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Autore: KagomeSmile    15/11/2016    0 recensioni
Piccola fanfiction introspettiva concentrata su Honoka Yukishiro/Cure White nel momento in cui scopre che Kiriya, il ragazzo che si stava scoprendo essersi innamorata, è uno dei nemici di Dozuku.
Perchè è destino che lei sia stata scelta come Protettrice della Luce.
Ed è destino che lui sia uno dei nemici.
Ma che destino è quello che fa incontrare e dividere due anime gemelle?
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Perdonate i deliri della febbre xD Ma è un periodo in cui sono presa dai feels, e mi sembrava giusto dedicare una cosina anche a questa mia OTP alla quale sono molto legata fin dall'infanzia
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Honoka Yukishiro/Cure White, Kiriya Irisawa, Nagisa Misumi/Cure Black, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Se chiudo gli occhi nella mia mente scorrono velocemente tutti i momenti passati con lui. 
Il nostro primo incontro alla stazione del treno, prima di andare a scuola. Lui provò ad attaccare bottone con me, ma io risposi distrattamente perché pensavo ancora al progetto di scienze per il club. Ricordo il suo volto quasi spiazzato dalla mia reazione. Ricordo quella volta al campo del nostro amico Kimata in cui lavorammo assieme solo noi due: in quel momento tra noi scattò qualcosa. Lo sentivo vicino a me, e so di per certo che anche lui provava lo stesso. La conferma l’ho avuta pochi giorni dopo…
Ricordo il nostro primo litigio. Come era furente quella mattina… Non l’ho mai visto così contrariato. Ricordo che quando mi urlo la frase “Perché non hai pensano un po’ anche a me?!” fu come un colpo diretto al cuore. Qualcosa in me scattò, una specie di consapevolezza, che forse tra noi c’era qualcosa di più che una semplice amicizia. Ricordo infatti la frase che mi disse FujiP all’uscita da scuola, riguardo all’accaduto, frase tra l’altro interrotta a metà perché guardandomi capì che non avevo idea di che cosa parlasse. –Non hai ancora capito che Kiriya è…?-
Ricordo i suoi sguardi, i suoi gesti, le sue parole sempre così dolci ed educate e i suoi saluti, sempre un po’ impacciati ma anche eleganti come quelli di un principe delle favole. Ricordo ogni singola nostra conversazione, ogni nostro minimo tocco. E ricordo come stavo bene con lui. Tutti i problemi (la scuola, i miei genitori lontani, il fatto di essere una Pretty Cure,…)svanivano magicamente e mi sentivo in pace col mondo. Mi bastava incrociare i miei occhi con quelli verde scuro di Kiriya per stare bene.
E ora di tutto questo … Cosa è rimasto?
Dopo scuola abbiamo fatto un pezzo di strada insieme: capita qualche volta, se non avevo attività extra scolastiche o non uscivo con Nagisa e le altre. E mi piaceva chiacchierare con lui, anche se per poco. Ma stranamente durante il tragitto non disse una parola, rimase a qualche passo davanti a me, con lo sguardo fermo e severo. Giunti vicino al torrente, dopo il ponte, decisi di indagare sul suo strano comportamento. Così gli chiesi: -Kiriya c’è qualcosa che non va? Sei così silenzioso oggi…-
Lui si blocca un momento, e senza rispondere alla mia domanda, mi chiese: -Dimmi Honoka, ti piace la nostra scuola?-
Sorpresa dalla domanda, lo guardo un secondo attonita, ma poi sorridendo gli rispondo che sì, mi piace. Sono riuscita a farmi degli amici, quindi ammetto che mi piace.
-Per me è stato faticoso ambientarmi  fin dal primo giorno. Ma devo ammettere che tutto sommato sono contento di esserci venuto. Perché comincio a farmi qualche amico e poi… Ho avuto la possibilità di conoscerti.- vedo che alza la testa, e probabilmente sta sorridendo.
