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Autore: eli_s    15/11/2016    1 recensioni
Una bufera, una località sciistica...e due persone che amano particolarmente lo snowboard si troveranno a dover fronteggiare una convivenza forzata...Ian, Nina e la neve.
Genere: Angst, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È tutta colpa della neve.

Gennaio 2016

 

Nina adora tutte le stagioni, da sempre, ha un’indole allegra e positiva che le fa vivere tutto guardando il bicchiere mezzo pieno. Quindi, quando arriva l’inverno non vede l’ora di andare a sciare e buttarsi con lo snowboard giù per le piste più pericolose.

Gliel’ha passata lui la passione per lo snow, le ha regalato lui quella che è diventata la sua tavola preferita, quella su cui va meglio e che ogni anno si ripromettere di cambiare non riuscendo mai davvero a sostituirla.

Anche se poi ne usa anche altre perché altrimenti si logora troppo.

 

Nina si accinge ad avvicinarsi all’attacco della funivia dopo aver convinto gli altri, tra cui Austin, ad avviarsi a casa; ha bisogno di farsi l’ultima pista della giornata in solitudine, come piace a lei, ascoltando nel silenzio il fruscìo della tavola sulla neve, dei raggi del sole calante ad accompagnare la sua discesa, della quiete della montagna mentre si prepara ad addentrasti nella notte.

Anche se, alzando il naso verso la cima della montagna, vede che il cielo si è fatto già più plumbeo e minaccioso.

 

Si sistema meglio la maschera sul casco arrivando in prossimità dei tornelli in cui inserirà il pass, quando l’addetto all’impianto la ferma.

 

-Stiamo per chiudere-

 

L’uomo sulla sessantina la scruta attento, stringendo la radiolina in una mano.

Nina indugia un attimo con i suoi occhioni su di lui come per capire velocemente quali siano i suoi punti deboli e colpirlo per ottenere il via libera.

 

-Oh, lo so, ma… prometto che non mi ripresenterò fino a domani se mi lascia andare su un’ultima volta!-

-E sta pure venendo brutto tempo-

 

Punta la mano con la radio verso il cielo scuro che sembra però così lontano da loro due a fondo valle, dove c’è ancora luce.

Lei segue la direzione indicata, poi torna su di lui.

 

-Sarò molto rapida a scendere….la prego!!-

-Mm...devo avvertire il mio collega che è su…ma si sbrighi a venir giù, potrebbe diventare pericoloso-

 

Lei dilata uno di quei sorrisi irresistibili che farebbero sciogliere l’intero Polo nord - e sicuramente l’uomo davanti a lei - poi con la tavola in mano passa dai tornelli e si avvia in attesa che arrivi la cabina; dà le spalle all’uomo e lo sente distrattamente parlare con qualcuno alla radio che si porta vicino alla bocca.

 

-Ok mandala su, ma non fate salire più nessuno che qua nel giro di mezz’ora si scatenerà una bufera e scendere è troppo pericoloso-

-Se la situazione è messa male la rimandi giù in funivia-

-Vediamo...io eviterei, è già abbastanza rischioso così-

-Male che vada te la tieni al rifugio-

 

L’altro ridacchia complice e poi una voce maschile li interrompe, costringendo il signore a voltarsi.

 

-Scusi, posso andare ancora su?-

-Eccone un altro...Jim te ne mando su due-

-Che siano gli ultimi!-

-Ricevuto-

 

Chiude la conversazione e poi fa un cenno al nuovo venuto di raggiungere la ragazza che sta per salire nella cabina in arrivo.

 

-Grazie-

 

Ian ha fatto piste su piste tutto il giorno stando dietro a Nikki e alla famiglia di lei, gli fa piacere aiutare suo fratello o parlare con suo padre, ma per quanto sia egocentrico e logorroico anche lui ha bisogno di staccare un attimo e farsi le sue piste in solitudine. Infondo è un solitario di natura, si adatta poi alla persona che ha accanto, ma ha sempre amato godersi la montagna senza schiamazzi o interruzioni e poi nessuno della famiglia di Nikki sa andare sullo snowboard e questi sono gli unici momenti in cui può sbizzarrirsi senza pensieri.

