Capitolo
10. Il sentiero
d’ombra e l’occhio di tigre.
“ti
amo Aidan.”
“e
allora vieni via con me,
vivremo insieme per sempre.”
“ma
la mia famiglia…?”
chiedo più a me stessa che a lui. Non avrei mai pensato
potesse chiedermi una
cosa del genere, non l’avevo contemplato nei miei piani.
Aidan
mi accarezza il viso
rassicurante. “non gli è mai importato nulla di
cosa volessi tu.”
“ma
come…? Come potrei
sopravvivere nel tuo mondo?”
“ci
sono pozioni,
rimedi, non ti devi preoccupare di questo. L’unica
cosa che voglio sapere è
se davvero lo vuoi. Non si torna indietro.”
Lo
guardo negli occhi. Non
sono sicura di nulla in realtà, è tutto troppo
confuso e vago, come potrei dare
una risposta così definitiva?
“lo
so che può essere
difficile per te accettare una nuova realtà, ma riflettici
bene… tra tre giorni
sposerai lui e allora sarà troppo
tardi.”
Nascondo
il viso sulla sua
spalla. Tutto questo mi sta confondendo, se Skan non fosse arrivato
avrei
continuato la mia solita vita ma la verità è che
sto solo facendo finta che
tutti i problemi non esistano e per un po’ di tempo tutto
è andato bene ma
adesso mi ritrovo alle strette e devo prendere una decisione.
Passano
alcuni minuti lunghi
come un’eternità poi le mani di Aidan mi
allontanano da lui.
“scusa,
ho sbagliato a dirti
di scappare con me.” si rimangia in un attimo tutte le cose
che mi ha detto
prima, senza lasciarmi nemmeno il tempo di pensare
“è solo che… credevo che
anche tu lo volessi.”
“ma
io lo voglio.” Dico in
un sussurro ma lui è già sparito.
Esco
dalla grotta senza
nemmeno pensarci un secondo e rientro in acqua per seguirlo. Non ho
imparato
ancora molto bene a nuotare, diciamo che riesco a stare a galla ma in
quanto a
velocità lui mi batte di gran lunga. Non appena esco fuori
lo vedo, è a qualche
metro da me e nonostante mi affretti a stargli dietro sembra
irraggiungibile.
Lo
chiamo. Grido il suo
nome.
Sono
esausta e non riesco
più a nuotare. Inizio a bere un po’ di acqua
salmastra mentre mi sento
trascinare verso il basso.
In
un attimo lui ritorna da
me allacciando le sue mani attorno alla mia vita per sostenermi.
“sai
che non so nuotare” mi
aggrappo al suo collo mentre sento ancora in bocca il sapore salato
dell’acqua.
“e
allora non dovevi
seguirmi” me lo dice con tono serio eppure non mi sta
riportando a riva,
rimaniamo sospesi in mezzo al lago con la luna che ci accarezza, sotto
questa
luce magica i suoi lineamenti sono splendenti.
“non
voglio che finisca
così.” Ho
gli occhi lucidi, non voglio
che mi abbandoni, non voglio che mi lasci.
“hai
scelto di restare sulla
terra ferma. Hai scelto lui.” dalla sua espressione trapela
la sua rabbia ma
anche il suo dolore, è arrabbiato e ferito.
“ma
io non ho mai detto
nulla del genere! Se fossi rimasto un altro istante avresti sentito la
mia
risposta, ma non fai che scappare e a questo punto non so se sia un
bene…!”
Il
suo volto cambia
espressione sorpreso.
“è
quello che hai sempre
voluto tu. Non hai idea di quanto avessi voglia di uscire allo scoperto
stamattina
stessa! Avevamo detto che avremmo passato la giornata insieme e quando
arrivo
vedo quello che ti porta via. Come
credi mi sia sentito? Un’idiota in mezzo alla radura!
L’ho fatto solo per te,
tu non vuoi che mi intrometta e ti ho lasciato fare, ma non riesci a
vedere
quanto io ci stia male…”
Lacrime
calde escono dai
miei occhi ma quasi non le sento scendere. Quanto dolore, ho fatto
soffrire
tutti per il mio egoismo.