Sorrido anche io, e mi avvicino di un passo, col cuore che palpita all’impazzata. –Anche io sono contenta di averti conosciuto! Siamo stati bene l’altro giorno…- dissi io ricordando quel pomeriggio a raccogliere la verdura. Ricordai della caduta di Kiriya e del suo taglio. Così gli misi un cerotto e poi continuammo a lavorare assieme. –Dovremmo tornarci di nuovo dai nonni di Kimata!- aggiungo con entusiasmo. Anche se forse mi piacerebbe solo se stessi di nuovo da sola con lui.
-Io non ho mai provato una sensazione come quel giorno a scuola- continua lui.
-Quale giorno?-
-Quando sei venuta ad affrontarmi in classe.-
Divento rossa di vergogna ripensando alla mia scenata da pazza. –Si, lo so scusa… è che quel giorno… ce l’avevo con te…- farfuglio io, mentre cerco di controllare il battito cardiaco. Mica sto per avere un infarto? Sono troppo giovane e sana per avercelo. Eppure ho il cuore che va talmente veloce che quasi non riesco a riconoscere i colpi-
-Non fa niente…-dice lui con sufficienza. –Nessuno mi aveva trattato così. Per la prima volta mi sono sentito…- ma non finisce la frase.
-Kiriya ti stai comportando in modo strano oggi. Che cosa c’è che non va?-
Improvvisamente inizia a piovere. –Meno male che ho l’ombrello…- dico mentre apro la mia borse e inizio a cercarlo. Una volta trovato, lo tiro fuori, lo apro e mi avvicino a lui per proteggerlo dalla pioggia insieme a me. Siamo vicini, e improvvisamente mi sento accaldata, mentre il cuore continua ad andare anche più velocemente di prima. –Riparati…- gli dico dolcemente.
Sembra quasi che lo abbia preso alla sprovvista. Per un attimo ha un viso sorpreso, poi torna con la sua espressione seria. –Kiriya…Cosa c’è?-
-Oggi ho capito che non posso più andare avanti in questo modo.-
-Cosa? Scusa ma che significa?- andare avanti in questo modo? Ma di cosa parla? Forse gli da fastidio la mia presenza? Ma non sembrava così… e poi spesso era lui che mi cercava… Cosa sta dicendo? Lo guardo confusa.
-Che ho deciso di lasciare la scuola.-
-E perché?- dico sorpresa, spalancando gli occhi.
Lui si allontana bruscamente. Faccio per andargli dietro, ma lui risponde tagliente –Perché devo.- E poi aggiunge in tutta fretta, quasi stufo di fare quella conversazione. –Ma possibile che non l’abbia ancora capito?!-
-Che devo capire?- chiedo ancora più confusa di prima. Come sarebbe dire che “deve lasciare la scuola”? E poi come sarebbe che non ho capito? E soprattutto cosa non ho ancora capito?
-Indovina- indica la borsina dove tengo Mipple. –Prova a chiederlo alla tua amichetta!-
Istintivamente porto la mano sulla borsina, come per proteggerla. Lui continua, quasi con cattiveria. –E’ stato facile nasconderti chi sono in realtà.-
-Perché scusa, chi saresti?- la paura inizia ad impadronirsi di me, e il mio cuore inizia a battere con un ritmo nuovo. Un ritmo di battaglia. Un dubbio nel frattempo si insinua nella testa, ma il cuore lo rinnega. Non voglio crederci. Non è possibile. –Ti prego, spiegati meglio. Non ci capisco più niente!- Come fa a sapere Mipple? Oppure intendeva Nagisa con “la tua amichetta”?
-Io sono diverso da tutti gli altri…-
-Diverso? Che vuol dire diverso?-
-Mipple… Si chiama così, no? Chiedile se ha capito.-
-In questo momento sta dormendo… Eh?!- e improvvisamente il dubbio diventa più forte, una vocina dentro di me lo dice sottovoce, quasi in un sussurro. Ma ancora una volta il cuore urla più forte e lo nega ancora. E ancora. Non può essere. Non è così. Sicuramente. Non voglio che sia così. Però… Come fa a sapere di Mepple?
