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Autore: Clara_Oswin    13/11/2016    1 recensioni
[SPIN OFF - DEEP ALLEY, IL DESTINO DI ELENA]
Questa storia è uno spin off di un racconto pubblicato nella sezione della sirenetta,
Ayla è la secondogenita del capo di una tribù insediatasi da poco in una radura nei pressi di un misterioso lago, costretta a sposarsi con Skan primogenito del capoclan vicino se ne innamora sinceramente e il loro rapporto seppur all'inizio complicato diventa sempre più stretto... fino a che nella loro vita non entra lui, un misterioso tritone che farà innamorare di sè Ayla condannandola così ad un destino che mai si sarebbe sognata...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 10. Il sentiero d’ombra e l’occhio di tigre.

“ti amo Aidan.”

“e allora vieni via con me, vivremo insieme per sempre.”

“ma la mia famiglia…?” chiedo più a me stessa che a lui. Non avrei mai pensato potesse chiedermi una cosa del genere, non l’avevo contemplato nei miei piani.

Aidan mi accarezza il viso rassicurante. “non gli è mai importato nulla di cosa volessi tu.”

“ma come…? Come potrei sopravvivere nel tuo mondo?”

“ci sono pozioni, rimedi, non ti devi preoccupare di questo. L’unica cosa che voglio sapere è se davvero lo vuoi. Non si torna indietro.”

Lo guardo negli occhi. Non sono sicura di nulla in realtà, è tutto troppo confuso e vago, come potrei dare una risposta così definitiva?

“lo so che può essere difficile per te accettare una nuova realtà, ma riflettici bene… tra tre giorni sposerai lui e allora sarà troppo tardi.”

Nascondo il viso sulla sua spalla. Tutto questo mi sta confondendo, se Skan non fosse arrivato avrei continuato la mia solita vita ma la verità è che sto solo facendo finta che tutti i problemi non esistano e per un po’ di tempo tutto è andato bene ma adesso mi ritrovo alle strette e devo prendere una decisione.

Passano alcuni minuti lunghi come un’eternità poi le mani di Aidan mi allontanano da lui.

“scusa, ho sbagliato a dirti di scappare con me.” si rimangia in un attimo tutte le cose che mi ha detto prima, senza lasciarmi nemmeno il tempo di pensare “è solo che… credevo che anche tu lo volessi.”

“ma io lo voglio.” Dico in un sussurro ma lui è già sparito.

Esco dalla grotta senza nemmeno pensarci un secondo e rientro in acqua per seguirlo. Non ho imparato ancora molto bene a nuotare, diciamo che riesco a stare a galla ma in quanto a velocità lui mi batte di gran lunga. Non appena esco fuori lo vedo, è a qualche metro da me e nonostante mi affretti a stargli dietro sembra irraggiungibile.

Lo chiamo. Grido il suo nome.

Sono esausta e non riesco più a nuotare. Inizio a bere un po’ di acqua salmastra mentre mi sento trascinare verso il basso.

In un attimo lui ritorna da me allacciando le sue mani attorno alla mia vita per sostenermi.

“sai che non so nuotare” mi aggrappo al suo collo mentre sento ancora in bocca il sapore salato dell’acqua.

“e allora non dovevi seguirmi” me lo dice con tono serio eppure non mi sta riportando a riva, rimaniamo sospesi in mezzo al lago con la luna che ci accarezza, sotto questa luce magica i suoi lineamenti sono splendenti.

“non voglio che finisca così.” Ho gli occhi lucidi, non voglio che mi abbandoni, non voglio che mi lasci.

“hai scelto di restare sulla terra ferma. Hai scelto lui.” dalla sua espressione trapela la sua rabbia ma anche il suo dolore, è arrabbiato e ferito.

“ma io non ho mai detto nulla del genere! Se fossi rimasto un altro istante avresti sentito la mia risposta, ma non fai che scappare e a questo punto non so se sia un bene…!”

Il suo volto cambia espressione sorpreso.

