Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: Francesca_H_Martin    13/11/2016    4 recensioni
"Era come se attraverso un singolo sguardo, un breve momento che sembrava però eterno, il ragazzo fosse riuscito a percepire tutto il dolore che Lydia stava sentendo in quell’attimo.
La guardava con una dolcezza indescrivibile.
La mano fredda di Stiles si spostò velocemente dalla tasca già stracolma del suo cappotto e si posò delicatamente sulla guancia di Lydia, provocandole involontariamente un brivido che le percorse tutta la schiena fino ad arrivare a quelle cicatrici sul collo.
—Lydia non sei più sola. Ci sono io con te, non avere paura. —
Quelle dita affusolate continuavano ad accarezzarla come se fosse un petalo delicato pronto a lasciare il suo fiore."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kira Yukimura, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ANGOLO AUTRICE: Salve a tutti! Come già sapete, tra due giorni torna teen wolf, non vedo l'ora! 
Questo capitolo casca a pennello, soprattutto dopo aver visto la scena di quei due pulcini della 6x01! La mia fantasia ha spiccato proprio il volo...Se li amate e se non vedete l'ora di rivederli, beh, rifatevi già ora con questo capitolo! 
Spero vi piacerà, mi sono divertita troppo a scriverlo <3
Come sapete, se volete che la storia continui, fatemi sapere cosa ne pensate con delle recensioni, anche minuscole, mi farete contenta lo stesso!
Buona lettura e buon divertimento con la nostra Ariel e il suo Eric! <3





—Sai sempre come sorprendermi, Lydia Martin—.