Non
avrei mai immaginato che
potesse provare tutte queste cose, tutto per causa mia e della doppia
vita che
ho iniziato a condurre. Senza di me starebbero tutti molto meglio. Lui non soffrirebbe più.
“mi
dispiace.
Io…” singhiozzo, sotto di me
sento l’acqua che si sposta spinta lentamente dalla sua coda
che ci mantiene a
galla entrambi; sto per abbandonare la mia ancora, ma se ami qualcuno
devi
lasciarlo andare.
“non
merito nulla. Se puoi,
perdona tutto il dolore che ti ho causato. Dimenticami.”
mi divincolo dalla sua presa che nel frattempo si era allentata, forse
finalmente si sente libero, mi dirigo sola verso la riva con la mia
andatura
goffa e lenta.
È
finita, sono certa che
ormai sia finita. Aidan sarà già sparito dietro
di me ed io sarò completamente
sola per il resto della mia vita.
Come
ho fatto ad essere così
cieca? Tutte le sue occhiatacce all’anello di Skan, i cambi
di discorso
repentini quando si entrava in argomento, tutte le volte che gli ho
detto di
starne fuori perché era una cosa tra me e lui.
L’ho fatto sentire inutile, sono
sempre stata io a farlo sentire “l’altro”.
Perdonami
se puoi.
Scorgo
un movimento dietro
le foglie di un albero, sono quasi arrivata a riva ma la sua voce mi
ferma.
“poi
dici che sono io che
scappo.”
“perché
sei ancora qui?” e
non lo sto rimproverando solo che ero convinta fosse andato via visto
come mi
sono comportata.
“non
ho molta
altra scelta” sorride ed il suo
sorriso mi scioglie e rassicura allo stesso tempo, in un attimo
è come se la
burrasca di prima fosse passata. Continuo a piangere mentre sento le
sue
parole.
“Ayla
della terra ferma, sei
l’umana più cocciuta che io abbia mai
incontrato.” Mi abbraccia ma io non
faccio altro che continuare a piangere, ho la vista annebbiata e non
capisco
cosa stia succedendo.
“e
ne hai conosciute tante
di umane?”
Sorride
“può darsi” e sento
una morsa stringersi sul mio petto, i miei muscoli si irrigidiscono
mentre
ritorna a sostenermi, mi accarezza la schiena e sento la tensione
sciogliersi
così come è arrivata.
“ma
non ho conosciuto mai
nessuna ragazza come te, sirena o umana. Tu sei unica.” Il suo sguardo e la sua
espressione diventano
dolci, non l’ho mai visto guardarmi in questo modo, non ho
mai visto nessuno
farlo. Mi sento sempre più in colpa, sto precipitando in un
baratro.
“ti
ho causato solo dolore,
sarebbe stato meglio che non ci fossimo conosciuti.” Dico
così eppure continuo
ad abbracciarlo appoggiando la fronte contro la sua spalla.
“scherzi?
Prima la vita era
così noiosa!”
Cosa
ho fatto per meritarmi
tanto amore? Avrebbe potuto voltarsi e andarsene con il suo mondo e
tutti i
suoi misteri ma è rimasto con me.
“te
lo richiederò un’altra
volta visto che la prima è andata un po’
male…” mi prende le mani e se le
allaccia attorno al collo costringendomi così ad un faccia a
faccia. Mi
accarezza le guance cancellando le lacrime, si avvicina lentamente
osservando
la mia bocca, io guardo la sua desiderando colmare quello spazio.
“portami
via da qui”
Il
suo sguardo si illumina.
“dimmi solo quando”
”ora”
Mi
bacia.
Qualche
istante rubato al
tempo e le nostre labbra e i nostri cuori ritornano a battere
all’unisono.
Stringo
le mie braccia
attorno al suo collo mentre le mie mani accarezzano i suoi capelli
soffici e
umidi, Aidan mi sorregge stringendomi a sé, la sua mano
è intrecciata nei miei
capelli e mi guida attraverso quel bacio da capogiro.
Appoggia
la fronte contro la
mia senza fiato e chiude gli occhi.
