guardiano continuava a rovistare fra le carte private della bandicoot, finché non sentì dei passi molto pesanti.
"Che diavolo?" I passi provenivano da fuori alla porta e sembravano diretti verso l'appartamento dove alloggiavano.
"(Che diavolo? Non sento niente, cosa può essere?)" Pensò il ragazzo, vedendo che la guardiana continuava a guardarlo truce.
La porta cominciò ad aprirsi lentamente, il guardiano si mise in allerta, ma poi...
"Sono a casa!" Salutò una felice Judy che trasportava una busta della spesa più grande di un elefante.
Il guardiano fece un sospiro di sollievo mentre osservava Judy dirigersi verso la cucina.
"Oggi è stata una giornataccia!" Si lamentò Judy, entrando in cucina e smistando la spesa.
"Un pazzo ha distrutto l'atrio della centrale, quindi sono tornata prima" Sbuffò scocciata, uscendo dalla cucina.
Judy vide la bandicoot  che era legata alla gamba del tavolo
"Ehm, perché quella ragazza è legata?" Il ragazzo impallidì.
"(Cosa diavolo le dico?)" Pensò preoccupato. Il guardiano poggiò la mano sul cuoio capelluto della guardiana, la quale ringhiò. Il sudore molto visibile sulla pelle del guardiano era già un'ottima risposta: faceva pena a mentire, così decise di dire la verità." Ehm... Se ti dicessi che ho rapito questa ragazza, ho distrutto la stazione di polizia mentre "combattevo" contro di lei e che..." Judy lo fermò.
"Aspetta... Quindi è stata lei a distruggere l'atrio?" Il ragazzo annuì.
"E tu l'hai catturata?" 
Annuì nuovamente.
"E perché ne parli come se fosse una cosa brutta?"
"Perché..." Il ragazzo si fermò: non poteva certo dirle il modo in cui l'aveva neutralizzata, anche se le avrebbe prese comunque da Trucy appena si sarebbe ripresa.
"(Spero resti svenuta per un po')"Pensò il ragazzo, sperando che Judy non diventasse Trucy da un momento all'altro.
Judy sospirò.
"Beh, mi devi solo dire perché non è in una cella e perché sta in casa mia." Il ragazzo batté il pugno contro il palmo.
"Ah già! " Si schiarì la gola.
"Signorina Judy, questa ragazzina..." Un ringhio proveniente dalla bandicoot lo interruppe.
"Dicevo, questa ragazzina potrebbe conoscere il motivo per il quale sono qui e perché ci sono mostri in città." La coniglietta sorrise.
"Beh, questa è una buon notizia." 
Il ragazzo mise le braccia conserte, un po' insospettito.
"Beh, la stai prendendo piuttosto bene."
La poliziotta sorrise di nuovo, il sorriso sembrava molto forzato.
"Nooooo, sto solo ospitando un ricercato e una pazza che ha distrutto mezza centrale in casa mia... Ehehehe." Rise con uno strano tick all'occhio.
"Ehi! Io non sono pazza." Si lamentò Coco, mentre il ragazzo fece spallucce.
"Io..." Le pupille di Judy andarono all'insù, poi svenne per lo stress.
Il guardiano e Coco si guardarono confusi,la bambina, che è stata per tutto il tempo sul letto senza svegliarsi, si svegliò e cominciò a grattarsi gli occhi.
"Che è successo?" Chiese guardandosi  intorno, notando la donna legata al tavolo e Francys che faceva aria con un fazzoletto a una Judy priva di sensi sperando che non si svegliasse Trucy.
La bambina rise.
"Ehehehe, come siete divertenti." Fece innocentemente.


Da qualche parte, in un appartamento di Tundra Town, una bambina, una cucciola di orso polare, si muoveva agitata nel suo letto  mentre una figura umanoide alta e pallida la osservava con la bava alla bocca, gli occhi scavati nelle orbite somiglianti a  2 buchi neri e gli artigli allungati che arrivavano al metro buono.
L'essere aprì la nera bocca e cominciò a far fuoriuscire un fumo nero dagli occhi della bimba, la quale smise di agitarsi nel sonno in pochi istanti, come se l'incubo che la stava perseguitando fosse sparito.
Lentamente l'essere  cominciò a divorare quel fumo, poi, una volta finito, svegliò la piccola con un singolo, delicato gesto della mano artigliata.
"Papà, non voglio andare a scuola." Quando la bimba vide la creatura non urlò, non fece un verso, anzi.... Non c'era traccia di paura nel suo sguardo.
" Chi sei?" Chiese la bimba con uno sguardo stranamente vuoto.
 La creatura mostrò i denti retrattili con un sorriso, poi, con estrema calma, cominciò a divorare la bimba, che sembrava non sentire nulla.
Le divorò un braccio mentre era ancora attaccato al corpo... Non urlò.
Le divorò le viscere... Non urlò.
Morì senza lanciare neanche un urlo o provare qualcosa.
Alla fine rimase solo un pezzo: un occhio ancora zuppo di sangue.
Consumato il pasto, la creatura fece un sibilo: aveva sentito un odore particolare.
"Guardiano..." Sussurrò, ingoiando l'ultimo pezzo della bimba, per poi rigurgitare un pendente raffigurante la bimba e un orso polare più grande che doveva essere il padre.
L'essere alzò al cielo i fossi scuri che aveva al posto degli occhi.
"Tutti conosceranno la meraviglia di essere divorati senza paura." Sussurrò con le labbra ancora sporche di un sangue innocente.
   
 
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