Stiles Stilinski si trovava steso sull’enorme letto della camera del college di Lydia, luogo che ormai era diventato il loro nascondiglio segreto, il loro rifugio contro ogni male, il luogo dove passavano la maggior parte del tempo a studiare, a fare baldoria e…altro.
Lydia si trovava in piedi, con una delle sue corte vestaglie di seta color verde foglia e con una trombettina in bocca che si arrotolava indietro per poi tornare avanti ogni qual volta ci soffiasse dentro, emettendo un simpatico suono, proprio come una specie di pernacchia strozzata.
Stiles non aveva mai visto cosa più bella.
Quelle gote arrossate e quegli occhi, risaltati ancora di più grazie ai raggi del sole che penetravano dalla finestra, rendevano Lydia una specie di fata.
Un dolce odore di vaniglia inebriava la stanza grazie a quella graziosa torta che teneva la ragazza tra le mani.
Era piccola e bianca, con un’enorme scritta rosa sopra, scritta che sarebbe sembrata strana a chiunque un po’ di tempo prima, conoscendo Lydia Martin.
Lydia Martin però era cambiata grazie a Stiles. Era diventata una persona nuova, non aveva più paura di esprimere le sue emozioni.
“Ti amo”.
La poggiò delicatamente sulla scrivania piena di fascicoli e roba a casaccio e si gettò a capofitto sul ragazzo, facendo rimbalzare la penna con cui lui  stava cerchiando parole confuse su articoli di giornale.
—Oggi—gli diede un bacio a fior di labbra, in modo così delicato che a Stiles sembrò essere sfiorato da un petalo di rosa.
—niente—un altro bacio.
—lavoro— e ancora uno.
Lydia finalmente si sdraiò al suo fianco, appoggiando la testa sul petto di Stiles e stringendogli dolcemente la mano.
—Lydia la torta è bellissima, e ti amo anche io. — Le baciò la nuca e la strinse ancora più forte a sè.—Finalmente ho tutto quello che desidero da, vediamo…—Iniziò a contare sulle dita, a volte arricciando il naso e  corrugando la fronte, come se all’improvviso la sua mente si perdesse in chissà quale meandro e non ricordasse più a che punto del percorso fosse arrivato, ricominciando ogni qual volta da capo.
La ragazza ormai lo conosceva a memoria. Sapeva ogni suo gesto, ogni mossa che lo accompagnava quotidianamente ma nonostante ciò non riusciva mai ad abituarsi, ogni cosa facesse la faceva sempre ridere, come se il ragazzo avesse qualche potere speciale tutto suo.
—Grazie al cielo ci sono io qui per ricordarti da quanto tempo sei fortunato ad avermi—Lydia sorrise, facendo nascere a lato destro quella piccola fossetta di cui Stiles andava matto.
—E sentiamo, da quanto tempo sarei fortunato ad averti? —Stiles le spostò con la leggiadria di una farfalla i capelli dal collo e iniziò lentamente a baciarlo, provocando alla ragazza brividi di freddo che percorsero su e giù tutta la schiena.
—Sono…—
—Tre anni precisi oggi, lo so. Pensavi davvero non lo ricordassi? Lydia quello di tre anni fa, grazie a te, è stato il compleanno più bello della mia vita. D’altronde come ogni altro compleanno della mia vita, come ogni altro singolo giorno della mia vita. Come oggi, e solo perché tu sei al mio fianco da allora. Lydia Martin, sei la cosa più preziosa e cara che ho al mondo e forse molto probabilmente tra cinque minuti mi pentirò di queste parole perché dirai qualcosa che mi farà imbestialire.
