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Autore: Hoon18    12/11/2016    2 recensioni
[Karma x Nagisa]
Da conoscenti e compagni di classe a migliori amici.
Dopo al contrario
Da migliori amici a compagni di classe e semplici conoscenti
Non è doloroso?
Lo è
È molto anche
«Avevamo un rapporto molto stretto, ma lo sentivo sempre in bilico, come se si potesse spezzare da un momento all'altro»
Genere: | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Karma's POV

Mi svegliai frastornato per il sogno che avevo fatto.

Ero nella nuova scuola e testa bluetta era seduta comunque davanti a me impedendomi di vedere il suo volto. 
Ma quando si girava o la vedevo parlare con qualcuno io non riuscivo ad avvicinarmi a lei e inoltre il suo volto mutava sempre, finché alla fine del sogno non si vide che era semplicemente nero, come se non avesse realmente un volto.

Se ripensavo al sogno rimanevo paralizzato dalla paura.

Eppure non era chissà quale incubo!

Che i miei sogni volessero dirmi qualcosa? Magari che mi sbagliavo sull'identità di testa bluetta? Oppure che non dovevo avvicinarmici per qualche motivo? O ancora che stesse nascondendo qualcosa e per questo avesse più volti? Non sapevo cosa pensare!

Da un lato la curiosità era ormai alle stelle e capire quale fosse il suo volto diventò quasi il mio unico scopo. Ma d'altra parte la testa non smetteva di martellare e di girare.

Provai ad alzarmi dal letto ma caddi miseramente sbattendo la faccia sul tavolinetto circolare, proprio sul bordo. Rotolai su me stesso così da mettermi a pancia in su e iniziai a fissare il soffitto. Sentivo la testa calda e pesante e probabilmente mi stava anche uscendo il sangue dal naso ma non riuscivo a muovere più un muscolo né a fare pensieri lucidi.

Decisi, anzi, fui quasi obbligato dal mio stesso corpo a rimanere lì fermo in quella posizione e quindi non andare a scuola. Quello significava però che avrei passato tutto il tempo a pensare a lei.

"Beh. Non che sia un male così grande"

Nagisa POV

Mi svegliai poco prima che suonasse la sveglia e pigramente mi trascinai in cucina dove vidi mamma che si avviava verso l'ingresso (che era comunque in cucina: quando si entrava c'era solo un piccolissimo corridoio largo ma stretto con vari appendiabiti prima della cucina vera e propria) pronta ad uscire

«Nagisa, amore io sto andando a fare la spesa! La colazione è già a tavola, mi raccomando: impegnati a scuola! A dopo.»

E vidi la porta chiudersi e la sua figura sparire dietro di essa.

"Almeno non mi ha dato del chan questa volta" pensai mentre sbadigliando mi sedevo su una sedia

"Siamo passati dall'apparecchiare per tre a farlo per due e adesso sto mangiando da solo. Che cosa triste"

Finita la colazione tornai a passo di lumaca in camera per mettermi la divisa.

Mi misi davanti allo specchio per annodare la cravatta che avevo per sbaglio sciolto ieri e poi mi soffermai sulla mia figura riflessa: un corpicino esile e minuto, braccia e gambe sottili nascoste da camicia e pantaloni fin troppo abbondanti, polsi piccoli fasciati da degli elastici, mani dalle dita lunghe e affusolate.

Poi alzai lo sguardo avvicinandomi un po' allo specchio per osservare meglio il mio viso. Grandi occhi azzurri, tratti delicati, pelle candida leggermente rosata sulle gote, labbra e sopracciglia sottili e lunghi capelli celesti.

Feci due passi indietro per guardare di nuovo la mia figura nella sua complessità. Come facevo ad essere un ragazzo? Sembravo tutto fuorché quello. Ma non era solo colpa dei capelli che non potevo tagliare. Anche il mio fisico faceva presumere che fossi una ragazza.

Mi misi le mani ai capelli.

Quei capelli di un colore che adoravo ma che erano maledettamente lunghi.

Li odiavo.

Tanto.

Più di una volta provai a tagliarli da me ma ogni volta mia madre entrava in camera come spinta da un qualche sesto senso. 
Ritornai a soffermarmi su tutta la figura.

"Perché doveva succedere ciò proprio a me?"

Sospirai, consapevole che avrei dovuto convivere in quella mia condizione almeno finché non sarei andato a vivere da solo. Presi uno degli elastici che avevo al polso e mi legai i capelli indietro in una coda bassa, in modo tale che almeno il mio riflesso sembrasse avere i capelli corti.

Sospirai un'altra volta mentre andavo verso l'ingresso, mettevo le scarpe, prendevo lo zaino e mi avviavo verso la scuola.

Solo appena varcata la soglia della porta, ricordai che appena arrivato in classe avrei potuto fare conoscenza con il ragazzo dai capelli rossi dell'ultima fila che mi incuriosiva molto.

Non so per quale motivo ma il solo pensiero fece spuntare uno spontaneo sorriso sulle mie labbra.

Arrivato in classe però quel banco era vuoto e così rimase per tutte le ore pesantissime di lezione e durante le pause. Però almeno scoprii una cosa a cui ieri non avevo dato peso: il suo nome. Si chiamava Karma Akabane.

Aveva un nome molto particolare e mi chiesi se lo sarebbe stato anche il suo carattere. 
Mentre tornavo a casa continuai a chiedermi quale potesse essere stato il motivo per il quale non era venuto a scuola oggi senza ovviamente trovare alcuna risposta.

Appena tornato a casa e annunciato il mio rientro però il mio leggero sorriso si spense completamente perché trovai davanti l'ingresso mia madre che mi accoglieva con in mano delle buste dai colori pastello che mi ricordavano i macaron che mi aveva fatto assaggiare qualche giorno prima

«Nagisa-chan bentornata»

Eccola che ricominciava

«Ti ho comprato un sacco di cose carine ti va' di vederle?»

"No. Non voglio vederle. Non voglio. Saranno sicuramente vestiti tutti fronzoli e merletti"

Tacqui

«Su dai vieni in camera così te li faccio vedere»

Mi prese per un braccio e mi trascinò in camera, mettendomi poi davanti allo specchio che mostrava la mia figura riflessa (quella però che riuscivo ad "apprezzare") essendo però ben conscio che presto quella sarebbe sparita per far posto a quella che odiavo.

E infatti quella figura non si fece attendere troppo.

La prima cosa che fece mia madre fu slegarmi i capelli che ricaddero sulle spalle. Poi prese alcuni dei vestiti che aveva preso e li mise davanti alla mia figura creando degli abbinamenti.

Orrore e disgusto.

Ecco cosa provavo vedendo la mia figura riflessa.

Non mi sentivo me.

Ed effettivamente, quello riflesso allo specchio non ero io, ma ciò che lei vorrebbe che fossi.


 

Angolo me
SCUSATE SCUSATE SCUSATE SCUSATE PER NON AVER AGGIORNATO PER UN SACCO DI TEMPO
Davvero non è stata colpa mia. Ho dei prof bastardi che ci lasciano un sacco di roba in poco tempo e ho cambiato 3 prof di fisica in un mese e mezzo. Quindi capitemi (?) 
Questo capitolo è più lungo dato che effettivamente gli altri due erano troppo corti XD 

Nulla spero vi piaccia e vi prometto che non sparirò per due mesi prima di aggiornare di nuovo. E ho sognato di aver scritto quest'ultima parte del mio angolino. Inquietante
Bye~

   
 
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