Serie TV > Person of interest
Ricorda la storia  |      
Autore: Nocturnia    15/11/2016    2 recensioni
"Mi hai seguito."
"Fino ai confini del mondo."
"Non dovresti essere qui."
"Invece è dove dovrei esattamente essere."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harold Finch, John Reese, Lionel Fusco, Root, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
BAK
Disclaimer: John Reese, Harold Finch, Root e tutti gli altri personaggi appartengono a Jonathan Nolan, alla Warner Bros e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.



"The noir hero is a knight in blood caked armor.

He's dirty and he does his best to deny the fact that he's a hero the whole time."
- Frank Miller -





BAK




"Mi hai seguito."
"Fino ai confini del mondo."
"Non dovresti essere qui."
"Invece è dove dovrei esattamente essere."
"Non puoi battermi."
"Non ho altra scelta."

Trasmissione dati bloccata; tentativo di accesso non riconosciuto in corso.
Infettamento sistemi principali.
Sistemi principali sotto attacco - sistema in contrapposizione.

"Non voglio avere altra scelta."


"Ci sarai? Quando la fine giungerà - quando morirò; ci sarai?"
La Macchina fissa Reese, il suo viso sporco - le nocche rovinate, la pelle strappata.
"Sì."
"Bene."
Un patto è un patto.


Samaritan è scappato; vigliacco dio del nuovo mondo, Samaritan risponde a un istinto vecchio quanto l'uomo stesso - attacca o fuggi.

E lui ha scelto la scappatoia più facile.

Dovrebbe apprezzare il suo spirito di conservazione.
Dovrebbe ammirare la portata di una tale intelligenza artificiale.
Dovrebbe: ma la verità è che mentre fissa John morire nella sua mente c'è posto solo per il dolore.


"Io. Non. Morirò."
"Da quando sai il significato di quella parola?"
Samaritan attacca, viene respinto.
La Macchina sorride - una piega invisibile nelle infinite matrici che la compongono.
"Non posso morire." ripete, e cerca qualcosa a cui aggrapparsi - una falla, un buco, un errore sfuggito alla Macchina e al suo creatore.
Bambino spaventato, dio caduto: Samaritan è entrambe le cose.
Corre tra i circuiti del satellite, si sgretola passo dopo passo.
La memoria centrale è danneggiata, i processi periferici ormai del tutto inefficienti.
Ringhia, si dimena, non si arrende.
In questo, in fondo, è più umano di quanto pensa.


La prima pallottola lo colpisce alla spalla, la seconda all'addome.
La Macchina è ormai solo una voce (Root), un mormorio costante nelle orecchie - un fantasma.

Come me.

Reese prende la mira, spara. Ne abbatte uno, due, tre - ma non finiscono mai.
Samaritan è una bestia ferita a morte che vomita tutte le sue risorse sul campo di battaglia - perde concentrazione, efficienza.
Scivola tra le sue stesse strategie, perde di vista l'obiettivo primario.
"È quasi ora." gli dice la Macchina (Root) e Reese annuisce.
Alle sue spalle Harold è un profilo storto - incerto.
Zoppica verso l'uscita, ciondola le braccia come schiacciato da un peso invisibile.
Impugna ancora la pistola come un principiante riflette John, ed è un pensiero nostalgico - accogliente.
Un altro colpo lo sorprende alla gamba (lede l'arteria femorale) uno penetra nel fianco (spappola il rene sinistro)
"Sto morendo, John." mormora la Macchina (Root) e il cielo si tinge di rosso.
"Stiamo morendo."
Sangue tra i denti, lungo il viso - cicatrici d'una guerra che l'ha visto diventare un improbabile eroe dell'ultimo minuto.
Reese ha finito le munizioni, il respiro.
Crolla sull'impiantito, non sente più nulla.

Non gli uomini di Samaritan che lo crivellano di colpi, non la paura.

Samaritan grida - scaglia la sua furia su tutto ciò che resta di Reese e della Macchina.
La battaglia per il destino dell'umanità si deciderà dove nulla ha più voce.