“è quello che hai sempre voluto tu. Non hai idea di quanto avessi voglia di uscire allo scoperto stamattina stessa! Avevamo detto che avremmo passato la giornata insieme e quando arrivo vedo quello che ti porta via. Come credi mi sia sentito? Un’idiota in mezzo alla radura! L’ho fatto solo per te, tu non vuoi che mi intrometta e ti ho lasciato fare, ma non riesci a vedere quanto io ci stia male…”

Lacrime calde escono dai miei occhi ma quasi non le sento scendere. Quanto dolore, ho fatto soffrire tutti per il mio egoismo.

Non avrei mai immaginato che potesse provare tutte queste cose, tutto per causa mia e della doppia vita che ho iniziato a condurre. Senza di me starebbero tutti molto meglio. Lui non soffrirebbe più.

“mi dispiace. Io…” singhiozzo, sotto di me sento l’acqua che si sposta spinta lentamente dalla sua coda che ci mantiene a galla entrambi; sto per abbandonare la mia ancora, ma se ami qualcuno devi lasciarlo andare.

“non merito nulla. Se puoi, perdona tutto il dolore che ti ho causato. Dimenticami.” mi divincolo dalla sua presa che nel frattempo si era allentata, forse finalmente si sente libero, mi dirigo sola verso la riva con la mia andatura goffa e lenta.

È finita, sono certa che ormai sia finita. Aidan sarà già sparito dietro di me ed io sarò completamente sola per il resto della mia vita.

Come ho fatto ad essere così cieca? Tutte le sue occhiatacce all’anello di Skan, i cambi di discorso repentini quando si entrava in argomento, tutte le volte che gli ho detto di starne fuori perché era una cosa tra me e lui. L’ho fatto sentire inutile, sono sempre stata io a farlo sentire “l’altro”.

Perdonami se puoi.

Scorgo un movimento dietro le foglie di un albero, sono quasi arrivata a riva ma la sua voce mi ferma.

“poi dici che sono io che scappo.”

“perché sei ancora qui?” e non lo sto rimproverando solo che ero convinta fosse andato via visto come mi sono comportata.

“non ho molta altra scelta” sorride ed il suo sorriso mi scioglie e rassicura allo stesso tempo, in un attimo è come se la burrasca di prima fosse passata. Continuo a piangere mentre sento le sue parole.

“Ayla della terra ferma, sei l’umana più cocciuta che io abbia mai incontrato.” Mi abbraccia ma io non faccio altro che continuare a piangere, ho la vista annebbiata e non capisco cosa stia succedendo.

“e ne hai conosciute tante di umane?”

Sorride “può darsi” e sento una morsa stringersi sul mio petto, i miei muscoli si irrigidiscono mentre ritorna a sostenermi, mi accarezza la schiena e sento la tensione sciogliersi così come è arrivata.

“ma non ho conosciuto mai nessuna ragazza come te, sirena o umana. Tu sei unica.” Il suo sguardo e la sua espressione diventano dolci, non l’ho mai visto guardarmi in questo modo, non ho mai visto nessuno farlo. Mi sento sempre più in colpa, sto precipitando in un baratro.

“ti ho causato solo dolore, sarebbe stato meglio che non ci fossimo conosciuti.” Dico così eppure continuo ad abbracciarlo appoggiando la fronte contro la sua spalla.

“scherzi? Prima la vita era così noiosa!”

Cosa ho fatto per meritarmi tanto amore? Avrebbe potuto voltarsi e andarsene con il suo mondo e tutti i suoi misteri ma è rimasto con me.

“te lo richiederò un’altra volta visto che la prima è andata un po’ male…” mi prende le mani e se le allaccia attorno al collo costringendomi così ad un faccia a faccia. Mi accarezza le guance cancellando le lacrime, si avvicina lentamente osservando la mia bocca, io guardo la sua desiderando colmare quello spazio.

portami via da qui

Il suo sguardo si illumina. “dimmi solo quando”

”ora”

Mi bacia.