 

Per questo Nina era un’ottima compagna di sciate, perché era esattamente come lui e potevano fare le cose insieme capendo perfettamente l’esigenza di silenzio e quiete dell’altro.

 

Sospira e passa dai tornelli scacciando quel brutto e inutile pensiero mentre si accinge a raggiungere la ragazza di spalle in attesa della funivia; non l’aveva notata prima, ma adesso improvvisamente la sua figura, pur infagottata nella tuta da sci, gli sembra estremamente familiare.

Si sistema la maschera sopra al casco e i suoi occhi, più che si avvicina, scendono sulla tavola da snow che tiene col braccio; per un attimo sorride pensando che solo i pazzi con lo snow si buttano a quest’ora a fare piste solitarie, ma poi la scruta meglio iniziando a riconoscerla.

Perché lui una tavola identica l’ha regalata a lei diversi anni fa ormai, l'aveva scelta colorata e ci aveva fatto scrivere il suo nome sopra; ed è in quel momento che una serie di collegamenti lo mettono in allarme mentre con lo sguardo percorre la figura davanti a lui in cerca di indizi.

 

Quando arriva la cabina e si ferma per farli salire, Ian ha piena conferma dei suoi sospetti. Lei non si è ancora voltata, troppo presa a puntare quei suoi occhi profondi - che non si sente pronto a rincontrare- verso la cima della montagna.

 

Non lo deve aver sentito arrivare a causa del rumore ripetitivo degli ingranaggi che coprono altri suoni, e un po' è paradigmatico del suo rapporto con lui. Non vederlo mai arrivare, almeno non in tempo da potersi preparare.

La sua mente era svuotata dai pensieri, serena e tranquilla, pronta per godersi la sua sciata, ma tutto questo si è dissolto nel momento in cui ha percepito qualcuno poco dietro di lei salire sulla cabina insieme.

E il mare azzurro inatteso l’ha tirata sott’acqua ancora una volta.

Che cosa ci fa lui li?

Era sempre stata attenta in quegli ultimi due anni ad evitare località sciistiche dove potesse esserci lui- sicuramente con lei e questo pensiero le da la nausea- perché non lo voleva incontrare e invece nel momento in cui ha abbassato la guardia è arrivato il colpo frontale.

Che poi in un secondo la sua mente si domanda se tutte le volte in cui in quei giorni ha visto passare qualcuno dai tratti familiari non avesse visto proprio lui.

Le si blocca il respiro nei polmoni e dalla sua faccia Ian capisce che Nina non si aspettasse quanto lui, di trovarlo lì.

 

-Ehi-

-Ciao-

 

Gli occhi scuri tentano di sbattersi per riattivare la lacrimazione, ma il suo corpo non pare rispondere ai suoi comandi. Le porte si chiudono alle loro spalle e solo il movimento della cabina che parte per salire, facendole quasi perdere l’equilibrio, sembra scuoterla.

E le sue pozze vagano allarmate, perché sia mai che sbuchi anche lei all’improvviso, ma Ian ha la tavola da snow ed è solo.

Dio, quanto sono identici in questo momento; entrambi bisognosi del loro spazio di solitudine per godersi una sciata come si deve.

 

-Anche tu …qua?-

-Già….sciata solitaria-

 

Lui alza appena lo snowboard rubandole un sorriso involontario che si sprigiona sul volto infreddolito e arrossato.

 

-Idem-

 

Anche lei sposta l’attenzione sulla propria tavola.

Su quella tavola, su ciò che rappresenta un ultimo ricordo, frammento, di loro due. Lo pensano entrambi, Ian mentre fa scorrere gli occhi sull’oggetto colorato e consumato, Nina mentre sente il cuore stringersi osservando lo sguardo di lui velarsi di vecchi e dolci ricordi di un passato così lontano.

 

Lui fa per dire qualcosa, ma una forte folata di vento fa oscillare più del solito la cabina spostando il loro disagio all’esterno, verso la situazione meteo.

 

-Sembra si stia alzando una bufera-

-L’aveva detto il signore giù-

-Non sarà facile scendere-

-Beh qua per aria siamo più esposti-

-Forse-

 

Fanno le loro valutazioni con naso premuto contro ai vetri appannati, ottimo per distogliere i pensieri dalla situazione disagiante in cui si trovano.