-Te lo spiego io- abbassa la testa, si mette una mano sul collo, sotto la camicia e si sfila una collana. Come ciondolo una pietra gialla. La osservo confusa e poco dopo ecco che partono i flashback nella mia testa. Tutti i nemici di Dotsuko… Pisard, Gekidrago, Poisonny… avevano tutti quella stessa collana, con una pietra uguale, ma di diverso colore. Spalanco gli occhi. Il dubbio diventa quasi realtà. –Ah… Allora tu sei…!- ma mi blocco. Non posso crederci. Non voglio crederci. –No, Kiriya! Non ci credo!- No, non voglio! Non voglio!
Un tuono in lontananza, e Kiriya alza lo sguardo su di me. È quasi irriconoscibile: ha lo sguardo duro, quasi maligno e mi guarda quasi con odio. Sono terrorizzata e mi sento trafitta da mille aghi. La pioggia continua a battere su di noi, ormai bagnati fradici. Ma è come se non esistesse nulla di tutto questo, esistiamo solo noi. Solo noi e questa verità così orribile e straziante.
Una folata di vento fa scappare via il mio ombrello, che finisce nel fiume sotto di noi, ma i miei muscoli non si muovono, perché sono paralizzata. Fa niente per l’ombrello. Posso ricomprarlo. Ma Kiriya… Kiriya è…
-Riunire le sette pietre per sua Maestà re Jaku. È questa la mia missione.- dice lui chiudendo la mano davanti a me.
Lo guardo confusa e ferita, il mio cervello che inizia ad elaborare l’informazione appena ottenuta e il mio cuore che continua imperterrita a rinnegare la verità che il ragazzo davanti a me ha finalmente svelato. “Viene da Dotsuku. È un mio nemico” il pensiero si fa sempre più opprimente, e cerco di negare con la testa scuotendola.
-Non è vero…- chiedo indietreggiando, come se questo mi permettesse di scappare da questa orribile realtà. –E’ una bugia!- esclamo con la voce spezzata. Sento gli occhi pizzicare, ma che non piango, perché non voglio piangere in pubblico.
-L’unica ragione per la quale mi trovo qui è per sconfiggere te e la tua amica Nagisa in un combattimento.- dice lui, serio. –Devo eseguire gli ordini. I suoi occhi sono seri e imperturbabili. –Non mi è concessa altra scelta.- aggiunge.
-Ma allora tu… Sapevi che siamo le Pretty Cure e che lottiamo per il Giardino della Luce…!-
-Mi dispiace Honoka. Ma io non posso cambiare il mio destino.- avvicina la collana al petto e continua: -Non è in mio potere.-
-Kiriya…- sussurro io, con un groppo alla gola. Non posso crederci. Non voglio crederci. Lo guardo, col cuore che sanguina di dolore, e nei occhi vedo solo rabbia, tristezza, rassegnazione.
Poi si occhi si rilassano, e sento già una piccola speranza nel petto. Alza gli occhi al cielo, con fare quasi filosofico, e la sua espressione diventa malinconica. –Se fossi nato qui nel vostro mondo avrei sicuramente avuto un destino molto diverso da quello che adesso devo assecondare…-
-Kiriya… no…- il dolore al petto è talmente forte che mi manca il respiro. Lo guardo per vari minuti, forse anche ore, non lo so con precisione. Lui rimane lì: in silenzio. Sotto la pioggia. Non mi guarda più e questa cosa mi fa talmente male che temo di morire. Non ho mai provato una cosa simile. Poi dal nulla, lui se ne va, dicendomi solo un “Ci rivedremo.”. E’ solo un’altra pugnalata dritta al cuore.