Qualche istante rubato al tempo e le nostre labbra e i nostri cuori ritornano a battere all’unisono.

Stringo le mie braccia attorno al suo collo mentre le mie mani accarezzano i suoi capelli soffici e umidi, Aidan mi sorregge stringendomi a sé, la sua mano è intrecciata nei miei capelli e mi guida attraverso quel bacio da capogiro.

Appoggia la fronte contro la mia senza fiato e chiude gli occhi.

Qui, stretta fra le sue braccia, in mezzo ad un lago dall’acqua salata, mi sento finalmente a casa.

Un altro rumore dietro agli alberi, questa volta più forte ci costringe a girarci entrambi.

“sapevo che c’era qualcosa sotto. Ma non potevo pensare che…” Skan è in piedi, furioso e con un grosso tronco in mano tenuto in maniera piuttosto minacciosa.

“aspetta Skan, non fare cose di cui potresti pentirti!” pallida cerco di avvicinarmi a riva, Aidan mi trattiene da dietro, sembra turbato ma non sorpreso quanto me.

“è pericoloso” mi sussurra nell’orecchio.

“non mi farà del male” cerco di avvicinarmi piano mentre Aidan parla “quanto ancora avevi intenzione di starci a spiare, eh Skan? Non credere di essere poi così silenzioso…”

“esci dall’acqua damerino, vediamo quanto sei spiritoso quando ti spaccherò tutti i denti!”

Minaccioso si avvicina all’acqua, io con le mai alzate in segno di resa cerco di calmarlo, è arrabbiato ma non voglio che faccia del male ad Aidan, deve vedersela con me, è colpa mia dopotutto.

“non credere che non lo farei se potessi,” alzò una pinna della coda brillante e Skan vacillò.

“demone” sussurrò a labbra strette.

“è un tritone, mi ha salvato la vita” sono abbastanza vicina adesso.

SPACK

Uno schiaffo di una forza inaudita mi arriva sulla faccia ed io cado dentro l’acqua stordita per aver perso l’equilibrio.

“Sgualdrina!” mi grida addosso.

“solo un animale primitivo può alzare le mani su una ragazza!” Aidan mi si avvicina mentre io tengo una mano sulla guancia dove sento pulsare ancora la sua mano. Non avrei mai creduto potesse essere violento, che potesse farmi del male, non lo amavo ma di certo mi fidavo di lui.

“non ho certo paura di un demone con la coda, se non vuoi uscire tu allora sarò io a venire a prenderti.”

“va via Aidan!” gli grido preoccupata mentre Skan inizia a farsi largo per entrare in acqua.

“fatti sotto bestione, è il mio regno questo, non il tuo.”

Non ho idea di cosa stia facendo ma ha attirato tutta l’attenzione su di se e adesso Skan è davvero furente.

Ho paura per quello che può succedere.

Skan mena dei fendenti con la mazza improvvisata verso Aidan, grido gettandomi in acqua, non mi importa se può colpire me, non voglio che gli faccia del male!

“è con me che devi vedertela Skan! Lascialo in pace!” mi metto proprio davanti a lui nonostante Aidan mi stia gridando di andarmene via di lì.

Skan abbassa la mazza con mio sollievo. “sei diventata completamente matta Ayla? Non è un umano, è una bestia feroce e pericolosa, ti ha fatto il lavaggio del cervello!”

“bene, se è così feroce come dici allora dimmi… perché sulla mia guancia livida mi ritrovo l’impronta delle tue mani e non delle sue?” sono arrabbiata e nonostante stia piangendo tento di mantenermi autoritaria. Devo allontanarlo dal lago perciò mi addentro nella foresta correndo, non so che fine farò e sono terrorizzata a morte se penso che potrebbe picchiarmi ancora ma non permetterò più a nessuno di dettare ordini sulla mia vita, la prossima volta che vedrò Aidan fuggirò con lui.