Qui,
stretta fra le sue
braccia, in mezzo ad un lago dall’acqua salata, mi sento
finalmente a casa.
Un
altro rumore dietro agli
alberi, questa volta più forte ci costringe a girarci
entrambi.
“sapevo
che c’era qualcosa
sotto. Ma non potevo pensare che…” Skan
è in piedi, furioso e con un grosso
tronco in mano tenuto in maniera piuttosto minacciosa.
“aspetta
Skan, non fare cose
di cui potresti pentirti!” pallida cerco di avvicinarmi a
riva, Aidan mi trattiene
da dietro, sembra turbato ma non sorpreso quanto me.
“è
pericoloso” mi sussurra
nell’orecchio.
“non
mi farà del male” cerco
di avvicinarmi piano mentre Aidan parla “quanto ancora avevi
intenzione di
starci a spiare, eh Skan? Non credere di essere poi così
silenzioso…”
“esci
dall’acqua damerino,
vediamo quanto sei spiritoso quando ti spaccherò tutti i
denti!”
Minaccioso
si avvicina
all’acqua, io con le mai alzate in segno di resa cerco di
calmarlo, è
arrabbiato ma non voglio che faccia del male ad Aidan, deve vedersela
con me, è
colpa mia dopotutto.
“non
credere che non lo
farei se potessi,” alzò una pinna della coda
brillante e Skan vacillò.
“demone”
sussurrò a labbra
strette.
“è
un tritone, mi ha salvato
la vita” sono abbastanza vicina adesso.
SPACK
Uno
schiaffo di una forza
inaudita mi arriva sulla faccia ed io cado dentro l’acqua
stordita per aver
perso l’equilibrio.
“Sgualdrina!”
mi grida
addosso.
“solo
un animale primitivo
può alzare le mani su una ragazza!” Aidan mi si
avvicina mentre io tengo una
mano sulla guancia dove sento pulsare ancora la sua mano. Non avrei mai
creduto
potesse essere violento, che potesse farmi del male, non lo amavo ma di
certo
mi fidavo di lui.
“non
ho certo paura di un
demone con la coda, se non vuoi uscire tu allora sarò io a
venire a prenderti.”
“va
via Aidan!” gli grido
preoccupata mentre Skan inizia a farsi largo per entrare in acqua.
“fatti
sotto bestione, è
il mio regno questo, non il tuo.”
Non
ho idea di cosa stia
facendo ma ha attirato tutta l’attenzione su di se e adesso
Skan è davvero
furente.
Ho
paura per quello che può
succedere.
Skan
mena dei fendenti con
la mazza improvvisata verso Aidan, grido gettandomi in acqua, non mi
importa se
può colpire me, non voglio che gli faccia del male!
“è
con me che devi vedertela
Skan! Lascialo in pace!” mi metto proprio davanti a lui
nonostante Aidan mi
stia gridando di andarmene via di lì.
Skan
abbassa la mazza con
mio sollievo. “sei diventata completamente matta Ayla? Non
è un umano, è una
bestia feroce e pericolosa, ti ha fatto il lavaggio del
cervello!”
“bene,
se è così feroce come
dici allora dimmi… perché sulla mia guancia
livida mi ritrovo l’impronta delle
tue mani e non delle sue?” sono arrabbiata e nonostante stia
piangendo tento di
mantenermi autoritaria. Devo allontanarlo dal lago perciò mi
addentro nella
foresta correndo, non so che fine farò e sono terrorizzata a
morte se penso che
potrebbe picchiarmi ancora ma non permetterò più
a nessuno di dettare ordini
sulla mia vita, la prossima volta che vedrò Aidan
fuggirò con lui.
Non
ho più motivi per
restare in questo mondo di falsità.
*
“Ayla!”
il mio piano sta
funzionando, la voce di Skan mi ha quasi raggiunta, ho paura che mi
possa fare
del male, spero che quella mazza di legno gli sia sfuggita di
mano…
Ad
un tratto sento uno
strattone, la sua mano si è stretta attorno al mio polso
fermando bruscamente
la mia corsa.