Torno a casa anche io, mi faccio una doccia veloce, asciugo i vestiti della divisa, poi mi metto da sola in camera mia, a fissare la scrivania, con lo sguardo perso nel vuoto. Mipple nel frattempo si sveglia, e mi vede così. Mi chiede che succede, ma non voglio farla preoccupare, inoltre è un argomento pungente, quindi preferisco dirlo in presenza anche di Nagisa e Mepple. Perciò le dico che va tutto bene.
Arriva mia nonna, e dopo che Mipple si nasconde, le do il permesso di entrare. –Nonna si può cambiare il proprio destino?- chiedo. È una domanda strana, lo so. E probabilmente provocherà la curiosità della nonna. Però magari potrebbe aiutarmi. Non voglio dire addio a Kiriya. Non posso. Io voglio continuare a stargli accanto. Voglio dargli speranza. Voglio fargli capire che può cambiare il suo destino, lottare contro di esso. E avere il finale che vuole.
-Non lo so. Immagino che dipenda dal carattere della persona. Ma credo che per modificare radicalmente il corso del proprio destino per ognuno di noi sia indispensabile avere determinazione e impegno costante. Per non parlare della cosa più importante naturalmente.-
-Quale sarebbe, nonna?-
-La volontà di capovolgere la propria sorte, piccola mia.-
-Basta la volontà…- ripeto io sottovoce, come per darmi coraggio. Come posso fare a smuovere la volontà di Kiriya? Ho bisogno di parlarne con qualcuno che di volontà ne ha parecchia. Così la mattina seguente chiamo Nagisa e le chiedo di vederci, insistendo. Così la rossa mi invita direttamente a casa sua, poiché deve fare da babysitter al fratellino Ryota.
Arrivo poco più tardi portando dei biscotti fatti dalla nonna. Mi accolgono sia lei che Ryota, poi andiamo in camera di Nagisa. Dopo che ci siamo liberate dal bambino, ci mettiamo sedute al tavolino al centro della stanza, e mentre lei si rimpinza ci patatine, mi chiede che succede. Le dico che il giorno primo ho parlato con Kiriya. Le dico la verità. Le dico che è venuto da Dotsuku per combatterci. Sia Nagisa che Mepple e Mipple reagiscono con gran sorpresa, e sembra quasi che lei non ci creda. Le dico che ho paura. E Nagisa capisce che probabilmente dovremmo lottare contro di lui. Il solo pensiero mi fa attorcigliare lo stomaco, e il mio cuore sanguina ancora un pochino.
La sera stessa, mentre provo a studiare-anche se inutilmente, dato che continuo a pensare alla chiacchierata con Kiriya- ricevo un messaggio proprio da lui che chiede di vederci con Nagisa alle 4 del mattino successivo. 
 
E così io e Nagisa ci presentiamo all’incontro. Siamo in ansia e non vogliamo assolutamente combattere contro di lui. Proviamo a farlo ragionare, ma inutilmente. Perché inizia a colpirci senza che ci trasformiamo. Da una parte non voglio nemmeno farlo, ma dall’altra mi sento in dovere di proteggere Mipple e Mepple. Dopo averci colpito più forte, mi volto verso di lui, già dolorante, e col cuore che mi duole in modo così straziante che sembra me lo stiano togliendo dal petto. Lo guardo, e lui guarda me. Sembra quasi pentito e preoccupato per me. Questo un po’ mi rende felice. Forse ho ancora una speranza di salvarlo. Mepple ci ordina di trasformarci. Io esito, ma Nagisa stringendomi la mano mi rassicura con lo sguardo. “Andrà tutto bene” mi dice con gli occhi. Le sorrido.
Ci trasformiamo velocemente, e improvvisamente mi chiedo se per Kiriya è la prima volta che ci vede trasformarci.
-Finalmente avete deciso di reagire…- commenta per provocarci lui.