Non ho più motivi per restare in questo mondo di falsità.

*

“Ayla!” il mio piano sta funzionando, la voce di Skan mi ha quasi raggiunta, ho paura che mi possa fare del male, spero che quella mazza di legno gli sia sfuggita di mano…

Ad un tratto sento uno strattone, la sua mano si è stretta attorno al mio polso fermando bruscamente la mia corsa.

Ho il fiatone e la vista annebbiata, ma una cosa la so, sono in trappola.

Lo guardo senza dire una parola, dopotutto mi ha visto baciare un altro uomo, cos’altro potrei dire?

“fuggi via così, senza nemmeno darmi una spiegazione, non pensi lo meriti almeno?”

È severo ma dalla sua voce sento anche che è distrutto, forse in fondo, mi amava davvero.

“Cosa vuoi che ti spieghi?” gli grido contro.

“vi ho visti. All’inizio ti ho seguito nella foresta, sapevo ci fosse qualcosa di strano, insomma portare il pranzo per due in una foresta semisconosciuta… ho pensato ti dovessi incontrare con qualcuno. Poi questa notte ti vedo sgattaiolare via di casa per ritornare in quella radura, ho aspettato molto dopo che ti ho vista sparire dentro la cascata, quasi non credevo ai miei occhi. C’era un altro uomo con te. Ho tentato di capire la situazione ma dal modo in cui ti toccava, e come ti ha baciato.”

Freme ricordandosi di quel momento

“non c’erano dubbi.”

Rimango in silenzio senza sapere come giustificarmi, cosa dirgli, ma non posso negare nulla del suo racconto.

“a me non hai mai permesso nemmeno di avvicinarmi” la sua ultima frase è quasi un rammarico ma mi colpisce in pieno petto, è vero a lui non l’ho mai permesso, ogni volta che mi sfiorava mi tiravo indietro e avevo sempre quella sensazione sgradevole di aver fatto qualcosa che non dovevo, ma con Aidan era diverso. Con lui non mi sentivo sbagliata ma me stessa. Ero davvero libera.

“da quanto va avanti?” chiede secco.

“da quando sei partito”

“quindi lo hai conosciuto dopo?”

“dopo cosa?” lo guardo stranita.

“dopo la cerimonia, dopo la mia partenza, non fingevi quando eri con me è questo che voglio sapere. Tutta la tua timidezza e il tuo timore… facevi sul serio?”

“Certo che facevo sul serio Skan! Non l’ho deciso io!” mi allontano facendo qualche passo indietro, “io ci ho creduto davvero, ho creduto in noi e in questo matrimonio ma è stato uno sbaglio sin dall’inizio.”

“non ci hai dato abbastanza tempo” ribattè lui. “e non appena sono andato via hai trovato qualcun altro in cui buttarti tra le braccia!”

“non mi sono buttata tra le braccia di nessuno! È capitato e basta. L’amore non si programma.” Ripenso a quando ho visto Aidan ed il mio cuore è preso a battere all’impazzata. “e poi, certe cose si capiscono sin dal primo momento. Ed io avevo capito che noi non eravamo fatti per stare assieme ma ho voluto chiudere gli occhi davanti all’evidenza.”

“quando ti ho vista la prima volta ho capito che ero già innamorato perso di te, ma per te non è stato così.”

Lui mi amava? Sin dal primo momento ha avuto davvero un colpo di fulmine e si è messo in gioco per me. Come se non bastasse ricomincio a sentirmi in colpa, in colpa stavolta di non poterlo ricambiare.

“non puoi dire sul serio Skan, tu non puoi amarmi perché noi nemmeno ci conosciamo!”

“chiamalo istinto o come diavolo vuoi tu, ma non dire a me cosa posso o non posso provare!” si altera.

“io non posso continuare con questa farsa… non posso sposarti.” Ecco, finalmente l’ho detto.

“che ne sarà di tutti i piani che abbiamo fatto? L’unione dei nostri clan? Non pensi a tuo padre, al tuo villaggio?!”