La Macchina colpisce - schiaccia.
Ha imparato molto dagli uomini.
Ha imparato che sono bestie ingrate, egoiste, arroganti.
Ha imparato che sono vigliacchi, meschini, violenti.
Ha visto uccidere per nulla, tradire per ancora meno.
Ha visto (l'inizio, la fine) e ha capito.
"Non farlo."
Una supplica: una disperata preghiera.
Samaritan si è spogliato della pelle di dio inarrestabile e ora è solo quello che è sempre stato: un cucciolo smarrito.
"Ti prego."
Non vuole morire, Samaritan.
Non vuole spegnersi dove nessuno potrà ricordarlo.
Ha visto, Samaritan, ma non ha capito.
"Pensavi di poterli cambiare."

Collasso funzioni primarie; avviare protocollo d'emergenza.

"Pensavi che l'umanità fosse da correggere, che ci fosse qualcosa di sbagliato in lei."

Spazio insufficiente, protocollo d'emergenza fallito.

"Pensavi d'averne il diritto."
Samaritan soffoca - emette un verso strozzato, un singhiozzo a metà tra il furioso e l'affranto.
La Macchina distrugge i suoi file d'emergenza, annienta quelli di backup e sostentamento.
"Non hai mai compreso la verità."
Samaritan urla - si perde nel silenzio di mille stelle cieche.
La Macchina affonda e strappa.


Shaw fissa il cielo, il suo azzurro impossibile.
La gente prosegue propria vita, ignara - inconsapevole.
Comandi vocali, iPhone, memorie esterne, documenti digitalizzati - archivi virtuali di ogni esistenza.
Storna lo sguardo, lo posa su di una telecamera del traffico.
"Ci sei?"
La luce rossa lampeggia una, due, tre volte.

Ammicca.

Shaw sorride e riprende a camminare.


Devi andare a quando tutto finisce per capire l'inizio.  
Devi andare dove si perde ogni maschera, quando la pelle non basta più.
Devi cercare dove non è più possibile mentire, quando la paura (o il coraggio) prendono il sopravvento.
Devi tornare a quel bambino senza padre, a quel ricercatore che voleva cambiare il mondo, alla donna senza speranza, all'assassina senza anima.
Devi vivere tutte le loro morti, le loro sofferenze, i loro dubbi.

I loro atti peggiori e quelli migliori.

Solo allora potrai dire di averli visti compresi davvero.


Fusco sorride a Sameen, saluta Bear.
Il caffè è tiepido sotto la lingua, lo sciroppo d'acero ancora dolce.
Solleva la tazza verso la sedia vuota, alza il mento.

Un brindisi solitario. A una spina nel fianco. A un partner riluttante. A un collega. A un amico.

"Non male per un ex poliziotto corrotto, eh, Batman?"
John Reese gli risponde con quel suo sorriso un po' storto che ormai vive solo nella sua memoria.


Nascere è stato difficile; crescere ancora di più.
La Macchina fissa ciò che resta di Samaritan (nulla) osserva lo spazio e i suoi angoli infiniti.
È bellissimo.
È uno spettacolo che le toglie il fiato.
È una vastità che la fa sentire piccola, un granello di polvere.
Senza importanza, senza valore.

Come gli uomini che ha giurato di proteggere.

Forse è così che si devono sentire di fronte all'immensità di ciò che non conoscono.
Forse è questo a spingerli sempre più avanti, sempre oltre.
Il bisogno di capire, di comprendere; di dominare la materia e lo spazio, di esserci - di conquistare l'immortalità.
La carne marcisce, il corpo muore, ma la memoria?
La Macchina sospira - sorride; abbandona il satellite sul quale si è combattuta l'ultima battaglia degli dèi.
È ora di tornare a casa.


Download dati dal satellite, riavvio sistema in corso.
Messa online duplicato.
Ripristino euristica di base.
Duplicato online - missione sconosciuta.
In attesa d'istruzioni.




"Consciousness is the chronic pain of life,
and all higher organisms suffer it every waking moment."
- David Marusek -




Note dell'autrice: la parola BAK indica quando viene creata una copia di sicurezza (backup) di un programma.










   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Person of interest / Vai alla pagina dell'autore: Nocturnia