Cure Black allora risponde con una nota di amore nella voce. –Dobbiamo proteggere Mepple e Mipple!-
-Ognuno di noi ha la propria missione da compiere.- commenta tranquillamente. Poi aggiunge. –E’ strano il destino.-
Sento un sentimento forte nascermi da dentro, chiudo le mani a pugni e mi mordo un labbro mentre lo sento parlare di destino. –Tu hai il potere di cambiare il tuo se lo desideri davvero!- dico allora guardandolo supplichevole.
Lui stupito e quasi ferito si blocca per un secondo. Poi torna alla sua espressione severa e truce e ribatte:
-Non è vero. Questa è una sciocchezza.- ma sembra che lo dica solo per convincere se stesso, e non in risposta alla mia affermazione. –E comunque… ormai è tardi.- Viene verso di noi e prova a colpirci. Ci scansiamo insieme, ma poi lui ci raggiunge, e scaraventa prima me da una parte e poi Cure Black dall’altra con un colpo. Cerco di reagire provando a colpirlo col braccio, ma lui lo scansa con facilità. Effettivamente potrebbe averci studiate durante i combattimenti coi suoi…. Coi suoi compagni.
Kiriya colpisce Black, che finisce a terra. Provo a raggiungerla, ma lui mi precede e mi colpisce forte. Urlo di dolore fisico ed emotivo e finisco a terra, lontana parecchi metri da dov’ero, con la pancia in giù.
-Cure White!!- grida preoccupata Black.
Sul volto di Kiriya si dipinge un’espressione preoccupata, ma dura sempre pochi secondi. Mi rialzo, e lo vedo dietro di me in piedi tra noi due, con il volto rivolto a terra e coperto dai capelli lunghi e lisci.
Mipple ci consiglia di usare il vortice, ma io mi rifiuto. Kiriya ci provoca dicendo di volerla provare.
-Non abbiamo nessuna intenzione di usare il Doppio Vortice su di te!- dice tranquillamente Black.
Kiriya spalanca gli occhi sorpreso e la guarda come se fosse una aliena.
Intervengo io che con voce dolce aggiungo: -Sei un nostro amico, non ci pensiamo nemmeno!-
Lui allora si gira verso di me e con violenza mi urla: -No! Noi non siamo amici!-
-Sì che lo siamo!- grido più forte io, stringendo i pugni. –Hai iniziato a pensare di essere un ragazzo come gli altri, provi le nostre emozioni!- Lui si blocca meravigliato dalle mie parole. Sa benissimo che è così. Che ho ragione. Soddisfatta dalla sua reazione continuo con più foga. –Fra noi due si è creata una perfetta sintonia, è per questo che siamo andati d’accordo e ci siamo divertiti tanto insieme!-
Lui si arrabbia e mi urla contro di nuovo. –STA ZITTA!- Poi si aizza contro di me e mi colpisce con un calcio che paro con le braccia. Kiriya fa una salto all’indietro, Black lo precede e lo colpisce sulla schiene coi piedi, ma lui come se nulla fosse, riesce in qualche modo ad allontanarsi e saltando acrobaticamente si allontana da lei.
-Kiriya ragiona, non è troppo tardi- lo supplica Black.
Provo ad intervenire anche io, guardandolo con occhi supplichevoli. –Abbi il coraggio di cambiare il tuo destino!-
-State zitte…- la mano appoggiata a terra si chiude in un pugno, con forza. –Se mi fermo adesso…- si alza in piedi e ci urla in faccia con violenza: -…dovrò tornare nell’oscurità!- e si lancia di nuovo in battaglia.
-L’hai voluto tu! Se non ti fermi da solo ti costringeremo noi! - dice Black.