—Stiles ammetti che stai dicendo queste cose dolci solo per un secondo fine.—Lydia guardò di sottecchi Stiles con un’espressione alquanto perversa. Una specie di buffa smorfia le comparì sul volto ma in realtà stava solo cercando di nascondere quella punta di divertimento che stava provando nell’istigarlo.
—Ecco, come non detto Lydia. Rimangio tutto. —Stiles roteò gli occhi e li alzò al cielo, sbuffando.
—Ehi, sai che scherzo. — Prese il volto di Stiles e lo girò verso di lei, occhi dentro occhi.
—Stiles Stilinski sai che sono una persona poco romantica, ma se mi dici queste cose e mi guardi in questo modo, beh, forse per te posso fare un’eccezione. —Lydia incominciò ad accarezzarlo. Quella piccola manina si muoveva dolcemente sulla guancia tiepida del ragazzo, come se fosse trasportata da una dolce melodia.
Entrambi chiusero gli occhi.
Stiles si soffermò su quella sensazione che si prova quando si viene sfiorati da una leggera piuma, Lydia invece sui battiti accelerati del suo cuore.
—Stiles Stilinski io…ti amo. — I respiri ansimanti, quel vuoto nello stomaco che non riusciva ad essere colmato, i cuori che battevano all’impazzata. —Non sono ancora tanto brava ad esprimere ciò che provo, sto cercando ogni giorno di migliorare, ma posso dirti che ogni secondo in più passato con te me lo fa risultare sempre più facile. Su di me hai un potere speciale tutto tuo Stiles e per di più sei abbastanza irresistibile, quindi non potrebbe essere altrimenti.
Stiles aprì gli occhi, colmi di una gioia immensa, e la baciò intensamente.
Le mani della ragazza che stringevano quella chioma ribelle con forza, passione, desiderio. Le mani del ragazzo che si appigliavano ad ogni centimetro di pelle, come se da quello dipendesse la sua vita.
Il ragazzo si pose su di lei in modo delicato e cominciò ad esplorare con la bocca tutta quella meraviglia, con il cuore che per poco non bucava quella maglietta a causa delle capriole che stava facendo.
Lydia si fermò improvvisamente, il loro volto ad un centimetro dall’altro.
—Stiles Stilinski, ti amo da morire.
Il luccichio negli occhi di Stiles non poteva neanche essere paragonato a quello della stella più brillante che esistesse perché di gran lunga l’avrebbe surclassato. Il suo sguardo racchiudeva un universo meraviglioso, indescrivibile a parole, un universo in cui Lydia si perse senza accorgersene.
La ragazza non aveva visto mai cosa più bella in vita sua.
—Lydia ora che mi hai detto questo, penso che quel secondo fine non sia poi così una cattiva idea.—
—Lo penso anche io. —Lydia sorrise, iniziando a sbottonare la camicia di flanella che indossava il ragazzo, il più veloce possibile.
Stiles riprese a baciarla.
Solo quando dal collo arrivò a quelle labbra morbide, si fermò istintivamente, cambiando quell’espressione fin troppo felice con un’altra strana, per di più interrogativa.
—Aspetta Lydia, cosa intendevi con abbastanza irresistibile?
Lydia incominciò a ridere. Una risata così fragorosa che si fece eco in tutta la stanza.
—Beh…—
—Non importa più, tanto devi svegliarti.
Lydia guardò Stiles in modo interrogativo.
—Cosa?
