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Autore: falcediluna_    16/11/2016    4 recensioni
"Eppure continuo a cercarti in ogni rumore alle mie spalle, in ogni figura in lontananza, in ogni angolo dei miei ricordi con te"
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Un piccolo frammento della mia quotidianità, il primo che condivido con voi qui su EFP.
Un grazie a chi leggerà
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sei anche oggi
bicicletta gialla
manici blu?



Non so bene cosa cerco, quando tra una pausa e l'altra in una mattina di lezioni serrate percorro controvoglia il corridoio affollato solo per passare davanti alla tua aula.
Quando rimango a studiare all'università fino a tardi, lanciando sguardi via via sempre più carichi di impazienza alla porta d'ingresso del dipartimento attraverso la parete di vetro.
So perfettamente a che ora uscirai dal laboratorio e so altrettanto bene che ormai non scriverò una riga di più sul quaderno aperto davanti a me.
Quando alla fine ritardi, ma io sono già dovuta andare via – il treno non mi aspetta come io aspetto te.

E cammino trascinando i piedi, indugiando ad ogni metro, gettando occhiate alle mie spalle, tendendo le orecchie per cogliere lo sferragliare di una malandata bicicletta gialla che ti riporta a casa lungo la stessa strada che percorro io.
Quasi perdo il treno, nella speranza di vederti arrivare e scambiare un saluto, almeno, o anche solo un cenno, un sorriso, uno sguardo. 

Ma dietro di me solo altri frammenti di umanità, passi affrettati da incombenze ignote o dal freddo, scalpiccii nervosi sull'asfalto puzzolente, falcate tranquille, corse frenetiche.
Pedalate stanche, concerti distorti di ruote sottili e campanelli arrugginiti.

Dove sei?
Non qui.


Cosa cerco? Cosa aspetto? Chi aspetto?
Cerco te. Aspetto te.
Ma questa non è una risposta, non ancora.
Perché tu sei mutevole, imprevedibile, mi scivoli via dalle mani, non riesco ad isolarti e a trattenerti. Non so circoscriverti né leggerti.
Non me lo permetti, non lo permetti a nessuno.
È una frustrazione insopportabilmente agrodolce, un timore pungente che persiste ostinato e martellante, una tiepida angoscia semi-assopita alla bocca dello stomaco.
Eppure continuo a cercarti in ogni rumore alle mie spalle, in ogni figura in lontananza, in ogni angolo dei miei ricordi con te.

Sono in ritardo; accelero il passo, stringendomi nel cappotto, mentre tra le pieghe dei miei pensieri una vecchia bicicletta gialla si porta a casa la sciocca illusione di un tuo sorriso.
   
 
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