Ho
il fiatone e la vista
annebbiata, ma una cosa la so, sono in trappola.
Lo
guardo senza dire una
parola, dopotutto mi ha visto baciare un altro uomo,
cos’altro potrei dire?
“fuggi
via così, senza
nemmeno darmi una spiegazione, non pensi lo meriti almeno?”
È
severo ma dalla sua voce
sento anche che è distrutto, forse in fondo, mi amava
davvero.
“Cosa
vuoi che ti spieghi?” gli
grido contro.
“vi
ho visti. All’inizio ti
ho seguito nella foresta, sapevo ci fosse qualcosa di strano, insomma
portare
il pranzo per due in una foresta semisconosciuta… ho pensato
ti dovessi
incontrare con qualcuno. Poi questa notte ti vedo sgattaiolare via di
casa per
ritornare in quella radura, ho aspettato molto dopo che ti ho vista
sparire
dentro la cascata, quasi non credevo ai miei occhi. C’era
un altro uomo con te. Ho tentato di capire la situazione ma
dal modo in cui ti toccava, e come
ti
ha baciato.”
Freme
ricordandosi di quel
momento
“non
c’erano dubbi.”
Rimango
in silenzio senza
sapere come giustificarmi, cosa dirgli, ma non posso negare nulla del
suo
racconto.
“a
me non hai mai permesso
nemmeno di avvicinarmi” la sua ultima frase è
quasi un rammarico ma mi colpisce
in pieno petto, è vero a lui non l’ho mai
permesso, ogni volta che mi sfiorava
mi tiravo indietro e avevo sempre quella sensazione sgradevole di aver
fatto
qualcosa che non dovevo, ma con Aidan era diverso. Con lui non mi
sentivo
sbagliata ma me stessa. Ero davvero libera.
“da
quanto va avanti?” chiede
secco.
“da
quando sei partito”
“quindi
lo hai conosciuto
dopo?”
“dopo
cosa?” lo guardo
stranita.
“dopo
la cerimonia, dopo la
mia partenza, non fingevi quando eri con me è questo che
voglio sapere. Tutta
la tua timidezza e il tuo timore… facevi sul
serio?”
“Certo
che facevo sul serio
Skan! Non l’ho deciso io!” mi allontano facendo
qualche passo indietro, “io ci
ho creduto davvero, ho creduto in noi e in questo matrimonio ma
è stato uno
sbaglio sin dall’inizio.”
“non
ci hai dato abbastanza
tempo” ribattè lui. “e non appena sono
andato via hai trovato qualcun altro in
cui buttarti tra le braccia!”
“non
mi sono buttata tra le
braccia di nessuno! È capitato e basta. L’amore
non si programma.” Ripenso a
quando ho visto Aidan ed il mio cuore è preso a battere
all’impazzata. “e poi, certe
cose si capiscono sin dal primo momento. Ed io avevo capito che noi non
eravamo
fatti per stare assieme ma ho voluto chiudere gli occhi davanti
all’evidenza.”
“quando
ti ho vista la prima
volta ho capito che ero già innamorato perso di te, ma per
te non è stato
così.”
Lui
mi amava? Sin dal primo
momento ha avuto davvero un colpo di fulmine e si è messo in
gioco per me. Come
se non bastasse ricomincio a sentirmi in colpa, in colpa stavolta di
non
poterlo ricambiare.
“non
puoi dire sul serio
Skan, tu non puoi amarmi perché noi nemmeno ci
conosciamo!”
“chiamalo
istinto o come
diavolo vuoi tu, ma non dire a me cosa posso o non posso
provare!” si altera.
“io
non posso continuare con
questa farsa… non posso sposarti.” Ecco,
finalmente l’ho detto.
“che
ne sarà di tutti i
piani che abbiamo fatto? L’unione dei nostri clan? Non pensi
a tuo padre, al
tuo villaggio?!”
“certo
che ci ho pensato! Non
è una scelta presa alla leggera, ma non posso vivere per
accontentare gli
altri!” finalmente l’Ayla tranquilla e sottomessa
è stata ricacciata indietro e
posso esprimere quello che penso davvero.