“certo che ci ho pensato! Non è una scelta presa alla leggera, ma non posso vivere per accontentare gli altri!” finalmente l’Ayla tranquilla e sottomessa è stata ricacciata indietro e posso esprimere quello che penso davvero.

“siete stati sempre pronti a dirmi cosa fare e quando farlo, mio padre ha sempre creduto che fossi una figlia da far sistemare e ha trovato un accordo più che vantaggioso per risolvere tutti i suoi problemi, pensi che qualcuno abbia chiesto la mia opinione? NO, certo che no. Dopotutto io sono solo una donna e non conto nulla, il mio unico obiettivo nella vita è sposarmi e mettere al mondo i figli. Ma io non sono questo, io voglio di più per me. Per questo non posso legarmi a te.”

Resta in silenzio mentre io riprendo fiato, ho detto tutto in fretta prima che le parole fuggissero via, fa qualche passo avanti e indietro mentre lo vedo riflettere, poi mi risponde con calma.

“Non possiamo fare finta che tutto questo non sia mai successo? Io adesso sono qui, sono tornato e non ti lascerò più. Non puoi provare a stare con me così come stai con lui?” il suo tono diventa più cedevole quasi disperato e vederlo così mi sta lacerando il cuore, piango lacrime amare perché ancora una volta lui non capisce e tocca a me dirglielo.

“non posso Skan” dico tra un singhiozzo ed un altro, le lacrime che si erano fermate giusto per farmi parlare in maniera lucida hanno ricominciato a scendere.

“perché?”

Perché non lo capisce?

“io lo amo.”

Mi guarda fisso per un lungo minuto “non ci sarà nessun accordo così, ne sei consapevole?”

Annuisco cercando di capire come ha preso la situazione.

“devo tornare indietro, informare gli altri e tutto il resto.” Si volta verso il sentiero da cui siamo arrivati, la sua calma mi fa rabbrividire.

“perché è andata così?” sussurra.

“era scritto nel mio destino, era solo questione di tempo.”

****

Scivolo con la schiena contro il tronco e mi raggomitolo su me stessa. Sono bagnata dalla testa ai piedi e sento tutte le foglie appiccicarsi addosso fastidiosamente ma ormai non mi importa. Non credevo potesse finire tutto così rapidamente, nonostante i primi tentativi di ucciderci entrambi Skan sembra aver preso bene la rottura anche se gli ho spezzato il cuore irrimediabilmente. Alla fine anche quell’ultima profezia sul mio conto si è avverata, gli splendi occhi screziati di Aidan mi hanno condotto alla fine della mia vita ma adesso sono finalmente libera, possiamo star insieme davvero e posso andare via con lui! Non mi pento di nulla, certo le cose sarebbero potute andare meglio ma sono ugualmente soddisfatta.

Con questi pensieri che mi riempiono di gioia mi alzo traballante stringendomi le braccia sul corpo, inizio a sentire freddo senza nemmeno il sole a potermi riscaldare, rabbrividisco stringendomi al mio vestito bagnato e m’incammino verso il lago con il cuore più leggero. La giornata che è appena passata è stata l’ultima in cui ho potuto vedere la mia famiglia, la mia amica, senza nemmeno che lo sapessi oggi gli ho rivolto le mie ultime parole.
Ma non mi importa più, voglio solo ritornare da lui, gettargli le braccia al collo e farmi portare dovunque lui vorrà.

“povera, piccola, Ayla.” Una voce sinistra riempie l’aria alle mie spalle, la serata non è ancora finita e sembra non finire mai. Armes, il padre di Skan è fermo nel centro del sentiero dove poco prima era scomparso suo figlio.

Ma che sta succedendo?

Da quanto è lì?

Sbatto furentemente gli occhi pensando di essermelo solo immaginato ed invece quando li riapro è ancora lì, a fissarmi con i suoi occhi ridotti a due fessure sinistre.