 

-La porti a levigare ogni tanto?-

 

Lo sguardo interrogativo di Nina si sposta dal vetro ad Ian ed infine alla tavola su cui lui sta passando una mano avvolta nel guanto nero e bianco con fare studioso. Meno male che stavano cambiando argomento.

 

-Sì certo, perché?-

-Perché è finita...insomma non va più molto bene così-

-Ehi è perfetta! Io mi trovo bene!-

 

Gli occhi azzurri si sollevano appena sulla faccia indispettita di lei, pronta a scattare sulla difensiva e proteggere quell’oggetto a cui, a quanto pare, sembra tenere ancora molto.

 

-Considerata la tua scarsa prudenza dovresti decisamente comprarne una nuova-

 

Nina fa una smorfia di disappunto, ma ogni suo commento viene interrotto dal rumore della cabina che arriva all’attacco della funivia aprendo le porte. Sono stati così presi dalle loro rispettive emozioni che non hanno dato davvero molto peso alla situazione meteorologica tanto che sobbalzano entrambi quando, scendendo, vengono sferzati dal vento freddo e carico di neve.

Sotto la struttura c’è il signore con cui probabilmente stava parlando l’altro addetto all’impianto alla radio, che li attende tutto imbiancato dalla raffica di neve che sta imperversando.

Grandioso, una bufera.

 

-Ragazzi-

 

Il tipo alza la voce per cercare di sovrastare il rumore del vento molto forte.

 

-Non potete scendere! E’ troppo pericoloso abbiamo chiuso la pista-

 

Nina e Ian si avvicinano allarmati e preoccupati, la bufera li sta inzuppando tutti.

 

-Allora prendiamo la prossima-

-No è troppo pericoloso, con questo vento dobbiamo fermare l’impianto-

-Ma noi come torniamo giù?-

-Perché non ci ha avvertito subito?-

-Perché si è scatenata tutta ora e per una questione di sicurezza dobbiamo proibire l’uso della funivia, mi dispiace-

 

Nina si para leggermente il volto con una mano e prova a meditare una soluzione.

 

-E come facciamo?-

-Vi potete fermare al rifugio, è a 100 metri io sto andando la, seguitemi-

 

Ian cerca il volto di Nina e trova la sua espressione impanicata, incapace di realizzare cosa stia accadendo.

Il rifugio è lo stesso dove, quando è bel tempo, si fermano tutti a prendere una cioccolata calda o la birra prima di riprende a sciare; di giorno col sole fa tutto un altro effetto rispetto ad ora.

Una piccola e tipica struttura in legno sommersa di neve. Sicuramente ci sarà qualche avventore romantico che si è fermato a pernottare e ha beccato il clima decisamente adatto, ma loro due invece sono molto preoccupati visto che il loro intento era scendere a valle.

Avrebbero dovuto pensarci, si sa che il tempo in montagna cambia rapidamente.

 

Lottando contro la bufera, a testa bassa con Ian che istintivamente si mette davanti a Nina per attutire il vento contro di lei, seguono il signore al rifugio sospirando come dopo un grande sforzo non appena arrivano sul minuscolo portico ed entrano nel piccolo ingresso dove ci sono gli scarponi e gli sci dei vari ospiti.

Entrambi beneficiano del tepore e si scrollano di dosso la neve, iniziando a togliersi caschi e guanti.

 

-Siete fortunati, abbiamo una camera libera, vi sistemiamo lì per stanotte, aspettate qua vi porto delle ciabatte da indossare…intanto toglietevi gli scarponi-

 

Nina e Ian si guardano sempre più disorientati e poi lei si siede sganciando gli scarponi per poi collocarli in uno dei vari ripiani di legno. Ha la neve praticamente ovunque e inizia a sentire l’umidità penetrarle le ossa, le pelle cotta dal freddo e i capelli sono un po' bagnati nei punti in cui non erano protetti dal casco. Sembra una bambina, tutta avvolta nella tuta da sci cosparsa di neve.

 

E Ian la osserva di sfuggita, quasi di nascosto, la punta del naso, le labbra incurvate in una piccola smorfia di freddo, quegli occhi spauriti nei quali non si è concesso ancora di affogare dentro; poi si avvicina quando lei si alza, prendendola alla sprovvista.