“siete
stati sempre pronti a
dirmi cosa fare e quando farlo, mio padre ha sempre creduto che fossi
una
figlia da far sistemare e ha trovato un accordo più che
vantaggioso per
risolvere tutti i suoi problemi, pensi che qualcuno abbia chiesto la
mia
opinione? NO, certo che no. Dopotutto io sono solo una donna e non
conto nulla,
il mio unico obiettivo nella vita è sposarmi e mettere al
mondo i figli. Ma io
non sono questo, io voglio di più per me. Per questo non
posso legarmi a te.”
Resta
in silenzio mentre io
riprendo fiato, ho detto tutto in fretta prima che le parole fuggissero
via, fa
qualche passo avanti e indietro mentre lo vedo riflettere, poi mi
risponde con
calma.
“Non
possiamo fare
finta che tutto questo non
sia mai successo? Io adesso sono qui, sono tornato e non ti
lascerò più. Non
puoi provare a stare con me così come stai con
lui?” il suo tono diventa più
cedevole quasi disperato e vederlo così mi sta lacerando il
cuore, piango
lacrime amare perché ancora una volta lui non capisce e
tocca a me dirglielo.
“non
posso Skan” dico tra un
singhiozzo ed un altro, le lacrime che si erano fermate giusto per
farmi
parlare in maniera lucida hanno ricominciato a scendere.
“perché?”
Perché
non lo capisce?
“io
lo amo.”
Mi
guarda fisso per un lungo
minuto “non ci sarà nessun accordo
così, ne sei consapevole?”
Annuisco
cercando di capire
come ha preso la situazione.
“devo
tornare indietro,
informare gli altri e tutto il resto.” Si volta verso il
sentiero da cui siamo
arrivati, la sua calma mi fa rabbrividire.
“perché
è andata così?”
sussurra.
“era
scritto nel mio
destino, era solo questione di tempo.”
****
Scivolo
con la schiena
contro il tronco e mi raggomitolo su me stessa. Sono bagnata dalla
testa ai
piedi e sento tutte le foglie appiccicarsi addosso fastidiosamente ma
ormai non
mi importa. Non credevo potesse finire tutto così
rapidamente, nonostante i
primi tentativi di ucciderci entrambi Skan sembra aver preso bene la
rottura
anche se gli ho spezzato il cuore irrimediabilmente. Alla fine anche
quell’ultima profezia sul mio conto si è avverata,
gli splendi occhi screziati
di Aidan mi hanno condotto alla fine della mia vita ma adesso sono
finalmente
libera, possiamo star insieme davvero e posso andare via con lui! Non
mi pento
di nulla, certo le cose sarebbero potute andare meglio ma sono
ugualmente
soddisfatta.
Con
questi pensieri che mi
riempiono di gioia mi alzo traballante stringendomi le braccia sul
corpo,
inizio a sentire freddo senza nemmeno il sole a potermi riscaldare,
rabbrividisco stringendomi al mio vestito bagnato e
m’incammino verso il lago
con il cuore più leggero. La giornata che è
appena passata è stata l’ultima in
cui ho potuto vedere la mia famiglia, la mia amica, senza nemmeno che
lo
sapessi oggi gli ho rivolto le mie ultime parole.
Ma non mi importa più, voglio solo ritornare da lui, gettargli le braccia al collo e farmi portare
dovunque lui vorrà.
“povera,
piccola, Ayla.” Una
voce sinistra riempie l’aria alle mie spalle, la serata non
è ancora finita e
sembra non finire mai. Armes, il padre di Skan è fermo nel
centro del sentiero
dove poco prima era scomparso suo figlio.
Ma
che sta succedendo?
Da
quanto è lì?
Sbatto
furentemente gli
occhi pensando di essermelo solo immaginato ed invece quando li riapro
è ancora
lì, a fissarmi con i suoi occhi ridotti
a due fessure sinistre.
“serata
insolita per andare
a spasso nella foresta completamente zuppa, non trovi?” mi
scruta dall’alto in
basso senza neppure muoversi. “Sapevo che avresti causato
guai dal primo
momento che ti ho vista, occhi come i tuoi sono più
pericolosi di un intero bastimento
di guerrieri e sai perché?”