—Si Lydia, forza svegliati.
—Stiles…—
“Lydia, svegliati!”
Lydia aprì finalmente gli occhi.
Provò una strana sensazione, non riusciva a credere che tutto ciò che aveva “vissuto”, tutto ciò che aveva provato fosse solo frutto della sua immaginazione.
Le era sembrato così vero che impiegò qualche minuto per rendersi conto che tutto quello che il suo cuore desiderava già da un po’ non era davvero accaduto, che quel sogno fin troppo reale era solo ciò: un sogno.
Sbadigliò affranta mentre Kira le blaterava un qualcosa che non ascoltò minimamente perché ancora occupata a ripensare a tutto quello che le aveva fatto battere il cuore così tanto forte. Neanche lei immaginava potesse esserne capace, forse perché mai nessuno nella sua vita l’aveva fatta sentire così viva.
Nel momento in cui quei pensieri abbandonarono la sua mente, la ragazza guardò Kira con uno sguardo perso, assente.
—Oh mio Dio, oggi è il compleanno di Stiles! E’ il compleanno di Stiles, come ho fatto a dimenticarmene? — Kira smise finalmente di parlare. Guardò Lydia, incrociò le mani e innalzò un sopracciglio.
—Bene, vuol dire che non hai ascoltato niente di ciò che ho detto. Ho sprecato solo fiato. Ok! —la sua bocca era diventata una linea dritta.
—Scusami Kira, è solo che ho fatto un sogno e sembrava talmente reale che sono rimasta scioccata quando ho capito che non lo era. Scusami ancora. —
L’espressione di Kira si addolcì in un istante.
—Cosa hai sognato? Ho sentito solo il nome di Stiles, quindi penso qualcosa relativo a lui. — Se si fossero trovate in una realtà alternativa, simile a quella dei cartoni animati, sicuramente i suoi occhi a mandorla avrebbero assunto la forma e il colore di due piccoli cuori rossi.
Lydia si limitò a un sorriso, abbassando consecutivamente lo sguardo.
—Non importa. Tu invece, cosa mi dicevi? —
—Ti stavo dicendo proprio che oggi è il compleanno di Stiles e che tutti noi abbiamo deciso stamattina di fargli una festa a sorpresa. Ti piace come idea? —
Lydia guardò Kira negli occhi, stringendole quella mano che era poggiata sul comodino della camera.
—Io in realtà ho già un’idea. Solo che…dovresti darmi una mano. E’ una cosa alquanto complicata, ma possiamo riuscirci. A dir la verità è un’idea così lontana dal mio modo di pensare che non so neanche come abbia potuto solo sfiorarmi la mente . —
Kira sorrise, stringendole la mano.
—Forse questo famoso sogno ti ha ispirata. — Il suo sorriso andava da un orecchio all’altro e i suoi occhietti vispi urlavano di gioia.
—Forse…—Lydia abbassò lo sguardo, quasi imbarazzata.
—Oh, per farti imbarazzare, questa idea deve essere davvero importante. —
—Non sai quanto. — Lydia guardò Kira con un luccichio che non aveva mai avuto prima d’ora. In quel momento la ragazza asiatica avrebbe voluto abbracciare con tutta se stessa l’amica, ma si trattenne per non metterla ancora di più in imbarazzo.
Kira conosceva bene Lydia tanto da sapere che per lei chiedere aiuto o rivelare i suoi sentimenti, le sue emozioni, non era per niente un gesto di poco conto, anzi, era fin troppo.
Si limitò quindi a sorriderle, ponendole una mano sulla spalla.
—Dimmi tutto. —
                                                              