Le pozze scure di lei trovano quelle più azzurre boccheggiando appena, improvvisamente fa un po' meno freddo, la pelle del volto punge forse per il repentino cambio di temperatura ora che lui allunga una mano libera dai guanti e le scuote via la neve rimasta sulle spalle e sui capelli.

 

-Sembri un pupazzo di neve-

 

Le labbra si schiudono leggermente tentando di riordinare i pensieri sconnessi che le scombinano testa e cuore, perché ancora la sua vicinanza le fa questo effetto? Le ruba l’ossigeno stordendola solo col respiro, e poi le incurva le labbra in un sorriso scherzoso, recuperando un barlume di lucidità.

 

-Senti chi parla-

-Ecco, tenete pure-

 

L’uomo li interrompe aprendo la porta che divide l’ingresso dalla sala composta da alcuni tavoli in legno e il bancone che i due possono intravedere dalle pareti di vetro.

Porge loro le ciabatte da albergo -di quelle in serie che si tengono per gli ospiti- e li invita a seguirli nella sala decisamente più calda. Non sono l’ideale, ma almeno possono evitare di stare con gli scarponi da sci.

Quando entrano ci sono quelli che devono essere i pochi ospiti seduti ai tavoli che bevono in attesa della cena, ed in effetti anche loro due hanno una discreta fame. Per fortuna che Ian non esce mai senza soldi, nemmeno in cima ad una montagna mentre è abbastanza sicuro che Nina stia già entrando in ansia dato che -come suo solito- non si sarà portata dietro nulla, perché “che vuoi che succeda in montagna” era il suo motto.

 

Ci penserà la mattina dopo a deriderla quando le offrirà il loro soggiorno imprevisto. E a proposto di imprevisti, deve trovare il modo di chiamare Nikki per non farla preoccupare.

 

Nina si leva la giacca per tentare di trarre beneficio dal calore della sala e si guarda intorno un po' indecisa sul da farsi. Dato che la loro permanenza lì è piuttosto indiscutibile dovrà avvertire gli altri per evitare che sua madre mandi in spedizione la sicurezza nazionale.

 

-Em, per caso avreste un telefono?-

 

L’uomo viene fermato dalla voce bassa e roca di lei e le fa cenno di seguirlo, indicandogli il fisso che si trova vicino alla cassa.

 

-Solo chiamate urbane-

 

Lei lo guarda perplessa e poi compone il numero del cellulare di sua madre. Ian intanto, mentre aspetta il suo turno forse per chiamare Nikki e il pensiero le chiude lo stomaco, si siede ad un tavolo e parla con il signore per farsi portare i menù.

 

Michaela, dopo dieci minuti di panico, si è calmata solo quando le ha spiegato chi ci sia con lei chiedendole ovviamente di omettere la cosa ad Austin. Non vuole problemi o complicazioni inutili.

Quando ha fatto raggiunge Ian che le fa cenno, mentre si alza, verso il calice di birra scura che le ha ordinato.

 

Si siede leggermente destabilizzata da questo gesto accorto; infondo, ora che lo osserva andare verso il telefono, lo sa che lui è sempre stato un tipo attento e premuroso con chiunque. Però la sorprende in modo piacevole che si sia ricordato come le piace la birra e come una bambina timida e impacciata allunga le mani per afferrare il bicchiere freddo e portarlo alla bocca.

Come faranno a gestire questa situazione?

Sicuramente l’alcool aiuterà a calmare l’agitazione oltre a riscaldare il corpo, peccato che non aiuti per nulla osservare le sue spalle forti, il profilo niveo, quei capelli umidi corvini un po’ spettinati, o il sorriso che gli si increspa quando alza lo sguardo verso la ragazza dietro alla cassa.

Non aiuta per niente Nina sbircialo continuamente, come se non lo conoscesse, o lo avesse ritrovato dopo lungo tempo e avesse bisogno di ricordare quei suoi particolari, dettagli, le fossette, la risata pulita, piccoli frammenti dell’uomo che un tempo le aveva rubato tutto solo per donarle la propria vita.

 

E lei…

Lei l’aveva rifiutata.

Gli occhi neri si riabbassano velati di un’amara tristezza sui piatti che sta portando il signore.

 

-Sarà una notte rumorosa…-

 

Nina alza lo sguardo sul signore.