Continuo
a guardarlo mentre
prosegue nel suo monologo, a quanto pare non ha bisogno che io
intervenga.
“perché
chi pensa con la propria testa è un
pericolo, per se stesso e gli
altri. Sei più intelligente di quanto tuo padre non creda,
che peccato… saresti
stata una valida aiutante nel nostro grande piano ma ahimè,
tuo padre anziché
coinvolgerti ha preferito escluderti e sei diventata ancora
più pericolosa.”
Muove qualche passo mentre continua a parlare in tono lento e calmo
“creature
interessanti ed estremamente incomprese le
donne.”
“non
sposerò più suo figlio”
metto subito in chiaro quasi sulla difensiva, quell’uomo ha
un aria malvagia e
non vorrei trovarmi da sola con lui.
“oh
non ti preoccupare cara,
so già tutto.”
“ma
come…?” come poteva
saperlo? Doveva essere nascosto lì nei paraggi mentre io e
Skan discutevamo,
doveva essere l’unica cosa plausibile.
Scacciò
la mia domanda come
fosse una mosca che lo stesse infastidendo. “non importa,
dobbiamo porre
rimedio a questo spiacevole disguido… vedi non ho intenzione
di far saltare
tutti gli accordi presi, i nostri popoli dovranno unirsi
perchè solo insieme
potremo crescere e diventare più forti. Ma senza di te, come
potremo mai fare?”
“non
ho intenzione di
aiutarvi, dovrete fare a meno di me!”
“temo
purtroppo che tu ci
aiuterai lo stesso, sai saresti stata più utile da
viva,” sgrano gli occhi non
capendo quali siano le sue intenzioni. “e non
proverò neppure a convincerti a
cambiare idea, leggo dai tuoi occhi che non potresti mai tornare sui
tuoi
passi… oh quest’orgoglio
prima o poi ci
ucciderà tutti…”
Si
avvicina pericolosamente
a me poi si sporge verso il mio orecchio.
“mi
dispiace molto, ma è
l’unico modo.”
Sento
una fitta di dolore
spargersi dal mio stomaco fino al mio petto mentre qualcosa di duro
freddo
metallo mi dilania la carne. Armes mi si allontana mentre mi porto le
mani al
petto, sento un enorme calore provenire dallo squarcio e del sangue
iniziare a
sgorgare come un fiume in piena. Gli lancio un’occhiata di
tradimento e di
orrore.
Cado
sulle mie gambe mentre
sento le forze venire meno. Il cuore mi batte in petto come un tamburo
mentre
il sangue continua a colare.
“è
così che vi ricorderò per
sempre, come un vile e un assassino.” Sibilo notando al suo
collo una pietra
screziata di giallo e nero, come ho fatto a non averla mai notata prima
eppure
ce l’ha dalla prima volta che la vidi sul carro.
Un’altra delle profezie si
avverava, l’occhio di tigre mi aveva portata alla morte, ma
non si trattava di
Aidan ma di Armes.
L’uomo
si allontana da me
con in mano ancora il pugnale sporco di sangue, mi volta le spalle e se
ne va
come se nulla fosse successo, probabilmente pensa che io possa morire
di lì a
poco ma si sbaglia, non morirò in quella foresta.
Cerco
le forze per non
tremare e riesco a rialzarmi trascinandomi a tentoni lungo il sentiero
che
porta al lago tenendo ben premuta la ferita che ad ogni passo mi toglie
il
fiato.
Ancora
poco continuo a
ripetermi, ancora qualche passo e arriverò da lui,
sarò salva.
Sono
quasi arrivata mentre
le gambe iniziano a cedere, mi bruciano gli occhi mentre sento il
respiro farsi
più veloce, crollo sulla riva con il suo nome ancora sulle
labbra.
“Aidan!”
Una
figura in lontananza mi
si avvicina e mi prende con cautela tra le braccia, il suo volto
persino per la
mia vista appannata è una maschera d’orrore.
“è
stato Skan?!” quasi mi
grida disperato.
