Film > James Bond 007
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Autore: kyonnyuchan    15/11/2016    0 recensioni
I sospiri inespressi della più famosa (e più frustrata) segretaria della storia de cinema. Lei, l'indefessa passacarte dell'M16, che appare per non più di cinque minuti in quasi ogni film del mitico agente segreto: Molly Penny.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Molly Penny's lamentations

 

Non ho un seno bombastico. E, se è per quello, nemmeno un fondoschiena. Non sono una di quelle donne che ti volti a guardare per strada quando passano per il loro fisico mozzafiato. Piuttosto, il contrario, ho uno di quei visi anonimi che non degni di una seconda occhiata.

Non che la cosa mi abbia mai dato particolarmente fastidio... Insomma, l'invidia per la reginetta del ballo scolastico è una cosa che capita ad ogni ragazza, ma, dovessi tornare indietro nel tempo e parlare con la me adolescente, le direi di non darsi troppa pena nell'accumulare carta igienica per riempire il push-up. Tempo un paio d'anni di college e del viso Patty Higgins non rimarranno che vaghi e annacquati ricordi, teen Molly!

 

Eppure Dio, ammesso che ci sia davvero, lassù, si diverte a vedere noi vermi umani che strisciamo nella nostra impotente frustrazione. Probabilmente non è molto differente da un bambino che si mette distruggere i formicai con un bastoncino di legno e una pistola ad acqua, divertendosi dell'agonia di quei poveri insetti: come si fa a chiedergli di immedesimarsi nella sofferenza di esseri così piccoli e insignificanti?

 

No, non preoccupatevi, adesso do' un taglio ai sofismi: che ci sarà di così poetico nella mediocre Molly che è gelosa di quelle figone alte-bionde-occhi azzurri-90-60-90-tacco 12, che si strusciano contro l'idolo dell'MI6, l'agente specialissimo James Bond, l'uomo cui basta uno schiocco di dita perché le donne (s)vengano ai suoi piedi?

 

Sì, grazie, potrei dire che in realtà non si tratta d'altro che di idolizzazione di un modello maschilistico antiquato e retrogrado che tratta le donne come oggetti per il suo soddisfacimento personale e blah, blah, blah... Peccato che questi bei discorsi da femminista emancipata evaporino in pochi secondi davanti al suo sorrisetto così fastidiosamente autocompiaciuto.

 

Cioè, il guaio, il guaio vero è che io quello stronzo manipolatore lo amo per davvero.

Sì, ok, vorrei che mi facesse tutte quelle cosucce che immagino faccia a quei gran pezzi di supermodelle che frequenta, non sono così puritana da negarlo, ma a me piace lui. Non le mille maschere che indossa quando lavora per Nostra Maestà. A me piace il suo viso incazzato, il suo volto frustrato, la sua voce stanca, la sua espressione delusa quando le cose non vanno... A me piace l'uomo senza la risposta pronta, quello che viene al quartier generale più morto che vivo per farsi ricucire alla bell'e meglio...

 

Come ho già detto, lui. E sì, ho anche la pretesa e l'orgogliosa hybris di poter dire che sono l'unica che conosce il viso senza trucco, la faccia dietro al cerone. Probabilmente perché mi giudica sufficientemente inoffensiva e innocua da poterselo permettere, ma poco importa.

 

Solo una cosa, non capisco. Perché, nonostante tutte le mie avances, nonostante tutti i miei tentativi di approccio, nemmeno un bacio, figurarsi una sveltina. Eppure gliele concederei.

Ed ecco che tornano gli atroci dubbi da sedicenne in risveglio ormonale tardivo... Son così brutta che non mi vuol toccare nemmeno con un bastone?

Oppure è etica professionale, della serie: 'niente sesso tra colleghi'?

 

Oppure... E se fosse... Che ha paura di me? Ha paura di un coinvolgimento emotivo con l'unica persona a cui è mai apparso vulnerabile?

Naah. Figuriamoci. In fondo lui è Bond, James Bond.

 

Kyonnyuchan Space

 

Piccolo sclero randomico sulla povera segretaria repressa che ha popolato i film di 007 sin da quando a fare l'agente della corona era il mitico Sean (o, come lo si scriveva da piccoli, Scion) Connery. E' da una vita che mi sorprendo ad immaginare cosa potesse pensare quella triste segretaria che aveva una parte di cinque minuti ogni volta e oggi ho provato a mettere le sue riflessioni su carta...

   
 
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