Si ricomincia a lottare. Black imperterrita continua a fargli ricordare ciò che ama di questo mondo: il calcio, i suoi compagni di scuola e gli amici che si stava facendo. Kiriya sembra reagire a quelle parole, la guarda con occhi sorpresi, sembra quasi che riviva i bei momenti. Ma dura sempre troppo poco. Perché poi torna alla carica. Allora Black ci va giù pesante e lo rimbecca. –Possibile che tu non abbia ancora capito come si senta Honoka?! Era così felice perché pensava di essere riuscita a diventare tua amica! Lei ti ha accettato con tutto il cuore, stavate benissimo insieme… Honoka è una ragazza leale. Non capisci quanto soffre in questo momento?!- conclude riempiendolo di pugni, che però lui riesce a schivare, nonostante la sua espressione sia cambiata incredibilmente. Le sue parole mi hanno intenerito, è stato come un abbraccio caldo e affettuoso e in quel momento mi ha fatto sorridere. Sono fortunata ad avere un’amica come lei. Nagisa è il massimo.
Nagisa continua ad urlargli contro–Sei perfido e cattivo! Lei non merita il male che le fai!-
Con una violenza e un’espressione arrabbiatissima in volto Kiriya prova a colpirla con un calcio, che però Black evita tranquillamente, mentre mi metto in mezzo tra loro, schivandolo a mia volta. Proviamo ad andargli addosso insieme, ma lui con un colpo di energia ci scaraventa via immediatamente, io da una parte e Black dall’altra.
Sono a pancia in giù, e sento tutte le ossa rotte. Il dolore al petto diventa ogni secondo più forte, mi sembra che qualcuno mi stia strappando il cuore in mille pezzi. Kiriya mi raggiunge velocemente. Lo sento sopra di me, ma non riesco ad alzarmi. Sento che sta per colpirmi, ma non so perché esita. Che non riesca farmi male perché. Perché siamo uniti da un sentimento che Nagisa e le altre sue amiche chiamano amore? È questo che proviamo? Sono quasi tentata a voltarmi a guardarlo negli occhi e provare a parlarci, per trovare una soluzione. Ma Cure Black mi precedete e urlando il mio nome si aizza contro Kiriya buttandolo a terra. Anche Black è esausta e rimane a terra accanto a me, cercando di lottare contro il suo dolore fisico per rialzarsi e combattere.
Io e Black ci rialziamo a fatica, anche Kiriya si rialza e si pulisce il mento con una mano. È ferito. Non volevo che si facesse male. Dovrebbe pulire la ferita, potrebbe fare infezione. –Perché vi ostinate così? Perché continuate a combattere senza sosta per il Giardino della Luce?- chiede lui. È evidente che non riesce a capire davvero. –Non è il vostro mondo, non vi riguarda!-
-Perché siamo le uniche in grado di protegger e il Giardino della Luce, Mipple e Mepple!- risponde Black.
-Non importa quello che accadrà a noi due. Tu non riuscirai mai a prendere le cinque pietre prismatiche- aggiungo io con forza.
Lui mi guarda, con un’espressività nuova. Sembra sia sorpreso, ma anche pentito, e preoccupato. Volevo fare la dura, come Black. Ma perdo i sensi e crollo in ginocchio.
-Cure White!- Black mi prende al volo e mi accompagna dolcemente giù. –Parlami ti prego…!-
Kiriya inizia a guardarmi come se si fosse pentito di tutto, come se si sentisse in colpa nei miei confronti. Era preoccupato, e anche molto.
-Honoka…!- grida preoccupata Black.
Kiriya continua a guardarmi preoccupato con la bocca aperta. Black lo guarda con odio ed esplode trattenendo le lacrime: -Se contento Kiriya?! Ti ritieni soddisfatto di aver ridotto Honoka in questo stato?! Vuoi quelle pietre prismatiche a tal punto da eliminare una persona che si è dimostrata tua amica?!-
E qualcosa nel volto di Kiriya cambia. Il volto si rilassa. Il cielo torna sereno, e Kiriya abbassa lo sguardo. Si avvicina a noi, con un’espressione seria che non traspare emozioni. Si stacca dal collo la pietra prismatica e ci guarda. Poi inizia a parlare: -Io non ho la forza per cambiare il mio destino. Ma sembra che voi due l’abbiate. L’incredibile energia che vi lega è così potente che riesce a guidarvi verso il vostro destino. Sento la forza di attrazione che c’è tra le pietre… sono certo che è merito vostro se riesce a scaturire.- Poi prende la mia mano. Quel contatto dolce e caldo dopo la lotta mi avvolge come un abbraccio, e quasi mi sento meglio. Mi lascia sulla mano la pietra e mentre con le sue mani chiude la mia dice: -Queste pietr è con voi che devono stare… Continuate il vostro cammino. –
-Kiriya non farlo…- mormoro io guardandolo supplichevole.