                                                           
 
 
                                                                       ***
Stiles si trovava con sguardo interrogativo di fronte quel meraviglioso lago, distante pochi chilometri dal loro hotel.
Aveva ricevuto quella mattina una chiamata urgente dal coach Finstock, il quale gli aveva letteralmente urlato di arrivare al lago il più presto possibile, senza spiegargli il motivo.
Dalla voce gli era parso qualcosa di importante, addirittura di vitale.
Si era chiesto perché mai Bobby avesse chiamato proprio lui, la persona con la quale forse aveva discusso più animatamente, ma allo stesso tempo aveva pensato comunque di eseguire gli ordini, nel caso contrario probabilmente avrebbe avuto la morte del coach sulla coscienza.
Iniziò ad immaginare ogni possibile modo di morire in quel luogo, iniziando da quello con cui un orso gli staccava la testa-riusciva proprio a vedere la testa mozzata dell’uomo che rotolava fino ai suoi piedi, proprio come se fosse uno spettatore intento ad osservare la scena di uno spettacolo-fino ad arrivare a quello forse peggiore, ossia morte per congelamento.
Stiles scosse la testa, cercando di non pensare a certe cose e inspirò aria per calmare i suoi battiti accelerati e per cercare di non svenire da un momento all’altro.
—Coach! Coach! —Il ragazzo lo urlò con tutta la voce possibile. All’improvviso udì un suono provenire dalla sua sinistra, quindi prese coraggio e si avventurò lungo quel sentiero spaventoso.
Era una via lunga e dritta, che terminava in una specie di caverna raggiungibile però solo tramite barche o cose del genere, imbellita da una fiorente vegetazione.
Quel paesaggio era meraviglioso. Il sole che illuminava la superficie cristallina del lago, quel venticello fresco che profumava di pino e muschio…peccato che si trovava lì solo per salvare il coach.
—Non pensavo potessi pensarlo sul serio. Scusa coach, non volevo. — disse tra sé e sé il ragazzo, come se Finstock davvero potesse sentirlo.
 Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e continuò a parlare:—Non avrei mai immaginato di passare il giorno del mio compleanno a salvare una persona che non mi sopporta, per di più da solo, perché i miei amici sono spariti. Nessuno di loro, e sottolineo nessuno, ha ricordato che giorno è oggi. — Il ragazzo fece una smorfia e iniziò di nuovo ad urlare per far si che il coach sentisse.
Finalmente alle sue orecchie arrivò qualcosa simile ad un urlo; sembrava la sua voce, così continuò imperterrito, aumentando sempre di più il passo per raggiungere più in fretta il luogo da dove proveniva il suono.
Appena arrivato a destinazione, la scena che trovò di fronte ai suoi occhi lo fece rimanere spiazzato, confuso, meravigliato.
Per la prima volta Stiles rimase senza parole.
Vide tutti i suoi amici che gli sorridevano di cuore e- mai neanche lontanamente ad immaginarlo- che in qualche modo collaboravano con la banda della scuola, ognuno di loro suonando uno strumento, magari anche sconosciuto o poco familiare.
Kira si stava dilettando con il violino. Stiles pensò davvero avesse un talento innato per quello strumento.
Malia suonava un semplice triangolo, giusto per essere componente, nonostante tutta quella roba non facesse affatto per lei.
Danny suonava la tromba.
Stiles rise ripensandoci; era uno strumento adatto al ragazzo perché almeno gli teneva la bocca impegnata, senza dargli la possibilità di parlare continuamente ed incessantemente.
Scott invece fungeva da maestro d’orchestra, dirigendo tutta quella miriade di persone.
Era buffo con quell’asticella in mano. La sventolava come se farlo fosse la cosa più importante della sua vita, si notava che aveva preso quel compito troppo sul serio.
Nonostante tutto, la musica che ne risultava era davvero…piacevole.
Dolce, delicata, semplice, meravigliosa…proprio come Lydia.
A proposito, dov’era Lydia?
Stiles scosse la testa e aprì gli occhi, che neanche si era accorto di aver chiuso, e iniziò a guardarsi intorno in cerca della ragazza dai capelli biondo fragola.
—Tanti tanti auguri amico. — Scott gli sorrise, parlando a nome di tutti.
Stiles sentiva il cuore battergli a mille perché mai si sarebbe immaginato una cosa così bella.
I suoi amici gli avevano organizzato una stupenda festa a sorpresa e stavano suonando per lui, per augurargli buon compleanno.
Dopo tanto tempo si sentiva davvero felice e fortunato ad avere persone del genere nella sua vita, persone che gli volevano un bene dell’anima e che c’erano sempre stati, per qualunque cosa.
La sua felicità aumentò ancora di più quando una persona si fece largo tra le altre, comparendo all’improvviso.
Lydia Martin.
La bellissima Lydia Martin con un vestitino verde che le risaltava ancora di più gli occhi.
Lydia Martin, la ragazza che gli si era avvicinata e che gli aveva appena preso la mano, stringendola nella sua.
Il cuore di Stiles cedette di un battito, mentre il suo corpo era attraversato da forti brividi di freddo, brividi che non erano mai stati così piacevoli in vita sua.
Sentiva il sangue scorrergli troppo velocemente nelle vene, il cuore che prima o poi(più prima) sarebbe diventato poltiglia tanto che batteva.
—Stiles Stilinski, vieni con me. —Lydia lo tirò per il braccio e si avvicinò lentamente ad una piccola barchetta che si trovava lì vicino. Lo aiutò a salire e, senza dire niente, prese quell’enorme remo e incominciò a remare.
Stiles la guardò stranito. Non riusciva a capire cosa ci facessero da soli su quella barchetta ma ancora di più come facesse Lydia ad avere tutta quella forza, visto che il remo era all’incirca il doppio di lei.
Da…dammi il remo Lydia, non vorrei ti si rompesse il braccio, o peggio, tutti e due! — Stiles fece un sorriso strozzato, per lo più nervoso, pensando a quanto stupido fosse sembrato dicendo quelle cose, mentre Lydia roteò gli occhi e gli passò delicatamente i remi.
Nonostante pian piano si allontanassero sempre di più dagli altri, la musica echeggiava in ogni parte di quel luogo, anche nell’angolo più remoto.
                                                 