Le
parole mi muoiono in
bocca, chiudo gli occhi, mi sembrano così pesanti…
Le
sue labbra si posano
sulle mie, andrà tutto bene, adesso siamo insieme e dovunque
andremo
sicuramente potrò salvarmi, non è una ferita
letale…no? Sarei già morta a
quest’ora, o forse sono già morta ma non ne sono
consapevole. Sento delle gocce
d’acqua cadere sul mio viso, piove? Sta piovendo? No,
qualcuna è salata, sono
lacrime.
Perché
piangi? Vorrei
dirgli. Perché siamo ancora fermi nella radura? Ma sembra
che respirare mi
costi molto così risparmio le mie energie concentrandomi sul
quel semplice
movimento, inspira espira.
È
buffo, sembrerà strano ma
ho già immaginato la mia morte, di solito ero sempre
abbastanza vecchia e ormai
pronta per andarmene, distesa in un letto attorniata dai miei nipoti,
una morte
lenta ma pacifica e priva di dolore con i ricordi di una vita che mi
scorrevano
davanti mentre aspettavo di addormentarmi per sempre.
Ma
la visione che ho adesso
della morte è molto diversa.
Morire
non è come mi
aspettavo.
Fa
male. Ed è sbagliato.
Non
voglio morire, non
adesso.
Ci
sono troppe cose che
vorrei fare e che ancora non ho fatto in vita mia. Non sono pronta a
tutto
questo.
La
mano di Aris scivola
sulla mia ferita e mi ridesta dai miei pensieri, l’accarezza
lievemente, poi lo
sento sfiorarmi la testa mentre l’appoggia alla sua spalla,
è come se fossi una
bambola di pezza appesa a metà tra la coscienza e
l’oblio.
Un
ultima carezza sul mio
viso come ad asciugare le mie lacrime, poi la sua mano scende sul mio
petto e
sento dalle sue dolci mani che molte volte mi hanno accarezzata, mi hanno protetta, affondare nel mio
petto mentre un urlo strozzato risale dalla mia gola.
Lo
amo ma allora perché? Cosa
sta succedendo?! È la
persona di cui mi fido, che mi è stata sempre accanto per
tutto questo tempo! La
voce grida nella mia testa ed io con uno sforzo estremo mi dimeno tra
quelle
braccia che molte volte mi hanno accolto ma che stavolta mi stanno
strappando
la vita, voglio impedirglielo.
Un
dolore lancinante mi
preme sul petto mentre sento le sue dita ora artigli, scavare dentro
alla
ricerca di qualcosa.
“smettila,
ti farà solo più male” non
so se quella voce ha risuonato nella mia testa o era
davvero lui che mi stava parlando, ma il dolore è troppo
forte ed io non posso
fare altro che abbandonarmi tra le braccia della persona che avevo
amato di più
in tutta la mia vita, di quella che mi sta uccidendo.
“Se
oscurità sarà la tua scelta, vivrai appieno ogni
istante ma il sentiero s’interromperà
bruscamente.”
Le
ultime parole di quella
profezia riecheggiano nella mia mente, è ormai troppo tardi
per ulteriori
ammonimenti, ho scelto la mia strada e ne pagherò le
conseguenze a testa alta. È
sempre stato questo il suo piano? Skan aveva sempre avuto ragione
quando mi
accusava di essere stata soggiogata? Sento di amarlo ancora ma il
dolore mi
stordisce e non riesco a capire perché una persona che ami
dovrebbe farti
qualcosa di simile. Il dolore diventa insopportabile, le mie mani
chiuse a
pugni si rilassano, sento la vita che ormai mi sta abbandonando; tra
qualche
istante sarò morta.
Aidan
preme la sua bocca
sulla mia fronte poi si avvicina al mio orecchio e sussurra le ultime
parole
che sentirò in vita mia, il suo alito caldo sulla mia pelle
è ancora così
piacevole…
“adesso,
staremo insieme per sempre.”
Apro
gli occhi di scatto a
quelle parole mentre con un unico gesto fluido strappa
il mio cuore
dal petto.
Quindi,
morì.