-Devo andare. So che bene cosa mi aspetta, e non posso fare nulla per cambiare il mio destino.- poi si gira. Alle sue spalle appare Ilkubo che lo guarda in espressivamente. Kiriya  si rivolta di nuovo verso di noi per dire una semplice parola, ma per me è una pugnalata dritta al cuore. –Addio.- ci sorride. Mi sorride. Ed io sento di morire dentro.
-Kiriya!- urla Black, sperando di distrarlo.
-Non andare! Tu non sei come loro!....- urlo io, in preda al panico. Non voglio dirgli addio, non voglio. Non voglio assolutamente! –Kiriya rimani qui! NON DEVI ANDARE!-
Black piange mentre mi abbraccia forte, quasi come se volesse consolare anche me.
Kiriya si incammina verso Ilkubo senza far rumore, poi si ferma davanti a lui. Hanno uno scambio di battute, poi Ilkubo apre il suo mantello, e Kiriya ci va dentro. -Kiriya NOOOOOO!- riprovo a chiamarlo, stavolta trattenendo le lacrime, che birichine iniziano a riempirmi gli occhi. Lui si volta a guardarmi, come per salutarmi ancora una volta, come se volesse vedermi per l’ultima volta. Sento il cuore lacerarsi, e i miei occhi bruciano da impazzire. Poi chiude gli occhi, e avanza nell’oscurità. La sua figura si fa sempre più scura, finché non scompare del tutto.
-KIRIYA NOOOOOOOOOOOOOOOO!- grido disperata mentre vedo la sua figura sparire. Ilkubo dice qualcosa, ma non lo sto ascoltando. Nella mia testa risuonano tutte le frasi che mi ha detto Kiriya da quando ci conosciamo. All’inizio si vedeva che faceva fatica ad ambientarsi, era così diverso da noi… Ma poi si è fatto degli amici, persone che gli volevano bene. E poi c’ero io. Credo di essermi innamorata di lui. Anzi, non c’è dubbio. Sono innamorata di Kiriya. Ma ormai è troppo tardi.

Sciolta la trasformazione, rimaniamo sulla collinetta davanti al torrente a guardare finalmente l’alba. I miei occhi bruciano ancora e sento un peso allo stomaco. Il dolore al petto è perpetuo. Pensando a Kiriya, e alla domanda che mi fece prima di confessarsi con me, mi ritrovo a chiedere a Nagisa, Mepple e Mipple. –Secondo voi… a Kiriya piaceva andare a scuola?-
-Eh?- fanno loro in coro.
-In fondo era un ragazzo come noi, c’era poca differenza, insomma credo che provasse le stesse cose che proviamo noi riguardo alla scuola…- continuo io con lo sguardo verso l’acqua sotto di noi.
-Honoka..- prova Nagisa.
-…riguardo gli amici, i compagni di classe. Dici che lui se n’è reso conto?-
-Sì- conferma Nagisa, guardandomi tra la preoccupazione e l’apprensione.
-E allora perché è andata così?- chiedo di nuovo, sentendo il cuore sanguinarmi di nuovo. Il dolore sta diventando sempre più insopportabile, sento che non riesco più a trattenermi. –Ditemi perché?!- mi volto dall’altra parte per non far vedere due lacrime che scorrono lungo le guancie. Lacrime amare e dolorose che sono come lava sulla mia pelle, perché mi ricordano ancora una volta la dura verità. Kiriya non c’è più.
