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Autore: Jasmine_dreamer    14/11/2016    1 recensioni
"La finisci di starmi addosso? Mi perseguiti da settembre, quando l'anno scorso non conoscevi neanche il mio nome!" disse Alexia.
"L'anno scorso eri un cesso, poi non so cosa sia successo!" rispose Parker.
"Si chiamano tette. Ecco cos'è successo, quando ti crescono le tette improvvisamente diventi figa."
Lui rise: "Guarda che le tette non c'entrano, contribuiscono, ma non sono loro la causa del tuo cambiamento. Quando ti ho vista ho pensato che eri una favola."
Sul sorriso di Alex comparve un sorriso dolce e pensò a quanto fosse carino Parker. Poi si ricordò che era Parker e disse: "Non mi compri con due parole in croce, sai?"
"Oh che strano, sembrava di si."
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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"Prendi un po' di aria quando parli?" rise Nick.
"Non verrò mai più a chiederti consigli." rispose Alex.
"Ma scusa io che ne so? Non ho mai avuto di questi problemi a scuola."
"Che problemi ci sono?" si intromise Jessica.
"Le migliori amiche di Alexia hanno litigato ed ora lei deve prendere una posizione."
"Beh, sta' a te decidere. Essere amiche di entrambe?"
"Oh certo mamma, come la fai facile tu." Alez sbuffò e andò in camera sua.
Jessica guardò Nick stranita che in tutta risposta scrollò le spalle addentando un pezzo di craker: "Adolescenti!"
Jessica rise: "Quanto sei scemo."
In camera sua ad Alexia, sembrò tutto così complicato.
"Credo che Jaqueline abbia ragione quando dice che Matilde abbia fatto la stronza passandosi Jackson, ma credo anche che visto che, lui e Jaqueline non stanno insieme, non abbia fatto nulla di così sbagliato. Tu che ne pensi, Kira?"
Il labrador la guardò confusa e Alex disse: "Ho capito che non puoi parlare ma potresti trovare un modo per aiutarmi."
In tutta risposta Kira le leccò la faccia.
"Ho capito, io e te saremo sempre amiche e non mi porrai mai davanti ad una scelta così terribile!" disse ridendo.
"Stai di nuovo parlando con il cane?!" Irruppe Nick.
"Almeno lei mi ascolta.. un po' come faceva papà."
"Ti manca vero?"
"Tutti i giorni." disse Alex intristendosi.
"Sì, anche a me."
La strinse a sè e le disse: "Lo so che litighiamo spesso, so anche che sei una rompipalle, sei odiosa, una vera stronza, una vipera e una cretina."
"Ma...?" 
"Ma niente."
Alex fece una smorfia e suo fratello scoppiò a ridere: "Dai scherzo! Lo sai che ti voglio bene... forse."
"Forse mi vuoi bene o forse scherzi?"
"Entrambe le cose."
Risero all'unisono e Alexia gli lanciò il cuscino in faccia.

La mattina seguente fu Nick a svegliarla.
Quando Alex scese in cucina il fratello le disse: "Oggi ti accompagno io a scuola."
"Perché sei già in piedi?"
"Forse perché ti ho appena detto che ti accompagno io a scuola?" disse Nick addentando il pancake.
"Ah giusto. Mamma non c'è?" 
"No, l'hanno chiamata prima a lavoro."
Alexia annuì e si mise il giubbotto.
"Andiamo Nick, non voglio fare tardi."
Salirono in macchina e durante il tragitto Nick disse: "Credo che dovresti dire a mamma che fumi. Quando io gliel'ho detto, mi ha detto solo di smettere perché fa male."
"Ma tu sei il figlio preferito di mamma, io ero quella preferita di papà."
"Io non sono il suo figlio preferito... sono solo il figlio maschio, e purtroppo si sa che i maschi sono un po' più privilegiati delle femmine. Putroppo per te eh, per me è una fortuna."
"Come sei simpatico."
"Se vuoi, glielo diciamo insieme."
Alexia sorrise: "Ne parliamo meglio quando torni a prendermi. Ora sarà meglio che vada, ciao."
Nick la salutò con la mano e partì.
Quando si accese la sigaretta, Alexia vide Parker che la fissava... di nuovo.
"Cosa vuoi?!"
"Chi era quello?" chiese brusco.
"Che ti importa?!" 
"Il tuo ragazzo?"
"Ma che schifo! No, assolutamente no!" atterrì solo all'idea: "è mio fratello, non lo hai riconosciuto?"
Parker annuì. 
Poi esordì: "Sai, possiamo uscire qualche volta."
"In un'altra vita Parker!"
"Ma smettila di fare la difficile."
Alex rise: "Non faccio la difficile. Semplicemente non te la darò mai, smettila di provarci."
"Potremmo uscire in amicizia."
"In amicizia Parker??? Tu amico di una ragazza?"
"Perché no, scusa?"
Alexia era stranita: "Boh, d'accordo."
"Che ne dici di domani dopo scuola?"
"Okay. Ora scappo in classe che ho lezione. Ciao Parker."
E così dicendo sparì tra gli studenti.
Mentre era sovrappensiero Alexia venne interrotta dalle voci delle sue amiche.
"Allora? Hai deciso da che parte stare?" tuonò Jaqueline.
"Sì. Da nessuna delle due. Perché non posso essere amica di entrambe? Non voglio perdere nessuna di voi, tengo molto alla vostra amicizia."
"Ho sbagliato." ammise Matilde: "Mi dispiace per quello che ho fatto, ma non ho saputo dare conto alla mia testa, ho dato conto al mio cuore."
"Sì ma lo sapevi che mi piaceva, insomma, è come se io ci provassi con Parker!" 
Alexia ebbe un sussulto: "Che cosa centra Parker?!"
"Perché a te piace Parker, pensa se io ci provassi con lui." fece Jaqueline.
"Frena." esitò Alex: "a me non piace Parker, affatto!"
"Alexia..." disse Matilde.
Ma cosa diavolo le faceva credere che ad Alexia piacesse Parker?
"Ragazze, è uno stupido, senza spina dorsale, che se le fa tutte. Non c'è alcun motivo che mi potrebbe portare a provare qualcosa per lui."
"E smettila di negarlo, è così evidente!" disse Jaqueline.
"Voi vi siete bevute il cervello, ma da dove diavolo vi è uscita questa immane stronzata?"
Scrollarono le spalle e se ne andarono.
Ma si erano bevute il cervello? Alex provò a pensare a lei e Parker insieme, si fece una risata e poi tornò a pensare a cose serie.
Ma non durò molto visto che ricominciò a pensare quasi immediatamente a quella assurda conversazione.
Andiamo... Parker! Assolutamente no, che schifo! 
   
 
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