“serata insolita per andare a spasso nella foresta completamente zuppa, non trovi?” mi scruta dall’alto in basso senza neppure muoversi. “Sapevo che avresti causato guai dal primo momento che ti ho vista, occhi come i tuoi sono più pericolosi di un intero bastimento di guerrieri e sai perché?”

Continuo a guardarlo mentre prosegue nel suo monologo, a quanto pare non ha bisogno che io intervenga.

“perché chi pensa con la propria testa è un pericolo, per se stesso e gli altri. Sei più intelligente di quanto tuo padre non creda, che peccato… saresti stata una valida aiutante nel nostro grande piano ma ahimè, tuo padre anziché coinvolgerti ha preferito escluderti e sei diventata ancora più pericolosa.” Muove qualche passo mentre continua a parlare in tono lento e calmo “creature interessanti ed estremamente incomprese le donne.”

“non sposerò più suo figlio” metto subito in chiaro quasi sulla difensiva, quell’uomo ha un aria malvagia e non vorrei trovarmi da sola con lui.

“oh non ti preoccupare cara, so già tutto.”

“ma come…?” come poteva saperlo? Doveva essere nascosto lì nei paraggi mentre io e Skan discutevamo, doveva essere l’unica cosa plausibile.

Scacciò la mia domanda come fosse una mosca che lo stesse infastidendo. “non importa, dobbiamo porre rimedio a questo spiacevole disguido… vedi non ho intenzione di far saltare tutti gli accordi presi, i nostri popoli dovranno unirsi perchè solo insieme potremo crescere e diventare più forti. Ma senza di te, come potremo mai fare?”

“non ho intenzione di aiutarvi, dovrete fare a meno di me!”

“temo purtroppo che tu ci aiuterai lo stesso, sai saresti stata più utile da viva,” sgrano gli occhi non capendo quali siano le sue intenzioni. “e non proverò neppure a convincerti a cambiare idea, leggo dai tuoi occhi che non potresti mai tornare sui tuoi passi… oh quest’orgoglio prima o poi ci ucciderà tutti…”

Si avvicina pericolosamente a me poi si sporge verso il mio orecchio.

“mi dispiace molto, ma è l’unico modo.”

Sento una fitta di dolore spargersi dal mio stomaco fino al mio petto mentre qualcosa di duro freddo metallo mi dilania la carne. Armes mi si allontana mentre mi porto le mani al petto, sento un enorme calore provenire dallo squarcio e del sangue iniziare a sgorgare come un fiume in piena. Gli lancio un’occhiata di tradimento e di orrore.

Cado sulle mie gambe mentre sento le forze venire meno. Il cuore mi batte in petto come un tamburo mentre il sangue continua a colare.

“è così che vi ricorderò per sempre, come un vile e un assassino.” Sibilo notando al suo collo una pietra screziata di giallo e nero, come ho fatto a non averla mai notata prima eppure ce l’ha dalla prima volta che la vidi sul carro. Un’altra delle profezie si avverava, l’occhio di tigre mi aveva portata alla morte, ma non si trattava di Aidan ma di Armes.

L’uomo si allontana da me con in mano ancora il pugnale sporco di sangue, mi volta le spalle e se ne va come se nulla fosse successo, probabilmente pensa che io possa morire di lì a poco ma si sbaglia, non morirò in quella foresta.

Cerco le forze per non tremare e riesco a rialzarmi trascinandomi a tentoni lungo il sentiero che porta al lago tenendo ben premuta la ferita che ad ogni passo mi toglie il fiato.

Ancora poco continuo a ripetermi, ancora qualche passo e arriverò da lui, sarò salva.

Sono quasi arrivata mentre le gambe iniziano a cedere, mi bruciano gli occhi mentre sento il respiro farsi più veloce, crollo sulla riva con il suo nome ancora sulle labbra.

“Aidan!”

Una figura in lontananza mi si avvicina e mi prende con cautela tra le braccia, il suo volto persino per la mia vista appannata è una maschera d’orrore.

