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Autore: Angelica_Motierre    11/11/2016    1 recensioni
Racconto in forma di diario delle avventure di una giovane studentessa dell'Accademia di Winterhold
Indicativamente, la trama segue le vicende della quest base di Winterhold, inserendo anche nuovi personaggi e situazioni inedite.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Winterhold, Mano della Pioggia, 17

Caro Padre,

 

Mentre ti scrivo, osservo la mia tunica intrisa di sangue davanti al letto, le ferite da taglio sulla mia pelle e le garze sporche avvolgere il mio avambraccio. Sapevo che Skyrim sarebbe stata una terra selvaggia e che i docenti dell'Accademia non sarebbero andati per il sottile, ma non pensavo certo che rischiasse di essere un viaggio di sola andata. Ad ogni modo, non temere. Mentre ti parlo, sebbene a fatica, sto sorridendo in quanto sono sicura che queste esperienze serviranno a formarmi, sicuramente più delle estenuanti sessioni di studio in stile Università Arcana.

 

Ti chiederai come mi sia conciata in questo modo. E' presto detto. Ricordi quando accennai ad una spedizione di ricerca organizzata dal Maestro Tolfdir? Ecco. Si trattava di una antica tomba Nordica di nome Sarthaal, una delle prime città fondate dai colonizzatori di Tamriel.
All'inizio tutto procedeva per il meglio. Abbiamo ispezionato la prima parte della rovina, alla ricerca di manufatti magici di vario tipo. Poi all'improvviso le cose si sono complicate.

Io Tolfdir ci siamo addentrati in un corridoio all'apparenza nascosto, che conduceva ad un livello inferiore delle rovine. Poco dopo aver scoperto il passaggio segreto, ho avuto una visione. Sì, hai capito bene. Mi è apparso una sorta di monaco, diceva di appartenere all'ordine Psijic. Ha farfugliato qualcosa riguardo alle mie azioni ed alle possibili conseguenze di esse, ma non vi ho prestato più di tanto attenzione ad essere sincera. Non è la prima volta che mi capita di assistere a visioni simili, specialmente quando sono sotto stress. In più, Tolfdir ha giurato di non aver visto nulla. Probabilmente è stato solo frutto della mia immaginazione.

 

Ora arriviamo al bello.

Quel vecchio pazzo di Tolfdir ha deciso bene di esplorare in profondità le rovine, non curante dell'esercito di Draugr che girava per i corridoi bui di Sarthaal. Ti assicuro che senza i Cerchi Guardiani non ne sarei mai e poi mai uscita viva. Non so se ti ricordi, ma si tratta di quella particolare magia bianca che genera un campo protettivo capace di allontanare momentaneamente i non morti. Insomma, io e quel vecchiaccio ci siamo fatti strada per quelle rovine, schivando quelle bestie e scansando trappole di vario genere, il tutto mentre il resto degli studenti si grattava comodamente la pancia nella sala principale.
Il fattaccio è successo una volta giunti al termine delle rovine. Non ci crederai mai, ma abbiamo trovato una sorta di enorme sfera magica fluttuante. Non saprei tuttora dirti che tipo di Magicka contenesse e, presumo, nemmeno l'eminentissimo Toldfir lo sappia.
Ebbene, non eravamo i soli in quella sala, purtroppo. Mentre la esploravamo, un altro Draugr si è fatto avanti. Era chiaramente più forte degli altri, in quanto su di lui nessuno dei miei incantesimi ha avuto effetto. Ho provato diverse tecniche di allontanamento di Non-Morti, ma nessuna ha funzionato. Non saprei il perché, ripensandoci.

Forse sarà stata l'agitazione del momento, ero poco concentrata.

 

Ad ogni modo, ho commesso l'errore di lasciare avvicinare quel coso più del dovuto. E puoi immaginare le conseguenze.

La memoria a questo punto si fa sinceramente confusa.

Ricordo di essere stata colpita da una sorta di spada a due mani, ripetutamente. Il primo fendente mi ha colpita all'altezza della spalla sinistra e mi ha lasciato una vistosa cicatrice. A quel punto, penso di essere caduta a terra e di aver subito altri colpi, come testimoniano il resto delle ferite, ma il tutto è molto nebuloso nella mia mente. Non sono in grado di ricostruire precisamente i vari momenti.
Ricordo di aver notato Toldfir attaccare il Draugr mentre ero a terra e immagino l'abbia ucciso. Mi hanno trascinata fuori dalla rovina, priva di sensi e sanguinante. Vedo ancora nella mia mente i volti terrorizzati dei miei compagni studenti, mentre mi guardavano così, sul punto di morire. Ma sono stati comunque in grado di portarmi fuori e di caricarmi su un cavallo.
L'ultimo ricordo è relativo alla cavalcata di ritorno: ricordo abbastanza nitidamente di aver riaperto gli occhi per qualche secondo, mentre l'animale mi trasportava a destinazione, attraverso le bianche distese di neve del Nord. Toldfir mi rivelò più tardi che a condurre il cavallo fu proprio quel Khajiit di cui ti avevo accennato nella scorsa lettera. Si chiama J'zargo.

 

Nient'altro.

Mi sono poi risvegliata a casa dello zio, con una guardia cittadina al mio fianco. Lo congedai rapidamente, in quanto ho preferito restare da sola. Egli sembrò sollevato e si levò di torno senza protestare.
Insomma, qui non si studia soltanto come erroneamente pensavo. Se voglio sopravvivere, devo essere in grado di difendermi e di reagire a queste situazioni. Per come la vedo io, ci sono due possibili strade da percorrere: o cerco di migliorare le mie abilità in combattimento oppure rischio di non uscirne davvero viva da questa esperienza.

 

Vista la mia precaria situazione, l'arcimago Savos Aren mi ha concesso una settimana di riposo. Ho colto l'occasione per fare un salto a Markarth, sai no? Quella città ad Ovest, capitale del Reach. Sono rimasta affascinata dall'architettura in pietra, la trovo decisamente affascinante.

Ma ammetto che non fosse quello l'unico obiettivo della mia escursione.
Volevo conoscere una certa Mirai.

Ti suona famigliare? Dovrebbe. E' quella ragazza bretone di cui lo zio parla sempre. Mi ha detto che l'avrei trovata qui a Skyrim, in caso avessi avuto bisogno di un'amica. E, considerando la simpatia di quelli che frequentano l'Accademia, penso di averne un disperato bisogno. Non è che sia successo molto, comunque. Lei non sapeva chi fossi e non mi è parsa molto a suo agio, nonostante fossimo andate a prendere qualcosa da bere alla locanda Sangue Argento. Forse è il suo carattere, non voglio giudicarla così superficialmente.

 

D'accordo, penso di essermi dilungata più a lungo del previsto. Per oggi fermiamoci qui.

 

A presto

Clarisse

   
 
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