                                                    “Lei ti è accanto
                                                   se ne sta seduta lì
                                                  Non sa cosa dire ma
                                                i suoi occhi ti parlano…
                                                E tu lo sai che vorresti
                                                      darle un bacio,
                                                       allora baciala..”

 
I due ragazzi, uno di fronte l’altra, si guardavano come mai si erano guardati prima d’ora.
C’era un’intensità profonda, come se gli occhi della ragazza stessero comunicando in modo silenzioso con quelli del ragazzo e viceversa.
Lydia riusciva a sentirne ogni singola parola. Quel mare nocciola screziato d’oro era in grado di destabilizzarla come nessun’altra cosa al mondo.
Il suo cuore batteva all’impazzata, così come il cuore del ragazzo.
Entrambi provavano una strana sensazione; si sentivano in pace con il mondo, come se sapessero di trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
Stiles la guardava con bocca spalancata. Quella folata di vento, che aveva scompigliato i capelli color fragola della ragazza, l’aveva resa ancora più bella ai suoi occhi.
 
 
 
                                               “ Lei ti piace
                                          tanto tanto da morir…
                                            Forse tu le piaci
                                      ma lei non sa come dirtelo…
                                             Ma non servono
                                                le parole sai,
                                              allora baciala..”

 
 
Stiles le sorrise goffamente. Notò forse per la prima volta in vita sua che Lydia era alquanto agitata e imbarazzata. Quelle gote di un rosso simile al colore dei suoi capelli e l’espressione del tutto spaesata, gli fecero capire che quella situazione per lei era più difficile di quel che lui pensasse.
Istintivamente le strinse forte la mano, avvolgendola e inondandola con quel piacevole tepore, così
Lydia lo guardò per un attimo sorridendogli, poi abbassò lo sguardo.
A Stiles il cuore batteva così forte che riusciva a sentire il suono dei suoi stessi battiti. Non aveva mai visto Lydia in quel modo, non pensava neanche potesse imbarazzarsi.
In realtà molto spesso si era domandato come fosse Lydia in una situazione più intima, in una situazione di tipo romantico.
Questo pensiero aveva riempito ogni suo singolo sogno, aveva cavalcato la sua mente ogni singolo giorno, aveva aumentato il numero dei suoi dubbi esistenziali, già alto di suo, ma soprattutto gli aveva donato  una grande immaginazione.
Stiles era “Stiles” d’altronde un po’ grazie alla sua Lydia.
La sua Lydia? Davvero lo aveva detto nella sua testa?
Il ragazzo si  perse di nuovo nei suoi occhi. Quello che aveva davanti a sé era stato ciò che sempre aveva desiderato.
La voglia di baciarla aumentava sempre di più in lui, così come il rossore sul suo viso.
—Grazie davvero per questa festa, soprattutto per il giro in barca. Ma di  chi è…?—
—Mia. —disse Lydia, senza che Stiles finisse di terminare la frase. Ormai si capivano anche attraverso uno sguardo, non c’era più bisogno di parole.
—Grazie Lydia…Questa è la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai organizzato. — Stiles la guardò intensamente, Lydia ricambiò lo sguardo e sorrise imbarazzata.
—Stiles, io…—Lydia gli strinse forte la mano, avvicinandosi con il viso sempre un po’ di più a quello del ragazzo.
 
                                                  
                                                   “Sciala la la la la la
                                             Il ragazzo è troppo timido
                                                    coraggio baciala…
                                                  Sciala la la la la la
                                            Non lo fa ma che peccato
                                             se insiste lui la perderà…”

 
 
 
A Stiles mancava l’aria.
Non aveva desiderato altro che avere la ragazza dei suoi sogni così vicina a lui per tutto questo tempo, ma quando questo si stava per avverare, tutta la timidezza repressa e quella paura forte tanto da farti tremare le braccia e da farti perdere quasi un polmone e il cuore, non gli permisero di avverare il suo sogno.
Goffamente si spostò più dietro, maledicendosi dopo aver visto gli occhi delusi di Lydia, la quale però non smise di stringergli la mano.
 
     
 
                                        
                                                   “E' il momento
                                                guarda che laguna blu
                                                   Ora devi muoverti
                                             e questo è il momento tuo
                                                    Non ti parlerà
                                          finchè tu non la abbraccerai
                                                       e bacerai..”

 
“Devo fare qualcosa, devo dire qualcosa. Perché mai non riesco a baciarla? E’ la cosa che ho desiderato di più in tutta la mia vita! Forza, coraggio, dille qualcosa, baciala!”
Stiles ripeteva come una cantilena queste parole nella sua testa. Aveva aspettato a lungo quel momento e finalmente Lydia aveva fatto un passo in più per fargli capire davvero cosa provava.
Non poteva tirarsi indietro proprio ora, non poteva.
—Guarda, siamo arrivati alla grotta. —
Davvero Stiles, tutto qui?
—Sai cosa si dice su quella grotta?—intervenne Lydia, guardandolo fisso negli occhi.
—No, cosa? —
—Che chiunque ci passi attraverso, si innamora. La chiamano la dimora dei baci. — Lydia sorrise, abbassando lo sguardo.
—Ah…Bene…Quindi…Quindi noi dobbiamo allontanarci? —
Dio mio, Stiles.
Il viso della ragazza era contorto da una smorfia.
—Mi dispiace per te ma la corrente è irremovibile, ci sta portando proprio lì. —
Stiles sorrise goffamente.
 