Nagisa non risponde, probabilmente nemmeno lei sa la risposta, e così io mi metto a guardare la pietra prismatica che ci ha lasciato Kiriya. È buffo che è l’unica cosa che ho di lui, ma che non posso tenere come ricordo. Ha un che di ironico, no?
-Forse Kiriya…- prova Nagisa, soppesando bene le parole da usare e guardando anche lei la pietra. –Non aveva il potere di cambiare radicalmente  il suo destino e ne era consapevole, lo sapeva perfettamente. Ma alla fine quando ha preso la decisione di darci la pietra prismatica ha dimostrato il suo grande coraggio e la sua volontà di opporsi alla sua sorte.- conclude guardando positiva il cielo.
Mi giro a guardarla, con gli occhi ancora pieni di lacrime. –Il suo coraggio…- ripeto io a bassa voce.
-Sì!- dice lei alzandosi in piedi. La guardo dal basso, e ancora una volta ringrazio il cielo di averla come amica e compagna di battaglie. Con orgoglio e decisione, Nagisa continua il suo monologo. –E noi potremo rispettare il suo gesto eroico solo se proteggeremo incessantemente i nostri amici Mipple e Mepple fino a quando sarà necessario!-
La guardo sorridendo, e annuisco. Il sole che finalmente spunta fuori dalle colline lontane dalle città e ci illumina il viso, come per darci forza e speranza per un futuro migliore.
 
La sera mi ritrovo fuori di casa, raggomitolata su me stessa, a piangere in silenzio tutte le mie lacrime, il dolore al petto è ancora lancinante, e non so come farò domani ad affrontare la scuola, i miei impegni e le domande della mia nonnina.
Lui disse che era destino. Che il suo destino era di sconfiggere le Protettrici della Luce. Disse che non poteva sottrarsi ad esso. Io speravo ci fosse un modo per salvarlo da suo fato avverso, ma evidentemente mi sbagliavo.
-Non lo rivedrò più…. Vero?- mi ritrovai a dire ad alta voce. Ma nessuno può sentirmi, nessuno può rispondermi. Perché l’unico che può vedere attualmente le mie lacrime è il mio cane, Chutaro. Il quale vedendomi giù si avvicina a me, si struscia senza esagerare con le moine. Mi fa solo capire che lui c’è e che se ho bisogno posso contare su di lui. Lo guardo voltando leggermente il capo verso di lui. È seduto al mio fianco, dritto e nobile. Ma con la coda in movimento. –Grazie Chutaro…-
Non so per quanto ho pianto. Non ricordo. So solo che ad un certo punto ho rivolto il mio sguardo al cielo, e parlando con me stessa mi sono detta: -Sarà meglio andare a dormire ora.-
Mi alzo meccanicamente, entro in camera mia, mi avvicino al mio letto e piombo in un sonno pesante e pieno di incubi dove l’unico protagonista indiscusso era il mio amore maledetto per Kiriya.











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E ciao a tutti cari :D Ecco una fanfiction che mi è uscita di getto e a caso in questi giorni e che oggi ha finalmente visto la luce. In realtà non mi convince ancora moltissimo, vorrei fare qualche miglioreria più avanti (quando mi passa la febbre :'D). Vedremo. Per il momento ecco qua! Spero vi piaccia e se avete:
-Consigli
-Critiche costruttive
-Deliri da fangirl shippatrice della coppia HonoKiri
-Deliri da fangirl in generale sulla prima serie delle Pretty Cure
.... Non esitate a commentare qui sotto, oppure a scrivermi privatamente qui sul sito! :D Ricordo inoltre che sono anche su Facebook, cercatemi scrivendo "MerocChan Cosplay" e mi troverete :D
Baci a tutti! <3
   
 
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