“è stato Skan?!” quasi mi grida disperato.

Le parole mi muoiono in bocca, chiudo gli occhi, mi sembrano così pesanti…

Le sue labbra si posano sulle mie, andrà tutto bene, adesso siamo insieme e dovunque andremo sicuramente potrò salvarmi, non è una ferita letale…no? Sarei già morta a quest’ora, o forse sono già morta ma non ne sono consapevole. Sento delle gocce d’acqua cadere sul mio viso, piove? Sta piovendo? No, qualcuna è salata, sono lacrime.

Perché piangi? Vorrei dirgli. Perché siamo ancora fermi nella radura? Ma sembra che respirare mi costi molto così risparmio le mie energie concentrandomi sul quel semplice movimento, inspira espira.

È buffo, sembrerà strano ma ho già immaginato la mia morte, di solito ero sempre abbastanza vecchia e ormai pronta per andarmene, distesa in un letto attorniata dai miei nipoti, una morte lenta ma pacifica e priva di dolore con i ricordi di una vita che mi scorrevano davanti mentre aspettavo di addormentarmi per sempre.

Ma la visione che ho adesso della morte è molto diversa.

Morire non è come mi aspettavo.

Fa male. Ed è sbagliato.

Non voglio morire, non adesso.

Ci sono troppe cose che vorrei fare e che ancora non ho fatto in vita mia. Non sono pronta a tutto questo.

La mano di Aris scivola sulla mia ferita e mi ridesta dai miei pensieri, l’accarezza lievemente, poi lo sento sfiorarmi la testa mentre l’appoggia alla sua spalla, è come se fossi una bambola di pezza appesa a metà tra la coscienza e l’oblio.

Un ultima carezza sul mio viso come ad asciugare le mie lacrime, poi la sua mano scende sul mio petto e sento dalle sue dolci mani che molte volte mi hanno accarezzata, mi hanno protetta, affondare nel mio petto mentre un urlo strozzato risale dalla mia gola.

Lo amo ma allora perché? Cosa sta succedendo?! È la persona di cui mi fido, che mi è stata sempre accanto per tutto questo tempo! La voce grida nella mia testa ed io con uno sforzo estremo mi dimeno tra quelle braccia che molte volte mi hanno accolto ma che stavolta mi stanno strappando la vita, voglio impedirglielo.

Un dolore lancinante mi preme sul petto mentre sento le sue dita ora artigli, scavare dentro alla ricerca di qualcosa.

“smettila, ti farà solo più male” non so se quella voce ha risuonato nella mia testa o era davvero lui che mi stava parlando, ma il dolore è troppo forte ed io non posso fare altro che abbandonarmi tra le braccia della persona che avevo amato di più in tutta la mia vita, di quella che mi sta uccidendo.

“Se oscurità sarà la tua scelta, vivrai appieno ogni istante ma il sentiero s’interromperà bruscamente.”

Le ultime parole di quella profezia riecheggiano nella mia mente, è ormai troppo tardi per ulteriori ammonimenti, ho scelto la mia strada e ne pagherò le conseguenze a testa alta. È sempre stato questo il suo piano? Skan aveva sempre avuto ragione quando mi accusava di essere stata soggiogata? Sento di amarlo ancora ma il dolore mi stordisce e non riesco a capire perché una persona che ami dovrebbe farti qualcosa di simile. Il dolore diventa insopportabile, le mie mani chiuse a pugni si rilassano, sento la vita che ormai mi sta abbandonando; tra qualche istante sarò morta.

Aidan preme la sua bocca sulla mia fronte poi si avvicina al mio orecchio e sussurra le ultime parole che sentirò in vita mia, il suo alito caldo sulla mia pelle è ancora così piacevole…

adesso, staremo insieme per sempre.”

Apro gli occhi di scatto a quelle parole mentre con un unico gesto fluido strappa il mio cuore dal petto.

Quindi, morì.

  
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