 

-Il vento ulula più dei lupi…se mangiate bene e bevete quanto basta riuscirete a dormire-

 

Quando l’enigmatico gestore del rifugio si allontana, dopo aver lasciato due piatti carichi e fumanti, Nina scorge dietro di lui Ian che torna al tavolo.

 

-Che succede?-

-Mi sa che ci siamo imbattuti in un oste degno di TVD per quanto è inquietante-

 

Iniziano a mangiare, sentendo l’adrenalina accumulata in quelle poche ore scendere di livello, distendendo i muscoli indolenziti dall’umidità.

 

-Beh anche lo scenario è molto da…non so, Klaus che entra e sgozza tutti?-

 

Agita le posate, allargando quel suo sguardo troppo azzurro con fare così alla Damon che per un breve istante Nina si è sentita come sul set, e la nostalgia canaglia le morde lo stomaco e i pensieri.

 

-Vuoi turbarmi il sonno per caso?-

 

Mangia un boccone di carne, scrutando il piatto di lui come in cerca di qualcosa di gustoso.

 

-Ti prego, quando dormi nemmeno un attacco degli Unni potrebbe svegliarti, sei catatonica-

-Adesso stai esagerando, questo non è vero-

-Ti sei allenata per addormentarti praticamente ovunque, certo che è vero-

 

Lei sgrana gli occhi fintamente offesa e poi ficca con uno scatto la propria forchetta nel piatto di lui per rubargli un po’ di polenta.

 

-Oh, serviti pure-

-Non la digerisci la polenta la sera, voglio evitarti degli incubi…-

-Tanto non mi sentiresti-

 

Allunga canzonatorio un mezzo sorriso compiaciuto, andando poi a trafugare dal piatto della sua dirimpettaia di tavolo un fungo.

 

-Nemmeno quello lo digerisci e comunque…sì certo che ti sentirei!-

-Oh sul serio? Devo ricordarti quella volta in cui ho avuto la febbre…e aspetta, com’era?-

 

Si porta una mano al mento con fare pensieroso, evidentemente intento a deriderla mentre Nina, di contro, cruccia lo sguardo gonfiando la faccia.

 

-Oh sì giusto “non ti preoccupare ti assisto io tutta la notte”…e appena toccato letto, puf…sarei potuto morire se fosse stato per te-

-Ecco che ricominci con quella storia, sei esagerato avevi una banale influenza mentre io avevo girato 15 ore di fila, e interpretavo due personaggi…IO!-

-Certo sempre la solita scusa-

-Non era una scusa…era…-

-Miss “io lavoro per due”-

-Era vero!-

 

La faccia offesa di lei, come una bambina cui è stato appena sottratto un giocattolo, lo fa scoppiare d’improvviso a ridere e nel tentativo di calmarsi le ruba la sua birra ordinando un altro giro e, ovviamente, due pezzi di torta.

Nina, dopo essere rimasta immobile per istanti infiniti persa in quel sorriso pieno che temeva di non rivedere più rivolto a lei in una tale spontaneità, viene contagiata a sua volta mettendosi a ridere a crepapelle.

Non pensavano possibile poter tornare a ridere con una simile semplicità, insieme.

 

Insieme, non credevano possibile più niente da troppo tempo ormai.

E invece per un curioso scherzo del destino, eccoli lì che si ritagliano un momento fuori dal mondo, tra la neve, a parlare di loro due e di ciò che un tempo rendeva piena la loro vita.

Insieme.

 

 

 

Ciao a tutti,

 

è tanto, troppo tempo che non scrivo sui Nian.

Questa assurda e inconcludente storia consterà solo di due capitoli; l’ho partorita esattamente nel gennaio di quest’anno, tirandomela dietro tutto questo tempo per la mia eterna indecisione su che fine darle.

Ma poi mi sono detta che, siccome sarebbe stata solo questo, una breve storia, avrei potuto fantasticare e lasciarmi andare a una bolla di sapone.

 

Niente, spero vi piaccia, a breve posterò il secondo capitolo e sappiate che ho ripreso anche Frammenti della quale pubblicherò a breve un nuovo capitolo. E’ stato un periodo di stallo per vari motivi, ma sono tornata!

 

Vi attendo come sempre

Baci

Eli

 

   
 
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