 
                                      “ Sciala la la la la la
                                               Ora vai
                                    C’è l'atmosfera giusta
                                                   forza,
                                                    baciala
                                           Uoooh uoooh
                                    Sciala la la la la la
                                             Stringila
                                  Non puoi nascondere
                                            che l'ami,
                                           allora  baciala..”
 

 
Erano appena entrati in quella grotta, mano nella mano.
Stiles si sentiva sempre lo stesso, forse perché da sempre aveva amato Lydia e quindi su di lui la caverna non aveva fatto alcun effetto.
Al contrario, vedeva lo sguardo di Lydia perso nel suo, come se la ragazza non avesse visto mai cosa più bella.
Il ragazzo sentì il suo cuore urlare tanto forte che anche le mani gli iniziarono a sudare.
Lydia invece non aveva mai provato un calore del genere. Partiva da dentro, come se tra le sue costole fosse incastonato il sole, pronto a riscaldarla con i suoi potenti raggi.
La barca girava su se stessa al ritmo di quella musica soave. Ogni cosa era in armonia, così come il suono dei loro cuori che battevano all’unisono.
—Come hai scoperto il nome della caverna? —
—Oh, al diavolo Stiles. Ascoltami, ok? Io…Io ho organizzato tutto questo per dirti una cosa e me la lascerai dire. —La ragazza ispirò ed espirò velocemente, poi pose una mano sul suo cuore.
—Lo senti vero? Quella specie di vortice qui che non ti permette di respirare delle volte? Non sapevo cosa fosse, ma ora…grazie a te…l’ho capito.
E’ amore Stiles. Io ti…ti amo. —
Lydia lo tirò a sè e lo baciò.
Le lingue che ballavano un dolce tango, unite più che mai, con la paura di potersi anche solo allontanare per poco, le mani della ragazza che gli stringevano prepotentemente il collo, come se fosse l’unico possibile appiglio su cui aggrapparsi, i respiri affannati e desiderosi di fondersi l’uno con l’altro.
Quei due, proprio in quel momento, crearono qualcosa di magico, come dei fuochi d’artificio esplosi dal nulla nel cielo più blu che potesse mai esistere, creando quel fantastico spettacolo di luci e ombre che fa rimanere sempre tutti incantati.
Appena le loro labbra si staccarono, i loro sguardi sognanti si cercarono, desiderosi.
Lydia lo abbassò subito, quel vuoto nel petto e nello stomaco che aumentavano sempre di più.
—Wow…Noi ci…ci siamo baciati. Tu mi hai baciato. Tu mi ami. —
—Si, ti ho baciato e si, ti amo. —
Stiles essendo troppo confuso aspettò prima due secondi, poi ricominciò a parlare.
—Non è un sogno vero? —
—No Stiles, non è un sogno. —
—Tu mi ami. Ti ho baciata. —
—Si Stiles. —
—E se tutto questo fosse successo solo perché questa caverna è magica? — L’espressione imbambolata venne battuta da quella di Lydia, molto accigliata e incredula.
—Stiles ho inventato tutte le cose che ti ho detto su questa grotta, ti ho baciato perché volevo. —
—Quindi non esiste nessuna caverna dei baci? —
Stiles era davvero fuori.
Come biasimarlo? Il bacio e le confessioni di Lydia erano state decisamente troppo in una sola ora.
—Appena ti riprendi fammelo sapere, se no mi sa che dobbiamo tornarcene a nuoto perché io non remo! —
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Francesca_H_Martin